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Silenzi a voci alterne
Silenzi a voci alterne
Silenzi a voci alterne
E-book81 pagine37 minuti

Silenzi a voci alterne

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Info su questo ebook

Benito Galilea è un Poeta che ha la sapiente capacità di usare le figure retoriche descrivendo la realtà materiale e immateriale. Egli genera immagini che librano il pensiero in alto dove cresce la bellezza e l’umanità che sono forza, privilegio e gioia mentale dell’essere umano. Leggendo le sue poesie non si può fare a meno di rimanere stupiti, come sempre davanti alle opere d’arte. (Renata Rusca Zargar)
LinguaItaliano
Data di uscita5 ott 2015
ISBN9788869630491
Silenzi a voci alterne

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    Silenzi a voci alterne - Benito Galilea

    Benito Galilea

    SILENZI A VOCI ALTERNE

    Poesie

    Elison Publishing

    Proprietà letteraria riservata

    © 2015 Elison Publishing

    Tutti i diritti sono riservati. È vietata la riproduzione, anche parziale, con qualsiasi mezzo effettuata, compresa la fotocopia, anche a uso interno o didattico.

    Le richieste per l’utilizzo della presente opera o di parte di essa in un contesto che non sia la lettura privata devono essere inviate a:

    Elison Publishing

    Via Milano 44

    73051 Novoli (LE)

    ISBN 9788869630491

    La pubblicazione di Silenzi a voci alterne è il risultato della vittoria del Poeta nell’ ottava edizione del Concorso Letterario e Fotografico Nazionale pennacalamaio@zacem-online.org bandito dall’Associazione Culturale Savonese ZACEM, curato da Renata Rusca Zargar, in collaborazione con LIBROMONDO e sotto il Patrocinio del Comune e della Provincia di Savona.

    da punti intermedi

    Da punti intermedi

    M’appare l’altro paese,

    quello dei meriggi

    e dei viaggi sulle alture

    dove sognare è sempre una partenza.

    Qualche barca con le reti basse,

    treni dell’acque che sbiadiscono

    nel tempo.

    Camminiamo come si può,

    tra brandelli di grida di gabbiani,

    gli angeli dei cieli che vanno

    con la mano sulla bocca per non svegliare

    il più piccolo degli uomini.

    Anche il mondo è come lo vediamo

    e la penna non scende sulla carta

    se non per versare inchiostro residuo,

    ansia e croce della sapienza analfabeta

    che glorifica i nomi alle parole.

    Scrivere sotto la pergola

    di questo ripiano assurdo

    è tingere di sguardi le ali ai cormorani,

    per te che da punti intermedi

    diventi più lucciola di me, per te

    che spremi ortiche tra le scorze.

    Domani affitteremo una bicicletta

    con due sellini ed una sola canna,

    così partiremo con gli occhi dentro il sole

    e per noi sarà di nuovo primavera.

    Il suono della pioggia

    Ci sveglia un suono di canto arrochito

    e l’olezzo dei lilla, tra solchi d’erba

    e il nulla che deve bastare fino a sera.

    Muschio, rametti e fili blu

    in una fessura sotto il contatore

    dove covano insieme i cinciallegra:

    la femmina in torpore nell’attesa,

    il maschio che soffia prima di svolare.

    Ed ai confini dei loro ritorni, il fuoco

    d’ogni pensiero s’inquieta

    per un passaggio di funerale che qui

    a Rosarno è abitudine in processione:

    anime nere sempre in fila indiana,

    una ghirlanda di gelsomini e arance

    prima dell’altro botto all’imbrunire.

    Ma cosa mai vorrà dire questa solitudine

    di passi, questo suono di pioggia

    che toglie polvere alle scarpe

    e di soppiatto urla a cime e tetti?

    Anche l’uomo dietro la finestra stringe

    un amuleto accarezzando il cane,

    e guarda il grano crescere tenace

    nonostante la gramigna.

    Nell’eternità di una parola

    pochi sanno resistere ad uno spiazzo

    di memoria fulminato dinanzi ad una porta:

    qui dove l’airone bianco si gode l’amore

    d’altri varcando gli stazzi sui canali.

    Quel che di noi resta

    Questo ci fu concesso e questo

    dell’ignoto sempre ci accolse

    rivisitando la memoria, riaccesa

    d’un tratto come

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