Scopri i segreti di 40 carriere di successo - volume 1
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tutte le scuole e i percorsi professionali per vincere l’Oscar. Tuo nonno ti ha lasciato in eredità un vecchio rudere? Impara come si trasforma in un agriturismo.
Se guardi il mondo attraverso gli occhi della moda perchè non puntare sulla professione di designer di occhiali? Ami la montagna? Potresti scoprire di essere
un ottimo maestro di sci oppure una tenace guida alpina. L’importante è avere l’ispirazione, quella con la “i“ maiuscola.- Volume 1.
maiuscola.
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Sweet home: Tutto quello che avresti voluto sapere per comprare, ristrutturare, imbiancare, arredare, illuminare, riscaldare la tua casa e non hai mai osato chiedere Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioniScopri i segreti di 40 carriere di Successo - volume II Valutazione: 0 su 5 stelle0 valutazioni
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Scopri i segreti di 40 carriere di successo - volume 1 - Alessandro di Terlizzi
diplomatica
Le passioni che fanno vincere
Il lavoro è umano solo se resta intelligente e libero.
Papa Paolo VI
Investire su se stessi. Il mondo del lavoro è sempre più simile a un campo di battaglia. Il tanto sospirato Vero Stipendio sembra un miraggio che si allontana di giorno in giorno, il percorso per arrivarci non è facile e passa per la lunga strada del precariato.
Accontentarsi? Mai. Il pensiero è e sarà balenato a tutti almeno una volta nella vita. Se seguito potrebbe condannare a un’esistenza priva di colpi d’ala. Scegliere un lavoro assecondando le proprie passioni è una scelta non priva di rischi, ma che significa anche maggiore indipendenza, se non economica almeno intellettuale, per non parlare della soddisfazione di veder crescere di giorno in giorno qualcosa che si ha dentro.
"Il lavoro è amore rivelato. E se non riuscite a lavorare con amore, ma solo con disgusto, è meglio per voi lasciarlo e, seduti alla porta del tempio, accettare l’elemosina di chi lavora con gioia. Poiché se cuocete il pane con indifferenza, voi cuocete un pane amaro, che non potrà sfamare l’uomo del tutto. E se spremete l’uva controvoglia, la vostra riluttanza distillerà veleno nel vino. E anche se cantate come angeli, ma non amate il canto, renderete l’uomo sordo alle voci del giorno e della notte".
La definizione di Kahlil Gibran fa da prologo a questa guida che indica il percorso per trasformare in un’occupazione ogni tipo di passione. Ti piace l’alta velocità ecco come fare per diventare un pilota. Vai pazzo per il cinema, ecco tutte le scuole e i percorsi professionali per vincere l’Oscar. Tuo nonno ti ha lasciato in eredità un vecchio rudere? Impara come si trasforma in un agriturismo. Se guardi il mondo attraverso gli occhi della moda perchè non puntare sulla professione di designer d’occhiali? Ami la montagna? Potresti scoprire di essere un ottimo maestro di sci oppure una tenace guida alpina.
L’importante è avere l’ispirazione, quella con la I
maiuscola. Solo quella, unita alla tenacia e magari a un pizzico di testardaggine, permette di lavorare facendo proprio ciò che si ama fare. Tutti hanno un sogno. L’intento di questa guida è proprio questo: aiutare a realizzare i propri sogni in ambito professionale indicando i meccanismi che permettono alle passioni più interessanti di diventare un mestiere. Sotto la lente sono finite numerose aree, alcune anche complementari affinché l’offerta fosse la più completa possibile. Ne sono stati esaminati tutti gli aspetti, positivi e negativi. L’obiettivo è uno solo: individuare la migliore strategia, il percorso migliore che le trasformi in lavoro. La guida, in alcuni capitoli, pubblica interviste a chi ce l’ha fatta.
Da Valentino Rossi ad Albertino di Radio Dj, dal mago Forrest a Tomba. Certo, qui non si garantisce il risultato, quello dipende da te, dalla tua tenacia, dalla fiducia in te stesso e dall’entusiasmo con il quale affronterai la sfida, dal tuo saper cogliere l’occasione che sicuramente ti si presenterà nella vita.
Qui ti suggeriamo solo il modo migliore per cominciare. Con costanza, i risultati non tarderanno ad arrivare. Serve tanta voglia di fare, di conoscere e di perfezionarsi costantemente. Bisogna avere il coraggio di non accontentarsi mai dei risultati ottenuti e raggiungere standard sempre più elevati. Tutti i sacrifici saranno ricompensati.
1 Spettacolo/Cinema
È una vera e propria industria. Con una precisa caratteristica che la contraddistingue. La possibilità di sfondare
davvero. Di ottenere fama, soldi e successo, lavorando. Fonte per eccellenza di sogni. E, per chi ce la fa, di certezze. Senza confini. Perché i suoi protagonisti riempiono le copertine dei giornali di mezzo mondo. Colpiscono l’immaginario collettivo, tanto da diventare dei modelli per giovani e non. Impongono mode e stili di vita.
Alzi la mano chi non si è immedesimato in Leonardo di Caprio o Kate Winslet stretti in cima alla prua del Titanic. Naturalmente, qui stiamo parlando del vertice. Ma non si può certo dire che nelle fasce intermedie delle professioni legate al cinema, l’offerta sia scadente. I ruoli da ricoprire, infatti, sono molteplici. Perché ogni volta é come se si dovesse costruire un nuovo mondo. E allora servono registi, direttori della fotografia, sceneggiatori, operatori, doppiatori, tecnici del suono, delle luci, esperti di computer grafica. E poi molto, molto altro ancora. L’unico inconveniente? Che, giocoforza, sono in molti che vorrebbero conquistarsi un posto fisso in quest’industria. Cosa fare, dunque? Le alternative sono due. Continuare a sognare convinti che la fortuna non busserà mai alla propria porta, oppure tracciare il progetto personale e impegnarsi per realizzarlo. Con un punto fermo, anzi fermissimo, una specie di pilastro su cui costruire tutto il percorso: è necessario mettere in conto una gavetta che potrà sembrare infinita. Questa guida dà il suo aiuto a chi intende scegliere la seconda strada. In queste pagine, infatti, indica caratteristiche e percorsi formativi di cinque professioni fondamentali nel mondo del cinema. Quella dell’attore, del regista, dello sceneggiatore, del direttore della fotografia e del doppiatore. Per ognuna, la presentazione é accompagnata da un modello cui far riferimento e persino dagli indirizzi a cui rivolgersi. A questo punto, lo schermo é pronto. Buona visione.
Attore
"Non si mette da parte la propria voglia di recitare, così come la notte non mette da parte le proprie stelle"... (Josephine Hart).
Chi fa
il cinema è soprattutto lui: l’attore. Espressione del mestiere più ambito, ammirato e premiato del grande schermo. Il vero e proprio punto di riferimento. Sia per il pubblico, sia per chi opera dietro le quinte. Tutti, infatti, sono concordi nel considerare l’attore come il primo candidato a sollecitare, anzi a colpire l’immaginario dello spettatore. È lui che garantisce forza e personalità a qualsiasi lungometraggio. Difficilmente, se ne è privo, la pellicola sarà un capolavoro. Pertanto assolve una duplice funzione: dar corpo e voce ai sogni e trasformarli in realtà (più o meno) a portata di mano.
Ma se già questa sembra una contraddizione, attenzione, é solo la prima di una lunga serie. L’arte del recitare, infatti, é caratterizzata per tutti da un’altalena continua. Da Hollywood a Cinecittà. Per gli aspiranti interpreti conviene metterlo in preventivo. Perché si possono ottenere successo, fama e contratti milionari, é vero, ma troppo spesso le aspirazioni non realizzate lasciano alle spalle il deserto di personalità frustrate. In generale, non bisogna dimenticare che si tratta di una carriera costantemente in bilico. E per dosarne l’equilibrio entra in gioco anche la fortuna. Che spesso, anzi, spessissimo non resta altro che andare a cercarsi. Vediamo dove?
L’identikit del professionista
Partiamo dalle basi. Secondo la sua definizione più stretta, l’attore cinematografico ha il compito d’imparare a memoria i testi previsti dal copione. La qualità principale che deve caratterizzarlo? Ovviamente il sapersi immedesimare il più possibile nel personaggio, fino a nascondere al pubblico la finzione cinematografica. I ruoli sono molteplici e a ognuno corrisponde un preciso requisito, da trovare nel candidato ideale. Per esempio, può essere richiesta un’apparizione marginale o la totale immedesimazione nella parte. Si sta parlando rispettivamente della controfigura, della comparsa, dell’interprete minore e del protagonista principale. Si tratta di ruoli differenti, accomunati però dalle stesse caratteristiche di base. Che vanno dalla capacità d’identificarsi con il personaggio alle conoscenze più tecniche, dall’innato talento alle capacità di coinvolgimento del pubblico.
La comparsa
Il primissimo gradino di una carriera cinematografica, e il consiglio più frequente rilasciato dagli addetti ai lavori, é da sempre lo stesso. Meglio iniziare dal ruolo di comparsa. Da Raul Bova a Marlon Brando hanno tutti cominciato da lì. Il vantaggio principale? Oltre a costruirsi una solida base si ottiene una visione d’insieme, grazie alle ore trascorse sul set. Si ha l’opportunità di studiare le singole fasi di lavorazione del film, cercando di carpire trucchi insiti in ogni professione che ruota attorno alla sua produzione. È fuori discussione che per fare la comparsa serva conoscere le persone giuste. Ma chi sono e come trovarle?Ecco qual è la situazione, quando si prepara un lungometraggio. Il regista sceglie il cast, organizzando provini sia per i protagonisti sia per i personaggi minori. La ricerca termina con la convocazione di un capo comparse, al quale si chiarisce quante persone servono e come devono essere vestite. Perché il capocomparse dovrebbe scegliere te?
- se sei parente suo o di suoi conoscenti
- se ti ha conosciuto in altri film
- se sei legato in qualche modo al luogo della scena (ad esempio, nella tua scuola di danza si gira una scena in cui il protagonista è in una classe di danza). A Cinecittà, santuario indiscusso del cinema italiano, dettano legge due capo comparse. In realtà si tratta di due clan
che lavorano come vere e proprie società, in grado di gestire anche più set contemporaneamente. Sono le famiglie Proietti e Spoletini. Non esistono uffici cui rivolgersi, ma è facilissimo trovarli negli studios, in Via Tuscolana 1055. Basta chiedere di loro all’ingresso, presentandosi con foto e curriculum. In quest’ultimo vanno indicati i dati anagrafici, le caratteristiche fisiche, le proprie abilità e qualsiasi altra dote personale. Per altri set, di solito, basta tenere d’occhio le bacheche elettroniche di giornali che si occupano dello spettacolo o anche quelle delle case di produzione.
Talento o tecnica?
Attori si nasce o si diventa? Difficile dirlo. Praticamente impossibile. Esperti e non, si dividono in due categorie. I primi sostengono la tesi del solito talento, dote innata che entra in gioco anche in questo ambito e che si considera del tutto indispensabile. I secondi, invece, puntano sull’esatto contrario. In altre parole, tutto si può imparare. Anche recitare. Possedere qualità naturali
può aiutare, certo, ma allo stesso tempo non é questo l’aspetto che decide la propria carriera sul set. Non deve tarpare le ali di chi non lo possiede. La base individuale é fatta soprattutto di altro. Di esperienza e di insegnamenti. Dove acquisirli? Scuole e istituti sono la risposta immediata. Una solida preparazione è ormai indispensabile in ogni ambito professionale. Naturalmente anche in quello artistico. Se non si é portati alla recitazione é inutile sperare che un illustre maestro possa rappresentare la salvezza. Ma é anche vero che sviluppare e dar voce alle proprie doti é possibile, grazie a scuole specializzate che sposano
capacità naturali ad altre più tecniche. In particolare, quali sono le qualità indispensabili? Riassumendo, si può creare un sintetico elenco. Innanzitutto, bisogna essere fotogenici. Ma non si tratta di semplice bellezza estetica. Piuttosto di capacità di accentuare o mantenere l’espressione del viso, anche durante le riprese foto-cinematografiche o televisive. A parlare sono i lineamenti, la pelle e altri impalpabili elementi, che si possono evidenziare unicamente su uno schermo.
A ruota segue l’importanza della voce. Spesso dizione e tonalità corrette, unite all’assenza di difetti di pronuncia, sono requisiti necessari. Per acquisire queste capacità esistono scuole ad hoc, anche se la più completa resta probabilmente il teatro. Qui, infatti, l’espressione del volto e la voce sono fondamentali, rappresentano gli strumenti principali con cui l’attore entra in contatto con il pubblico. Dall’inizio alla fine di una qualsiasi rappresentazione.
Il profilo di lui
Le platee femminili di molti festival hanno, soprattutto in passato, spesso tifato compatte per lui. Stefano Accorsi. Chiamato prima a confermare gli incassi da record di Santa Maratona
, seguiti ai successi de L’ultimo bacio
e Le fate ignoranti
, poi per aggiungere tanti importanti tasselli alla sua carriera. Ha vinto, a Venezia, il premio come miglior attore protagonista, per l’interpretazione di Un viaggio chiamato amore
. Il suo viaggio
personale nel cinema è tutto in discesa. Nato a Bologna il 2 marzo 1971, nel ’91 risponde a un annuncio pubblicato sul Resto del Carlino
: il regista Pupi Avati cercava attori per un suo film. Segue qualche incontro, poi proprio lui viene scelto per Fratelli e sorelle
, girato negli Stati Uniti. Ed è già tempo per l’Oscar come miglior attore esordiente.
Tornato in Italia, entra nella Compagnia del Teatro stabile dell’Arena del sole di Bologna. La popolarità, però, non arriva con Goldoni, bensì con il Maxibon. Nel ’94 partecipa infatti allo spot del gelato della Motta, diretto da Daniele Luchetti, e con un "No comprendo conquista i suoi coetanei. Nel ’96 é il protagonista di
Jack Frusciante è uscito dal gruppo, poi torna a teatro e poi ancora sul grande schermo. Con Wilma Labate, Daniele Luchetti e Luciano Ligabue. Quest’ultimo lo dirige nel ’98 in
Radiofreccia, cui deve il David di Donatello, il Premio Amidei e il Ciak d’Oro come migliore attore protagonista. Vince la Grolla d’oro nel ’98 per l’interpretazione in
Ormai è fatta, ma si ripete già l’anno successivo per quella in
Un uomo perbene. Infine, a consacrarlo definitivamente sono:
L’ultimo bacio,
Le fate ignoranti,
La stanza del figlio e
Santa Maratona. E con
Un viaggio chiamato amore, ha ottenuto la Coppa Volpi come miglior attore protagonista, alla 59a Mostra del cinema di Venezia. Il ’suo’ viaggio continua e lavora con altri registi importanti come Carlo Mazzacurati, Ozpetek e Michele Placido. Nel 2005 recita nel film
Romanzo Criminale, una pellicola ispirata alle vicende della banda della Magliana. Nel 2009 è ritornato nei cinema italiani con il film
Baciami ancora" diretto da Gabrile Muccino. Ancora oggi ogni sua interpretazione viene accolta con i favori della critica e del pubblico.
Il profilo di lei
Ha una classe innata. Un fascino che ammalia e un corpo che ancora oggi che ha superato gli …anta sollecita cattivi pensieri. È anche brava. Da più parti viene definita la signora del cinema italiano, un titolo che, se fosse esistito, sicuramente avrebbe già vinto. Ha lavorato con i migliori registi, da Bertolucci a Moretti, da Carmelo Bene a Muccino. Nata a Santa Fiora, in provincia di Grosseto, Laura Morante sale sul