Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Se domani ti arrivano dei fiori
Se domani ti arrivano dei fiori
Se domani ti arrivano dei fiori
E-book76 pagine38 minuti

Se domani ti arrivano dei fiori

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

Due coniugi quarantenni in procinto di separarsi si confrontano in un romanzo il cui titolo, Se domani ti arrivano dei fiori, è un verso tratto da una poesia di Elio Pagliarani.
I protagonisti rievocano, commuovendosi o accusandosi vicendevolmente, vari episodi della loro vita di coppia, dal primo incontro all’inevitabile decisione di divorziare.
Ogni intervento, differenziato tipograficamente (tondo lui, corsivo lei), rimane circoscritto in un ambito esclusivamente privato, di quotidianità comune a molte coppie.
LinguaItaliano
Data di uscita10 apr 2021
ISBN9788832928433
Se domani ti arrivano dei fiori

Leggi altro di Alida Airaghi

Correlato a Se domani ti arrivano dei fiori

Ebook correlati

Articoli correlati

Recensioni su Se domani ti arrivano dei fiori

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Se domani ti arrivano dei fiori - Alida Airaghi

    Postfazione

    Se domani ti arrivano dei fiori

    Se domani ti arrivano dei fiori, sappi che non li ho mandati io. Perché avrei dovuto?

    Per chiederti o concederti perdono, suppongo che tu pretenda.

    No, cara. Carezza, ti chiamavo quando ti vedevo carina.

    Fiori cosa e come, di quale banalpresumibile colore. Bianco innocenza, rosso passione, giallo gelosia.

    Ti piacevano i tulipani screziati, memoria di un antico viaggio a Istanbul con chissà che faceto fidanzato. Tulipani turchi, non gli ovvi olandesi.

    Sempre stata originale, tu, anche nei flashback rievocati, più fantasiosi che reali.

    I primi fiori regalati al nostro secondo appuntamento (imbarazzo! non sapevo con quali gesti e parole accompagnarli, mentre ti avvicinavo spiandoti aggrottata per i miei minimi minuti di ritardo) erano invece pallidi, dolentemente mesti. Non proprio crisantemi, ma quasi.

    Forse già intuivo quale piega avrebbe preso il nostro rapporto.

    Mi hai detto, ironica, signorilmente divertita addirittura: Che gioia!

    Te li offrivo esitante, accorgendomi tardivo del loro aspetto cinereo; le corolle incurvate, grondanti acqua.

    Pioveva.

    Non li aspettavo

    Non li aspettavo, non li volevo. Oppure: sì, ci speravo. Avevo preparato sul tavolo della sala un vaso vuoto. Quello cilindrico, di vetro. Allora dicevi che ti sembrava un alambicco ospedaliero.

    È ancora lì, inutile, deluso, convalescente.

    Non sono arrivati fiori, e nemmeno un biglietto di scuse.

    Neanche una telefonata: il giusto che mi dovevi.

    Piove.

    Tuttavia, anche se ci fosse il sole, non credo che me ne accorgerei, buia dentro quale sono. Rabbiosa rancorosa rognosa. Non è il fuori che si rispecchia in noi, illuminandoci-scurandoci, come si sente dire svagatamente. Siamo noi che rovesciamo brutto e bello nostro su cielo e terra altrui. Noi, minuscole deità della nostra minimezza, e presuntuose.

    Per questo piove, stamattina. Per colpa mia, delle mie nuvole.

    Quindi, anche se improvvisamente squillasse il campanello gioioso similmente a fanfare di festa, se al citofono la voce giovane di un fattorino mi annunciasse fiori per lei, signora , non mi verrebbe da sorridere pon-pon. Nemmeno da tremare, primuletta.

    Poi dopo

    Poi dopo mi hai preso sottobraccio, a riscaldarmi, quasi fossi un tuo alunno umiliato dall’insufficienza, odiosamente meritata.

    Magistra, ti ho suggerito, dietro la lavagna, nota sul registro. Punisci.

    Ma no, hai risposto indulgente docente, e altera. Una cioccolata calda nel bar lì di fronte.

    In questa placida maniera iniziò.

    Non eri più inquieta o stizzita, non ti importavano ritardo e fiorellini mosci: avevi voglia improvvisa di ridere, parlare, stupire spalmandomi addosso una qualsiasi felicità bambina.

    Mi chiedevo il motivo di tanta stramba eccitazione. Fosse solo perché avevo rispettato l’impegno di rivederti, o invece già pensavi a un possibile sviluppo della storia, colla tra noi?

    Incredibile che da subito ti fossi piaciuto, a te bella troppo, io insipido.

    Sorridono così radiosi solo i contenti; tu lo eri.

    Fuori pioveva, attraverso le vetrine del bar striate d’acqua si vedevano persone camminare scontrose al riparo degli ombrelli, il cielo oscurarsi e abbassarsi sotto il peso di nuvole grandi.

    Anche quello avrei dovuto leggerlo come un presagio.

    Nubi. Grigio.

    Non devo

    Non devo fissarmi col pensiero in, su, per: te.

    Ho tanto domani vuoto da saturare, dettagli da rifinire.

    Luoghi, tempi. Modi, sensi.

    Sei passato, il mio passato. Convincermi inflessibile che comunque svanirai, se ancora

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1