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Dio gioca ai dadi (truccati)
Dio gioca ai dadi (truccati)
Dio gioca ai dadi (truccati)
E-book86 pagine36 minuti

Dio gioca ai dadi (truccati)

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Info su questo ebook

Nell’inesorabile risveglio, qualcuno
il cuore in un pugno, spinto
da un si salvi chi può,
d'improvviso,
si alzo in piedi, gli altri
lo imitarono, e tutti a salvo
applaudivano commossi.

Ma ci fu uno, forse l’unico, in seconda fila
che per scaltrezza o forse perché integerrimo,
non si dava per vinto, con il capo chino
continuava a dormire.
LinguaItaliano
Data di uscita17 feb 2015
ISBN9786050358315
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    Anteprima del libro

    Dio gioca ai dadi (truccati) - José Carbonero

    Titolo

    Dio gioca ai dadi (truccati)

    Autore

    José Carbonero

    Data di pubblicazione: martedì 17 febbraio 2015

    Formato e-book - ISBN 9786050358315

    © Tutti i diritti riservati all’Autore

                  e-mail: jcrbon@gmail.com              

    Dio gioca ai dadi

    (truccati)

    Jose' Carbonero

    La confesión es el lenguaje de alguien que no ha borrado su condición de sujeto; es el lenguaje del sujeto en cuanto tal. No son sus sentimientos, ni sus anhelos siquiera, ni aun sus esperanzas; son sencillamente sus conatos de ser

    Podemos sentirnos vacíos de realidad y aun enemigos de ella. La confesión parte de esta última situación, de sentirse enemistado.

    Maria Zambrano, in La confesión, Género literario

    Un golpe de ataúd en tierra es algo

    perfectamente serio.

    Antonio Machado. En el entierro de un amigo, in Soledades

    ...si continua

    a pensare con teste umane quando si entra

    nel disumano

    Eugenio Montale. Nel Disumano, in Quaderno di quattro anni

    Haiku

    Giornata strana

    Se tu hai perso l'ombrello

    Perché non piove?

    Non vorrei essere frainteso

    Ho spiegato: mi chiamo Giuseppe

    mi hanno risposto: ma Giuseppe cosa, chi?

    ma com’è che ti chiami! di quale Giuseppe parli,

    e poi, innanzitutto, sei sicuro?

    sii cauto, schiarisciti la voce,

    sii convincente!

    Rivolsi il palmo della mia mano sinistra

    verso il mio petto, cercavo me stesso,

    mi cercavo quasi che ero e non ero.

    Perplesso, non sapevo da che parte

    guardare, dite a me? chiedevo.

    Pesava essere me stesso,

    non esserlo mi sarebbe piaciuto

    in tal caso pensavo mi sarei spiegato,

    avrei reagito.

    Misi una mano vuota in una tasca vuota

    e con il vuoto negli occhi strinsi il passo.

    Qui non conosco nessuno mi dissi, oggi meglio

    far finta di niente,

    solo buon giorno o buona sera,

    guardare senza vedere

    e buona giornata a tutti

    …ma pioveva.

    Transumanesimo, profeti urbani

    Sembra che tra non molto

    sarà possibile trasferire

    tutto in altre orditure,

    tutto, intelligenza, timori, pensieri, stupidità,

    ed evitare la morte,

    o quanto meno si potrà morire un po' più tranquilli

    e senza dover smettere di pensare, e forse anche di esistere.

    L'ho scampata per un soffio,

    forse potrò dire al primo trasferimento

    anche al secondo e magari al terzo,

    finché la memoria non ceda

    e smetta di essere l'intruso,

    falso amico, fedele e insidioso che è ora.

    Poi immemori di tutto non si avrà

    paura più di niente.

    Il nostro piú caro, mai celato timore,

    la strana idea che la vita non sia eterna,

    come un impossibile amore,

    perduto sarà per sempre.

    Chissá che altra illusioni, piú strana ancora, ci sopravviverá,

    - mia, tua, nostra, di altri?

    e saremo, a quanto pare,

    più vivaci e attivi che mai.

    Il custode del teatro

    Magro come un pomeriggio piovoso

    e tanto povero che sarebbe capace

    di barattare una stretta di mano

    con un indirizzo sbagliato.

    Vivo che di più non si può, tra spezzoni

    di un futuro che fu e di un passato

    che potrebbe, nonostante tutto,

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