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Conoscere la psicologia: Manuale di psicologia alla portata di tutti
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E-book234 pagine2 ore

Conoscere la psicologia: Manuale di psicologia alla portata di tutti

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Info su questo ebook

Questo libro non è un vero e proprio trattato di psicologia. È piuttosto un'esplorazione, una "passeggiata" nella psicologia. Alcuni argomenti sono stati trattati a fondo, altri soltanto accennati. In complesso, però, fornisce un quadro ben chiaro del comportamento umano e delle sue dinamiche sviluppandosi come un'esplorazione appassionale nel nostro mondo interiore. L'autore ha cercato di tradurre in un linguaggio semplicissimo i concetti psicologici e ha realizzato una splendida sintesi del pensiero dei grandi maestri di psicologia e filosofia di tutti i tempi. La mia più grande soddisfazione - afferma l'autore - la proverò il giorno in cui qualcuno mi scriverà: «Non pensavo, David, che la psicologia fosse così semplice da capire e da mettere in pratica».
LinguaItaliano
Data di uscita28 gen 2016
ISBN9788895531380
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    Anteprima del libro

    Conoscere la psicologia - David Olivieri

    PRIMA PARTE

    Gli elementi base della mente

    LE RADICI DELLA VITA PSICOLOGICA: LE SENSAZIONI

    Noi esseri umani siamo nati per vivere, non per morire prima del giusto tempo. Per ciò Madre Natura ci ha dotato di alcuni particolari meccanismi fisiologici: gli istinti.

    Gli istinti sono i paladini della nostra vita.

    Ogni volta che corriamo il rischio di morire, tac! eccoli in campo, lancia tesa, pronti a difenderci. Essi funzionano senza il concorso della nostra volontà. Non chiedono il permesso di intervenire. Non possiamo certo dire loro: «Istinto vieni fuori e combatti questo nemico della mia vita!».

    Gli istinti se ne stanno dentro di noi a sonnecchiare tutto il giorno e si svegliano soltanto quando c’è qualcosa che non va.

    Dobbiamo sperare che non siano troppo dormiglioni.

    Se, per esempio, qualcuno ci lancia contro un oggetto, noi (istintivamente) alziamo la mano per difenderci da eventuali danni.

    Se il sole si riflette nei nostri occhi, noi (istintivamente) ci difendiamo facendoci ombra con una mano.

    Ora facciamo una capatina nella nostra mente e cerchiamo di conoscere a fondo queste fedeli sentinelle della nostra vita. Ecco! Siamo a casa di uno di loro: l’istinto della fame. Vediamo come agisce.

    Ogni volta che il nostro organismo sta per terminare le riserve di energia, la fame bussa alla porta della nostra mente e dice: «Ehi tu! Qui stiamo maluccio! Datti da fare per trovare qualcosa da mettere sotto i denti, altrimenti saranno guai».

    E così:

     Avvertiamo una SENSAZIONE (di fame, appunto), ovvero un turbamento del nostro equilibrio interiore. Nello stesso tempo nasce in noi un BISOGNO (di cibo). E ci COMPORTIAMO in modo da soddisfare tale bisogno (cerchiamo il cibo).

     Lo soddisfiamo (ossia mangiamo).

     Poi tutto ritorna come prima.

    Se stavamo passeggiando in compagnia della Serenità riprenderemo la nostra bella passeggiata. Se stavamo lottando contro un nostro dubbio, riprenderemo la lotta. Semplice, no!?

    Ora vediamo come agisce l’Istinto di Termoregolazione.

    Ogni volta che la temperatura del nostro corpo è troppo alta (o troppo bassa) l’istinto di termoregolazione ci dice: «Scusa se ti disturbo. Qui c’è qualcosa che non va. Cerca di provvedere, altrimenti ce la vediamo brutta».

    Come si manifesta quest’istinto?

    Come l’istinto di fame:

     Avvertiamo una SENSAZIONE (di freddo o di caldo), ovvero un turbamento del nostro equilibrio interiore. Nello stesso tempo nasce in noi un BISOGNO (di caldo o di freddo).

     Ci COMPORTIAMO in modo da soddisfare tale bisogno (cerchiamo maglioni, coperte e stufe se sentiamo freddo, refrigerio se sentiamo caldo).

     Soddisfiamo tale bisogno (ossia ci riscaldiamo o ci rinfreschiamo).

     Poi tutto ritorna come prima.

    Se stavamo costruendo castelli in aria, continueremo a costruire castelli in aria. Se stavamo litigando con il nostro Io dispettoso, continueremo a litigare con il nostro Io dispettoso.

    Facile, vero!?

    Da ciò intuiamo che le sensazioni sono il fenomeno più importante della vita, che ad ogni SENSAZIONE è abbinato un BISOGNO e un COMPORTAMENTO.

    Non esiste comportamento senza bisogno.

    Non esiste bisogno senza sensazione.

    Non esiste comportamento senza sensazione.

    Se noi non avvertissimo SENSAZIONI, non avremmo neanche BISOGNI da soddisfare e neppure COMPORTAMENTI da adottare. Di conseguenza non ci muoveremmo, ce ne staremmo lì fermi, immobili, senza fare nulla. Saremmo vivi, ma morti allo stesso tempo: materia inerte.

    Perché ci alziamo dal letto al mattino?

    Per andare a lavorare.

    Perché dobbiamo lavorare?

    Per guadagnare soldi.

    A che ci servono i soldi?

    Per mangiare (soprattutto per mangiare), altrimenti moriremmo.

    Ebbene. Immaginiamo, per un momento, di non aver bisogno di mangiare per sopravvivere, ossia di non avere nel nostro corredo fisiologico la sensazione di fame, che a sua volta fa insorgere in noi il bisogno di mangiare.

    Che cosa accadrebbe?

    Non avremmo bisogno di andare a lavorare per guadagnare soldi perciò non adotteremmo l’abitudine di alzarci di buon’ora dal letto al mattino. Ben presto diventeremmo come gli animali dello zoo; sdraiati pigramente al sole poiché non devono andare a procacciarsi il cibo. Ma tra noi e loro ci sarebbe un’importante differenza: noi, essendo esseri umani, ci annoieremmo a morte.

    Perché?

    Non avremmo bisogno di andare a comprare cibi: quindi non avremmo bisogno di cucinare, quindi non ci sarebbero il buon caffè e la dolce brioche del mattino, i pranzi, le cene, gli spuntini.

    Non ci sarebbero le panetterie con il loro buon profumo. Non ci sarebbero i ristoranti con le loro specialità.

    E, soprattutto (specialmente per me che sono goloso) non ci sarebbero le pasticcerie e le gelaterie.

    Di conseguenza non proveremmo il piacere di stare a tavola con la nostra famiglia, di cenare davanti ad un simpatico spettacolo televisivo, di trascorrere una serata in pizzeria con gli amici o con la persona amata.

    Se non avvertissimo sensazioni di fame, sarebbe una tragedia, non solo perché moriremmo ma anche perché non potremmo cogliere tante di quelle belle emozioni che sono legate al mangiare.

    Esistere senza dover mangiare sarebbe una noia, una tremenda noia, una mortale noia.

    Viva la sensazione di fame, dunque (e quella di sete, e quella di sonno, ecc.).

    Viva le sensazioni!

    A cosa ci serve conoscere la sequenza Sensazione-Bisogno-Comportamento?

    A capire meglio le nostre dinamiche interiori, quindi a capirci meglio.

    Sapendo che ogni nostro comportamento è dettato da un nostro bisogno, possiamo facilmente risalire ai motivi di alcuni nostri comportamenti sbagliati e correggerli.

    Prendiamo me per esempio.

    Tempo fa, quando ero ancora una persona psicologicamente immatura, avevo la cattiva abitudine di bere molti caffè al giorno. Poi ho appreso la dinamica delle sensazioni. Da allora ho cercato di applicare la sequenza Sensazione-Bisogno-Comportamento per capire cosa accadeva nella mia mente alla voce caffè. Ho capito che spesso, durante la giornata, nasceva in me una sensazione di appannamento seguita dal bisogno: «Devi bere un caffè» che, a sua volta, spingeva le mie gambe verso il bar più vicino.

    Cosa ho fatto? Ho agito su tre fronti.

    Alcune volte ho attaccato la sensazione.

    Non appena la riconoscevo pensavo: «Ah. Ecco! In questo momento ho una sensazione di appannamento. Va bene. La lascerò buona buona nella mia mente. Non le darò ascolto.

    Non c’è nulla di male ad avere nella mente una tale sensazione».

    Altre volte ho attaccato il bisogno «Devo bere un caffè».

    Non appena lo riconoscevo, pensavo: «In questo momento avverto il bisogno di un caffè. Va bene, me lo tengo. Non soddisferò questo mio bisogno. Troppi caffè al giorno mi fanno male.

    Cosa mai potrà accadermi se adesso non bevo un caffè?».

    Altre volte, invece, attaccavo il comportamento. Frenavo le mie gambe che volevano andare al bar. Oppure, invece di fermarmi al banco andavo nella toilette e mi davo una bella rinfrescata.

    Non è stato facile ridurre la mia cattiva abitudine di bere molti caffè al giorno, ma devo confidarti che, nel giro di qualche mese, sono riuscito a dimezzarli.

    Che bello conoscere la psicologia!

    Le sensazioni valgono per noi come per gli animali. Noi avvertiamo sensazioni di fame, di sete, di freddo, di sonno così come le avvertono gli scimpanzé, i cavalli, i cani, i gatti, i grilli e persino i moscerini. C’è soltanto una sola ma importantissima differenza: il pensiero.

    Noi siamo esseri umani. Noi pensiamo alle nostre sensazioni. Le elaboriamo. Le trasformiamo. Le arricchiamo.

    Ne inventiamo sempre di nuove.

    Noi non avvertiamo soltanto fame, sete, sonno, ecc., ma anche migliaia di altre diverse sensazioni.

    Noi possiamo avvertire sensazioni di gioia e di piacere, sensazioni di tristezza e di malinconia, sensazioni di successo e di insuccesso. E possiamo avvertire sensazioni di affetto, di amicizia e di amore; sensazioni di serenità, di allegria e di felicità; sensazioni di bellezza e di bruttezza, di vita e di morte, di finito e di infinito.

    Le sensazioni sono le radici della nostra vita. Le sensazioni rendono meravigliosa la nostra vita. Le sensazioni sono la vita.

    Ma ora vediamo come apprendiamo tutto il nostro sentire.

    L’apprendimento delle sensazioni

    Noi apprendiamo ad avvertire sensazioni così come apprendiamo a camminare, a scrivere, a far di conto; come apprendiamo che il sole nasce ad oriente e tramonta ad occidente.

    Le sensazioni apprese possono essere di due tipi: spontanee o condizionate.

    Spontanee quando le apprendiamo da soli, senza essere influenzati da nessuno. Condizionate quando qualcuno ci induce ad avvertirle.

    Avevo due anni quando vidi per la prima volta un pettirosso sul davanzale della mia finestra. Avvertii una piacevole sensazione nel vedere i suoi colori, nell’udire il suo melodioso cinguettio. Ecco!

    Quella fu una sensazione spontanea. Essa scaturì in me in virtù di una mia esperienza vissuta, di una mia iniziativa interiore.

    Avevo tre anni quando udii per la prima volta il tuono. Mia madre, che era accanto a me, corrucciò la fronte, fece un gesto di stizza e imprecò: «Accidenti! Pioverà. Non potrò uscire. I panni non si asciugheranno». Avvertii una brutta sensazione.

    Ecco!

    Quella fu una sensazione condizionata. Mia madre, senza rendersene conto, la fece nascere in me.

    Noi abbiamo appreso la stragrande maggioranza delle nostre sensazioni per condizionamento. Da bambini, senza minimamente accorgercene, abbiamo subito un vero e proprio bombardamento psicologico: da parte dei nostri genitori, dei nostri insegnanti, dei nostri compagni di scuola, dei nostri parenti, della Tv.

    A cosa ci serve capire come e quando si apprendono le sensazioni?

     Per evitare di apprendere le sensazioni spiacevoli.

     Per cercare di apprendere più sensazioni piacevoli possibili.

     Per evitare che i nostri figli siano sottoposti a troppe sensazioni spiacevoli e facilitare che imparino molte sensazioni piacevoli.

    Conoscendo la Dinamica dell’apprendimento delle sensazioni, capiremo (per esempio) che il telegiornale riversa nella nostra mente fiumi di sensazioni spiacevoli ed eviteremo di guardarlo più di una volta al giorno. Capiremo (per esempio) quando abbiamo a che fare con persone che possono suscitare in noi sensazioni spiacevoli ed eviteremo di frequentarle troppo spesso e cercheremo la compagnia di persone positive o di stare a contatto con la natura, in questo modo ci sensibilizzeremo al bello naturale e avvertiremo più spesso sensazioni piacevoli. E la nostra mente vivrà meglio.

    Conoscendo la Dinamica dell’apprendimento delle sensazioni, nutriremo più interesse verso le mostre, il teatro, i concerti, ecc.. In questo modo ci sensibilizzeremo al bello artistico. Di conseguenza avvertiremo più spesso sensazioni piacevoli. E la nostra mente vivrà meglio.

    La conoscenza della psicologia è sempre legata al vivere bene.

    L’intensità delle sensazioni

    Le sensazioni possono avere vari gradi di intensità. Possono essere:

     Lievissime.

     Lievi.

     Poco intense.

     Intense.

     Intensissime.

    Nei confronti delle rose (per esempio) possiamo avvertire lievi sensazioni di gioia. Nei confronti dei nostri bambini invece possiamo provare intense sensazioni di gioia. Nei confronti dei ragni, medie sensazioni di timore.

    Io (per esempio) in questo momento, mentre sto scrivendo queste parole, avverto:

     Una lievissima sensazione tattile, dovuta alle mie dita che sfiorano i tasti della tastiera del computer.

     Una lieve (piacevole) sensazione, dovuta alla vista dei pini marittimi che sono di fronte casa mia.

     Una lieve (piacevolissima) sensazione, dovuta all’ascolto della mia musica preferita.

     Una media (poco piacevole) sensazione, dovuta alla fame.

    Non avverto, però, intense sensazioni.

    Se, per esempio, qualcuno aprisse improvvisamente la porta alle mie spalle e gridasse: «David, corri! Poffi è finito sotto un’automobile!» avvertirei un’intensa sensazione. Certo, non sarebbe una sensazione terribile, perché Poffi non è mio figlio, ma soltanto il mio cane. Però sarebbe sempre una sensazione intensa (io sono molto affezionato al mio cane).

    Di solito, la sensazione raggiunge un’elevata intensità nei primi momenti poi, pian piano, si riduce fino a scomparire. Quando, per esempio, cammino per i meravigliosi boschi di montagna, dapprima avverto un’intensa sensazione di gioia. In seguito, con il trascorrere dei minuti, questa gioia si attenua e per la maggior parte del tempo mi sento mediamente gioioso. Mentre ritorno in città questa sensazione sfuma lentamente, fino a scomparire: e la mia mente assume la solita condizione serena-contenta di fondo: condizione niente male.

    A cosa ci serve conoscere l’intensità delle sensazioni?

    A controllare l’intensità delle nostre sensazioni.

    Conoscendo la Dinamica dell’intensità delle sensazioni:

     Ci accorgeremo subito (per esempio) che la sensazione d’ansia che ci assale quando un nostro caro ritarda è razionalmente eccessiva e cercheremo di ridurne l’intensità con uno sforzo di autoconvincimento.

     Ci accorgeremo subito (per esempio) che la reazione di rabbia che ci assale quando ci accade un piccolo inconveniente è razionalmente eccessiva e cercheremo di ridurla e frenare il nostro comportamento aggressivo.

    E la nostra mente vivrà meglio.

    A cosa ci serve conoscere l’intensità delle sensazioni?

    A favorire la percezione di medie e lievi sensazioni.

    Conoscendo la Dinamica dell’intensità delle sensazioni:

     Eviteremo le sensazioni forti.

     Cercheremo di gustare le sensazioni piacevoli di lieve e media intensità.

     Non resteremo impassibili davanti a un fiore, a un tramonto, sotto un cielo stellato.

     Gusteremo di più il cibo che mangiamo, il vino che beviamo, l’abbraccio di un amico.

    E la nostra mente vivrà meglio.

    La durata delle sensazioni

    Le sensazioni possono essere percepite solo per alcuni secondi o alcuni minuti. La loro durata dipende dal tempo di esposizione allo stimolo che le suscita.

    Per meglio distinguerle usiamo due valori di durata:

     Sensazioni brevi.

     Sensazioni durevoli.

    Se, viaggiando in automobile, vedo un cane ucciso sull’asfalto, la sensazione (spiacevole) che avverto è breve. Se, invece, il mio cane viene investito da un auto e lo vedo con le zampe rotte che si trascina penosamente, la sensazione che avverto è durevole.

    Se mi trovo al tramonto

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