Viaggio nel viaggio (e nel gusto)
è stato a Roma, merito di un gruppo di gioviali vignaioli capitanati da Eko Glonti, medico-filosofo georgiano che produce alcune tra le più interessanti etichette del paese nella regione di Kakheti. Tra calici e risate ci eravamo scambiati la promessa di rivederci e così qualche anno dopo eccomi su un volo Roma-Tbilisi con una mia amica. L’obiettivo erano le chiese ortodosse – anfore (o meglio giare) di terracotta utilizzate per fermentare le uve, spesso macerate sulle bucce e oggi riscoperte – e vanta un vasto e variegato patrimonio gastronomico. Fatto di ricette e prodotti regionali, è “condito” con un’attenzione riservata al cibo nelle conversazioni che rende il paese molto simile all’Italia. Accompagnate da un’improbabile guida locale – ottimo autista di fuoristrada, mezzo necessario per raggiungere canyon e vette panoramiche, ma astemio e all’oscuro degli aspetti storici e culturali delle prelibatezze georgiane – ci siamo regalate una full immersion nella cultura enologica e culinaria georgiana.
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