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Viareggio, il mare e le lanterne

sistono ancora mestieri antichi, caratteristici e romantici e ogni volta che ne sentiamo parlare ci prende un po’ di commozione e ci proiettiamo lontano a fare lo spazzacamino, il lustrascarpe, il cappellaio o l’arrotino. Miro Ghilarducci aveva un nonno che faceva il lampionaio, accendeva i lampioni che una volta andavano a gas e si destreggiava col suo lungo bastone a fiamma per Viareggio. Casimiro il lampionaio aveva come, pesce in diverse preparazioni come alla e , risotto alle seppie con bieta e il famoso Cacciucco alla Viareggina. La tradizione è portata avanti dalle figlie di Miro e Maria: Giovanna, Rita e Amalia. Giovanna e Amalia sono ancora oggi in cucina e sono coadiuvate da Laura – figlia di Giovanna, anche lei in cucina – Daniele e Manuela, figli di Amalia, per il servizio in sala. Ma la famiglia non finisce qui. Anche Vincenzo, marito di Manuela, ed Elva, la compagna di Daniele, sono parte integrante del lavoro al ristorante. Una famiglia che quotidianamente porta avanti il ricordo di Miro, il suo entusiasmo, il suo amore per il pesce. Viareggio è la culla di questa famiglia che sceglie solo materie prime di qualità. Grazie a una cantina ben fornita, Daniele, di lungo corso, si destreggia tra i clienti fornendo accurati consigli e abbinamenti con i vini provenienti da tutta Italia. Invece, come vini toscani e autoctoni, troviamo il Luminoso e Identità – Trebbiano e Vermentino – vini biodinamici del Podere San Cristoforo, Vermentino di Bolgheri della tenuta Guado al Tasso e Isola del Giglio, macerato, della cantina Fontuccia e il vigneto “Capperosso” sempre dell’Isola del Giglio, vigne a piede franco e macerato, della cantina Ornellaia. La cucina gestita dalle donne di famiglia rispecchia appieno tutta la tradizione viareggina, sperimentando anche con qualche rivisitazione che, alla fine, non guasta mai. Sapete perché il ristorante si chiama Miro alla Lanterna? Miro, ancorato ai ricordi e alle tradizioni, decise di porre un piccolo punto fermo al nome del ristorante. La “lanterna” non è altro che un omaggio al lavoro del nonno. Quelle che un tempo si chiamavano lanterne altro non erano che i lampioni che nonno Casimiro accendeva la sera, per illuminare di gentilezza tutta la città di Viareggio.

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