Tra le località più rinomate della grande isola del sud Italia è stata una delle mete predilette dagli ottocenteschi Grand Tour. Di origini greche, la sua lunga storia è ancora oggi raccontata dai palazzi e dai monumenti che si possono incrociare nelle sue piazze e fra le vie
Era il 1885 quando lo scrittore Guy de Maupassant ne scrisse: “Se qualcuno dovesse trascorrere solo un giorno in Sicilia e mi chiedesse cosa bisogna vedere, risponderei senza esitazione: Taormina!”. Da allora è passato oltre un secolo e Taormina, tra le mete predilette degli aristocratici del XVIII secolo che intraprendevano il , è ancora oggi è da annoverare tra i luoghi più belli della grande isola del sud Italia. La nascita di questa città della provincia di Messina risale al lontanissimo 358 a.C. quando i greci provenienti dalla vicina città di Naxos, conquistata da Dionigi I di Siracusa e tra le più antiche colonie. Taormina conserva pressoché intatto uno dei simboli della dominazione greca, ossia l’antico teatro perfettamente adagiato su una terrazza naturale e che affaccia direttamente sulla costa calabra e ionica siciliana dove si può ammirare sullo sfondo la cima dell’Etna. Dopo i Greci, Taormina passò sotto dominio romano, poi bizantino, arabo e spagnolo. Di tutti questi popoli e culture sono rimaste tracce ben visibili nella città che ne raccontano, passeggiando tra le sue strade, la lunghissima storia.