CI SONO RISTORANTI STELLATI, pizzerie d’avanguardia, pasticcerie da pellegrinaggio. No, non siamo in una grande città bensì in una periferia, illuminata ma pur sempre ai margini di una fagocitante metropoli come Roma. Nonostante la sua invidiabile mappa gastronomica, Fiumicino è stato considerato a lungo più come luogo di transito – continua a essere il primo scalo italiano – che di destinazione, mangiata di pesce a parte. Ma qual è la vera differenza tra cucina di pesce e cucina di mare? Per Gianfranco Pascucci, chef autodidatta e patron di Pascucci al Porticciolo, una stella Michelin dal 2012 nel suo approdo sicuro al porto turistico della Darsena, è innanzitutto il colore dei piatti.
Dimenticate il blu: a dominare la sua candida e rassicurante tavola – negli ultimi mesi il locale si è rifatto il a Isola Sacra, che profuma di iodio e quel mare che sembra persino sapere di clorofilla. Un’influenza reciproca tra acqua salata e terra, elementi presenti in un rapporto 1:1 perché, sfogliando il menu, non c’è gallinella in ceviche senza zucchine né zuppa di pesciacci che rinunci a spinacini e olio al dragoncello, ma trovano spazio anche realtà virtuose comeper lo yogurt salato e ad esempio per il pinolo di Fregene, presente in uno dei dessert.