È facile vincere lo stress a Milano se sai dove andare
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Anteprima del libro
È facile vincere lo stress a Milano se sai dove andare - Francesca Cassani
Cinque Giornate
Porta Vittoria
0001.
Leggere un libro o sfogliare un giornale immersi nella storia
Biblioteca comunale centrale presso Palazzo Sormani
Corso di Porta Vittoria, 6
Tel. 800880066 – 0288463397
Aperto: 9:00-19:00 da lunedì a sabato
È un palazzo maestoso e imponente dove entrare e sentirsi parte della storia. Si trova a pochi passi da piazza San Babila. Una passeggiata lungo via Larga ci porta davanti Palazzo Sormani, dal 1956 sede della Biblioteca comunale centrale di Milano. Basta avere più di quattordici anni per entrare in questo magnifico tempio della cultura – tutto da assaporare e godere – e prendere in prestito un libro da leggere nelle ampie sale della biblioteca. E per chi non ha molto tempo da dedicare alla lettura, ecco che Palazzo Sormani offre una gran quantità di quotidiani da sfogliare in assoluta tranquillità, immersi nella storia di Milano.
Il patrimonio della biblioteca è composto da oltre seicentomila volumi, circa duecentomila testate italiane e straniere consultabili nell’emeroteca, oltre quarantamila documenti tra dischi, CD, DVD, nastri e videocassette nel centro audiovisivo. Il palazzo è stato una delle più fastose residenze del Settecento milanese, tanto da vantare non una ma ben due facciate: una su corso di Porta Vittoria e l’altra sul giardino della biblioteca stessa. Difficile trovare altri esempi del genere a Milano. La pace del luogo è garantita: il silenzio regna sovrano e permette di rimanere assorti nella lettura, immemori di ciò che si è lasciato fuori dall’ingresso del palazzo.
Ma non è tutto. Palazzo Sormani ospita alcune splendide e interessanti sale dove spesso vengono organizzati incontri, dibattiti, presentazioni di libri. La più famosa è la Sala del Grechetto, dal nome del pittore a cui un tempo sono stati attribuiti i dipinti che la ornano: ventitré tele raffiguranti il mito di Orfeo che ammansisce gli animali. Creduti inizialmente opera di Giovanni Benedetto Castiglione detto, appunto, il Grechetto, i dipinti sono stati recentemente attribuiti a un anonimo pittore del Nord.
Tra le curiosità di Palazzo Sormani, in più occasioni danneggiato dalle guerre, vi è un proiettile d’artiglieria sparato nel marzo 1948 durante le famose Cinque Giornate in cui Milano insorse contro la dominazione austriaca. Il bossolo è rimasto incastrato nella strombatura della finestra di quello che oggi è il guardaroba per i visitatori della biblioteca.
Ricapitolando: pace, silenzio, storia, arte, libri, quotidiani, incontri e dibattiti. Palazzo Sormani è il luogo giusto per trascorrere qualche ora in tranquillità, da dedicare all’arricchimento del proprio patrimonio culturale.
2.
Un chiostro romantico e silenzioso tra le mura di un ex convento
I Chiostri di San Barnaba
Via San Barnaba, 48
Tel. 025466494
Aperto: 12:00-15:00 e 18:00-24:00 da lunedì a venerdì
18:00-1:00 in estate
Online: www.ichiostri.net
Molto spesso siamo troppo presi dal nostro tran tran quotidiano per notare alcuni tesori che si celano nella nostra città. Poi all’improvviso un giorno capita di alzare gli occhi e di scoprire una realtà inaspettata. I Chiostri di San Barnaba sono così: un’esperienza inaspettata nel cuore di Milano. Alle spalle del tribunale, a pochi passi dalla Rotonda di via Besana, custodito tra i chiostri di un ex convento del Quattrocento, che lo proteggono dal rumore e dal caos del traffico cittadino, si scopre un luogo fuori dal tempo dove pranzare, cenare, sorseggiare un drink all’ora dell’aperitivo all’ombra di splendide e profumate magnolie che campeggiano nel giardino.
Uno scenario quasi magico, dove colpisce innanzitutto il rispetto del luogo, che qui è il vero protagonista. L’arredamento è sobrio ed essenziale, dominato dal bianco, spezzato solo dalle sedie in corteccia e dai tavoli in cristallo. Enormi lampadari a candele, pezzi unici, e il pavimento in ferro battuto caratterizzano le due sale interne del ristorante, nelle quali alte finestre si affacciano sul giardino di uno dei chiostri. Una visita ai chiostri è indicata a ogni ora del giorno. Sebbene, evidentemente, diano il meglio di sé in estate, quando si può stare all’aperto e godere della pace surreale a due passi dal traffico, i chiostri sono un luogo piacevole dal mattino fino a sera. Si può portare qui un cliente per un pranzo di lavoro e ci si può tornare per una cena romantica con la propria o il proprio innamorato. Da non perdere anche l’aperitivo, adatto a un piccolo gruppo di amici che ha voglia di scambiare qualche chiacchiera sorseggiando un cocktail. L’esterno è abbellito da candele bianche che non solo scaldano l’atmosfera, ma anche il cuore.
Il menu è garantito dalla bravura di un giovane chef, Simone Izzo, capace di spaziare dai piatti della cucina meneghina a quelli di ispirazione più mediterranea. E della cucina dei chiostri non ci si stanca mai: le proposte cambiano tutte le settimane. Se il pesce è direttamente fornito da una delle storiche pescherie del capoluogo lombardo, i formaggi arrivano da un piccolo caseificio mantovano. I dolci sono tutti fatti in casa. Alla suggestione e al fascino del posto si unisce quindi anche la qualità. Una curiosità: ai chiostri ci si può improvvisare chef per una sera
. Qui infatti è possibile, da ottobre e per tutto l’inverno, invitare amici a cena e mettersi ai fornelli. E, considerando che per molti cucinare è un’attività rilassante e piacevole, non c’è nulla di meglio che mettere a frutto la propria passione in una cucina professionale e vivere l’esperienza di essere un vero chef. Alla spesa pensano i chiostri, che mettono a disposizione camerieri e lavapiatti. Cosa c’è di più rilassante che cucinare senza dover pensare a riordinare e pulire?
3.
Dalla cioccolata al gelato, dalla merenda al brunch, un locale dove si è sempre i benvenuti
Koko Gelateria
Viale Regina Margherita, 30
Tel. 0284571125
Aperto: 7:30-24:00
Online: www.kokomilano.it
Gelato mon amour. Secondo una ricerca dell’Ufficio studi di Confartigianato, i lombardi sono i maggiori consumatori di gelato d’Italia. Ecco spiegate, quindi, le oltre 5800 gelaterie sparse su tutto il territorio regionale che, a quanto pare, non sono mai abbastanza. Per essere competitivi, però, non basta avere prodotti di qualità. Occorre innovazione, uno stile che conquisti, bisogna essere originali. Non c’è niente di meglio, infatti, che suscitare nel cliente il desiderio di ritornare. Con la gelateria Koko succede così. Una volta messo piede al 30 di viale Regina Margherita, presto o tardi si viene assaliti dalla voglia di tornarci. Sarà per i gelati, i cioccolati finissimi, per i piatti di qualità serviti a pranzo, all’aperitivo o al brunch. O per la curiosità di vedere in mostra i lavori di un nuovo artista emergente. Di spunti Koko ne offre parecchi e non delude mai. A suo favore ha innanzitutto la versatilità. Aperto sette giorni su sette dalle 7:30 a mezzanotte, è uno di quei posti dove ci si sente sempre i benvenuti. Se si passa in zona una sosta è d’obbligo. Al mattino la giornata può iniziare con una classica colazione fatta di brioche di ottima pasticceria o crostate abbinate a selezionate miscele di caffè, cappucci, marocchini. C’è anche l’Etoile, un caffè impreziosito da crema di latte, cioccolata calda e cacao o cannella. Il pranzo è semplice ma di altissimo livello: crudo di Parma diciotto mesi DOP, breasola DOP Valtellina, speck Alto Adige IGP. Raffinate e originali le insalate di stagione e la gastronomia leggera, che va da insalate di riso nero integrale o cous cous vegetariano ad arrosti ripieni o pollo al curry. La merenda è con i fiocchi: d’inverno ci si può scaldare con le cioccolate calde, blend di sei cru di cacao diversi miscelati per offrire un sapore davvero unico, nelle varianti al latte o fondente, pure o aromatizzate con spezie come la cannella, il peperoncino o lo zenzero. La panna, il rum o la granella di nocciole gli abbinamenti più golosi. Le torte sono da buongustai: pasta frolla, cremosa ganache al cioccolato e frutta di stagione ne fanno una tentazione irresistibile per ogni goloso di cioccolato che si rispetti.
Ottima la selezione dei vini che possono accompagnare l’aperitivo, altro momento clou della giornata Koko. Le ampie vetrine e la posizione ad angolo sulla via rendono il locale luminoso. L’arredamento è moderno e high tech sui colori del marrone e del panna e vanta uno scaffale di libri di viaggio consultabili. Il titolare, Koko, si definisce infatti un viaggiatore goloso, e il locale nasce proprio in seguito a un viaggio che gli ha fatto scoprire la magia del cacao. In ogni gusto del gelato, in ogni ingrediente c’è dunque un pezzo di mondo da assaporare. Il menu del brunch nel fine settimana è doppio e si può scegliere tra il newyorkese (pancake con sciroppo d’acero, caffè americano, hamburger e cheesecake) e il parigino (croissant, omelette, café au lait e tarte).
Tornando ai gelati, cuore del locale, sono artigianali di prima qualità: prodotti con materie prime fresche, non contengono conservanti, grassi vegetali idrogenati, coloranti o aromi artificiali. Sempre esposti almeno sette gusti di cioccolato: arancia, rum, peperoncino, gianduia, bianco, latte e fondente, fatto con una percentuale di cacao che supera il 70 per cento. Per le creme Koko usa latte e panna fresca, senza grassi vegetali idrogenati. E poi i migliori ingredienti: pistacchio di Bronte, nocciola tonda gentile
di Alba, croccante artigianale, e tutto quanto di meglio riesca a trovare e trasformare in gelato. Per i gusti alla frutta solo frutta fresca e acqua, dolcificati con fruttosio, un dolcificante esistente in natura e dietetico. Lo yogurt, altamente digeribile, è un mix di yogurt fresco (80 per cento), fermenti lattici vivi, fruttosio e nessun aroma. E poi ancora granite e frullati.
4.
Alla scoperta di piante e arbusti nel giardino pubblico più bello della città
Giardini della Guastalla
Via Francesco Sforza, via della Commenda, via Guastalla
Aperto: 7:00-19:00 gennaio, febbraio, novembre, dicembre
7:00-20:00 marzo
7:00-21:00 aprile, ottobre
7:00-22:00 da maggio a settembre
È il giardino più bello di Milano. Non è un’esagerazione, ma un dato di fatto. I Giardini della Guastalla hanno un fascino unico che colpisce e affascina chiunque si imbatta all’improvviso, tra strade e palazzi, in questo inaspettato angolo di verde. È un parco piccolo, solo 12.000 mq, e non molto frequentato. A ogni ora del giorno e in ogni stagione è tranquillo e accogliente. Curato in tutti i particolari, recintato, si trova in centro città ed era il parco di un collegio per fanciulle nobili del Cinquecento, il Collegio della Guastalla, appunto. L’ombra è assicurata da grandi alberi secolari che si snodano lungo il perimetro e che lo rendono discreto e appartato. Dalla strada, infatti, non lo si distingue perfettamente. Solo una volta entrati si può cogliere la sua bellezza e imponenza. Il parco è caratterizzato anche dalla presenza di una peschiera in pietra, una vasca del Seicento dove la leggenda racconta venissero conservati i pesci da utilizzare per la mensa del collegio. Gioiello barocco, con balaustre di pietra e ringhiera di ferro, la vasca è formata da due terrazze in comunicazione tra loro attraverso quattro rampe di scale. Nel giardino anche un’edicola seicentesca contenente un gruppo in cotto e stucco raffigurante la Maddalena assistita dagli angeli e un tempietto neoclassico opera di Luigi Cagnola. Rimasta vedova, a metà del Cinquecento, la contessa di Guastalla, giovane e senza eredi vendette il suo Stato e si ritirò a Milano. Qui fondò un collegio per le giovani di famiglie nobili decadute. Nel 1938 fu acquistato dal Comune, che utilizzò il collegio per ospitarvi uffici pubblici e aprì al pubblico il giardino.
Che fare alla Guastalla? Tutto ciò che si vuole: stendersi al sole, leggere un libro, gustarsi un gelato all’ombra dei grandi alberi, oppure cimentarsi in un percorso botanico nel giardino pubblico più antico di Milano che vanta un notevole patrimonio arboreo. Gli alberi e gli arbusti, infatti, sono stati schedati e dotati di cartellini che ne riportano il nome comune e di seguito il nome botanico, la specie e la provenienza.
5.
Poesia e musica in stile liberty in largo Marinai d’Italia
Palazzina Liberty
Largo Marinai d’Italia, 1
Tel. 0288462322/62379
Aperto: in base agli eventi
Online: www.lacasadellapoesia.com e www.milanoclassica.it
Un’esperienza totalizzante capace di soddisfare occhi, cuore, mente, udito e anima. Una suggestione che nasce da un mix perfetto di arte, musica e parola. Concerti di musica classica, letture, incontri, spettacoli: tutto avviene in un luogo, la Palazzina Liberty. In largo Marinai d’Italia, all’interno di un parco che era stato intitolato a Vittorio Formentano, fondatore nel 1927 dell’Associazione volontari italiani del sangue, sorge una struttura che già da lontano colpisce per bellezza e perfezione e che è la sede della Civica orchestra di fiati (banda civica), della Casa della poesia e dell’Orchestra Milano Classica. Risultato di un ingegnoso studio fra i pieni e i vuoti, valorizzati dall’ampia vetrata, la palazzina è un esempio di stile art nouveau e si distingue per gli originali e ben conservati motivi decorativi delle piastrelle in ceramica. La Palazzina Liberty nei primi anni del Novecento era una sorta di mercato della borsa moderno. Nata all’interno dell’antico Verziere, il mercato ortofrutticolo della città, la struttura era un luogo di incontro, un caffè-ristorante dove i commercianti contrattavano il prezzo delle merci.
In seguito, dopo il trasferimento dell’ortomercato in viale Lombroso, la palazzina ha attraversato anni bui di abbandono e decadenza, fino a diventare negli anni Sessanta, dopo un’occupazione osteggiata dall’allora sindaco di Milano Aldo Aniasi, la sede del collettivo teatrale La Comune di Dario Fo e Franca Rame. Negli anni Ottanta l’amministrazione comunale ha deciso di destinare lo spazio a quella che sembrò essere la naturale vocazione della palazzina: un luogo ricreativo culturale. Una serie di interventi di conservazione e restauro hanno portato lo stabile all’antico splendore e nel 1992 i milanesi si sono riappropriati con orgoglio di uno dei palazzi-monumenti più belli della città.
Oggi la Palazzina è tornata a essere un luogo di incontro e non c’è niente di più rilassante ed edificante di una domenica sera passato tra Bach e Debussy. È nel weekend, infatti, che si esibisce l’Orchestra Milano Classica, mentre gli incontri di poesia sono solitamente il giovedì sera. Per i programmi aggiornati stagione per stagione occorre però far riferimento ai siti delle due associazioni. Entrati nel parco di largo Marinai d’Italia, si ha la sensazione che le preoccupazioni siano rimaste dall’altra parte della strada e ci si sente più leggeri. Gli occhi sono puntati sull’elegante edificio che custodisce grandi tesori: il tesoro della musica e della cultura. Le parole poi di Giancarlo Majorino e Tomaso Kemeny, rispettivamente presidente e vicepresidente della Casa della Poesia, o di Vivian Lamarque ipnotizzano e coccolano nutrendo davvero la nostra anima. Anche l’Orchestra Milano Classica è una bella sorpresa grazie a