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Pane al pane

i è capitato di riflettere su quanto, uno che si fa un panino (almeno io), sia particolarmente concentrato su come farcirlo, quali sapori abbinare, se farlo con carne o vegetariano, con formaggio o senza, magari su cosa altro aggiungere che possa dare il tocco finale. Oppure, sulla comodità di quel panino veloce che ci risolve la chiama così), ovvero raccogliere quel sugo rimasto nel piatto, dove spesso è rimasto il meglio del condimento, con un bel pezzo di pane che fa contemporaneamente da spugna che assorbe la parte più liquida e oleosa ricca di sapore e da cucchiaio che raccoglie la parte più densa, creando quel boccone prelibato e golosissimo a cui è assolutamente impossibile resistere. Bene. Ma al pane ci pensiamo mai? Siamo consapevoli che se non esistesse il pane, tutto ciò di cui abbiamo fantasticato finora non sarebbe mai stato possibile? Da olandese, mi è piaciuto scoprire che la parola , cioè il ripieno del nostro panino, significa proprio “quello che mangiamo con il pane”. Parola che viene dal latino medioevale (piccola parentesi: non mi sono data allo studio delle lingue antiche, ma mi diverto, almeno una o due volte al giorno, ad aprire a caso il vocabolario per imparare qualche nuova parola in italiano, e oggi è uscita la parola . È uscita anche la parola , ma questa già la conoscevo). Poi, per carità, massimo rispetto per chi, per i più svariati motivi, di pane non ne mangia o non ne può mangiare. Questa è solo una mia considerazione personale che riguarda solo me. Accompagnare l’uomo nella sua evoluzione naturale e culturale è stato qualcosa che era nel destino del pane. Il pane non è un prodotto naturale. Nel senso che non si trova in natura. Va creato mettendo insieme vari ingredienti, va impastato, e poi va cotto. Quindi, per quanto oggi ci sembri una cosa semplice, l’uomo di migliaia di anni fa ci ha dovuto mettere la testa per inventare il pane. Ma che l’avrebbe inventato, prima o poi, era già scritto nella storia. Sedicimila anni fa, l’uomo era un cacciatore raccoglitore, non aveva inventato ancora l’agricoltura, ma il primo pane pare di sì. In Giordania sono stati ritrovati reperti che dimostrano che al tempo venivano macinati semi e cereali raccolti in natura, che venivano impastati con l’acqua e poi cotti. Qualche millennio dopo, probabilmente per caso, l’uomo scopre che lasciando acqua e farina all’aria, si formano dei microrganismi particolari che trasformano quell’impasto di acqua e farina in lievito naturale, quel famoso lievito madre in grado di dare sapore, spessore e tante altre meravigliose caratteristiche a qualunque impasto di acqua e farina. Insomma, l’idea che una pagnotta si porti dentro la storia dell’umanità, mi affascina molto. A voi no? .

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