Con le loro foglie verdi dalle particolari e caratteristiche sfumature viola più o meno evidenti sulla punta, i carciofi colorano i banchi dei nostri mercati e le nostre tavole quasi per tutto l’anno. Il Cynara scolymus (questo il nome scientifico della pianta), date le molteplici varietà reperibili in diversi mesi dell’anno, è infatti un ortaggio dalla lunghissima stagionalità.
Di origini mediorientali, il carciofo nella sua specie selvatica (e quindi come inflorescenza del cardo selvatico) era già conosciuto ai tempi degli Egizi – come dimostrano diversi bassorilievi ritrovati nei templi – i quali, oltre che come alimento, lo usavano anche per scopi fitoterapici. Il centro-sud Italia è la di carciofi. Questo ortaggio, la cui parte edibile è il bocciolo del fiore ma anche il gambo, è stato diffuso (sempre nella sua versione selvatica) nel cuore dell’Italia dagli Etruschi, mentre gli Arabi, a cui era noto già dal IV secolo a.C., lo hanno introdotto in Sicilia, dove elaborarono una nuova varietà che è stata poi portata anche in Spagna. Sia i Romani che i Greci sono stati grandissimi consumatori di carciofi selvatici (di cui la parte edibile erano gli steli), come dimostrano gli scritti del filosofo e botanico Teofasto e quelli dei latini Plinio e Lucio Giunio Moderato Columella.