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Cani & Razze Canine - Vol. II
Cani & Razze Canine - Vol. II
Cani & Razze Canine - Vol. II
E-book1.388 pagine10 ore

Cani & Razze Canine - Vol. II

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Info su questo ebook

Quando fu pubblicato il primo volume di Cani e razze canine molti Lettori osservarono che i concetti contenuti nel medesimo testo sarebbero stati maggiormente fruibili se le nozioni riguardanti struttura e conformazione fossero state debitamente trattate in apposite parti.
Con il secondo volume di "Cani e Razze Canine" l’intento è proprio quello di esporre in un volume a sé stante i contenuti di tipo strutturale che riguardano la valutazione morfologica delle razze canine e che uniti a quelli di tipo dinamico – già discussi nel primo volume – forniscono un approccio complessivo al giudizio cinotecnico.
Vengono comunque omessi i concetti basilari provenienti da matematica, fisica, chimica, genetica, istologia, anatomia, e biologia che si danno per acquisiti – con il possesso di un livello medio di istruzione – essendo impossibile compendiarli senza compromettere la schematicità e la linearità di esposizione dei concetti.
A questo scopo è stata curata una parte didascalica che schematizzi e illustri nel dettaglio la conformazione esteriore delle razze – mediante schemi e tabelle inseriti nello svolgimento del testo – con l’intento di facilitarne comprensione e fruibilità da parte di chiunque.
Le tavole anatomiche di dettaglio e tutte le fonti e le metodologie di ricerca delle stesse sono state invece inserite nel terzo volume.
LinguaItaliano
Data di uscita30 ott 2015
ISBN9788892513082
Cani & Razze Canine - Vol. II

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    Anteprima del libro

    Cani & Razze Canine - Vol. II - Mario Canton

    Cani

    &

    Razze Canine

    Struttura

    e conformazione.

    Questioni di morfologia

    strutturale e tipologica.

    Analisi e valutazione.


    di Mario Canton

    PROPRIETÀ INTELLETTUALE LETTERARIA RISERVATA

    © Copyright 2004 – 2016 by Mario Canton

    1ª edizione digitale – 2016

    Qualora si volesse condividere questo ebook con un’altra persona, si chiede cortesemente di scaricare una copia a pagamento per ciascuna delle persone a cui lo si vuole destinare.

    Se si sta leggendo questo ebook e non lo si è acquistato, qualora risulti di gradimento, si chiede, per favore, di acquistarne anche una copia a pagamento, al fine di poter permettere la continuità e la crescita del lavoro e la possibilità di offrire sempre più titoli e una qualità sempre maggiore.

    Grazie per l'aiuto e per aver rispettato il lavoro dell’autore e dell'editore di questo libro.

    Data la rapidità con cui gli strumenti di sviluppo e i linguaggi vengono aggiornati, i contenuti di questo ebook si intendono fedeli allo stato dell’arte al momento della pubblicazione.

    Nota

    Si chiede cortesemente ai lettori la disponibilità a collaborare al miglioramento dell'opera, segnalando qualsiasi refuso e/o errore operativo riscontrato nella lettura dell'e-book utilizzando una e-mail da inviare all'indirizzo dell'autore.

    Si veda per l'indirizzo le introduzioni o il colophon alla penultima schermata.

    L'autore si impegna ad apportare quanto prima possibile le correzioni ritenute opportune o necessarie.

    Si ringrazia sin d'ora per l'eventuale collaborazione.

    Introduzione alla 1ª edizione digitale

    Ogni passo in avanti nella conoscenza passa attraverso tre fasi.

    Prima la gente dice che è in conflitto con quel che si crede.

    Poi dice che qualcun'altro l'aveva già detto.

    Infine dice che ci aveva sempre creduto.

    Louis Agassiz (1807-1873)

    Dopo più di dieci anni dall'uscita della prima edizione a stampa di «Cani & Razze Canine» esce ora la prima edizione digitale dell'opera.

    Molto tempo è passato da allora e ancor più da quando inziarono le ricerche per il testo, nel Marzo del 1983.

    Il lavoro è stato realizzato per venire incontro alle esigenze di molti Lettori, che mi invitavano a fornire un'edizione digitale del testo per il suo utilizzo mediante le ormai diffuse tecnologie informatiche.

    La versione digitale completa è costituita da tutti tre i volumi che costituiscono la seconda edizione a stampa.

    Il file è stato compilato in formato ePub, ritenendo che questo standard possa agevolmente essere fruito e − se necessario − agevolmente convertito, per la lettura su qualsiasi dispositivo di lettura: smartphone, tablet, e-reader o monitor di computer.

    La realizzazione non è stata semplice, in un ambiente in cui gli standard software e hardware sono in continua evoluzione.

    Lo sforzo è stato quello di rappresentare i contenuti nella maniera più «liquida» possibile per adattarla a qualsiasi mezzo, con il solo uso di testo e immagini ed evitando l'inserimento di elementi grafici strutturati (tabelle, grafici, formule) che potessero impedirne la corretta riproduzione.

    Spero che alla fine le scelte tecnico-redazionali abbiano reso il più agevole possibile l'accesso ai contenuti.

    Come sempre, buona lettura.

    Piove di Sacco, Gennaio 2016

    M.C.

    mario.canton@tiscali.it

    infodj@dogjudging.com

    Avvertenze sul piano dell'opera

    Per la «Morfologia funzionale: strutture, conformazioni e movimento» si veda il Vol. I.

    Per la «Morfologia strutturale: struttura e conformazione», la «Morfologia tipologica: tipizzazione e classificazione» e la parte relativa all'«Analisi e valutazione» si veda il Vol. II.

    Per le Tavole anatomiche e relative didascalie esplicative, le metodologie bibliografiche e le altre fonti si veda il Vol. III.

    In ciascuno dei tre volumi sono contenuti gli indici generali, analitici e delle tavole specifici di ciascun volume.

    In ciascun volume è altresì inserita l'introduzione alla 1ª edizione digitale dell'opera nel suo complesso.

    L'opera è costituita da una trilogia di testi e consta di tre e-Book separati.

    Introduzione

    (della 1ª edizione a stampa)

    Il solo modo di mantenere la funzione

    è quello di selezionare per la funzione:

    selezionare l’aspetto della funzione o qualche struttura

    che la teoria ritiene sia valida per la funzione

    non produce per niente gli stessi risultati.

    prof. John E. Burchard, Ph.D.

    Quando fu pubblicato il primo volume di Cani e Razze Canine molti Lettori osservarono che i concetti contenuti nel medesimo testo sarebbero stati maggiormente fruibili se la parte illustrativa fosse stata ampliata e le nozioni riguardanti struttura e conformazione fossero state debitamente trattate in apposite parti. In quel testo infatti erano stati discussi argomenti che richiedevano nozioni propedeutiche sulla struttura e la conformazione delle razze canine ma senza che tali nozioni propedeutiche fossero illustrate: fatto che, peraltro, precisai nell’introduzione di quel volume.

    L’intento di allora voleva essere quello di non appesantire troppo l’esposizione dei concetti che riguardavano principalmente il meccanismo di locomozione dei cani, ma anche così il primo Cani e Razze Canine si guadagnò l’epiteto di mattone rosso grazie al colore della copertina e ai contenuti esposti, di tipo decisamente specialistico.

    Ora – con il secondo volume, Cani e Razze Canine 2 – l’intento è proprio quello di esporre in un volume a sé stante i contenuti di tipo strutturale che riguardano la valutazione morfologica delle razze canine e che uniti a quelli di tipo dinamico – già discussi nel primo volume – forniscono un approccio probabilmente più consono alla tradizione letteraria della cinofilia italiana.

    Vengono comunque omessi i concetti basilari provenienti da matematica, fisica, chimica, genetica, istologia, anatomia, e biologia che si danno per acquisiti – con il possesso di un livello medio di istruzione – essendo impossibile compendiarli senza compromettere la schematicità e la linearità di esposizione dei concetti.

    Non si tratta dell’ennesimo trattato di cinognostica – di cui ritengo non si senta la mancanza in quanto esistono già opere consistenti in questo campo – ma piuttosto di un tentativo di illustrare i concetti base per un esame fenotipico, utili a sostenere e comprendere la parte valutativa della funzione.

    A questo scopo è stata curata una parte iconografica che schematizzi e illustri nel dettaglio la struttura anatomica – mediante apposite tavole collocate in appendice al testo – e la conformazione esteriore delle razze – mediante schemi e tabelle inseriti nello svolgimento del testo – con l’intento di facilitarne comprensione e fruibilità da parte di chiunque. Spero che l’intento abbia raggiunto lo scopo.

    Buona lettura.

    Piove di Sacco, Aprile 2010

    M.C.

    mario.canton@tiscali.it

    infodj@dogjudging.com

    Ringraziamenti

    (della 1ª edizione a stampa)

    Vorrei usare questo spazio essenzialmente per ringraziare quanti hanno reso possibile la pubblicazione di questo lavoro:

    l’editore, Antonio Crepaldi – per aver creduto nel progetto editoriale;

    la J.A. Allen & Co. Ltd. – per aver concesso il permesso di riprodurre le tavole anatomiche e di tradurre le didascalie;

    Francesco Biondolillo e la dr.ssa Carla Romanelli Lensi – per aver cercato di favorire la pubblicazione dell’opera;

    la dr.ssa Federica Barison – per la prima revisione del testo;

    la dr.ssa Rossella Di Palma – per i suggerimenti forniti sull’opera;

    il dr. Denis Ferretti – per aver consentito l’estrazione e la pubblicazione dei contenuti di genetica già pubblicati su DogJudging®;

    la dr.ssa Anna Pizzo – per la revisione finale dell’opera;

    il dr. Massimiliano Ponchio, Webmaster di DogJudging® – per l’assistenza prestata nella pubblicizzazione dell’opera;

    e infine la mia famiglia: mia moglie Carla Lunardi e mio figlio Alvise – per l’assistenza fornitami e la pazienza mostrata nel lungo tempo necessario alla realizzazione di questo libro.

    Note autobiografiche sull’autore

    (della 1ª edizione a stampa)

    L’Autore è sempre quello del primo volume di Cani e Razze Canine, solo con molte performance funzionali in meno e una morfologia alquanto deteriorata rispetto allo standard of perfection.

    Si occupa sempre – quando può – di cani e di levrieri in particolare, attendendo tempi migliori per occuparsene di più e meglio, finché il tempo glielo permetterà.

    Nel frattempo la sua collezione di libri sui cani cresce e per questo ha già dovuto traslocare tre volte: speriamo che – con la crisi economica di questi tempi – l’editoria rallenti la produzione, altrimenti non basterà più nemmeno l’ultima casa che ha comperato a contenere tutti i nuovi studi ... e comunque, ci sono sempre troppi libri, troppe cose da imparare e troppo poco tempo da dedicare loro.

    Per il resto continua a lavorare e vivere, come tutti o, perlomeno, buona parte di tutti.

    Indice generale

    Introduzione alla 1ª edizione digitale

    Avvertenze sul piano dell'opera

    Introduzione (della 1ª edizione a stampa)

    Ringraziamenti (della 1ª edizione a stampa)

    Note autobiografiche sull’autore (della 1ª edizione a stampa)

    Sezione 1ª – Morfologia strutturale: struttura e conformazione

    001. Importanza dello studio dell’anatomia

    002. Orientamento nella sagoma corporea

    003. Definizione dei movimenti

    004. Concetto di osso

    005. Tessuti scheletrici: tessuti duri

    006. Tipi di tessuti duri

    007. Altri tessuti scheletrici

    008. Attributi anatomici macroscopici delle ossa

    009. Irrorazione sanguigna delle ossa

    010. Accrescimento dei tessuti ossei

    011. Anomalie dell’accrescimento osseo

    012. Programmazione genetica e influenza ambientale

    013. Considerazioni funzionali sull’ossatura

    014. Caratteristiche meccaniche dei tessuti scheletrici

    015. Caratteristiche fisiche del tessuto osseo come materiale strutturale

    016. Legge di Wolff e osso come materiale strutturale

    017. Le ossa come unità strutturali

    018. Sunto delle funzioni dello scheletro

    019. Tipologie di articolazione

    020. Articolazioni fibrose

    021. Articolazioni cartilaginee

    022. Articolazioni sinoviali

    023. Menischi

    024. Legamenti

    025. Classificazione delle articolazioni sinoviali

    026. Movimenti delle articolazioni

    027. Fibre muscolari

    028. Classificazione delle fibre muscolari

    029. Struttura delle fibre muscolari

    030. Forma dei muscoli

    031. Contrazione e lavoro muscolare

    032. Classificazione dei muscoli in base al lavoro

    033. Annessi alla muscolatura

    034. Ossa sesamoidi

    035. Borse

    036. Guaine tendinee sinoviali

    037. Fasce

    038. Muscolatura e tessuto connettivo

    039. Rigenerazione

    040. Funzioni della pelle

    041. La pelle come indice dello state di salute

    042. Aspetto della pelle

    043. Struttura della pelle

    044. Spessore della pelle

    045. Pelle nasale

    046. Impronta nasale

    047. Pelle dei cuscinetti

    048. Muscolatura nella pelle

    049. Ghiandole sudoripare eccrine

    050. Ghiandole sudoripare apocrine

    051. Ghiandole sebacee

    052. Ghiandole ceruminose

    053. Ghiandole circumanali

    054. Organo ghiandolare della coda

    055. Unghie

    056. Mammelle

    057. Numero e dimensioni delle mammelle

    058. Struttura delle mammelle

    059. Modificazioni nelle ghiandole mammarie

    060. Affezioni delle ghiandole mammarie

    061. Principali parametri fisiologici

    062. Anatomia topografica

    063. La testa

    064. Faccia superiore della testa: regione cranio-frontale

    065. Faccia superiore della testa: stop o piega del naso o depressione cranio-facciale

    066. Classificazione in base allo stop (angolo cranio-facciale)

    067. Faccia superiore della testa: muso o canna nasale

    068. Estremità anteriore della testa: naso o tartufo

    069. Bifunzionalità del naso: omeostasi termica e percezione olfattiva

    070. Estremità anteriore della testa: bocca

    071. Estremità anteriore della testa: labbra

    072. Estremità anteriore della testa: fessura o apertura labiale

    073. Estremità anteriore della testa: mento o barbozza

    074. Estremità anteriore della testa: gengive

    075. Estremità anteriore della testa: palato

    076. Estremità anteriore della testa: lingua

    077. Faccia inferiore della testa: regione sottomascellare (o pagliolaia o pagliola)

    078. Estremità anteriore della testa: gola

    079. Regione parotidea o parotide

    080. Facce laterali della testa

    081. L’orecchio

    082. Cartilagine dell’orecchio

    083. Muscoli dell’orecchio

    084. Estremità libera dell’orecchio

    085. Struttura dell’orecchio

    086. Esame dell’orecchio

    087. Portamento, direzione e forma dell’orecchio

    088. Orecchio ed espressione

    089. Orecchie raddrizzate dette dritte

    090. Direzione dell’orecchio

    091. Fattori determinanti il portamento dell’orecchio

    092. Anomalie del portamento dell’orecchio

    093. L’orecchio manipolato

    094. Orecchie cadenti dette pendenti

    095. Misure della lunghezza dell’orecchio

    096. Attacco dell’orecchio

    097. Orecchie semipendenti, dette anche semicadenti o semidiritte

    098. Orecchie ripiegate, dette a rosa o a conchiglia

    099. Orecchie a tulipano e a bottone

    100. Movimento dell’orecchio

    101. Caratteri del senso uditivo

    102. Bellezza, difetti e tare dell’orecchio

    103. Le orecchie nel cucciolo

    104. Osservazioni sull’orecchio

    105. L’orecchio del Segugio, in rapporto con le qualità di velocità e gola

    106. Trasmissione delle onde sonore

    107. Impiego del fischietto silenzioso per l’allenamento dei cani

    108. Sordità

    109. Le arcate sopracciliari

    110. L’occhio

    111. La bellezza dell’occhio

    112. Il grado di scostamento dell’occhio in rapporto alla linea mediana

    113. La posizione del globo oculare in rapporto alla regione circostante

    114. L’apertura palpebrale o fessura palpebrale o rima palpebrale

    115. L’asse palpebrale

    116. La conformazione dell’occhio

    117. La posizione dell’occhio

    118. L’espressione dell’occhio

    119. La colorazione dell’occhio

    120. L’occhio vaio

    121. Le palpebre

    122. Rapporti assiali nell’occhio e angolo asso-palpebrale

    123. Difetti e tare dell’occhio

    124. La guancia

    125. Estremità posteriore della testa: la nuca

    126. La testa in generale

    127. Dimensioni della testa

    128. Direzione della testa

    129. Forma della testa

    130. Studio del profilo della testa

    131. Attacco all’incollatura della testa

    132. Movimenti della testa

    133. L’espressione

    134. Denti: dentatura e dentizione

    135. Caratteri generali dei denti

    136. Struttura di un dente

    137. Gengiva

    138. Sviluppo dei denti

    139. Muta dentaria

    140. Formula dentaria

    141. Denti incisivi

    142. Denti canini

    143. Denti molari

    144. Dentizione da latte o dentizione lattea

    145. Livellamento dei denti da latte

    146. Rimpiazzo dei denti da latte

    147. I primi denti premolari

    148. Occlusione

    149. Arcata incisiva

    150. La dentatura giustapposta

    151. Il prognatismo

    152. Denti basculanti

    153. Considerazioni sul prognatismo

    154. Le principali cause di prognatismo

    155. La mascella deviata

    156. Anomalie nelle date di eruzione dei denti

    157. Anomalie numeriche dei denti

    158. Anomalie numeriche dei denti per aumento

    159. Anomalie numeriche dei denti per diminuzione

    160. Assenza di molari e premolari

    161. Atrofia dentaria

    162. Variazioni numeriche dei denti

    163. Importanza della variazione nel numero dei denti

    164. Principali tare e affezioni dentarie

    165. Il corpo

    166. Faccia superiore del corpo: l’incollatura

    167. Disposizioni anatomiche del collo

    168. Conformazione esteriore del collo

    169. Pregi e difetti del collo

    170. Lunghezza e forma del collo

    171. Direzione del collo

    172. Muscolatura del collo

    173. Attacchi del collo

    174. Particolarità del collo

    175. Tare e difetti del collo

    176. Faccia superiore del corpo: il garrese

    177. Faccia superiore del corpo: dorso, rene e linea superiore

    178. Lunghezza e forma della regione dorso-lombare

    179. Direzione della regione dorso-lombare

    180. Il colpo d’ascia

    181. Attacchi della regione dorso-lombare

    182. Il cane costruito in salita

    183. Faccia superiore del corpo: la groppa

    184. Conformazione esteriore della groppa

    185. Lunghezza della groppa

    186. Larghezza della groppa

    187. Direzione della groppa

    188. Movimenti della groppa

    189. La coda o fouet

    190. Lunghezza della coda

    191. Forma della coda

    192. Direzione e portamento della coda

    193. Coda amputata

    194. Attacco della coda

    195. Movimenti della coda

    196. Faccia inferiore del corpo: la regione sternale

    197. Vuoto sottosternale

    198. Faccia inferiore del corpo: il ventre

    199. Volume del ventre

    200. Forma del ventre

    201. Inguine

    202. Facce laterali del corpo

    203. Faccia laterale del corpo: il costato o petto

    204. Convessità del costato

    205. Forme anomale di torace

    206. Meccanismo della respirazione

    207. Ventilazione polmonare

    208. Rumori respiratori

    209. Ritmo respiratorio

    210. Inspirazione forzata

    211. Polipnea termica

    212. Capacità respiratoria

    213. Respirazione tissutale

    214. Faccia laterale del corpo: il fianco

    215. Movimenti del fianco

    216. Faccia laterale del corpo: l’anca

    217. Displasia dell’anca

    218. Piede di pollo

    219. Estremità anteriore del corpo: il pettorale

    220. Estremità anteriore del corpo: l’ascella

    221. Estremità anteriore del corpo: la regione intrascellare

    222. Estremità posteriore del corpo

    223. Estremità posteriore del corpo: l’ano

    224. Le ghiandole anali

    225. Estremità posteriore del corpo: il perineo

    226. Gli arti: generalità

    227. Ruolo degli arti anteriori

    228. Arto anteriore

    229. Arto anteriore: la spalla o regione scapolo-omerale

    230. Condizioni di bellezza della spalla

    231. Lunghezza della spalla

    232. Direzione e inclinazione della spalla

    233. Angolo scapolo-omerale

    234. Muscolatura della spalla

    235. Arto anteriore in stazione

    236. Locomozione e movimento della spalla

    237. Arto anteriore: il braccio

    238. Direzione del braccio

    239. Lunghezza del braccio

    240. Esame della spalla

    241. Arto anteriore: il gomito

    242. Tare del gomito

    243. Arto anteriore: l’avambraccio

    244. Lunghezza dell’avambraccio

    245. Direzione dell’avambraccio

    246. L’avambraccio nella locomozione

    247. Arto anteriore: la regione carpale

    248. Arto anteriore: il cannone metacarpale o cannone anteriore

    249. Lunghezza dei metacarpi

    250. Arto anteriore: il piede anteriore o mano

    251. Allungatura

    252. Traumatismi e ferite dei piedi

    253. Unghie o artigli del piede anteriore

    254. Forma del piede anteriore

    255. Arto posteriore: generalità

    256. Arto posteriore: la coscia

    257. Differenze della coscia a seconda delle razze

    258. Condizioni di bellezza della coscia

    259. Arto posteriore: la natica

    260. Arto posteriore: la grassella (ginocchio)

    261. Condizioni di bellezza della grassella

    262. Tare della grassella

    263. Arto posteriore: la gamba

    264. Movimenti della gamba

    265. Condizioni di bellezza della gamba

    266. Arto posteriore: il garretto

    267. Movimenti del garretto

    268. Condizioni di bellezza del garretto

    269. Arto posteriore: il cannone metatarsale o cannone posteriore

    270. Arto posteriore: il piede

    271. Unghie o artigli del piede posteriore

    272. Speroni dell’arto posteriore

    Sezione 2ª − Morfologia tipologica: tipizzazione e classificazione

    273. La cinognostica

    274. Il concetto di bellezza

    275. Pregi e difetti

    276. Vizi e tare

    277. Terminologia zoognostica

    278. Fondo e sangue

    279. Il concetto di tipo

    280. L’impronta

    281. Sostanza, distinzione e proporzione

    282. Difetti ereditari

    283. Gli indici zoometrici

    284. Tipi morfologici

    285. Rilevazioni fisiologiche

    286. Stato di salute generale

    287. Stato di sviluppo

    288. La precocità

    289. Temperamento

    290. Nevrilità e sangue

    291. Tipi costituzionali

    292. Controlli funzionali

    293. Il fenotipo

    294. Il genotipo

    295. La valutazione integrale

    296. Tipi funzionali

    297. Attitudini funzionali

    298. Tipi attitudinali

    299. Valutazione della tipologia funzionale e standard

    300. Tipo

    301. Prestazioni dinamiche e tipo dinamico

    302. Potenza

    303. Agilità

    304. Resistenza

    305. Velocità

    306. Tipi operativi

    307. Tipologia da lavoro

    308. Tipologia da caccia

    309. Tipologia da sport

    310. Precisazioni sulle tipologie operative

    311. Misurazioni e proporzioni della testa: craniometria

    312. Classificazione in base all’indice cefalico

    313. Cefalometria

    314. Punti craniometrici

    315. Diametri del cranio e della faccia

    316. Indici cranici e indici facciali

    317. Neurocranio e splancnocranio

    318. Assi cefalici

    319. Convergenza, parallelismo e divergenza

    320. Angoli della testa

    321. Perimetro cefalico

    322. Utilità delle misurazioni

    323. Antropologia ed etnologia animale

    324. Le misurazioni come parametri di valutazione

    325. Protocolli di misurazione

    326. Tipi di misurazione

    327. Il rilievo delle misurazioni

    328. Rilievi zoometrici

    329. Peso

    330. Misurazioni

    331. Angolazioni

    332. Principali misurazioni con l’asta metrica (cinometro)

    333. Principali misurazioni con il compasso per spessori o con il calibro

    334. Principali misurazioni con il metro a nastro (metro da sartoria)

    335. Principali misurazioni con la bilancia

    336. Principali misurazioni con l’artrogoniometro

    337. Indici

    338. Gruppi di indici

    339. Strumenti di misurazione

    340. Asta metrica o cinometro

    341. Artrogoniometro

    342. Il cane tipo cob

    343. L’inscrizione

    344. Il cane tipo hunter

    345. Perimetro toracico

    346. Indici toracici

    347. Angoli toracici

    348. Diametri toracici

    349. Cirtometria

    350. Linee di riferimento sulla parete toracica

    351. Regioni dell’addome

    352. La determinazione dell’età

    353. Caratteristiche fornite dai denti per la determinazione dell’età

    354. Periodo di eruzione dei denti da latte

    355. Periodo di usura e di livellamento dei denti da latte

    356. Periodo di eruzione dei denti di rimpiazzo

    357. Periodo di usura e di livellamento degli incisivi di rimpiazzo

    358. Durata della vita

    359. Valore venale

    360. Tassonomia

    361. La classificazione delle razze

    362. La classificazione delle razze dall’800

    363. La classificazione di Megnin

    364. La classificazione degli enti cinofili moderni

    365. La pigmentazione

    366. Le melanine

    367. Deposizione dei pigmenti

    368. Depigmentazione

    369. Rapporti pigmentazione/equilibrio fisiologico

    370. Il follicolo pilifero

    371. Sviluppo del follicolo pilifero

    372. Il fascicolo pilifero

    373. Muscolo erettore e ghiandole secretici

    374. Tipologie di pelo

    375. Pelo dritto

    376. Pelo ispido

    377. Pelo ispido-ondulato

    378. Pelo crespo-ondulato

    379. Pelo ondulato grosso

    380. Pelo ondulato-sottile

    381. Crescita del pelo

    382. Classificazione del pelo in base alla lunghezza

    383. Colorazione del gambo del pelo

    384. Lunghezza del pelo

    385. Angolo di impianto del pelo

    386. Distribuzione del pelo

    387. Orripilazione

    388. Correnti e vortici piliferi

    389. Muta e tosatura

    390. Papille tattili

    391. Classificazione macroscopica del pelame

    392. Pelle nuda, alopecia

    393. Pelo raso o liscio

    394. Pelo corto

    395. Pelo lungo

    396. Pelo duro

    397. Pelo eterogeneo

    398. Qualità complessiva del mantello

    399. Genetica e colorazione

    400. Aggiornamenti su genetica e colorazione – (di Denis Ferretti)

    401. Formule genetiche del mantello di alcune razze

    402. Gruppi allelici

    403. Classificazione dei mantelli

    404. Mantelli semplici

    405. Mantelli semplici: il nero

    406. Mantelli semplici: il bianco

    407. Mantelli semplici: il grigio

    408. Mantelli semplici: il fulvo

    409. Mantelli semplici: il rosso

    410. Mantelli semplici: il marrone

    411. Mantelli composti

    412. Mantelli binari: il grigio (grisaglia)

    413. Mantelli binari: il merle

    414. Mantelli binari: l’ubero

    415. Mantelli binari: il lupino

    416. Mantelli binari: l’agouti

    417. Mantelli binari: il tigrato

    418. Mantelli binari: il maculato

    419. Mantelli binari: il pezzato

    420. Mantelli binari: il focato

    421. Mantelli ternari: il roano

    422. Mantelli ternari: l’arlecchino

    423. Mantelli ternari: il tricolore

    424. Mantelli particolori e pluricolori

    425. Mantelli diluiti

    426. Mantelli diluiti: lo slavato

    427. Mantelli diluiti: il canuto

    428. Mantelli diluiti: il blu merle

    429. Mantelli con tinta dovuta a mescolanza di peli

    430. Particolarità e pezze particolari

    431. Mantelli picchiettati

    432. Mantelli nei Setter

    433. Macchie

    434. Bande

    435. Disposizioni particolari dell’impianto o dell’abbondanza di pelo

    436. Particolarità alla testa

    437. Particolarità al collo

    438. Particolarità agli arti

    439. Particolarità alla coda

    440. Disposizione particolare di certi colori

    441. Modificazioni nell’aspetto e nella composizione del mantello

    442. Influenze sul mantello dell’età e del sesso

    443. Influenze sul mantello della salute e dello stato di mantenimento

    444. Influenze sul mantello della tosatura

    445. Influenze sul mantello dell’insolazione e dell’alimentazione

    446. Influenze sul mantello del clima e della stagione

    447. Influenze sul mantello del tipo di allevamento

    448. Influenze sul mantello di agenti fisici, chimici o terapeutici

    449. Influenze sul mantello di patologie

    450. La toelettatura

    Sezione 3ª − Analisi e valutazione

    451. Il modello selvaggio

    452. I Canidi

    453. Corredo cromosomico dei Canidi

    454. Il genere Canis

    455. Evoluzione dei Canidi

    456. Pressione selettiva

    457. Caratteristiche introdotte dalla selezione artificiale

    458. Effetti della selezione artificiale sul muso

    459. Effetti della selezione artificiale sulla dentatura

    460. Effetti della selezione artificiale sul ripiegamento della faccia

    461. Effetti della selezione artificiale sugli occhi

    462. Effetti della selezione artificiale sugli orecchi

    463. Effetti della selezione artificiale sugli arti

    464. Effetti della selezione artificiale sul pelo

    465. Effetti della selezione artificiale sulla coda

    466. Effetti della selezione artificiale sulla mancanza della coda

    467. Effetti della selezione artificiale sugli speroni

    468. Contenere gli effetti della selezione artificiale

    469. Effetti della selezione artificiale da evitare

    470. Origine della specie

    471. L’addomesticazione e l’origine del cane domestico

    472. Ipotesi sull’antenato del cane domestico

    473. L’associazione con l’uomo

    474. La selezione da parte dell’uomo

    475. Taglia

    476. Peso

    477. Statura

    478. Accrescimento ponderale

    479. Curva di accrescimento

    480. Indice di accrescimento

    481. Rilevazione dell’accrescimento

    482. Rapporto taglia/peso

    483. Rapporti di scala

    484. Rapporto massa/superficie

    485. Rapporto taglia/movimento

    486. Rapporto taglia/temperamento

    487. Variazioni estreme di taglia

    488. Bassotto come tipo morfologico

    489. Basset e Briquet

    490. Nanismo

    491. Gigantismo

    492. Levrierismo

    493. Centro di gravità

    494. Determinazione del centro di gravità

    495. Spostamento del centro di gravità

    496. Appiombi

    497. Asse direttore dell’arto

    498. Appiombi anteriori: vista di profilo

    499. Appiombi anteriori: vista di faccia

    500. Appiombi posteriori: vista di profilo

    501. Appiombi posteriori: vista da dietro

    502. Influenza degli appiombi

    503. Il sistema di leve

    504. Muscoli e generi di leva

    505. Descrizione del movimento degli arti

    506. Descrizione del movimento dell’arto anteriore

    507. Descrizione del movimento dell’arto posteriore

    508. Meccanismo del movimento

    509. Generi di leva

    510. Descrizione del movimento della testa

    511. I flessori della testa

    512. Gli estensori della testa

    513. I ruotatori della testa

    514. Descrizione del movimento dell’incollatura

    515. Descrizione del movimento di dorso, reni e groppa

    516. Tensori del dorso e delle reni

    517. Flessione del dorso

    518. Muscoli motori della groppa

    519. Legamento del tronco e del bacino

    520. Descrizione del movimento dell’arto anteriore

    521. Motori della spalla

    522. Motori del braccio

    523. Motori dell’avambraccio

    524. Motori del carpo e della mano

    525. Descrizione del movimento dell’arto posteriore

    526. Estensori della coscia

    527. Flessori della coscia

    528. Motori della gamba

    529. Motori del metatarso e delle falangi

    530. Legamento toraco-addominale

    531. Azione della muscolatura e andature

    532. Amputazioni

    533. Condrotomia auricolare o conchectomia

    534. Intervento chirurgico per il taglio delle orecchie

    535. Caratteristiche delle amputazioni degli orecchi secondo le razze

    536. Caudectomia e correzioni di mal portamento della coda

    537. Principali razze a cui mozzare la coda e norme da rispettare

    538. Correzione di cattivi portamenti della coda

    539. Resezione degli speroni

    540. Taglio delle unghie

    541. L’identificazione

    542. Importanza e necessità dell’identificazione

    543. Il pedigree

    544. La confirmation e altre prove

    545. Lo stato segnaletico

    546. Metodi di identificazione

    547. Metodo descrittivo

    548. Silhouette segnaletica (schizzo o sagoma)

    549. Metodo fotografico

    550. La marchiatura

    551. Il tatuaggio

    552. Le impronte

    553. Identificazione con le creste palatine

    554. Le impronte podali

    555. Le impronte nasali

    556. Rilievo dell’impronta nasale

    557. La ricerca dell’identità

    558. Il retinogramma

    559. La determinazione del gruppo sanguigno

    560. L’anagrafe canina

    561. Il microchip

    562. Protocollo di identificazione

    563. L’esame del DNA

    564. Polimorfismo genetico

    565. Tecnica di analisi del DNA

    566. Valutazione

    567. Valutazione fenotipica

    568. Origine e significato del termine standard

    569. Origine e significato del concetto di standard

    570. Tipologie di standard

    571. Standard morfologici sintetici

    572. Standard morfologici analitici

    573. Descrizione dei caratteri etnici

    574. Caratteristiche degli standard italiani

    575. Schema della descrizione dei caratteri etnici

    576. I commenti allo standard

    577. Standard operativi

    578. Lo standard di lavoro

    579. Lo standard morfologico-funzionale

    580. Lo standard morfologico-caratteriale

    581. Profilo comportamentale

    582. La scala dei punti

    583. La definizione di uno standard

    584. L’utilizzo dello standard in allevamento

    585. L’utilizzo dello standard in gara

    586. La valutazione del cane

    587. Fattori morfologici generali: il tipo

    588. Fattori morfologici generali: il formato

    589. Fattori morfologici regionali: morfologia speciale di ciascuna regione

    590. Fattori meccanici: l’equilibrio statico

    591. La potenza

    592. Il movimento

    593. Fattori biologici: l’età

    594. L’ereditarietà

    595. L’individualità

    596. Lo stato di salute

    597. L’esame del cane

    598. L’esame del cane a riposo

    599. L’esame del cane in azione

    600. L’esame del cane al passo

    601. L’esame del cane al trotto

    602. Il giudizio

    603. Conclusioni sulla valutazione

    604. Il cane in esposizione

    605. Esame del cane in esposizione

    606. Qualità e ruolo del giudice

    607. Diversità dei giudizi in esposizione

    608. Metodi di giudizio

    609. Metodo impressionista

    610. Classifica e «colpo d’occhio»

    611. Metodo impressionista: osservare l’entrata nel ring

    612. Metodo impressionista: esame in posa

    613. Metodo impressionista: esame in azione

    614. Modelli di percorso nel ring

    615. Metodo a punti o punteggio

    616. La scheda di annotazione

    617. Realizzazione di una scheda di annotazione

    618. Uso della scheda di annotazione

    619. L’esposizione canina

    620. Preparazione e presentazione di un cane in esposizione

    621. Obblighi essenziali e comportamento in esposizione

    622. Morfotipologia

    623. Il metodo estetico

    624. Il metodo costituzionalistico

    625. Il concetto di costituzione individuale

    626. Il concetto di costituzione secondo Viola

    627. Il concetto di costituzione secondo Pende

    628. La variabilità individuale

    629. La dottrina costituzionalistica alle sue origini

    630. Costituzione fisica e psicologica

    631. La costituzionalistica moderna

    632. La scuola francese

    633. La scuola italiana

    634. La biotipologia di Viola

    635. La biotipologia di Pende

    636. I costituzionalisti tedeschi

    637. I costituzionalisti americani

    638. I costituzionalisti russi

    639. Costituzione e diatesi

    640. Costituzione e prestazione motoria

    641. Corse

    642. Salti

    643. Traino

    644. Lotta

    645. Nuoto

    646. Seguita

    647. Agility

    648. Pattugliamento

    649. Rapporti tra costituzione e prestazione motoria

    Indice delle Tavole illustrative

    Tav. 01 – Posizione anatomica

    Tav. 02 – Movimenti delle singole parti (sulle articolazioni)

    Tav. 03 – Principali parametri fisiologici

    Tav. 04 – Regioni anatomiche

    Tav. 05 – Espressioni usate negli standard per descrivere i crani

    Tav. 06 – Rivestimento della regione cranio-frontale

    Tav. 07 – Definizione dei principali vocalizzi nel cane

    Tav. 08 – Rivestimento e formato dell’orecchio

    Tav. 09 – Difetti e tare che più frequentemente si incontrano sugli occhi

    Tav. 10 – Definizioni della bozza occipitale

    Tav. 11 – Rimpiazzo dei denti da latte con denti da adulto (Surget su cagna di Malinois)

    Tav. 12 – Cronologia dell’eruzione e del rimpiazzo dei denti da latte nel cane (Théret)

    Tav. 13 – Anomalie più frequentemente constatate nell’occlusione

    Tav. 14 – Schema dentario complessivo

    Tav. 15 – Principali tare e affezioni dentarie

    Tav. 16 – Espressioni usate per definire il ventre o addome nel suo complesso

    Tav. 17 – Forme anomale più frequenti del torace

    Tav. 18 – Principali tare riscontrabili nel cane domestico

    Tav. 19 – Principali difetti ereditari riscontrabili all’esame macroscopico

    Tav. 20 – Indici cinometrici (zoometrici) corporali o somatici

    Tav. 21 – Principali destinazioni operative dei cani

    Tav. 22 – Principali misurazioni e indici craniometrici

    Tav. 23 – Principali diametri della testa

    Tav. 24 – Principali punti craniometrici

    Tav. 25 – Principali diametri del cranio e della faccia

    Tav. 26 – Principali indici cranici e facciali

    Tav. 27 – Angoli della testa

    Tav. 28 – Principali rilievi zoometrici

    Tav. 29 – Misure rilevabili con il compasso per spessori o con il calibro

    Tav. 30 – Misure rilevabili con il metro a nastro

    Tav. 31 – Misure rilevabili con l’artrogoniometro

    Tav. 32 – Principali indici nel cane

    Tav. 33 – Angoli toracici

    Tav. 34 – Diametri toracici

    Tav. 35 – Linee di riferimento sulla parete toracica

    Tav. 36 – Criterio anatomico per la suddivisione delle regioni dell’addome

    Tav. 37 – Criterio semeiologico per la suddivisione delle regioni dell’addome

    Tav. 38 – Tavola riepilogativa dell’età e delle modificazioni della dentatura (Pierard)

    Tav. 39 – Equivalenza fisiologica dell’età nel cane e nell’uomo (da Luquet)

    Tav. 40 – Classificazione tassonomica del cane

    Tav. 41 – Classificazione dei cani secondo gli antichi romani

    Tav. 42 – Classificazione dei cani secondo Caius

    Tav. 43 – Classificazione delle razze della Fédération Cynologique Internationale (FCI) [fino al 1990 – approvata il 24/25 maggio 1978]

    Tav. 44 – Classificazione delle razze della Fédération Cynologique Internationale (FCI) [dal 1990 – aggiornata al 2010]

    Tav. 45 – Classificazione delle razze del Kennel Club inglese (KC – The Kennel Club)

    Tav. 46 – Classificazione delle razze del Kennel Club americano (AKC – American Kennel Club)

    Tav. 47 – Classificazione delle razze del Kennel Club australiano (ANKC – Australian National Kennel Council)

    Tav. 47bis – Classificazione delle razze del Kennel Club canadese (CKC – Canadian Kennel Club)

    Tav. 47ter – Classificazione delle razze del Kennel Club sudafricano (KUSA – Kennel Union of Southern Africa)

    Tav. 47quater – Classificazione delle razze del Kennel Club statunitense (UKC – United Kennel Club)

    Tav. 47quinquies – Classificazione delle razze del Kennel Club neozelandese (NZKC – New Zealand Kennel Club)

    Tav. 48 – Caratteristiche osservabili nella disposizione pilifera

    Tav. 49 – Mantelli (espressioni inglesi)

    Tav. 50 – Geni per il colore del mantello (da Little)

    Tav. 51 – Formule genetiche del mantello di alcune razze (da Little)

    Tav. 51bis – Riassunto dei mantelli (criterio FCI – circolare n. 90/2009)

    Tav. 52 – Disposizione particolare di certi colori

    Tav. 53 – Influenze che modificano aspetto e composizione del mantello

    Tav. 54 – Particolarità dei mantelli

    Tav. 55 – Fattori che controllano la diffusione delle razze canine

    Tav. 56 – Caratteristiche estranee ai Canidi selvaggi

    Tav. 57 – Particolari anatomici da evitare in selezione (Comitato dell’Associazione Mondiale di Veterinaria)

    Tav. 58 – Muscoli suddivisi per sezione corporea e movimento prodotto

    Tav. 59 – Metodologia per il taglio delle orecchie (da Luquet)

    Tav. 60 – Caratteristiche delle amputazioni degli orecchi secondo le razze

    Tav. 61 – Metodologia per il taglio della coda (da Luquet)

    Tav. 62 – Principali razze a cui mozzare la coda e norme da rispettare

    Tav. 63 – Indicazioni da inserire nello stato segnaletico

    Tav. 64 – Schema degli standard morfologici sintetici

    Tav. 65 – Schema degli standard morfologici analitici

    Tav. 66 – Schema per la redazione degli standard adottato al Congresso di Monaco (1934)

    Tav. 67 – Schema per la redazione degli standard adottato al Congresso di Gerusalemme (1987)

    Tav. 67bis – Schema per la redazione degli standard adottato alla Assemblea Generale di Vienna (2009)

    Tav. 68 – Schema di standard di lavoro (Pointer e Lagotto Romagolo)

    Tav. 69 – Schema di uno standard morfologico-funzionale (Pointer)

    Tav. 73 – Esempi di deroghe alle disposizioni degli standard

    Tav. 70 – Schema di standard morfologico-caratteriale (Cane da Pastore Maremmano-Abruzzese)

    Tav. 71 – Schema di scala dei punteggi (da Megnìn)

    Tav. 72 – Estratto dal «Règlement de la Fédération Cynologique Internationale»

    Tav. 73bis – Codice di impegno per i Giudici F.C.I. (circolare n. 110/2010)

    Tav. 74 – Schema del metodo di esame impressionista

    Tav. 75 – Classificazione costituzionale secondo Riverio e Alberto Magno

    Tav. 76 – Classificazione costituzionale secondo Sigaud

    Tav. 77 – Classificazione costituzionale secondo Martiny

    Tav. 78 – Classificazione costituzionale secondo De Giovanni

    Tav. 79 – Classificazione costituzionale secondo Viola

    Tav. 80 – Temperamenti endocrini fondamentali secondo Pende

    Tav. 81 – Biotipi di base secondo Pende

    Tav. 82 – Sintesi delle valutazioni del biotipo secondo Pende

    Tav. 83 – Classificazione costituzionale secondo Kretshmer

    Tav. 84 – Classificazione costituzionale secondo Sheldon

    Tav. 85 – Classificazione costituzionale russa

    Tav. 86 – Sintesi delle predisposizioni costituzionali (diatesi)

    Indice analitico

    A

    B

    C

    D

    E

    F

    G

    I

    L

    M

    N

    O

    P

    Q

    R

    S

    T

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    Sezione 1ª – Morfologia strutturale: struttura e conformazione

    001. Importanza dello studio dell’anatomia

    La conoscenza dell’anatomia canina è essenziale sia per poter effettuare un giudizio soddisfacente, sia per l’allevamento. Una delle chiavi per comprendere l’anatomia è conoscerne la terminologia. Molti libri forniscono un’eccellente panoramica dell’anatomia canina e – se sono in forma di dizionario, corredato in genere da abbondanti illustrazioni – forniscono un’ottima guida sia visiva che concettuale alla terminologia specialistica, alle espressioni tecniche e semi-tecniche usate tanto nel mondo della cinofilia quanto nel mondo della letteratura cinologica specializzata. I migliori testi di anatomia sono ovviamente quelli destinati agli studenti di veterinaria.

    002. Orientamento nella sagoma corporea

    È opportuno prima di procedere ad una breve sintesi della costruzione anatomica e delle funzioni dei vari apparati dell’organismo del cane (limitatamente a quanto valutabile con metodi non invasivi), premettere una chiara definizione della terminologia impiegata nell’orientamento spaziale della sagoma corporea. La terminologia è naturalmente quella impiegata in anatomia e internazionalmente riconosciuta (Nomina Anatomica – Leningrado, 1970).

    A tal fine si prospetta il corpo del cane in stazione quadrupedale, con la testa rivolta in avanti (posizione anatomica).

    In questa posizione il corpo viene diviso verticalmente dal piano mediano in una metà destra e in una metà sinistra, pressoché simmetriche (antimeri), a parte alcuni particolari riguardanti i visceri. Le intersezioni di questo piano con la superficie del corpo formano la linea mediana superiore e inferiore. Il piano mediano è spesso indicato anche come piano sagittale (per analogia con la sutura cranica di tal nome), ma questo termine è talvolta applicato anche a piani paralleli a quello mediano ai quali è dunque meglio far riferimento come piani «paramediani» o «parasagittali». I piani verticali ortogonali al piano mediano sono generalmente descritti come piani frontali (in inglese coronal dalla sutura cranica omonima). Questa impalcatura tridimensionale di riferimento è completata dai piani orizzontali (o trasversi o trasversali), che attraversano il corpo ortogonalmente rispetto al piano mediale e a quello frontale.

    Gli aggettivi anteriore e posteriore indicano rispettivamente le superfici anteriore e posteriore del corpo, compresi gli arti, in relazione ad un piano frontale intermedio. Analogamente per i termini ventrale e dorsale in riferimento ad un piano orizzontale intermedio a livello del tronco.

    Tutti questi termini in realtà sono più largamente usati per designare facce o superfici delle singole parti o per indicare la loro posizione relativa rispetto ad altre parti. Gli aggettivi superiore e inferiore indicano la posizione di strutture in senso verticale mentre gli aggettivi craniale (o cefalico) e caudale (oppure orale e aborale) la posizione in senso orizzontale. Per definire il rapporto di date parti con il piano mediano si usano i termini mediale e laterale. Per gli arti si preferiscono invece i termini di prossimale e distale (più vicino o più lontano rispetto al centro della circolazione, o se si preferisce, nel caso degli arti, alla radice dell’arto). Le superfici degli arti possono essere definite secondo la base scheletrica (ad es.: superficie radiale o ulnare) oppure in base al movimento che le avvicina (ad es.: superficie flessoria o estensoria).

    Superficiale e profondo denotano la distanza di parti interne dalla superficie del corpo; termini pressoché simili, esterno e interno, si riferiscono alla parete di formazioni cave. Plantare (o palmare) e volare si riferiscono alla superficie flessoria ed estensoria del piede. Non sempre le posizioni spaziali sono semplici; per le posizioni intermedie si ricorre a parole composte dal significato implicito (dorso-caudale, antero-laterale, etc.).

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    003. Definizione dei movimenti

    Accenno anche per la nomenclatura utilizzata nei movimenti delle singole parti. Flessione è il movimento di avvicinamento di capi ossei congiunti da una articolazione, estensione è il contrario (apertura dell’angolazione articolare). Abduzione è il movimento di allontanamento di un raggio osseo dal tronco; adduzione il suo avvicinamento. Circonduzione è la produzione di un movimento a superficie conica con vertice sull’articolazione su cui si svolge l’azione del relativo raggio osseo. La rotazione è un movimento sull’asse longitudinale di un osso lungo.

    Esistono ovviamente movimenti complessi prodotti dalla combinazione di questi movimenti semplici. Ricordiamo inoltre i movimenti di pronazione e supinazione del piede, prodotti dalla rotazione verso l’interno o l’esterno rispettivamente dell’avambraccio, movimenti molto evidenti nell’uomo ma ridottissimi nel cane. Dei tipi di articolazione che producono questi movimenti si parlerà più avanti.

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    004. Concetto di osso

    Il tessuto scheletrico dei cani consiste per gran parte di tessuto osseo duro e in minor quantità di un tessuto più morbido, la cartilagine. Per iniziare dobbiamo distinguere tra «osso», inteso come tessuto (tessuto osseo), e «osso», inteso come organo del sistema (ossatura), che include sia il midollo che produce le cellule del sangue, sia la parte compatta con funzione di sostegno strutturale, e, infine, «osso» in senso anatomico (osso), come la scapola o il femore.

    005. Tessuti scheletrici: tessuti duri

    In generale, i tessuti duri devono la loro forza strutturale alla calcificazione. Possiedono materiali bifasici costituiti da un componente minerale rigido (per 2/3) e un componente organico (per 1/3). La porzione inorganica è idrossiapatite, un minerale [Ca-5(PO4)-3OH] distribuito in una rete organica di collagene. Questi tessuti resistono alla compressione, alla tensione e al taglio.

    006. Tipi di tessuti duri

    Esistono vari tipi di tessuto duro, come l’osso, lo smalto e la dentina. L’osso nei vertebrati nel loro complesso, si trova sia in forma cellulare che acellulare, ma nei Mammiferi si trova solo osso cellulare. L’osso dei Mammiferi ha il 30% di materiale organico. Lo smalto è un tessuto di idrossiapatite altamente mineralizzato, il tessuto più duro nel corpo dei vertebrati, fragile, con solo il 3% di materiale organico limitato in gran parte nei mammiferi alla superficie dei denti; i vertebrati inferiori hanno smalto in strutture esterne come le squame ossee – un tessuto scheletrico di derivazione ectodermica – gli altri tessuti duri sono di origine mesodermica. La dentina si colloca tra l’osso e lo smalto in durezza; si ritrova associata ai denti e in comune con l’osso ha il 30% di materiale organico.

    007. Altri tessuti scheletrici

    Oltre ai tessuti scheletrici duri, esistono anche altri tessuti scheletrici, come la cartilagine e la notocorda. La cartilagine è un tessuto deformabile che consiste di collagene fissato su una sostanza di fondo mucopolisaccaridica. È resistente alla tensione quasi quanto l’osso ma un pò meno resistente alla compressione. Tende a deformarsi sotto sforzo. Alcune cartilagini calcificate avvicinano l’osso nella resistenza al taglio. La cartilagine è un tessuto non vascolarizzato. Quando diventa pesantemente calcificato i condrociti muoiono per malnutrizione, pertanto la riparazione non si verifica nella cartilagine calcificata.

    Esistono diversi tipi di cartilagine:

    a) Ialina: cartilagine chiara che si ritrova tipicamente sulle superfici articolari, le cartilagini dei piani di accrescimento, le cartilagini nasali, gli anelli di rinforzo nelle vie aeree dell’albero respiratorio, le cartilagini di sostegno delle strutture della laringe.

    b) Fibrosa: contiene fibre di tessuto connettivo – si ritrova tra le ossa in certe aree: porzioni dei dischi intervertebrali, attacchi di certi tendini e ligamenti alle ossa, menischi del ginocchio, sterno.

    c) Elastica: contiene fibre elastiche – si ritrova nell’orecchio esterno, nel canale auditivo esterno, in parti della laringe, nella tromba di Eustachio e nell’epiglottide.

    d) Calcificata: contiene depositi minerali, può essere mineralizzata quasi quanto l’osso. Tuttavia il minerale non è disposto secondo un preciso sistema cristallino con inglobamento in maniera regolare delle cellule come si vede nell’osso.

    La notocorda è un materiale scheletrico specializzato che costituisce la «prima colonna dorsale» delle vertebre dell’embrione. La sua rigidità è dovuta alla pressione idrostatica delle cellule inglobate nella guaina della notocorda. Nei mammiferi adulti persiste solamente come materiale gelatinoso nella polpa dei dischi intervertebrali.

    008. Attributi anatomici macroscopici delle ossa

    I sistemi di classificazione variano prendendo in considerazione la localizzazione, la forma, le modalità di crescita o dettagli di struttura interna.

    Localizzazione: ad esempio, assiale, appendicolare, splancnico.

    Forma: lungo (femore), corto (carpali), piatto (ossa del cranio) e irregolari (vertebre).

    Modalità di crescita:

    Endocondrale o rimpiazzata – ossa costruite in un primo tempo in cartilagine poi sostituita da osso – quasi tutte quelle dello scheletro dei mammiferi.

    Membranosa – ossa che ossificano direttamente nel tessuto connettivo – la clavicola, molte delle ossa della faccia e della scatola cranica dorsale.

    4. Dettagli di struttura interna: lamellare, haversiano, spongioso.

    I nomi delle ossa sono di origine latina o greca e possono riferirsi alla forma, alla funzione, o alla collocazione. Anche le particolarità delle singole ossa hanno nomi di origine latina: tuberosità, condilo, etc.

    Le parti di un tipico osso lungo sono strutture identificabili microscopicamente, che includono: fusto (diafisi), estremità (epifisi), copertura (periostio), trabecole, strato lamellare, processi, protrusioni, fosse, impronte muscolari, impronte tendinee, superfici articolari, forami nutritivi.

    Microscopicamente abbiamo a che fare per gran parte di ossa nella quale un canale centrale nutritivo è circondato da strati concentrici di tessuto osseo nel quale sono inglobate le cellule ossee (osteociti). Queste comunicano con il canale nutritivo per mezzo di sottili canali haversiani. Tale complesso viene chiamato «sistema haversiano». Questi sistemi sono costantemente rinnovati per il continuo rimodellamento dell’osso.

    009. Irrorazione sanguigna delle ossa

    Per gli ortopedici l’irrorazione sanguigna delle ossa è clinicamente l’aspetto più importante dell’anatomia macroscopica delle ossa.

    Irrorazione sanguigna della diafisi: il sangue entra nella diafisi attraverso l’arteria nutritiva principale – questa si ramifica attraverso la cavità midollare e manda ramificazioni nell’osso compatto – i due terzi interni dell’osso compatto vengono alimentati dal midollo. Il terzo esterno può essere nutrito dalle arterie che penetrano dal periostio.

    Irrorazione sanguigna delle epifisi: l’epifisi viene nutrita da numerosi vasi che entrano sia attraverso il disco di accrescimento (se gran parte dell’epifisi è coperta da cartilagine articolare) o tra il disco di accrescimento e la cartilagine articolare.

    Nel primo caso, come nella testa del femore dove la cartilagine articolare copre quasi tutta l’epifisi, una frattura potrebbe privare l’epifisi di irrorazione sanguigna, provocando morte dell’osso, alterazione della crescita e susseguente distruzione della struttura (necrosi avascolare).

    Nel secondo caso, dove ci siano interruzioni tra la cartilagine articolare e l’epifisi, fratture del disco epifisiale, se adeguatamente fissate, avranno modesti effetti permanenti.

    Poiché l’irrorazione sanguigna malleolare è così importante per la salute dell’osso, chiodi chirurgici troppo grandi, che occludano la cavità malleolare, produrranno la morte di gran parte dell’osso diafisiario.

    I primi esperimenti con chiodi chirurgici producevano un quasi immediato uso degli arti che si rifratturavano circa 18 mesi più tardi. Problemi simili possono verificarsi nelle fratture multiple dove frammenti consistenti sono separati dall’irrorazione sanguigna. Un chiodo deve essere più piccolo della cavità midollare.

    010. Accrescimento dei tessuti ossei

    La cartilagine è in grado di crescere per aggiunta di materiale nella matrice mentre l’osso si accresce solamente per aggiunta sulla superfice. Un aspetto notevole della crescita scheletrica è che l’animale adopera lo scheletro mentre lo ingrandisce (mentre gli artropodi devono attraversare uno stadio inerme nel quale lasciano cadere il vecchio scheletro e producono un nuovo scheletro più grande).

    Un tipico osso endocondrale ha diversi centri di formazione ossea (ossificazione). Il centro primario è la diafisi o fusto. Le epifisi (capi di accrescimento) si trovano alle estremità delle ossa lunghe e possono costituire uno o più centri secondari di ossificazione. Durante la crescita le epifisi sono separate dalla diafisi da lamine di cartilagine: le cartilagini epifisarie o dischi di accrescimento (physis in radiologia).

    La crescita in diametro si verifica per aggiunta di materiale sotto la membrana periostale del fusto in strati concentrici (apposizione). Le ossa crescono in diametro ma nei mammiferi la quantità di corteccia ossea rimane quasi costante durante la crescita – il centro viene riassorbito mentre viene aggiunto materiale alla superficie.

    Le ossa dei mammiferi crescono in lunghezza per aggiunta di materiale su entrambi i lati delle cartilagini epifisarie. Quando queste cartilagini vengono eliminate non può verificarsi più alcuna crescita lineare. L’aumento del tasso ormonale alla pubertà fa scattare l’eliminazione delle cartilagini epifisarie (chiusura dei dischi di accrescimento).

    011. Anomalie dell’accrescimento osseo

    Molte condizioni di interesse per i veterinari sono dovute ad anomalie di crescita scheletrica; inoltre molti dei nostri animali domestici mostrano una struttura scheletrica che appare assai anormale quando viene confrontata con quella dei loro parenti ancestrali allo stato selvaggio (per esempio: Bulldog, razze di maiali a faccia corta, cavalli da tiro).

    Anomalie dell’accrescimento comunemente incontrate includono: assenza dei centri di ossificazione; anormale crescita epifisiale e/o per apposizione (i danni traumatici a una cartilagine epifisaria possono produrre deformazioni); rapporti anormali di rimpiazzo o rimodellamento dell’osso (troppo veloce o troppo lento).

    I nani vengono normalmente suddivisi in tre categorie di massima – nani proporzionati, sproporzionati e pedomorfi (o forma infantile). Allo stesso modo i giganti possono essere normalmente proporzionati o sproporzionati. I nani e i giganti ormonali sono usualmente dovuti a anomalie dell’ormone della crescita. Troppo poco ormone della crescita e si rimane piuttosto piccoli, troppo e si diventa molto grandi. Il nanismo pituitario può essere trattato con ormone della crescita. Se non viene trattato, il soggetto difficilmente raggiunge la maturità sessuale.

    L’acondroplasia e altre forme di anomalie della crescita non-ormonali producono individui sproporzionati come i nani umani del circo, i Bassotti e il Bulldog. Esistono molte di queste sindromi descritte. Sono dovute a anomalie nei materiali che contribuiscono allo sviluppo dello scheletro. Dal momento che vi sono molte differenti proteine nella matrice tissutale connettiva dell’osso in formazione come pure molte catene enzimatiche coinvolte nel deposito e nel rimodellamento dell’osso, esistono molti modi differenti di creare questi fenotipi sproporzionati. Vi è un aumento nelle patologie articolari in molte di queste condizioni di anormalità del tessuto connettivo.

    012. Programmazione genetica e influenza ambientale

    Lo scheletro è influenzato da entrambi i fattori genetici e ambientali. Spesso questi possono agire producendo risultati finali simili. Così l’avvelenamento di animali in crescita con piselli dolci (un fiore decorativo del genere Lathyrus) produce anomalie scheletriche e del tessuto connettivo molto simili alla sindrome di Marfan causata da una anomalia genetica del tessuto connettivo non collageno: ossa articolari lunghe e assottigliate, articolazioni slegate, cristallini dislocati, aneurisma disseccante dell’aorta. Similmente una severa malnutrizione nel giovane rassomiglia a un nanismo pituitario.

    013. Considerazioni funzionali sull’ossatura

    Lo scheletro, come organo, costituisce il sistema di supporto rigido del corpo. Le funzioni delle ossa possono essere riassunte come segue:

    Sostegno meccanico e protezione.

    Sostegni e leve per la trasmissione della forza generata dalla contrazione dei muscoli.

    Riserva di minerali, particolarmente calcio e fosforo.

    Sede del (maggiore) sito di formazione del sangue.

    014. Caratteristiche meccaniche dei tessuti scheletrici

    Osservando la resistenza del tessuto osseo, si nota che questo cede sotto compressione a 1220-2100 Kg/cm2, con una resistenza alla tensione di 620-1050 g/cm². La resistenza al taglio dipende dalla direzione di carico: approssimativamente è circa da 1/3 a 1/2 la resistenza alla compressione. Questo è il motivo per cui molte fratture sono fratture spirali che si verificano quando l’animale inciampa o incespica. Inciampare costringe l’animale a sostenere peso su una gamba che non è posizionata secondo un angolo ottimale per sostenere il peso.

    015. Caratteristiche fisiche del tessuto osseo come materiale strutturale

    L’osso è un materiale composito bifase ed è notevolmente resistente considerato il suo peso.

    La matrice collagena resiste alla tensione e supporta contemporaneamente la componente rigida cristallina che resiste alla compressione e al taglio.

    Le piccole dimensioni dei cristalli di idrossiapatite contribuiscono alla resistenza delle ossa perché le fratture si propagano più facilmente attraverso una sostanza rigida uniforme come il vetro, che attraverso una sostanza composita come l’osso o la fibra di vetro. In una sostanza composita, i punti deboli possono rimanere confinati ad un cristallo e non propagarsi.

    016. Legge di Wolff e osso come materiale strutturale

    È conosciuto da lungo tempo che le ossa sono costruite per resistere al meglio agli sforzi che agiscono su di esse.

    La legge di Wolff è del 1870: «ogni cambiamento nella forma e nella funzione delle ossa o della sola funzione è seguita da certi definiti cambiamenti nella loro configurazione in accordo con leggi matematiche».

    Le ossa sono unità strutturali autoriparantisi; sono costantemente in fase di rimodellamento durante la vita dell’organismo. Fratture microcristalline sono frequentemente riparate prima che abbiano l’opportunità di divenire rotture più grandi. Il rimodellamento del tessuto osseo permette alle ossa di adattarsi nel tempo ai cambiamenti di carico e funzione. Le ossa possono allungare i loro bracci di leva o divenire più spesse anche dopo che la crescita in lunghezza è cessata. Il meccanismo di questo rimodellamento è dovuto alla risposta delle cellule ossee ai campi piezoelettrici prodotti quando l’osso viene sottoposto a sforzo come risultato della sua costruzione bifasica.

    017. Le ossa come unità strutturali

    Le ossa sono progettate per la massima resistenza possibile, stante il loro peso. Esse sono frequentemente cave al centro dei loro fusti dove lo sforzo principale è quello di piegatura. Un tubo cavo è più forte, a parità di peso, che un tubo solido dello stesso peso. L’assorbimento dell’impatto è aumentato dalle estremità per la presenza di una costruzione trabecolare a favo osseo.

    Le sezioni trasversali sono sagomate per resistere al meglio agli sforzi incontrati: a esempio le parti medie arrotondate dei fusti delle ossa lunghe, la forma triangolare della sommità della tibia, etc. In porzioni di ossa come la testa del femore, dove i carichi sono altamente direzionali, le trabecole si dispongono per fornire la massima resistenza. Questi modelli di trabecolatura vengono chiamati traiettorie. In assenza delle normali forze che agiscono sull’osso (come in un animale sciancato, per esempio) esse non si sviluppano o vengono assorbite con il tempo.

    Alcune ossa, specialmente quelle dello scheletro assiale, devono svolgere diverse funzioni simultaneamente. Così la colonna vertebrale sostiene e protegge contemporaneamente il midollo spinale e funziona come sbarra rigida di sostegno per il corpo e sostegno dorsale per i visceri.

    018. Sunto delle funzioni dello scheletro

    Lo scheletro fornisce una struttura di riferimento per le caratteristiche anatomiche e cliniche dell’animale. Molte delle condizioni trattate dai veterinari nei pazienti, specialmente cavalli, e in misura minore i cani, sono condizioni patologiche che interessano lo scheletro o le articolazioni. Dal momento che lo scheletro in sviluppo viene modellato dalle forze che agiscono su di esso, la comprensione della sua crescita, della biomeccanica e dell’anatomia normale è assolutamente essenziale alla gestione di animali funzionali. Dal momento che lo scheletro è in un costante stato di rimodellamento anche le ossa semprevive saranno colpite da malattie croniche.

    019. Tipologie di articolazione

    Le articolazioni o giunture si formano per unione di due o più ossa connesse da tessuto fibroso, elastico, cartilagineo o da una combinazione di questi.

    Vengono generalmente riconosciuti tre tipi di articolazioni: fibrose, dove viene richiesto poco movimento, con una unione breve, diretta e spesso momentanea. Una articolazione di questo tipo viene definita sinartrosi e include le sindesmosi, le suture e le gomfosi. Dove vengono richiesti movimenti relativamente estesi, come compressioni o stiramenti, troviamo articolazioni cartilaginee dette anfiartrosi. Articolazioni sinoviali (o vere articolazioni) favoriscono invece i vari tipi di movimento e vengono definite diartrosi.

    Vediamo brevemente nel dettaglio le caratteristiche dei singoli tipi di giuntura o articolazione.

    020. Articolazioni fibrose

    Le articolazioni fibrose si dividono come segue:

    sindesmosi: articolazione fibrosa con intervento di considerevole quantità di tessuto fibroso (es.: attacco dell’apparato joideo all’osso temporale).

    suture: articolazione fibrosa limitata alle ossa del cranio; a seconda della forma dei margini di congiunzione vengono divise in:

    suture serrate: articolazione reciproca mediante alternanza di processi e depressioni;

    suture squamose: articolazione mediante sovrapposizione di margini inclinati;

    suture piane: articolazione mediante apposizione di margini diritti;

    suture foliate: articolazione mediante incastro di un margine in fessure o anfratti del margine adiacente.

    Le suture serrate si rinvengono dove sono necessarie congiunzioni stabili non comprimibili (es.: suture parieto-occipitali e interparietali).

    Le suture squamose si trovano dove può essere vantaggioso un certo grado di comprimibilità (es.: nel cranio fetale alla nascita, suture fronto-nasali e fronto-mascellare nell’adulto, per contrastare eventuali traumi che potrebbero altrimenti distruggere le ossa della faccia).

    Suture piane si ritrovano nell’etmoide e in molte ossa della faccia.

    Le suture foliate si rinvengono dove è richiesto il massimo della stabilità (es.: la sutura zigomatico-mascellare).

    3. gomfosi: è l’articolazione dei denti; è formata dal ligamento periodontico, che ancora il cemento del dente all’osso alveolare e permette un leggero movimento, mantenendo sempre un attacco molto saldo.

    021. Articolazioni cartilaginee

    Le articolazioni cartilaginee vengono definite sincondrosi, e sono formate da cartilagine jalina, da fibrocartilagine o da una combinazione delle due; generalmente sono soggette a cambiamenti con l’età. Distinguiamo:

    articolazioni a cartilagine jalina (o articolazioni primarie): sono usualmente temporanee e rappresentano parti persistenti dello scheletro fetale o cartilagini secondarie di ossa in fase di crescita. L’epìfisi di un osso lungo immaturo è unito con la diàfisi da un disco cartilagineo epifisale. Quando viene raggiunta la statura adulta, interviene la fusione ossea e l’articolazione scompare, sebbene una leggera linea epifisale possa marcare l’unione. Alcuni Autori chiamano questa unione ossea sinostosi. Un’articolazione a cartilagine jalina transitoria simile è tipica dell’unione delle parti colonnari con i trocanteri femorali o i tubercoli omerali e della sincondrosi sfeno-occipitale. Alcune articolazioni a cartilagine jalina, come le articolazioni costocondrali, permangono per tutta la vita.

    articolazioni a fibrocartilagine (o articolazioni secondarie): vengono talora denominate anfiartrosi. I migliori esempi: sinfisi pelvica, sinfisi mandibolare, sternebre e corpi vertebrali. La fibrocartilagine che unisce queste ossa può anche essere un disco di cartilagine jalina a ciascuna estremità. Occasionalmente anche queste articolazioni possono ossificare come fanno quelle a cartilagine jalina.

    022. Articolazioni sinoviali

    Le articolazioni vere, quelle delle estremità, permettono un notevole grado di movimento e sono quelle più comunemente coinvolte nelle lussazioni. Tutte le articolazioni sinoviali sono caratterizzate da una cavità articolare, da una capsula articolare, che include una membrana esterna fibrosa e una membrana interna sinoviale, da un liquido sinoviale, con funzione di lubrificante e da cartilagini articolari, con funzione di superfici di scorrimento dei capi articolari.

    Alcune articolazioni sinoviali presentano modifiche particolari per le funzioni che svolgono e possono possedere ligamenti intrarticolari, menischi, cuscinetti di grasso o protezioni sinoviali in forma di pliche o villi.

    Prima di passare alla classificazione dei vari tipi di articolazione sinoviale soffermiamoci brevemente proprio sul concetto di menisco e di ligamento.

    023. Menischi

    Un menisco è un piatto fibrocartilagineo completo o parziale che divide una cavità articolare in due parti. L’articolazione temporo-mandibolare contiene un sottile disco completo e la cavità articolare ne risulta completamente divisa in due parti in quanto il ligamento capsulare si attacca tutto intorno all’intera periferia del menisco. Due menischi si ritrovano nell’articolazione del ginocchio; sono incompleti, permettendo a tutte le parti della cavità articolare di intercomunicare. I menischi sono irrorati da sangue e innervati e in grado di rigenerare o ripararsi. Le funzioni principali dei menischi sono quelle di un più efficace mantenimento del film lubrificante del fluido sinoviale e un più adeguato assorbimento degli impatti meccanici. Il ginocchio e l’articolazione temporo-mandibolare sono le sole articolazioni sinoviali nel cane che presentino dei menischi.

    024. Legamenti

    Un ligamento è

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