Il comportamento del cane e le principali anomalie comportamentali
Di Orazio Costa
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Tra i temi trattati: l’origine e l’addomesticamento; lo sviluppo comportamentale; la valutazione del comportamento del cucciolo; i riflessi; il comportamento sociale; il linguaggio del corpo; il gioco; la percezione sensoriale; il comportamento alimentare; il comportamento sessuale; i riflessi conflittuali; le anomalie comportamentali.
“Gli animali non solo provano affetto, ma desiderano essere amati”. (C.H. Darwin)
Orazio Costa è nato a Bologna nel 1970. Ha conseguito le lauree in Medicina Veterinaria e in Sanità e Qualità dei Prodotti di Origine Animale presso la Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università degli Studi di Bologna. Presso la Facoltà di Agraria del medesimo ateneo ha conseguito invece la laurea in Scienze e Tecnologie delle Produzioni Animali. È inoltre abilitato a svolgere le professioni di dottore agronomo e di medico veterinario. Da diversi anni, per lavoro e per passione, si occupa dello studio dell’etologia ed in particolare del comportamento degli animali da compagnia. Collabora, inoltre, con uno dei principali siti internet italiani che si occupa del mondo del cane. Per Giraldi Editore ha pubblicato anche un volume sul comportamento degli animali da compagnia di recente interesse.
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Il comportamento del cane e le principali anomalie comportamentali - Orazio Costa
Orazio Costa
Il comportamento del cane e le principali anomalie comportamentali
Copyright © 2013 Giraldi Editore
I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento totale o parziale, con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm e le copie fotostatiche), sono riservati.
commerciale@giraldieditore.it
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www.giraldieditore.it
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ISBN 9788861555457
Proprietà letteraria riservata
© 2013
Edizione digitale realizzata da Fotoincisa BiCo
Ogni riferimento a fatti e persone realmente esistenti è puramente casuale o utilizzato dall’autore ai fini della creazione narrativa.
Ad Ice
in ricordo della mia meravigliosa e amatissima Siberian Husky
che mi ha donato 14 anni di gioie e insegnamenti.
Indice
Presentazione
1. ORIGINE E ADDOMESTICAMENTO
2. LO SVILUPPO COMPORTAMENTALE
2.1. Periodo neonatale
2.2. Periodo di transizione
2.3. Periodo di socializzazione
2.4. Fattori che possono alterare lo sviluppo comportamentale
3. VALUTAZIONE DEL COMPORTAMENTO DEL CUCCIOLO
3.1. Attrazione sociale
3.2. Attitudine a seguire
3.3. Risposta alla costrizione
3.4. Dominanza sociale
3.5. Dominanza mediante sollevamento
3.6. Interpretazione del test
4. I RIFLESSI
4.1. Definizione generale
4.2. Riflessi incondizionati o innati
4.3. Riflessi condizionati di 1° tipo
4.4. Riflessi condizionati di 2° tipo
5. IL COMPORTAMENTO SOCIALE
5.1. Generalità
5.2. Il linguaggio del corpo
5.2.1. Movimenti della coda
5.2.2. Movimenti delle orecchie
5.2.3. Movimenti del pelo
5.2.4. Movimenti della lingua
5.3. Manifestazioni gerarchiche
5.3.1. Dominanza
5.3.2. Sottomissione
5.3.3. Fattori di dominanza
5.4. Il saluto
5.5. Il gioco
5.6. Percezione sensoriale
5.6.1. Percezione visiva
5.6.2. Interventi genetici e chirurgici
5.6.3. Percezione uditiva
5.6.4. Percezione olfattiva
5.6.5. Feci e urine
5.6.6. Secrezioni ghiandolari
6. IL COMPORTAMENTO ALIMENTARE
6.1. Generalità
6.2. Modalità dei pasti
6.3. Facilitazione, influenze sociali e ambientali
6.4. Appetibilità del cibo
6.5. Il ruolo dell’esperienza
6.6. Regolazione del consumo del cibo
6.6.1. Fattori gastroenterici
6.6.2. Temperatura ambientale
6.6.3. Fase estrale del ciclo
6.6.4. Omeostasi del peso corporeo
6.7. La regolazione idrica
7. IL COMPORTAMENTO SESSUALE
7.1. Il maschio
7.1.1. Corteggiamento
7.2. La femmina
7.3. Comportamento materno
7.3.1. Il parto
7.3.2. L’allattamento
7.3.3. Leccamento
7.3.4. Lo svezzamento
7.3.5. L’adozione dei cuccioli
7.3.6. Interazioni tra madre e cuccioli
8. RIFLESSI CONFLITTUALI
9. ANOMALIE COMPORTAMENTALI
9.1. L’aggressività
9.1.1. Aggressività da dominanza
9.1.2. Trattamento dell’aggressività da dominanza
9.1.3. Aggressività possessiva
9.1.4. Aggressività protettivo territoriale
9.1.5. Aggressività predatoria
9.1.6. Aggressività indotta dalla paura
9.1.7. Aggressività relativa al cibo
9.1.8. Aggressività materna
9.1.9. Aggressività indotta da punizioni
9.1.10. Aggressività intraspecifica
9.1.11. Aggressività appresa
9.1.12. Aggressività idiopatica
9.1.13. Aggressività da gioco o ludica
9.1.14. Aggressività da dolore
9.1.15. Aggressività riorientata
9.1.16. Fattori che influenzano l’aggressività
9.1.17. Linee guida per il trattamento delle varie forme di aggressività
9.1.18. Scala di valutazione dell’aggressività
9.2. Paura e reazioni emotive nel cane
9.2.1. Tipi di reazioni di paura
9.2.2. Causa delle reazioni di paura
9.2.3. Trattamento generale
9.2.4. Ansia da separazione
9.2.5. Minzione da sottomissione
9.3. Iperattività, vocalizzazioni e comportamento distruttivo
9.3.1. Iperattività
9.3.2. Vocalizzazioni eccessive
9.3.3. Comportamento distruttivo
9.4. Ricerca di attenzione
9.5. Vagabondaggio e fuga
9.6. Urinazione e defecazione inappropriate
9.7. Disturbi del comportamento alimentare
9.7.1. Pica
9.7.2. Coprofagia
9.8. Disturbi del comportamento sessuale
9.8.1. Mancanza di interesse
9.8.2. Monte inopportune e masturbazione
9.9. Disturbi del comportamento materno
9.9.1. Ansia, nervosismo e cannibalismo
9.9.2. Indifferenza della madre
9.9.3. Pseudogravidanza
9.10. Altri problemi comportamentali
9.10.1. Leccamento compulsivo
9.10.2. Eccessivo consumo d’acqua
9.10.3. Disfunzione cognitiva o senilità
9.10.4. Rotolarsi negli odori
9.10.5. Mal d’auto
BIBLIOGRAFIA
Presentazione
Ho affrontato lo studio del comportamento del cane e delle sue anomalie comportamentali, spinto, oltre che da un’indubbia passione per gli animali da compagnia (cane e gatto in particolare) anche da curiosità. Curiosità volta a comprendere a fondo quelli che a prima vista possono sembrare atteggiamenti e comportamenti anomali
ma che trovano una spiegazione non fermandosi a considerare il cane in quanto tale ma analizzandone le origini e quindi l’influenza che ha avuto la sua diretta discendenza dal lupo nello sviluppo di determinati comportamenti. Ritroviamo quindi, è proprio il caso di dirlo, l’impronta del lupo e le regole della vita di branco ogni volta che analizziamo un comportamento tipico del cane indipendentemente dal fatto che riguardi la sfera sociale, sessuale, alimentare o altro.
Altro motivo di interesse è stato analizzare l’influenza che ha l’uomo nel modificare alcuni comportamenti atavici, fino a portarli in casi estremi ad assumere la forma di atteggiamenti patologici. Mi riferisco in particolare ad alcune anomalie comportamentali che possono essere indotte, anche involontariamente, dall’uomo tramite comportamenti errati. Tipico esempio di ciò, può essere lo sviluppo di alcune forme di aggressività in cani allontanati dai fratelli troppo presto quando erano cuccioli. In questo modo, da cuccioli, non hanno potuto imparare (anche tramite il gioco) una serie di regole base di comportamento e a sviluppare un linguaggio del corpo sufficiente a comunicare le proprie intenzioni e stati d’animo. Discorso analogo per quanto riguarda cuccioli che sono venuti a contatto con gli esseri umani troppo tardi nella loro fase di sviluppo. Questi cuccioli da adulti è probabile che sviluppino comportamenti anomali verso le persone, variabili dagli atteggiamenti aggressivi a quelli di paura e timore.
Ritengo in questo caso importante la figura del veterinario (se si occupa di animali da compagnia) nel fornire, oltre a cure adeguate, giusti consigli comportamentali ai padroni degli animali da affezione che si rivolgono a lui per un problema. Spesso infatti quello che a prima vista potrebbe sembrare un problema di altra natura si rivela in ultima analisi un problema di natura comportamentale. Mi riferisco in particolare ad alcuni problemi della sfera alimentare e ad alcune forme di aggressività.
Interessante è anche, nello studio del comportamento del cane, valutare quanto falsi e poco rispondenti alla realtà siano certi luoghi comuni. Infatti si sentono spesso dire inesattezze. Un esempio di ciò lo ho verificato personalmente, essendo proprietario di due splendidi esemplari di Siberian Husky, che appartengono al gruppo cani di tipo Spitz e di tipo primitivo e quindi considerati tra i più vicini al lupo e che perciò hanno subito in maniera minore le influenze della selezione operata dall’uomo.
Ebbene, uno dei due cani, il più giovane, ha l’abitudine di emettere una sorta di ululato gutturale avvicinandosi scodinzolando ad alcune persone. Tale comportamento ad esempio è stato interpretato da alcuni come una forma di aggressività nei loro confronti, mentre analizzando il comportamento dei lupi (e in particolare un atteggiamento ritualizzato tenuto dai vari componenti del branco quando si ritrovano: la cerimonia del saluto), risultò essere un vero e proprio saluto verso una persona che riteneva essere un membro del proprio branco. Situazioni simili sono state analizzate nel corso della trattazione.
Analizzando infine le anomalie comportamentali si è potuto verificare che spesso (in mancanza di altre cause esterne scatenanti, ad esempio problemi fisici) una corretta terapia comportamentale, passante in alcuni casi per una rieducazione del cane, attuata con costanza e coerenza dai proprietari, può portare ad una riduzione o alla scomparsa completa dell’anomalia comportamentale anche senza fare ricorso ad altri trattamenti terapeutici.
Orazio Costa
1. ORIGINI E ADDOMESTICAMENTO
Il cane (Canis familiaris), mammifero carnivoro domestico appartenente al genere Canis della famiglia dei canidi, così come lo intendiamo noi oggi, è chiaramente indicato come una sottospecie del lupo.
Le sue origini si perdono nella notte dei tempi e precisamente nella lontana preistoria.
Circa 35 milioni di anni fa il Miacis, piccolo mammifero plantigrado, aveva dato origine ad un certo numero di canidi primitivi, circa 40 tipi alcuni simili all’orso, altri alla jena, altri ancora simili al gatto.
Alcuni tuttavia somigliavano al cane, il Cynodictis dell’Europa e lo Pseudocynodictis dell’America settentrionale si presentavano in diverse forme già molto simili ai canidi attuali.
Furono appunto questi canidi che sopravvissero al processo evolutivo e diedero vita al cane domestico. Il cane che conosciamo si sviluppò dapprima in Eurasia in epoca compresa tra 12.000 e 14.000 anni orsono. In un primo tempo si pensava che discendesse da una forma di sciacallo, o da un incrocio sciacallo-lupo, mentre lo stesso Konrad Lorenz propendeva per un’origine bispecifica del cane: i cani nordici, più distanti e fortemente gerarchizzati, discendenti dal lupo (Foto 1), mentre i cani di regioni meridionali, più socievoli ma con organizzazione meno rigida, discendenti dallo sciacallo dorato (Canis aureus) (foto 2a e 2b).
Foto 1. Splendido esemplare di lupo grigio.
Foto 2a. Esempio di habitat in cui vive lo sciacallo: i tre esemplari dell’immagine camminano lungo la Skeleton Coast (Namibia) alla ricerca di un pasto.
Foto 2b. Ulteriore esempio di habitat in cui vive lo sciacallo: la savana. Il leone sta mangiando una gazzella. Lo sciacallo raffigurato nell’immagine attende pazientemente per poter usufruire degli avanzi del pasto del felino.
In seguito tale opinione si dimostrò priva di fondamento. Oggi invece se ne attribuisce l’origine al ceppo meridionale del lupo grigio (Canis lupus pallipes). In epoca successiva, approssimativamente intorno all’età del bronzo (circa 4500 anni fa), da esso avrebbero preso origine il Canis familiaris inostranzevi (cani di origine tibetana di tipo molossoide), il Canis familiaris palustris (cani lupo simili agli spitz), il Canis familiaris leineri (cani di tipo graioide), il Canis familiaris intermedius (cani di tipo braccoide) e il Canis familiaris matris optimae (cani di tipo pastore) precursori di quelle a tutt’oggi ritenute le 4 varietà canine più antiche: i molossoidi, i lupoidi, i graioidi e i braccoidi, i quali attraverso ibridazioni e mutazioni genetiche hanno dato origine alle circa 400 razze odierne. Fu proprio questa diretta parentela con il lupo e quindi il possederne le caratteristiche comportamentali e sociali che favorì il processo di addomesticamento del cane da parte dell’uomo. Processo che cominciò come un fenomeno di mutuo scambio tra le due specie (il cane faceva la guardia e in cambio riceveva gli avanzi del cibo dell’uomo) e che in seguito si tramutò in un affiatamento sempre più profondo tra specie che presentavano una simile affinità di comportamento sociale. Il lupo e quindi anche il cane, come l’uomo preistorico, viveva, mangiava, cacciava in branco (foto 3).
Foto