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A San Giovanni tutte le Erbe sono Sante: Piante spontanee e fiori tra natura e cultura in Occitania dalle Alpi al Mare
A San Giovanni tutte le Erbe sono Sante: Piante spontanee e fiori tra natura e cultura in Occitania dalle Alpi al Mare
A San Giovanni tutte le Erbe sono Sante: Piante spontanee e fiori tra natura e cultura in Occitania dalle Alpi al Mare
E-book99 pagine52 minuti

A San Giovanni tutte le Erbe sono Sante: Piante spontanee e fiori tra natura e cultura in Occitania dalle Alpi al Mare

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Info su questo ebook

Erbe e Fiori, tutti gli esseri vegetali che con i loro colori e profumi ci rallegrano nel quotidiano e nella festa, sono una presenza gradevole e costante che arricchisce la nostra realtà e, lungo il cammino della vita, ci regala serenità e pace. Ma le piante ci aiutano anche nei momenti bui delle sofferenze: la maggior parte di esse possiede meravigliose proprietà curative, da secoli sperimentate nella medicina popolare, e oggi sempre più convalidate dalla scienza.
Il mio approccio ad esse è più antropologico che botanico, riguarda miti, storie, leggende, simboli, interazioni culinarie e mediche, curiosità e quant'altro mi ha coinvolta e intrigata di queste meraviglie del creato. Ha scritto H.D.Thoreau “Una delle cose più affascinanti nei fiori è il loro meraviglioso riserbo”, così diverso dal chiasso umano spesso fine a se stesso. Ho tentato perciò di rispettarne il segreto e di coglierne l'essenza in un piccolo bagaglio di notizie, raccolte e filtrate attingendo alla vasta e avvincente 'letteratura verde' dall'antichità ad oggi, per sollecitare un'istintiva empatia verso queste creature della terra che, con semplicità e naturalezza, partecipano alla nostra vita.
Conoscerle meglio, magari attraverso diverse sfaccettature, è il primo passo per amarle e rispettarle: ”Potranno tagliare tutti i fiori ma non fermeranno mai la primavera”(P.Neruda).
Con l'occasione ho rivisitato alcuni miei scritti dedicati alla flora del territorio in cui vivo e lavoro, pubblicati in questi ultimi dieci anni sui mensili 'Viver meglio' nella rubrica 'Anima e corpo', 'Ousitanio vivo' nella rubrica 'Flors d'Occitania',' Il Dragone' nella rubrica 'Di fiore in fiore'.

GloriaTarditi Romano, pubblicista cuneese iscritta all'Albo dei Giornalisti del Piemonte dal 1985, ha collaborato a varie testate di settimanali, periodici e riviste (Astragalo, Cuneo Provincia Granda, Ad Ovest), occupandosi di attualità e cultura. Da oltre un decennio ha dedicato la sua attenzione anche alla naturopatia e alle piante, passione di una vita, narrandole con taglio più antropologico che botanico.
 
LinguaItaliano
Data di uscita3 apr 2018
ISBN9788827598979
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    Anteprima del libro

    A San Giovanni tutte le Erbe sono Sante - Gloria Tarditi

    L’Autrice

    Introduzione

    A chi intraprende questa lettura un saluto amichevole perché certamente condivide il mio interesse per Erbe e Fiori e tutti gli esseri vegetali che con colori e profumi ci rallegrano nel quotidiano e nella festa, una presenza gradevole e costante che arricchisce la nostra realtà e, lungo il cammino della vita, ci regala serenità e pace. Ma le piante ci aiutano anche nei momenti bui delle sofferenze: la maggior parte di esse possiede meravigliose proprietà curative, da secoli sperimentate nella medicina popolare, e oggi sempre più convalidate dalla scienza.

    Il mio approccio ad esse è più antropologico che botanico, riguarda miti, storie, leggende, simboli, interazioni culinarie e mediche, curiosità e quant'altro mi ha coinvolta e intrigata di queste meraviglie del creato.

    Come ha scritto H.D.Thoreau Una delle cose più affascinanti nei fiori è il loro meraviglioso riserbo, così diverso dal chiasso umano spesso fine a se stesso. Ho tentato perciò di rispettarne il segreto e di raccoglierne l'essenza in un piccolo bagaglio di notizie, raccolte e filtrate attingendo dalla vasta e avvincente 'letteratura verde', dall'antichità ad oggi, per sollecitare un'istintiva empatia verso queste creature della terra che, con semplicità e naturalezza, partecipano alla nostra vita.

    Conoscerle meglio, magari attraverso diverse sfaccettature, è il primo passo per amarle e rispettarle: Potranno tagliare tutti i fiori ma non fermeranno mai la primavera( P.Neruda).

    Con l'occasione ho rivisitato alcuni miei scritti dedicati alla flora del territorio in cui vivo e lavoro, pubblicati in questi ultimi dieci anni sui mensili 'Viver meglio' nella rubrica 'Anima e corpo', 'Ousitanio vivo' nella rubrica 'Flors d'Occitania',' Il Dragone' nella rubrica 'Di fiore in fiore'. Sono giornali diretti da amici e colleghi ai quali esprimo la mia sincera gratitudine per lo spazio offertomi su questi argomenti da me tanto amati. Grazie dunque a Diego Anghilante, Daniela Bruno di Clarafond e Paolo Tomatis, Franco Bagnis e Sergio Tolosano.

    Il titolo 'A San Giovanni tutte le erbe sono sante' è stato ispirato dai pourparlers con le mie care amiche Michelina Grimaldi e sua madre Anna Aimar Giolitto, volata in cielo d'estate lasciandoci un po' della sua sapienza accumulata in una lunga vita.

    Un altro 'grazie speciale' alla mia famiglia con cui ho condiviso nel tempo i piaceri dell 'etnobotanica, scoperta non soltanto sui libri ma sul campo. In particolare lo devo a Fulvio Romano, mio marito e art-director in questa avventura, a Francesca Reinero, mia grafica preferita, che ha realizzato il blog di  cui sotto, promettendomi - perché sono la sua 'zietta'- di illustrare questi testi quando procederò alla stampa nel cartaceo. E un ricordo particolare va a mio padre Rinaldo 'Giovanni', uomo saggio e giusto che avrebbe ora 101 anni.

    Da poco meno di un anno mi sto cimentando con la modernità e, se volete, mi potete leggere anche in rete digitando  www.difiorinfiore.blogspot.com, perciò dedico questo ebook ai miei tecnologici giovani virgulti: Tommaso e Paolo, nipotini regalati alla mia vita da mio figlio Andrea e sua moglie Mara Gastaldi.

    Sono d'accordo con chi ha scritto Tre cose ci sono rimaste del Paradiso, le stelle, i fiori e i bambini.

    Gloria Tarditi

    Una notte magica

    La notte della vigilia, il 23 di Giugno, tra le più brevi dell'anno, era considerata nella tradizione popolare contadina e pastorale, fin dall'antichità in Europa e nell'Africa del Nord, una notte magica preludio della Festa di San Giovanni in cui si sarebbero espresse, al massimo del loro potere, tutte le energie della luce e del fuoco, delle acque, dell'aria e della terra fecondata di erbe, piante e fiori.

    William Shakespeare, poeta visionario, ne celebra tutto l'incanto nel Sogno di una notte di mezz'estate in cui realtà e sogno si intersecano così come ragione e istinto, mai del tutto separati nella commedia umana.

    Momento fertile per piante, animali e umani i cui linguaggi si intersecano e diventano comprensibili l'uno per l'altro, in una pienezza ed esuberanza di naturalità, senza barriere se non quelle del continuo divenire. Ma come sempre in ogni ciclo vitale, il culmine è anche l'inizio della discesa, graduale preludio al decadimento e alla morte che, a sua volta, non rappresenta però unicamente la fine, bensì la ripresa di un nuovo ciclo, un'altra rinascita.

    Fuoco acqua terra aria

    Nel mito si immaginava che al momento del solstizio, Sole e Luna, fratello e sorella, si sposassero e da quell'incestuosa unione ritualmente ripetuta ogni anno venisse incrementata la fertilità di uomini, animali e campi, nonché la difesa delle messi e dei raccolti in un panteistico abbraccio tra tutti gli elementi naturali: terra, aria, acqua e fuoco.

    Simbolicamente quella data rappresentava anche il momento d'incontro tra il principio maschile - sole/fuoco - con quello femminile - luna/acqua -, da cui derivavano anche due diverse concezioni della misura del tempo: il Calendario solare e quello lunare.

    In quest'ultimo, il solstizio coincideva con la quarta luna dell'anno - la Luna delle erbe anche detta Luna d'estate, Luna matura, Luna rossa delle bacche, ecc. - che di solito cade nel novilunio del mese di giugno quando il sole, attraversando lo Zodiaco, entra nel segno d'acqua del Cancro. (Calderone Magico).

    In epoca precristiana durante i festeggiamenti per il tanto atteso arrivo della bella stagione, con intenti protettivi e purificatori nei confronti del creato, venivano preparati e accesi fuochi e falò, i cosiddetti ‘scacciadiavoli ’ contro il malocchio. Erano riti agresti, in cui convergevano antiche cerimonialità indoeuropee e celtiche, che si prefiggevano di 'aiutare il sole' a restare alto nel cielo affinché la sua discesa sull'orizzonte venisse rallentata in modo che ai campi, erbe e fiori, non venissero a mancare i benefici della sua luce e del

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