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Scienza Antica e Scienza Moderna: La Dottrina Segreta
Scienza Antica e Scienza Moderna: La Dottrina Segreta
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E-book296 pagine4 ore

Scienza Antica e Scienza Moderna: La Dottrina Segreta

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La Dottrina Segreta secondo la Blavatsky sarebbe stata, fin dagli albori dell’umanità, la Religione-Sapienza universalmente diffusa, sintesi del sapere totale e del mistero della vita.
 
L’Autrice inizia lo sviluppo della sua ricerca partendo da un misterioso e antichissimo testo il Libro di Dzyan scritto su foglie di palma. Il manoscritto suddiviso in sette stanze espone i vari livelli dell’evoluzione cosmica dall’origine della coscienza  al processo di formazione dei mondi.
 
“Finché le conclusioni della così detta Scienza esatta saranno basate su di un sostrato di fatti inattaccabili, nessun conflitto sarà possibile fra i suoi insegnamenti e quelli della Scienza Occulta. Solo quando i suoi più ardenti interpreti, sorpassando i limiti dei fenomeni osser­vati e tentando di strappare allo Spirito la formazione del Kosmos e delle sue Forze viventi, per attribuire tutto alla cieca Materia, gli Occultisti affermano il diritto di discutere e di mettere in dubbio tali teorie. La Scienza non può, per causa della natura stessa delle cose, svelare il mistero dell’Universo che ci circonda. Essa può raggruppare, classificare e generalizzare i fenomeni; ma l'Occultista, basando i suoi ragionamenti su dati metafisici ammessi, afferma che l’indagatore che voglia esplorare i segreti più intimi della Natura deve trascen­dere i limiti dei sensi e trasferire la sua coscienza nella regione del Noumeno e nella sfera delle Cause Primordiali. Egli deve sviluppare facoltà che, salvo qualche caso eccezionale, sono latenti nella co­stituzione dei discendenti della nostra Quinta Razza-Madre attuale, in Europa ed in America. Egli non può raccogliere in nessun altro modo i fatti su cui fondare le sue speculazioni”  H.P.B.
LinguaItaliano
Data di uscita24 apr 2018
ISBN9788869373213
Scienza Antica e Scienza Moderna: La Dottrina Segreta

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    Anteprima del libro

    Scienza Antica e Scienza Moderna - H. P. Blavatsky

    DICIASSETTESIMA

    SEZIONE PRIMA

    Molte fra le dottrine contenute nelle sette stan­ze del volume sull'Evoluzione Cosmica — e nei re­lativi Commentari — studiate e sottoposte all’esa­me critico di alcuni Teosofi occidentali, dal punto di vista comune del sapere scientifico moderno, sono state giudicate incomplete. La loro accettazione sembrò incontrare difficoltà insormontabili e sem­brò necessario prenderle nuovamente in esame. Al­cuni amici si sentivano spinti a rimpiangere le ne­cessità di dover porre in dubbio le asserzioni della Scienza moderna. Sembrava loro che «il contra­stare gli insegnamenti dei suoi maggiori esponenti, significasse esporsi, agli occhi del mondo occi­dentale, ad una sconfitta ».

    E' quindi necessario definire una volta per sem­pre la posizione che l'autrice intende sostenere. Finché la Scienza continuerà ad essere « il senso comune organizzato », secondo le parole del Prof. Huxley, finché le sue deduzioni saranno tratte da premesse accurate e le sue generalizzazioni poggeranno su una base puramente induttiva, tutti i Teo­sofi e Occultisti accoglieranno con rispetto e con la dovuta ammirazione le sue scoperte nel campo delle leggi cosmologiche. Finché le conclusioni del­la così detta Scienza esatta saranno basate su di un sostrato di fatti inattaccabili, nessun conflitto sarà possibile fra i suoi insegnamenti e quelli del­la Scienza Occulta. Solo quando i suoi più ardenti interpreti, sorpassando i limiti dei fenomeni osser­vati tentano di strappare allo Spirito la formazio­ne del Kosmos e delle sue Forze viventi, per attri­buire tutto alla cieca Materia, gli Occultisti affer­mano il diritto di discutere e di mettere in dubbio tali teorie. La Scienza non può, per causa della natura stessa delle cose, svelare il mistero dell’Universo che ci circonda. Essa può raggruppare, clas­sificare e generalizzare i fenomeni; ma l'Occultista, basando i suoi ragionamenti su dati metafisici am­messi, afferma che l’indagatore che voglia esplora­re i segreti più intimi della Natura deve trascen­dere i limiti dei sensi e trasferire la sua coscienza nella regione del Noumeno e nella sfera delle Cause Primordiali. Egli deve sviluppare facoltà che, sal­vo qualche caso eccezionale, sono latenti nella co­stituzione dei discendenti della nostra Quinta Raz­za-Madre attuale, in Europa ed in America. Egli non può raccogliere in nessun altro modo i fatti su cui fondare le sue speculazioni. E ciò non è forse così evidente secondo i principi della Logica Induttiva, quanto secondo quelli della Metafisica?

    L’autrice non potrà mai soddisfare nello stes­so tempo Verità e Scienza. E' impossibile presen­tare al lettore una versione sistematica ed ininter­rotta delle Stanze Arcaiche. Bisogna lasciare una lacuna di 43 versetti fra il 7°, che abbiamo già dato e il 51° col quale incomincia il volume dell'Antro­pogenesi. La semplice apparizione dell'uomo sulla Terra serve di testo ad un egual numero di Stanze, che descrivono in dettaglio la sua evoluzione pri­mordiale, a cominciare dai Dhyan Chohan umani, lo stato del globo a quell’epoca, etc. etc. Molti nomi che si riferiscono a sostanze chimiche e ad altri composti che attualmente hanno cessato di com­binarsi fra loro e che perciò sono oggi sconosciuti occupano uno spazio considerevole. Siccome essi sono intraducibili e resterebbero sempre inesplicabili, sono stati omessi insieme ai passi non pubbli­cabili. Ciò nonostante, anche il poco dato, ba­sterà ad irritare i seguaci e difensori della Scienza dogmatica materialistica che lo leggeranno.

    A causa delle critiche ricevute, ci proponia­mo, prima di procedere con le rimanenti Stanze, di difendere quelle già esposte. Sappiamo bene che esse non sono in perfetto accordo con la scienza moderna, ma anche se avessero potuto col­limare con il punto di vista della conoscenza mo­derna, sarebbero state egualmente respinte; infat­ti esse insegnano a credere nell'esistenza di Poteri coscienti e di Entità Spirituali, di Forze terrestri semi-intelligenti ed altamente intellettuali che si trovano su altri piani, e di Esseri che dimorano in­torno a noi in sfere non percepibili mediante nes­sun telescopio e nessun microscopio. Di qui la ne­cessità di esaminare ciò che crede la Scienza ma­terialistica, di confrontare le sue obiezioni relative agli « Elementi » con quelle degli Antichi e di ana­lizzare le Forze fisiche come esse esistono nelle concezioni moderne, prima che gli Occultisti pos­sano ammettere di aver torto. Esamineremo la co­stituzione del Sole e dei pianeti, caratteristiche Oc­culte dei così detti Deva e Geni, ai quali la Scienza dà attualmente il nome di Forze, e vedremo se le credenze Esoteriche sono suscettibili o no di esse­re difese. Nonostante gli sforzi compiuti per stabi­lire il contrario, una mente spregiudicata rileverà che « nell'agente materiale od immateriale » di New­ton, l'agente che produce la gravità, e nel suo Dio personale che agisce, si trovano i Deva ed i Geni metafisici, quanto nell’Angelus Rector di Keplero che dirige ciascun pianeta, e nella species immate­riata, attraverso cui i corpi celesti sarebbero tra­sportati nei loro percorsi.

    Nel volume sull'Antropogenesi, dovremo trat­tare con chiarezza alcuni soggetti pericolosi. Do­vremo affrontare la Scienza ed a costo del disprez­zo del sapere materialistico, dell'Idealismo, dell'Hylo-Idealismo, del Positivismo e della Psicologia mo­derna che nega tutto, ribadire che il vero Occul­tista ha fede nei « Signori della Luce »; crede in un Sole che, lungi dall'essere un semplice « lu­minare del giorno » come miliardi di altri Soli, è la dimora od il veicolo di una legione di Dei.

    In questo dibattito saranno sicuramente gli oc­cultisti a soccombere. Essi saranno considerati ignorantoni e gratificati degli epiteti che il pubblico, dal facile giudizio superficiale, ignorante delle grandi verità sottostanti della Natura, dispensa a quelli che accusa di credere alle superstizioni del Medioe­vo. E così sia. Sottoponendosi in precedenza a tutte le critiche, allo scopo di proseguire il loro compi­to, gli Occultisti non reclamano altro che il privi­legio di dimostrare che esiste tanto poco accordo fra i Fisici stessi a proposito delle loro teorie e speculazioni, quanto fra queste teorie e gli insegnamenti dell’Occultismo.

    Il Sole è Materia ed il Sole è Spirito. I nostri antenati, come i loro successori moderni, erano e sono ancora capaci di vedere in esso il simbolo della divinità e nello stesso tempo per percepirvi nasco­sto sotto il simbolo fisico, il Dio radioso della Luce Spirituale e Terrestre. Questa convinzione può es­sere considerata superstizione soltanto dal materia­lismo più superficiale, che nega la Divinità, lo Spirito, l'Anima e non ammette altra intelligenza all'infuori della mente umana. Ma se la troppo errata superstizione, « rende l'uomo sciocco », il troppo scetticismo lo rende pazzo. Noi preferiamo di es­sere accusati di sciocchezza perché crediamo trop­po, piuttosto che di una demenza che nega tutto, come il Materialismo e l’Hylo-Idealismo. Gli Occul­tisti sono così preparati a ricevere ciò che riserba loro il Materialismo e ad affrontare le critiche ostili scagliate contro l'autrice di quest'opera, non per­ché l’ha scritta, ma perché crede in ciò che essa contiene.

    Dobbiamo perciò prevenire le scoperte, le ipo­tesi e le obiezioni inevitabili che ci verranno fatte dai critici scientifici e combatterle in anticipo. Dob­biamo dimostrare fino a che punto gli insegnamenti Occulti si allontanano da quelli della Scien­za moderna, e quali, fra le teorie antiche e moder­ne, sono le più logiche e, filosoficamente, le più giuste. L'unità e le reciproche relazioni di tutte le parti del Kosmos erano note agli antichi, prima che divenissero evidenti agli occhi degli astronomi e dei moderni filosofi. Ed anche se le parti esterne e visibili dell'Universo, come pure le loro relazioni non possono essere spiegate dalla Scienza fisica in termini diversi da quelli posti dai teorici del mec­canismo dell’Universo, il materialista che nega la esi­stenza dell'anima del Kosmos non ha per questo il diritto di violare questo dominio metafisico. Il fatto che la scienza fisica oggi lo violi, è soltanto un'altra prova che la « forza costituisce il diritto », ma ciò non giustifica l'usurpazione.

    Un altro motivo della pubblicazione di questo volume è dato dal fatto che essendo possibile rive­lare soltanto oggi una parte degli insegnamenti se­greti, le dottrine esposte non sarebbero mai com­prese nemmeno dai teosofi, se venissero pubblica­te senza spiegazioni o senza commentari. E' ne­cessario dunque che questi insegnamenti siano con­trapposti alle speculazioni della scienza moderna e che gli assiomi arcaici siano confrontati con le sue ipotesi; il confronto del loro rispettivo valore sarà lasciato all'apprezzamento del lettore sagace. An­che per ciò che riguarda la questione dei «Sette Go­vernatori» — come Ermete chiama i «Sette Co­struttori», gli Spiriti che guidano le operazioni del­la natura, e i cui atomi animati sono nel loro spe­cifico mondo, le ombre dei loro Primari dei Regni Astrali — questo scritto incontrerà l'opposizione dei materialisti e degli scienziati. Tale opposizione però, non potrà essere che temporanea.

    Le cose insolite sono state sempre sbeffeggiate e, all'inizio, sempre respinte sdegnosamente; hanno finito però, con l'es­sere accettate. Il materialismo e lo scetticismo sono mali che sussisteranno nel mondo finché l'uomo non avrà abbandonato il suo grossolano involucro attuale per indossare nuovamente quello che aveva durante la prima e la seconda razza di questa Ronda. A meno che lo scetticismo e la nostra ignoranza non siano equilibrati dall'intuizione e da una naturale spiritualità, ogni essere che sia afflitto da tali senti­menti non vedrà in sé niente di meglio che la sua massa di carne, di ossa e di muscoli. Sir Humphrey Davy fu un grande scienziato profondamente ver­sato in Fisica quanto qualsiasi altro teorico dei nostri giorni, eppure detestava il materialismo. Egli disse:

    « Ho ascoltato con disgusto, nelle sale anato­miche, la teoria dei fisiologi sulla secrezione gra­duale della materia, da cui nascerebbe l’irritabilità, che si trasformerebbe in sensibilità, sviluppan­do poi gli organi necessari per mezzo delle proprie forze inerenti, elevandosi infine all'esistenza intel­lettuale ».

    Tuttavia i fisiologi non sono condannabili più degli altri se parlano soltanto di ciò che possono vedere ed apprezzare mediante i loro sensi fisici. A noi sembra che con le loro idee materialistiche gli astronomi e i fisici siano molto più illogici dei fisiologi stessi, e questo deve essere dimostrato. La Luce Eterea, la prima di tutte le cose, pura quintessenza, di cui parla Milton, non è più per i materialisti che ... Messaggero primordiale di gaiez­za, luce, di tutte le cose materiali, prima e mi­gliore.

    Per gli occultisti è in pari tempo Spirito e Ma­teria. Dietro al « Modo di movimento », considera­to solo come « proprietà della materia » essi per­cepiscono invece il Numero radioso. E’ lo « Spiri­to della Luce » il primogenito dell'Eterno Elemen­to puro, la cui energia, o emanazione, è immagaz­zinata nel Sole, grande datore di vita del mondo fisico, come il Sole spirituale occulto è la luce ed il datore di vita dei Regni Spirituale e Psichico. Ba­cone fu uno dei primi a diffondere il materialismo, non solo attraverso il suo metodo induttivo acqui­sito mediante un non ben compreso Aristotele ma anche con il tenore generale dei suoi scritti. Egli in­verte l'ordine dell'evoluzione mentale quando dice:

    « La prima creazione di Dio fu la luce dei sen­si, l'ultima fu la luce della ragione; e la sua opera del Sabbath da allora in poi, è l’illuminazione dello Spirito ».

    E' esattamente il contrario. La luce dello spi­rito è l'estremo Sabbath del mistico e dell’occultista, che presta poca attenzione a quella dei soli sen­si. La frase allegorica « Fiat lux » interpretata eso­tericamente, significa: « Che i Signori della Luce siano », ossia i Noumeni di tutti i fenomeni. I cat­tolici romani interpretano quindi giustamente que­sto passo e lo riferiscono agli Angeli, ma è erroneo il significato che i poteri creati da un Dio antropo­morfico siano personificati nel tuonante Jehovah che punisce incessantemente.

    Questi esseri sono i « Figli della Luce », perché emanano da quell’infinito Oceano di Luce in cui nascono per auto-generazione; Oceano di cui uno dei poli è puro Spirito che si perde nell’assolutezza del Non-Essere, e l'altro la Materia nella quale esso si condensa, cristallizzandosi in una forma sempre più grossolana proporzionalmente alla rivoluzione nella manifesta- zione. Quindi la Materia, per quanto in un senso sia solo il residuo illusorio di quella Lu­ce i cui raggi sono le forze creatrici, tuttavia racchiu­de in sé l'intera presenza della sua Anima, di quel Principio che nessuno mai conoscerà, nemmeno i « Figli della Luce », evoluti dalle sue Tenebre Asso­lute.

    L’idea è espressa perfettamente da Milton, che saluta la Luce sacra, che è ...La primogenita progenie del Cielo,

    O dell'Eterno raggio coetaneo;

    ... Poiché Dio è Luce E che soltanto nella Luce inaccessibile Vi dimora dall’Eternità; dimora quindi in te, Luminosa emanazione della radiosa essenza in­creata.

    ​SEZIONE SECONDA

    L’occultismo pone alla scienza questo proble­ma: la luce è o non è un corpo? Qualunque sia la risposta siamo pronti a dimostrare che, a tutt'oggi i più illustri fisici non posseggono una fondata co­noscenza di questo soggetto. Per sapere che cos'è la luce e se è una sostanza reale o una semplice ondulazione del « mezzo eterico », bisogna che la scienza sappia innanzi tutto che cosa sono in real­tà la materia, l'atomo, l'etere e la forza. In verità non solo essa non sa niente di tutto ciò ma am­mette anche la propria ignoranza. Non c'è ancora un accordo su che cosa avere per certo, poiché in­torno allo stesso soggetto vi sono numerose ipo­tesi opposte l'una all'altra. Così con un po' di buo­na volontà, le erudite speculazioni possono, come dice Stallo, essere accettate in un senso secondario, come « ipotesi di lavoro ». Ma poiché sono radical­mente incompatibili l’una con l’altra, debbono in­fine distruggersi reciprocamente.

    L'autore di « Concetti di Fisica Moderna » dice:

    « Non bisogna dimenticare che i vari rami della scienza altro non sono che divisioni arbitrarie della scienza. In questi differenti rami il medesimo ogget­to fisico può essere esaminato sotto differenti aspet­ti. Il fisico può studiare le sue relazioni molecolari, il chimico ne determina la costituzione atomica. Ma quando entrambi trattano il medesimo elemento od agente, questo non può avere una serie di proprietà fisiche che contraddicono un’altra serie di proprietà chimiche. Se tanto il fisico che il chimico am­mettono l'esistenza di atomi primordiali invariabili come volume e come peso, questi atomi non pos­sono essere di forma cubica per gli scopi della fisica e sferica per quelli della chimica. Un gruppo di ato­mi costanti non può essere un aggregato di masse estese, assolutamente inerti ed impenetrabili in un crogiuolo od in una storta, ed un sistema di sem­plici centri di forza la parte di un magnete o di una batteria Clamond. L'etere universale non può essere morbido o mobile per contentare il chimico e rigido-elastico per soddisfare il fisico ».

    G. A. Hirn esprime il medesimo pensiero nel 43° volume delle Mémoires de l’Académie Royal du Belgique:

    « Quando si vede la sicurezza con cui si affer­mano, oggi, dottrine che attribuiscono la collettività, l’universalità dei fenomeni al solo movimento degli atomi, si ha diritto di aspettarsi di trovare la stessa unanimità nelle qualità attribuite a quest'essere unico, la base fondamentale di tutto ciò che esiste. Ora al primo esame dei sistemi particolari propo­sti, si resta delusi, constatando che l'atomo dei fisica, l'atomo dei chimici, quello dei metafisici e quello dei matematici... non hanno altro in comune che il nome! Il risultato è la suddivisione esistente nelle nostre scienze, ognuna delle quali, chiusa nel pro­prio scompartimento, costruisce un atomo che cor­risponde alle esigenze del fenomeno che studia, sen­za curarsi delle esigenze richieste dallo studio del fenomeno dello scompartimento vicino. Il metafisico respinge i principi dell'attrazione e della repul­sione; il matematico li ammette implicitamente senza nemmeno nominarli... Il chimico non sa spie­gare l'aggruppamento degli atomi in molecole spes­so complicate, senza attribuire ai suoi atomi stessi qualità specifiche distinte; per i fisici ed i metafisici, sostenitori delle dottrine moderne, l'atomo invece è sempre ed ovunque il medesimo. Addirittura non esiste accordo intorno alle proprietà dell'atomo nemmeno in un solo ramo della scienza. Ognuno si costruisce un atomo secondo la propria fanta­sia, per spiegare qualche fenomeno che lo interessa in modo particolare ».

    Eccovi fotograficamente il ritratto della scienza moderna. Le « esigenze di quell'incessante giuoco dell’immaginazione scientifica », che si trova così spesso negli eloquenti discorsi del prof. Tyndall, sono veramente vivide, come dimostra Stallo, e la loro varietà contraddittoria lascia molto addietro qualsiasi « fantasia » dell’occultismo. Con tutto ciò, se si ammette che le teorie fisiche sono solo « spie­gazioni formali, espedienti didattici », e se, per usa­re le parole di una delle critiche di Stallo « l’atomi­smo è soltanto un sistema grafico simbolico », al­lora è difficile sostenere che l'occultista si spinge troppo lontano quando pone accanto a questi « espe­dienti » e « sistemi simbolici » della scienza moder­na, i simboli e gli artifici degli insegnamenti arcaici.

    LA LUCE E' O NON E’ CORPO ?

    Si afferma decisamente che la luce non è un corpo. Le scienze fisiche dicono che la luce è una forza, una vibrazione. E’ la proprietà o qualità della materia, o perfino un'affezione di essa, ma mai un corpo!

    La scienza deve questa scoperta prevalentemente a Sir William Grove. Fu lui che in una conferenza tenuta alla London Institution nel 1842, dimostrò per primo che il « calore e la luce potevano essere considerati come affezioni della materia stessa, e non come un fluido etereo distinto, imponderabile » che la permeasse. Forse, però, per alcuni fisici — come per Oersted — la Forza e le Forze erano tacitamente « Spirito (e quindi Spiriti) della Natu­ra ». Diversi scienziati di tendenza mistica insegna­vano che la luce, il calore, il magnetismo, l'elettricità e la gravità, non erano le Cause finali dei fenomeni visibili come il movimento planetario, ma erano essi stessi effetti secondari di altre Cause, di cui la scienza odierna si cura ben poco, ma nelle quali l'occultismo crede; infatti gli occultisti hanno dato in tutte le epoche prove della validità delle loro affermazioni.

    Sir Isaac Newton sosteneva la teoria corpusco­lare dei Pitagorici ed era propenso ad ammettere le conseguenze che ne scaturiscono; questo fece spe­rare al conte de Maistre, che Newton avrebbe alla fine ricondotto la scienza a riconoscere il fatto che le Forze ed i Corpi celesti erano mossi e guidati da Intelligenze. Le idee ed i pensieri più intimi di Newton venivano però pervertiti, e della sua eru­dizione matematica si utilizzò soltanto la semplice scorza fisica.

    Leling, idealista ateo, diceva:

    « Quando Sir Isaac, nel 1687... dimostrò che la massa e l'atomo erano messi in azione... da un'atti­vità loro inerente... mise da parte lo spirito, l'Ani­ma o la divinità, come realtà supererogatorie ».

    Se il povero Sir Isaac avesse previsto quale uso avrebbero fatto della sua « gravità » i posteri e i discepoli, avrebbe certamente mangiato tranquil­lamente la sua mela, e non avrebbe mai lasciato trapelare una sola parola intorno alle teorie mec­caniche collegate alla caduta di quest'ultima.

    Gli scienziati ostentano disprezzo per la Meta­fisica in generale e per la metafisica ontologica in particolare; ma tutte le volte che gli occultisti sono abbastanza arditi da sollevare il capo, possono con­statare che la scienza fisica materialistica è satura di metafisica; che i suoi principi fondamentali, mentre sono inseparabil- mente uniti al trascenden­talismo, vengono tuttavia torturati o spesso igno­rati nel labirinto delle teorie e delle ipotesi con­traddittorie, per dimostrare che la Scienza moderna ha fatto divorzio da tali «sogni». Un'eccellente conferma di questa accusa è che la Scienza si trova nell'assoluta necessità di accettare l'ipotetico etere e di cercare di spiegarlo sulla base delle leggi mate­rialistiche atomico-meccaniche.

    Questo tentativo ha condotto alle contraddizioni ed alle incoerenze più radicali fra la presunta natura dell’etere e la sua azione fisica. Un’altra prova ci è fornita dalle nu­merose teorie contraddittorie sull’atomo, che è l’og­getto più metafisico della creazione.

    Ora cosa sa la fisica moderna intorno all'etere, di cui la prima teorizzazione appartiene senza dub­bio ai filosofi antichi, dal momento che i greci lo hanno preso in prestito dagli ariani e l'origine dell’’etere moderno si trova nell'Akasha, per quanto deformato? Si è soliti dire che questa deformazione è una modificazione ed un raffinamento dell'idea di Lucrezio. Esaminiamo perciò il concetto moderno, studiando i diversi volumi scientifici che contengo­no le ammissioni degli stessi fisici.

    Come dimostra Stallo, l'esistenza dell’etere è accettata sia dall'astronomia fisica che dalla fisica ordinaria e dalla chimica.

    In origine gli astronomi consideravano questo etere come un fluido di estrema mobilità e tenuità, non opponente resistenza sensibile alcuna ai movi­menti dei corpi celesti, e la questione della sua con­tinuità e della sua discontinuità non era seriamente discussa. La sua funzione fondamentale, nell'astro­nomia moderna, è stata quella di servire come base alle teorie idro-dinamiche della gravitazione. Nella fisica, tale fluido apparve per un certo tempo sotto vari aspetti, unito agli « imponderabili » (messi poi a morte da Sir William Grove), ed alcuni fisici giun­sero addirittura ad identificarlo con uno o più di essi.

    Stallo pone in evidenza i mutamenti causati dalle teorie cinetiche; per esempio, dall'inizio della teoria dinamica del calore, l’etere fu scelto nella ottica come un sostrato per le ondulazioni lumino­se. Successivamente, per spiegare la dispersione e la polarizzazione della luce, i fisici fecero ancora ricorso alla loro « immaginazione scientifica » e do­tarono l'etere: (a) di una struttura atomica o mo­lecolare; (b) di una enorme elasticità, « così che la sua resistenza alla deformazione sorpassava moltis­simo quella dei corpi rigidi più elastici ». Questo rendeva necessaria la teoria della discontinuità es­senziale della Materia e quindi dell'Etere. Dopo aver accettato tale discontinuità, per spiegare la disper­sione e la polarizzazione, furono scoperte delle im­possibilità teoriche in relazione ad essa stessa. «La immaginazione scientifica» di Couchy vide gli ato­mi come « punti materiali senza estensione » e per ovviare agli ostacoli maggiori che si opponevano alla teoria ondulatoria (e cioè alcuni teoremi di meccanica che sbarravano la strada), propose di ammettere che il mezzo eterico, anziché essere con­tinuo, sarebbe costituito da particelle separate da distanze sensibili. Fresnel rese lo stesso servizio al fenomeno della polarizzazione. E. B. Hunt capovolse entrambe le teorie. Vi sono oggi scienziati che le proclamano « materialmente fallaci », mentre altri — fautori della teoria « atomica-meccanica » — si aggrappano ad esse con disperata tenacia. La suppo­sizione che l’etere abbia una costituzione atomica o molecolare è anche capovolta dalla termo-dinamica, poiché Clerk Macwell ha dimostrato che un mezzo del genere sarebbe semplicemente un gas. L'ipotesi di « intervalli limitati » non si è dimostrata di alcu­na utilità come corollario della teoria ondulatoria. Pensiamo altresì che le eclissi non rivelano nessuna variazione di colore come al contrario supponeva Couchy, basandosi sull'assunzione che i raggi cro­matici si propagano con velocità differenti. L'astro­nomia ha evidenziato più di un fenomeno del tutto contrastante con tale dottrina.

    Così, mentre in un ramo della Fisica la costi­tuzione atomica-molecolare dell'etere è accettata come spiegazione di uno speciale ordine di feno­meni, in altro ramo si constata invece un completo contrasto con un certo numero di fatti ben accer­tati; per cui le accuse di Hirn sono giustificate. La chimica considerava:

    « impossibile ammettere l'enorme elasticità dell’etere, senza privarlo delle proprietà dalle quali dipende particolarmente la sua utilità nella costru­zione delle teorie chimiche ».

    Ciò che ebbe termine con una trasformazione finale dell'etere.

    « Le esigenze di teoria atomica-meccanica hanno indotto matematici e fisici eminenti a tentare la sostituzione degli atomi tradizionali di materia, con alcune forme particolari di movimento vorticoso in un mezzo materiale universale, omogeneo, incom­prensibile e continuo (l'Etere) ».

    L'autrice di quest'opera, — che non pretende di possedere una particolare specializzazione scien­tifica, ma solo una discreta conoscenza generale delle teorie moderne ed una conoscenza più pro­fonda delle Scienze Occulte — raccoglie armi contro i detrattori dell'Insegnamento Esoterico nell'arse­nale stesso della Scienza moderna. Le contraddi­zioni evidenti, le ipotesi di scienziati di fama che vengono scambievolmente distrutte, le dispute, le accuse e denunce reciproche, dimostrano che le teo­rie occulte, accettate o meno, hanno il diritto di essere ascoltate quanto qualsiasi altra ipotesi (co­siddetta) scientifica ed accademica. Che gli aderenti alla Royal Society si decidano a

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