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I segreti sessuali dell’Oriente
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E-book1.056 pagine11 ore

I segreti sessuali dell’Oriente

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Info su questo ebook

L'alchimia dell'estasi

Dal Kama Sutra All’Ananga Ranga, dai principali trattati taoisti dell’arte tantrica tutte le millenarie tecniche erotiche delle culture indiana e cinese

Nel rapporto fra uomo e donna si riassume l’essenza del mondo; ma questa verità è stata offuscata in Occidente da tutte quelle “autorità” e istituzioni che hanno promosso la separazione tra corpo e mente, tra sessualità e sentimento religioso, diffondendo la paura sia dell’eros sia dell’estasi mistica, esperienze che per loro natura si congiungono e confondono. Questo libro è uno studio completo sul sesso e sul misticismo. Non è mai apparso sull’argomento un lavoro di tale entità, lavoro che rappresenta un valido e vitale contributo alla comprensione della sessualità. Esplora il sentiero dell’amore e del misticismo basandosi sull’eredità e sulla saggezza delle grandi culture dell’Oriente, su più di duemila anni di autorevoli testi di medicina, filosofia e pratiche sessuali, molti dei quali mai visti o tradotti in Occidente. Creato da una coppia (uno scrittore e un’artista), è destinato a essere sperimentato quanto a essere letto.

La testa e il cuore • Karma e sesso • Il massaggio • Attivo e passivo • Il bacio • La prima volta • Misure sessuali • Nove tipi di unione sessuale • Le zone erogene • I suoni dell’amore • Rapporti orali • Il corvo «69» • Piacevoli varianti • L’eiaculazione • Prima e dopo • Il rapporto anale • Tecniche di potenziamento del sesso • Gli afrodisiaci


Nik Douglas
ha studiato arte, filosofia e medicina orientale e le relative pratiche sessuali vivendo per otto anni sull’Himalaya. Ha studiato con dottori indiani, adepti del Tantra e lama tibetani e al tempo stesso ha imparato la lingua sanscrita e tibetana. Ha organizzato numerose mostre di arte orientale e ha autenticato opere d’arte e scritture orientali per importanti musei e collezioni private.


Penny Slinger
ha disegnato più di seicento illustrazioni per facilitare la comprensione del testo. Presentato in tutta Europa, il suo lavoro è stato accolto come «erotismo dinamico, moderno, un’esplorazione della sessualità femminile». Sono rappresentate più di duecento posizioni erotiche, prese dalle collezioni di tutto il mondo. Vi è compresa anche un’illustrazione completa del Kama Sutra, dell’Ananga Ranga e dei principali trattati erotici taoisti. L’illustratrice ha attinto anche agli esempi più belli dell’arte erotica tantrica.
LinguaItaliano
Data di uscita16 dic 2013
ISBN9788854152311
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    Anteprima del libro

    I segreti sessuali dell’Oriente - Nik Douglas

    Brahma il Creatore

    Una forma di Brahma, la forza creativa dell’evoluzione, seduto su di un loto con un’aurea splendente che emana raggi. Il loto è un antico simbolo di spiritualità, che nasce dalle distese di fango e sboccia maestosamente. Da una scultura dell’India meridionale del XVII secolo

    L’atteggiamento costruttivo

    Ognuno dovrebbe coltivare un atteggiamento costruttivo parallelamente all’avanzare con successo lungo la via dell’amore. È un’attitudine mentale positiva, uno stato della mente carico dinamicamente, che deriva la sua potenza dal riconoscere che esistono un significato ed un fine nel vivere. Questo atteggiamento potrebbe meglio essere definito come ottimismo cosmico, consistente nel riconoscere e identificarsi con l’energia primeva che ha creato tutte le cose. L’atteggiamento costruttivo non dovrebbe mai abbandonarci e essere il criterio con il quale noi decidiamo delle nostre azioni nel mondo. Esso è un sentimento di autoconfidenza, un riconoscimento del divino in ciascuno di noi, una convinzione del nostro essere proiezioni di principi più alti che possiamo conoscere. Fa parte del processo di evoluzione. La lezione che questo libro si sforzerà di dare è che le limitazioni fisiche o terrene possono essere superate invocando l’atteggiamento costruttivo e lasciandolo agire al nostro posto. Questo atteggiamento mentale è stato utilizzato per raggiungere il successo nel mondo del commercio. Commessi e dirigenti di grosse compagnie si immaginano come pieni di un’energia positiva, la quale crea una impenetrabile barriera ai dubbi ed alle negatività.

    Nell’area della sessualità tantrica ci sono molti ostacoli che devono essere superati. Un atteggiamento costruttivo fa miracoli nell’eliminazione di dubbi e incertezze, e al tempo stesso agisce come un potente produttore di energia. L’impotenza e la frustrazione sessuale sono effetti diretti di una mancanza di fiducia in sé, a causa di un sentimento di vacuità, come se la vita non avesse scopo. Guardando verso alti ideali spirituali per ispirarsi, noi raggiungeremo l’atteggiamento costruttivo. Una gioia enorme accompagna questo stato mentale, e perciò ricordate di evocarlo sempre. Apritevi alle meravigliose possibilità che manifesterà. Quando l’atteggiamento costruttivo emerge durante l’atto amoroso, verrà fuori un’enorme varietà di esperienze.

    Brahma, il Creatore, desiderò che fosse così e così proiettò il principio dell’universo; da questo venne l’Energia Originale e da quello la Mente. Quindi in quel luogo sviluppò i sottili elementi e da questi molti inondi. Dalle azioni compiute dagli esseri in questi mondi fu instaurata la catena delle cause e degli effetti.

    MUNDAKA UPANISHAD

    Sarasvati, la consorte di Brahma, ha un desiderio carnale più potente della luce di dieci milioni di lune. I suoi abiti sono purificati dal fuoco divino. Ella è la Madre dei Veda, l’incarnazione della Natura e la protettrice delle arti e delle scienze. Ella è sempre sorridente ed estremamente bella; il suo corpo è decorato da perle e gioielli.

    SARASWATI STOTRA

    Brahma e Sarasvati

    Brahma è il nome dell’aspetto creativo del divino. Il simbolo di Brahma è un’aura o un uovo dorato, la cui sostanza è un’energia infinitamente positiva. Nella cosmologia tantrica Brahma è l’incarnazione di tutta la creatività. Sin da quando Brahma ebbe potere sulle cose e sul mondo, è considerato un imperativo «divenire Brahma» o «avere Brahma al proprio fianco». Gli insegnamenti orientali ritengono che si possa divenire una cosa identificandosi con essa. Attraverso l’identificazione, la potenza della creatività può agire nell’individuo tutte le volte che si desidera. Riconoscendo la creatività come momento essenziale del proprio essere, una nuova consapevolezza emerge radiosa dalla «sede» centrale dell’Uovo Dorato. Una tecnica utile ed efficace al fine dell’identificazione con Brahma e l’energia creativa universale è quella di identificarsi come circondati da un uovo dorato o da un’aura di energia positivamente carica. Immaginatevi nell’atto di irradiare raggi dorati, caldi e corroboranti, che illuminano la stessa vita.

    I sensi sono gli strumenti del Creatore. Originatisi nella sottile e più intima parte della regione di Brahma, essi si manifestano sul piano della realtà e sono espressi negli organi di senso, gli occhi, il naso, le orecchie, la bocca e la pelle. Questi strumenti possono essere magnificamente adattati a servire da vie sensitive all’interno del Principio Divino. Le tradizioni esoteriche considerano la mente come lo strumento del sesto senso. Quando la mente riesce a raggiungere il momento creativo, essa funziona da organo di sesto senso.

    Brahma, dipinto in forma umana, seduto su dei petali di loto mentre regge in mano un fiore di loto. Raggi dorati di luce si dipartono dall’uovo cosmico di Brahma. Il loto è il simbolo universale della spiritualità. Da un dipinto indiano del XVIII secolo.

    Sarasvati è il nome dato all’opposta Energia femminile di Brahma, il Creatore. Ella è indicata come «Patrona delle sessantaquattro Arti», delle quali l’Arte di Amare è considerata la più importante. L’energia femminile o «Shakti» è il potere del Creatore, e senza di essa nessun atto di creazione potrebbe avvenire. Così Brahma e Sarasvati formano la Coppia Cosmica creativa, inseparabile come Aspetto Creativo e Energia Creativa. Questo dualismo lo si riscontra in tutte le relazioni del mondo. L’unità di questi due principi è di particolare importanza per la via dell’amore tantrico. Quando la coppia si identifica con questi alti ideali, tutti gli aspetti della loro intima relazione prendono un significato profondo ed assoluto. Questa è la grande importanza dell’Arte di Amare. Il Simbolo di Sarasvati è uno strumento musicale indiano a sette corde chiamato «Vina». La vina ha zucche che fanno da cassa di risonanza alle estremità di un manico intarsiato. La sua forma sensuale ricorda il corpo di una donna; il suono che essa produce è come una voce melodiosa. Essa è lo «strumento dei sensi», il piacere di Brahma. Suonando la vina la divina Sarasvati esprime la sua gioia nella creazione.

    La Patrona delle Arti. Da un dipinto giapponese del XVII secolo.

    La forma mistica di Sarasvati, dipinta mentre suona la Vina. Le quattro braccia sono il simbolo dell’incarnazione dei quattro Veda, i rami di tutta la conoscenza. Da un dipinto del XIX secolo.

    La vina a sette corde di Sarasvati simboleggia la settuplice natura dell’evoluzione, i sette raggi della creazione, il naturale ordine del mutamento che possiamo riscontrare in tutti i fenomeni terreni. Nelle scienze ritroviamo questa settuplice divisione degli elementi nella tavola periodica, che si basa sui pesi atomici relativi. In musica il numero sette ricorre nella scala; un raggio di luce è naturalmente diviso in sette colori e nel Sottile Corpo del Tantra ci sono anche sette stadi. Questo settuplice principio ricorre in tutta la letteratura esoterica. Sia Brahma che Sarasvati dovrebbero essere immaginati come dorati e radiosi. Come il sole, emettono creatività, luce corroborante, producono crescita ed evoluzione. Attraverso l’identificazione con queste due alte verità cosmiche, la coppia può ricavarne tremendi benefici. Si tratta di un’astratta e al tempo stesso specifica meditazione, un supporto e un’intima forza di grande potenza. «Divenendo Brahma e Sarasvati» la coppia può evocare l’archetipo creativo della propria esistenza.

    Al di là di Brahma, che è il più alto Sé, c’è lo spazio; al di là dello spazio, l’aria; al di là dell’aria, il fuoco; al di là del fuoco, l’acqua; al di là dell’acqua, la terra; al di là della terra, la vegetazione; al di là della vegetazione, il cibo; al di là del cibo, il corpo di tutta l’umanità.

    TAITIRIYA UPANISHAD

    Quando si diviene Sarasvati tutte le Sessantaquattro Arti divengono conoscibili. Essa è la Madre dei Veda, la prospera madre.

    SARASVATI STOTRA

    Brahma iniziò il processo della creazione. Divise gli uomini dalle donne, ed essi fecero l’amore. lnsieme Brahma e Sarasvati generarono tutta la razza dei mortali.

    SHIVA PURANA

    Le sessantaquattro arti

    Il Kama Sutra, il classico trattato indiano sull’arte dell’amore, colleziona le Sessantaquattro Arti. Il testo avverte che queste dovranno essere studiate insieme con il Kama Sutra, preferibilmente sotto la guida di un maestro. Fra queste arti e scienze (nessuna distinzione veniva allora fatta) sono inclusi il cantare, la musica, la danza, lo scrivere, il disegno, la pittura, il cucire, il leggere, la recitazione, la poesia, la scultura, la ginnastica, i giochi, l’arte floreale, il cucinare, la decorazione, la profumeria, il giardinaggio, la mimica, gli esercizi mentali, il linguaggio, l’etichetta, la carpenteria, la magia, la chimica, la mineralogia, il gioco d’azzardo, l’architettura, la logica, gli incantesimi, i riti religiosi, l’amministrazione della casa, i mascheramenti, gli sport fisici, altre arti materiali e molte altre attività specializzate che si confacevano alla cultura e al tempo. Le doti richieste alle giovani donne nell’età vittoriana echeggiavano questa idea. Potrebbero essere aggiunte, aggiornando l’elenco, le arti relative a più recenti tecniche innovative, come la fotografia.

    I trattati indiani sull’amore suggeriscono che sia l’uomo che la donna dovrebbero essere a conoscenza del più alto numero possibile delle Sessantaquattro Arti. Spiegano perché queste arti dovrebbero essere studiate e presentano nei testi tre argomentazioni. Primo, chiunque sia edotto in queste arti otterrà un posto di rilievo nella società. In secondo luogo, attraverso la loro applicazione si può facilmente prevalere sull’oggetto del desiderio, sia esso il marito, la moglie o l’amante ed ottenere maggiore soddisfazioni. Terzo ed ultimo motivo è che una persona può facilmente raggiungere l’autocoscienza del Sé attraverso una di queste attività. Persino una scarsa conoscenza di esse può contribuire a rendere una persona più affascinante e degna di interesse.

    Oggi in Occidente l’alta specializzazione rappresenta un problema che inibisce la capacità della mente ad esprimere intuitivamente le varie sfaccettature della conoscenza. Tuttavia l’Arte di Amare abbisogna delle altre arti come appoggio. Senza questi modelli di espressione la nostra esistenza sarebbe noiosa e restrittiva. L’umanità dipende da queste arti per realizzare una via di comunicazione ed espressione del Sé.

    Non vi sono equivalenti occidentali del Kama Sutra, e forse proprio per questa ragione la concezione del sesso come arte è un motivo abbastanza sconosciuto nell’Occidente. La repressione sociale e il senso di colpa hanno impedito agli occidentali l’esplorazione di una sessualità libera e gioiosa, nonostante «il libero costume» di oggigiorno. In pratica tutto ciò che l’Occidente offre in questo campo consiste in pornografia, manuali clinici di sessuologia, così pieni di dettagli e «tecniche» che, da soli, basterebbero a far passare la voglia del sesso a chiunque. Un risultato di questa repressione è la disumana perversione sessuale, un argomento di cui tratteremo dettagliatamente più avanti. L’atto sessuale raramente è descritto con gusto nell’arte e nella letteratura occidentale. Anche noi respingiamo interamente come argomento confacente all’arte il sesso o, nel migliore dei casi, ne accettiamo solo una parziale trattazione.

    Un maharaja indu in unione tantrica con la sua consorte. Questa insolita posizione è particolarmente adatta per la circolazione dell’energia durante atti amorosi prolungati. Da una miniatura della collezione del re del Nepal, 1830 circa.

    L’Oriente non ha mai considerato il sesso disgiunto o in opposizione alla spiritualità o alla religione. All’atto sessuale è stato dato un posto d’onore ed è stato intimamente connesso alle altre arti. Uomini e donne studiarono il Kama Sutra e testi simili. Nei templi tutte le varianti delle posizioni sessuali sono state apertamente ritratte e venerate come ideali. Nell’intimità della casa, l’intero ambito dell’arte e della letteratura erotica è stato considerato normale e rispettabile oggetto di studio. I parametri del costume sessuale in Oriente vanno ben al di là della ristretta gamma di normalità accettata in Occidente, senza peraltro minimamente degradare la funzione sessuale. Il celibato, la monogamia, la poligamia e la poliandria sono considerati tutti nella cultura orientale. Le Sessantaquattro Arti dovrebbero essere concepite come dei sentieri di Energia creativa. Essi sono emanazioni della dea Sarasvati, l’«anima» della psicologia junghiana. Esse possono essere paragonate alle fiamme di un sole intimo, che arde dal plesso solare. Bruciando tutte le negatività, queste fiamme del momento creativo purificano la psiche e determinano una trasformazione interiore. Come tecniche pratiche del mondo esteriore, esse dilettano gli altri e appagano colui che ne è pratico.

    Una coppia regale inginocchiata in mutua adorazione. Da una miniatura della collezione del re del Nepal, 1830 circa.

    Una persona dovrebbe studiare le Sessantaquattro arti e scienze, così come i sessantaquattro aspetti dell’unione sessuale.

    KAMA SUTRA

    Nella regione dell’ombelico del corpo c’è un sottile centro di trasformazione. Può essere considerato un loto con sessantaquattro petali, oppure un sole vitale con sessantaquattro raggi. Il suo colore è giallo ed è volto verso l’alto.

    DAGLI INSEGNAMENTI SEGRETI DI NAROPA

    Il tempio del corpo

    Il corpo fisico è il tempio dell’anima, il microcosmo dell’universo. All’interno di questo tempio si trovano tutti i pincipi cosmici. I Tantra insegnano che nessun tempio è superiore in santità al «Tempio del corpo». Tutti gli elementi, lo spazio, il fuoco, l’acqua e la terra, si trovano nel corpo insieme alle proprietà loro. Il Tempio del Corpo ha i suoi «giardini», «fiumi», «porte», e «santuari». Secondo la definizione, un tempio è un luogo di culto, un edificio dedicato al servizio di Dio. Questo Dio, secondo il Tantra, è il nostro Sé più alto, la nostra anima, che deve essere conosciuta e servita attraverso il Tempio del Corpo.

    Coppia di serpenti attorno ad una colonna centrale. Questo antico simbolo ermetico, il caduceo, illustra chiaramente il concetto base del Corpo Sottile. Le vorticose energie ascendenti dei serpenti producono un vortice di potenza che viene usato nel Tantra per la trasformazione personale.

    Il Tantra insegna che vi sono nove «porte» verso il tempio corporale. Queste sono divise fra la parte superiore e la parte inferiore. Le «porte inferiori» sono l’orifizio anale e l’organo sessuale. Le «porte superiori» sono la bocca, il naso, gli occhi, le due orecchie, e la fontanella che si trova sulla sommità della testa. La fontanella è chiaramente visibile in forma di apertura al momento della nascita, ma si chiude gradualmente durante il primo anno di vita. La tradizione esoterica orientale ci dice che attraverso questa apertura, conosciuta come «apertura di Brahma», l’anima entra ed esce dal Tempio del Corpo. Sebbene anche le altre porte possono essere usate dall’anima per i suoi viaggi, è il cancello superiore che conduce verso più alti regni spirituali. Il Tempio del Corpo Sottile riunisce tre «fiumi» principali dai quali si diramano innumerevoli affluenti. Un grande fiume o «sentiero psichico» scorre dalla regione delle porte inferiori, il perineo, verso la spina dorsale su fino alla porta superiore sita alla sommità della testa. Questa è qualche volta messa in relazione al Grande Asse, il Sacro Monte Meru, o solamente al Grande Sentiero, e mette in relazione l’individuo con il cosmo.

    Amanti rappresentati in posizione tantrica per incanalare l’energia verso l’alto. La mutua adorazione eleva i sensi e facilita la circolazione e la trasformazione dell’energia. Da una miniatura del Rajasthan, India, 1800 circa.

    Ad ogni lato del Grande Fiume centrale vi sono due «fiumi» che, emanati dalla stessa fonte, conducono verso le «porte superiori». Sono associati con le energie solari e lunari, messi in relazione rispettivamente con la parte destra e sinistra del corpo. Sono concepiti come intersecantisi, nel loro moto ascensionale, con il Grande Fiume centrale, come due serpenti avviluppati intorno ad un asse centrale. Questo simbolo, meglio conosciuto come caduceo, o bastone di Mercurio, è stato adottato come emblema della prof essi o ne medica. L’atto di devozione nel Tempio del Corpo consiste nel focalizzare il momento creativo canalizzando le energie sessuali superiori. Il processo evolutivo, avvertito come un brivido estatico, nasce dalla regione sessuale ed illumina il plesso solare. Le sessantaquattro fiamme vitali bruciano tutto il negativo e purificano il sentiero fisico. Il fuoco dell’amore inonda i tre fiumi e unisce le energie solari e lunari, illuminando quindi il Tempio. Questo processo psicocosmico si manifesta come un’emozione estatica, che nessuna parola potrebbe realmente descrivere. Attraverso la conoscenza del sentiero psichico, l’esperienza sessuale diviene più potente. Praticando le tecniche segrete del tantra si può provare l’orgasmo coscientemente e le gioie trascendentali che ne derivano. Il processo psicocosmico o di «autoadorazione» nel Tempio del Corpo ha luogo ad ogni livello, da quello fisico a quello più sottile. È importante considerare realmente il corpo come un tempio. La consapevolezza della sua condizione fisica e al tempo stesso sottile è parte integrante del momento creativo. Il Tempio del Corpo dovrebbe essere tenuto in buona salute, pulito ed armonioso, al di là del rispetto del divino che è presente. Bisogna provvedere al godimento della divinità del Tempio e non risparmiare sforzi per assicurarle la completa soddisfazione. Non indugiate, la venerazione vera, sentita, è un atto d’amore spontaneo e totale. Esercitando adorazione nel Tempio del Corpo durante il coito, si ottiene soddisfazione di tutti i desideri. Quell’amore sensuale è un momento di grande magia e la potenza spirituale è uno dei più grandi principi del Tantra.

    Qui in questo corpo vi sono sacri fiumi; qui vi sono il sole e la luna, e tutti i luoghi di pellegrinaggio. Non ho mai incontrato un altro posto così beato come il mio corpo.

    SARAHA DOHA

    Quando il mio amato tornerà a casa, trasformerò il mio corpo in un Tempio di Gioia. Offrendo questo mio corpo come un altare di gioia, i miei capelli sciolti lo terranno pulito. E allora il mio amato consacrerà questo tempio.

    CANZONE DI BAUL VAISNAV

    La testa e il cuore

    La testa ed il cuore sono due parti distinte del corpo che, in Occidente, sono causa di una scissione psichica. Ma il Tempio del Corpo, sebbene comprenda molte parti, è in effetti un’Unità Divina. Noi quando qualcuno sembra aver perso tutto il senso comune ed essere in preda alle emozioni, parliamo di «Cuore che governa la testa». Si dice che la testa governa il cuore quando la mente è calcolatrice e non è mossa dai sentimenti umani. In entrambi i casi è una parte che domina a spese dell’altra. Questa dicotomia fra la testa ed il cuore produce spesso una rottura nell’intimità di un rapporto. Ciò è completamente in antitesi con l’estasi dell’amore tantrico, nella quale il Sé personale sparisce. Nelle tradizioni mistiche occidentali si incontra frequentemente l’idea di «rinunciare alla carne a favore della anima». In realtà, è un tentativo senza speranza, poiché ciò che è represso, inevitabilmente uscirà di nuovo fuori, magari al momento meno opportuno. La via tantrica ci insegna ad usare tutte le doti della mente, del corpo, della testa e del cuore, nella via per la liberazione. Attraverso la consacrazione ad uno scopo elevato di tutte le parti del nostro essere, integriamo queste in un tutto. In tale modo, le emozioni e le passioni del cuore possono essere trasformate nella gioia dell’estasi trascendentale. La trasformazione ha luogo attraverso l’interazione del cuore e della mente, della ragione e dell’emozione. L’immagine tantrica di questo processo è «il fuoco dell’emozione» del cuore che scioglie e distilla «le acque della saggezza» della mente. La nozione di scambio e di mutuo arricchimento è un ingrediente essenziale dell’atto amoroso tantrico. Ciò rende possibile un reale scambio fra gli amanti. Il sentiero dell’amore tantrico avvolge tutti gli aspetti dell’emozione e dell’intelletto. Esso conduce ad un’esperienza di estasi cosmica attraverso la consapevolezza, in entrambi i partner, del Sé Universale.

    Una posizione erotica tantrica. Da una miniatura indiana del XVIII secolo.

    Quando c’è solo godimento fisico, non c’è liberazione. Quando c’è solo liberazione, non c’è godimento fisico. Ma sia il godimento fisico che il liberarsi sono nel palmo della mano di coloro che sono devoti all’Essere Supremo.

    KAULARAHASYA

    Attraverso quelle stesse azioni che creano la schiavitù per gli esseri dualisticamente intesi, ci si può liberare dai vincoli di questo mondo. Il principio fondamentale è che le azioni non devono essere accompagnate da un dualismo fra «testa» e «cuore».

    ADVAYASIDDHI

    Il cambiamento di abitudini

    La crescita personale può essere accelerata semplicemente cambiando le proprie abitudini. E la condizione di dipendenza dettata dalle abitudini che deve essere rotta. Quando vi scoprite a pensare o a dire, «Ma io non posso cambiare questo ... Ho sempre fatto così», ebbene in ciò è proprio la prima abitudine da cambiare. La libertà di scelta deriva dal dominare l’abitudine. Dovrebbe essere coltivata l’indipendenza dalle abitudini nel campo della sessualità, poiché queste sono le più restrittive. Ogni atto intenzionale di volontà possiede una potenza magica ed è molto più efficace di un atto abituale o non intenzionale. Il corpo umano è capace di straordinari adattamenti, persino quando sembra essere stabilizzato su modelli rigidi. Il potenziale di adattamento è sempre presente, ma è meglio non aspettare un momento di crisi prima di affrancarci dalle abitudini. Il nostro sopravvivere come specie è dovuto alla nostra abilità nel cambiare e nell’adattarci.

    Le abitudini mentali sono più difficili da trattare di quelle fisiche, poichè sono meno ovvie. Spesso esse sono inculcate dalla famiglia o attraverso condizionamenti sociali, e restringono tutto il nostro modo di vivere, provocando insidiosamente un falso senso di sicurezza. Facendoci dimenticare il nostro lo più alto, obliterano la nostra coscienza e sono fatali per ogni relazione intima. Frequentemente, un’ignoranza delle abitudini sgradevoli o idiosincrasie rappresentano una fonte di conflittualità fra le persone. Spesso ancora, ciò che è necessario a superare questo ostacolo è la volontà di crescere, evolversi e cambiare da ambedue le parti. Quando l’iniziale paura di cambiare è superata, si comincia realmente a godere nuove esperienze. Le abitudini sessuali sono estremamente limitanti ed è qui che il Tantra richiede assoluta adattabilità. Tutti gli insegnamenti orientali sui misteri sessuali puntano verso un bisogno di varietà e di spontaneità disinibita.

    Il pidocchio dell’abitudine che dà forma ai pensieri si origina da sé e si autodistrugge. Uccidi questo pidocchio e cerca la dottrina.

    TILOPA

    L’amore che è il risultato di azioni ripetute costantemente e continuamente è chiamato amore acquisito per abitudine.

    KAMA SUTRA

    Dove c’è l’estasi, c’è la Creazione;

    Dove non c’è estasi, non c’è Creazione.

    Nell’Infinito, c’è l’estasi; Non c’è estasi nel finito.

    CHANDOGYA UPANISHAD

    Autoanalisi

    L’autoanalisi è vitale nell’evoluzione per il sentiero dell’amore. Solo in un’atmosfera di totale onestà possono scomparire gli impedimenti fisici inconsci che ostacolano la nostra crescita. Quando portiamo la nostra coscienza interna a riflettere sul Sé, si produce una nuova sensibilità. L’autoanalisi aiuta a rinnovare e ad accordare bene fra di loro i sensi. Le abitudini sessuali sono particolarmente ritardanti per i sensi, ed è qui che l’autoanalisi ha gran valore. Se un partner dipende esclusivamente dall’altro per sostenersi e confortarsi piuttosto che ricercare questa realizzazione nell’intimo, il risultato può essere un gravoso squilibrio nella realizzazione. Il vero amore non dà valore alla proiezione di fantasie egoistiche sull’altro. Ciò non concede spazio al gioco dell’estasi, all’amore spontaneo, che è il fine ultimo del Tantra. Al contrario rende limitata una relazione e può perfino trascinare il partner in un conflitto non risolvibile. I fallimenti sia in amore che nei matrimoni spesso avvengono quando uno dei due partners non vive secondo le aspettative dell’altro. In questo caso non c’è reale rapporto, ma piuttosto uno dei due è egoista con l’altro. In tale situazione la coppia vive in un intimo stato di separazione ed ipocrisia. Nel Tao Te Ching, un’opera cinese del VI secolo a. C, si legge una bella e chiara sentenza sull’autoanalisi. L’autore, LaoTzu, dice: «La conoscenza degli altri porta alla Saggezza; la conoscenza del Sé porta all’illuminazione. Il signoreggiare sugli altri richiede forza; signoreggiare sul Sé richiede intimo sforzo». L’autoanalisi è un punto fermo e un appoggio nella vita. Essa sviluppa le attitudini mentali necessarie alla scoperta del Sé. È una pratica molto personale e non dovrebbe mai divenire un argomento generale di conversazione, altrimenti ne deriverebbero dispersione psichica e scarsa fiducia in sé. La corretta autoanalisi approfondisce la capacità di avere esperienze intuitive e fonda uno stato di aumentata recettività. Vedendo noi stessi in una chiara luce, potremmo eliminare il dubbio e la negatività che tendono ad inquinare i nostri rapporti. L’autenticità all’interno della coppia fa aumentare la spontaneità e libera la relazione dal convenzionale e dal prevedibile. Invocate un serio desiderio di conoscere il vostro lo più vero e mettete da parte le paure ed il dubbio. L’autoanalisi è un requisito di tutte le pratiche di meditazione. Può essere fatta in ogni momento ed è un processo riflessivo interno che rimuove le divagazioni della mente e i pensieri casuali.

    Posizione di meditazione, tradizionalmente definita padmasana, che significa «posizione del loto». Il medio ed il pollice sono uniti, per agevolare la canalizzazione dell’energia psichica.

    L’autoanalisi inizia con l’osservazione delle relazioni fra noi e le cose e gli eventi del mondo. Cercate di vedere tutte le esperienze come se fossero connesse le une alle altre ed anche con voi stessi, notate bene i dettagli e mantenete un atteggiamento curioso ma imparziale. Esaminate ogni cosa che vi si presenta e cercate di capire le cause che sono dietro ogni situazione e il vostro agire in essa. Un metodo semplice per iniziare l’autoanalisi consiste nel sedersi comodamente di fronte ad uno specchio, chiudere gli occhi e svuotare la mente da ogni pensiero, quindi gradualmente aprite i vostri occhi e guardate l’immagine nello specchio come se fosse la prima volta che incontrate la persona in esso riflessa. Vedete che tipo di impressione fate a voi stessi. Notate quanti cambiamenti nella vostra espressione facciale sono collegati a pensieri ed emozioni. Gradualmente entrate in rapporto con l’immagine riflessa, rilassando lentamente il vostro volto mentre mantenete un controllo cosciente sul respiro. Se notate qualcosa di negativo nella vostra immagine, fate un’attenta correzione del pensiero e dell’emozione, usando il pensiero per stabilizzare la psiche. Immaginate di sostituire ad una qualità negativa una positiva, e cercate di sentire il «nuovo voi» come reale e durevole. Quindi gradualmente chiudete gli occhi, concentratevi sull’assimilazione dell’esperienza e immaginate che pervada il vostro intero corpo. L’essenza della meditazione consiste nell’usare la mente per conoscere il Sé. Gli oggetti esterni possono aiutare nella meditazione, ma non bisogna affidarsi esclusivamente ad essi. Una piccola candela, ad esempio, può essere un valido aiuto all’autoanalisi. Concentrate tutto il pensiero sulla fiamma e sul fuoco. Quindi confrontate le qualità che sono in voi con la radiosa fiammella danzante della candela. Immaginate che la fiamma stia bruciando tutte le impurità della vostra psiche. Poi mentalmente centrate la fiamma e immaginatela come posta tra gli occhi e bruciare nella mente. Beatevi con tutto il vostro essere di questa intima luce della mente ed usatela come centro della vostra autoanalisi. Conoscendo voi stessi potrete giungere a conoscere gli altri. Non criticate gli altri prima di correggere gli errori che sono in voi. Solo attraverso l’autoanalisi potrete giungere ad una reale comprensione. La reale comprensione richiede coraggio e rigorosa onestà. Un atteggiamento di costante autoanalisi porterà rapidamente al superamento degli ostacoli intimi che impediscono la crescita e genera un meraviglioso potenziale di amore tantrico. L’autoanalisi è la via più diretta verso l’esperienza di non-dualità e consapevolezza mistica. Solo in questa esperienza una relazione fisica assume un significato durevole.

    Padmasana, la posizione del loto dell’Hatha Yoga, una posizione comoda ed equilibrata che è così descritta nello Shiva Samhita: «Incrociate le gambe, con cura ponete i piedi sulle cosce opposte. Fissate gli occhi sulla punta del naso e premete la lingua contro il palato, dietro i denti. Inspirate ed espirate lentamente, con un flusso continuo. Attraverso questa pratica le correnti vitali vengono equilibrate e si armonizza l’intero organismo».

    Mantieni costantemente vigile la coscienza mentre cammini, ti siedi, mangi, dormi e in tutte le altre azioni. Evita di nascondere i tuoi errori e di parlare degli errori degli altri. Sebbene i processi del pensiero siano difficili da controllare, bisogna che tu perseveri nei tuoi sforzi per superarli. Devi sapere che il mediatore, l’oggetto di mediazione e l’atto di meditazione costituiscono un’unità inseparabile.

    GAMPOPA

    La mente è titubante e irrequieta, difficile da trattenere e da difendere. La persona saggia aggiusta la propria mente come il costruttore di frecce aggiusta i suoi strali.

    DHAMMAPADA

    Bhakti e Shakti

    Vi sono due importanti esigenze che coinvolgono le persone che sono in viaggio verso l’autocoscienza. Queste sono le regole che sostengono l’uomo nel suo viaggio. La prima è la Bhakti, termine che significa fede o devozione. Questa qualità può rendere possibile l’impossibile. Sulla via dello spirito, la fede dissolve il dubbio, e la devozione porta rapidamente verso la meta. Mantenendo la fede nell’alto significato dell’evoluzione spirituale, si superano gli ostacoli. La fede non ha sostanza, è un sentimento profondo. Generalmente la gente non sa dire perché ha fede, la gente conosce soltanto e crede.

    Virasana, o posizione eroica, dell’Hatha Yoga è facile e comoda. È ideale per la meditazione e le pratiche respiratorie.

    Il sentimento erotico stimola la fede e può creare la consapevolezza eterna di uno stato di non-dualismo. C’è un detto orientale che recita: «Nella mente instabile entra il tempo». La fede è un’esperienza stabilizzante ed eterna che può trasformare un’ordinaria relazione fisica in un’unione soprasensibile di «dio» e «dea», i più alti attributi del nostro spirito. La vera esperienza erotica è sempre eterna. La coppia esige fede reciproca e risveglia l’essenza non duale che è in noi. Si tratta della fede nella natura cosmica delle nostre coscienze e nei più alti ideali spirituali comuni ad ogni segreta tradizione. Provate la vostra fede con la pratica dell’autoanalisi; aprite nel vostro cuore uno spazio dove una fede durevole possa crescere. Siate devoti ad ogni cosa in cui credete e specialmente al potere trasformante della energia sessuale. Una coppia che è unita nella fede e nella mutua devozione può giungere all’esperienza della sua vera natura divina.

    La coppia cosmica, Shiva e Shakti, seduti in estasi spirituale. Come Animo e Anima, simboleggiano l’unione della coscienza e dell’energia attraverso il potere della fede e della devozione. Da un dipinto indiano, Kangra Hills, XVIII secolo circa.

    Il secondo preliminare del nostro viaggio è la conoscenza della Shakti, l’energia divina della creazione, l’alto principio femminile che pervade tutte le cose. Il termine «Shaktì» ha molte valenze, tutte riferite all’energia creativa. Nel corpo umano questa energia è localizzata principalmente nella regione sessuale. Essa è il potere della trasformazione, una forza sollevante e liberatoria che, quando viene svegliata, guida verso l’estasi della realizzazione. È il potere dell’orgasmo, il brivido del diletto erotico, l’improvviso «flash» della comprensione interiore. La Shakti esiste a diversi livelli, da quello fisico a quello sottile. Quando la Shakti viene coinvolta durante l’atto amoroso, la coppia può risvegliare nuovo potenziale creativo all’interno di se stessa. Riconoscendo ed adorando la Shakti si apre la via dell’amore.

    Esiste un modo di dire tantrico che ritiene che «senza la Shakti l’amante non è che un corpo». La Shakti è concentrata specialmente nella donna ed è questo potere che la rende capace di generare. Il termine Shakti può inoltre essere riferito al partner femminile, senza la quale nessun atto di amore tantrico può essere completo. Una «donna interiore» esiste sia nell’uomo che nella donna e si manifesta come energia sessuale. Questa qualità naturale della bisessualità di tutti gli esseri umani deriva dalla nostra origine attraverso l’unione dei due sessi. Il tentativo di sopprimere questa naturale androginia a favore di una esagerata «maschilità» o «femminilità» ha creato seri squilibri psicologici nell’Occidente. Gli psichiatri ritengono la confusione del ruolo sessuale una delle nevrosi dominanti nella società contemporanea.

    Un atteggiamento libero verso la sessualità richiede una consapevolezza della naturale bisessualità degli esseri umani. La coppia dovrebbe fare grandè uso di questo tipo di consapevolezza durante l’atto amoroso e gioiosamente scambiarsi i ruoli sessuali, riconoscendo che esiste un femminile in ogni maschio ed un maschile in ogni femmina. Gli insegnamenti tantrici e taoisti confermano l’importanza del riconoscere il significato del rovesciamento dei ruoli quando si entra in contatto con le pratiche mistiche sessuali. Ciò non significa che un uomo debba divenire «effemminato» o una donna «aggressiva». Significa piuttosto che bisognerebbe lasciare andare i pregiudizi sui ruoli sessuali e consentire che la spontaneità arricchisca il rapporto. Bisogna stimolare la qualità dell’uomo e della donna nello stesso modo. Bisogna cercare di comprendere il mistero della vita attraverso il sottile gioco dei pricipi maschili e femminili. Tutto ciò che è stato creato non è altro che una emanazione della Forza Creativa della Natura. In questo modo il principio femminile, o Adi Shakti (Shakti originale), è particolarmente esaltato e come tale deve essere onorato in maniera degna.

    Il dio Shiva, lo Yogi Supremo, seduto con Parvati, la consorte. Questa icona maschile/ femminile, conosciuta come Bhairav Raga, indica il potere inerente all’armonizzazione sessuale. Da una miniatura indiana, Deccan, XVIII secolo circa.

    È importante per la coppia esplorare in modo spontaneo i ruoli e le posizioni. Da una fotografia contemporanea.

    L’atteggiamento di un uomo verso le donne è un riflesso diretto del suo atteggiamento verso la vita. Un uomo dovrebbe sempre aver cura di onorare il principio femminile che è nel suo partner, nelle altre donne ed in se stesso. Così come una donna dovrebbe riconoscere la dea che è in sé e cercare di incarnarla. Ed inoltre dovrebbe cercare di mettersi in relazione con la «donna interiore» che è nel suo partner, cercando di accontentare entrambi gli aspetti dell’Unico Potere Creativo o Shakti. Quando un uomo riconosce spontaneamente nel suo partner un’incarnazione della suprema Shakti, la divinità creativa, ella risponderà con la Bhakti, la pura fede e devozione e diventerà la sua sacerdotessa e la sua iniziatrice nei misteri dell’amore. Egli, invece, si rivelerà come il Signore e l’Amante di lei.

    La grande divinità Kameshvari nella posizione yogica conosciuta come bhagasana, con i piedi uniti e gli yogi che rendono omaggio alla rappresentazione della Yoni. Kameshvari è la Shakti originale o principio del potere del Tantra e qui viene ritratta nella sua forma lussuriosa. Questa immagine, ricavata dalla rappresentazione delle sessantaquattro yogini del tempio di Bheraghat, Madhya Pradesh, fu completamente sfigurata dagli invasori musulmani che consideravano eretica l’esaltazione indu delle energie femminili. Da una scultura in pietra dell’inizio del XII secolo (in questa illustrazione abbiamo ricostruito alcuni particolari danneggiati).

    Shakti è l’essenza della beatitudine, lei è il potere d’amore. Bhakti, o la devozione, è la forza della fede.

    DEVI PURANA

    Shakti soddisfa tutti i bisogni fisici di Shiva. Shiva, che è incorporeo, essere della natura di pura Coscienza, deve avere accanto l’energia creativa di Shakti.

    KAMAKALA VILASA

    Shiva e Jiva

    Nella sezione precedente abbiamo trattato la relazione fra fede, devozione ed energia creativa. Abbiamo introdotto il concetto di androginia, il maschile e femminile che è dentro di noi. Ogni discussione sulla visione tantrica della Shakti come elevato principio femminile richiama alla mente la sua controparte, Shiva, il grande principio maschile. Nella parte centrale di questo libro esploriamo il significato di Shiva da un punto di vista trascendente. Qui analizzeremo brevemente la relazione tra Shiva e Shakti, perché il lettore possa riconoscere il principio maschile nascosto interiormente. Infine sarà presentato il significato metafisico di Shiva. La terminologia indiana all’inizio potrà sembrare ostica, ma con un poco di pazienza la troverete utile, così come diventerà chiara l’innata semplicità degli insegnamenti tantrici.

    Shiva, il sublime principio maschile, esiste all’interno dell’uomo e della donna. Conosciuto negli antichi testi come il «Dio grande» o il «Principio Divino Immortale», il simbolo di Shiva è il fallo eretto, il Lingam, che rappresenta il Grande Spirito in uno stato di eccitamento. Lo stimolo è l’Energia Creativa, la Shakti, che ruota vorticosamente intorno all’erezione cosmica di Shiva come un oceano di sempre cambianti molteplicità, un autentico mare di sensazioni.

    Gli antichi Egizi, Greci, Romani e gli altri popoli precristiani adoravano il fallo come il simbolo del principio maschile. Shiva è l’archetipo yogico per eccellenza, il dio di tutte le creature e la sua legge è direttamente connessa alla funzione mentale ed allo Spirito Eterno. Nell’antica mitologia ci si riferisce al dio Shiva come a «colui che vince la morte». Questa vittoria si raggiunge attraverso il potere dello yoga tantrico, l’unione di Shiva e Shakti. L’intero universo fu creato dall’unione di Shiva e Shakti, gli archetipi cosmici del maschio e della femmina.

    Lingam di pietra con il viso di Shiva inciso. Conosciuto come Ekamukhalinga (Lingam con una faccia), questo tipo di immagine viene usato come fulcro in atti rituali e di adorazione. Il Terzo Occhio di Shiva appare aperto ed il viso in beatitudine estatica. Da una scultura in pietra, Madhya Pradesh, IV secolo circa.

    Figura primitiva di gigante con il fallo eretto. Graffite sulla parete di una collina di gesso, questo tipo di immagine indica l’importanza che aveva il sesso nelle culture pagane. Cerne Abbas, Dorset, Inghilterra, probabilmente risalente ai tempi delle prime invasioni romane in Britannia.

    Posizione yogica del loto con le mani giunte per salutare il divino principio di Shiva interiore.

    Figura itifallica di Shiva, lo Yogi supremo. Regge una clava, che è simbolo del suo ruolo onnipotente di ideale yogico. Scultura in pietra proveniente da Jageshvar, Uttar Pradesh, India, X secolo circa.

    Nell’iconografia orientale Shiva è raffigurato come un Lingam, una forma fallica separata dal corpo, un Lingam con un viso alla sommità, una colonna, uno yogi seduto o all’impiedi con il Lingam eretto e molte altre forme antropomorfiche dalle molte braccia. Il Tantra insegria che c’è un Lingam all’interno di ogni Yoni o vagina. Questa osservazione ci rimanda anatomicamente alla clitoride, che ha un’erezione quando viene eccitata, ma ci rimanda pure alla bisessualità che è inerente alle donne. La conoscenza di Shiva il Trascendente conduce alla porta che permette il passaggio verso altri mondi. Identificatevi con l’energia vitale della mente di Shiva durante l’atto sessuale tantrico. Ciò vi condurrà eventualmente verso un’esperienza di trascendenza che va oltre il vostro normale ruolo terreno o le vostre limitazioni. Shiva è vissuto come una penetrazione nelle profondità dello spazio, come un’entità inserita nell’universo, oltre tutte le cose o eventi conoscibili. La Shiva Samhita, un importante testo tantrico hindi, dichiara che «coloro che hanno sperimentato il principio di Shiva sono eroici, intraprendenti, liberi dagli effetti delle cieche emozioni, abili, perseveranti, ingegnosi, contenti e sicuri». Noi non possiamo conoscere il trascendente dal nostro quotidiano e limitato punto di vista, poiché per definizione esso supera i limiti dell’universo percepibile attraverso i sensi. Il termine hindi «Iìva» esprime un concetto simile; «L’Eterno, l’Essenza Immutabile, senza inizio o fine», l’Anima immortale, l’unico principio di vita. Jiva si usa anche riferire all’anima individuale ed è paragonato ad un raggio della sfera solare di Brahma, il Creatore. Perciò l’induismo non considera l’anima individuale in alcun modo separata dalla sua originaria fonte divina.

    La Shiva Samhita dà un piccolo ragguaglio sulla natura e funzione della Jiva. Essa dichiara:

    Lo Jiva risiede nel corpo dell’uomo e della donna ed è adorno di una ghirlanda di desideri senza fine. Lo Jiva è incatenato al corpo dai vari Karma accumulati nelle vite precedenti. Qualunque cosa succeda ad un individuo essa è nata dal Karma. Tutte le persone gioiscono o soffrono per i risultati delle loro azioni. Lo Jiva che ha accumulato molte azioni virtuose riceve una vita felice e ricava godimenti mondani. Lo Jiva che ha accumulato il male non riposa mai in pace. Di qualunque natura sia il desiderio, quella natura aderisce ed accompagna lo Jìva attraverso le varie sue incarnazioni.

    I concetti di Shiva e Jiva, rispettivamente il venerato principio maschile e l’immortale anima individuale, sono di grande significato per chiunque desideri praticare l’amore tantrico. Se vi identificherete con Shiva, il Trascendente, realizzerete una più profonda comprensione della natura essenziale divina della interazione fra maschile e femminile. Se voi concepirete il vostro partner come l’incarnazione del trascendente, al di là dei limiti prevedibili e conosciuti, l’esperienza della trascendenza entrerà nella vostra relazione. Se servirete l’amato con fede e devozione, l’energia creativa della Shakti sveglierà l’intimo principio di Shiva. Con Shakti come sua controparte, sorge la forza di pura coscienza di Shiva. Attraverso l’intima unione di Shiva e Shakti nell’estasi amorosa, lo Jiva, l’anima individuale, diviene libera dai limiti delle vite passate. Allora la coppia potrà volare verso le altezze della liberazione.

    Quando l’orgasmo maschile è onorato come il Lingam di Shiva, il sesso assume un profondo significato trascendente.

    Lingam in pietra con Yoni alla base. Durante i rituali di adorazione i fiori e le altre offerte sono poste sulla sommità della pietra ed il latte, l’olio e l’acqua santa vengono spruzzati sopra di esso. Qui un fiore di datura, simbolo dell’ebbrezza divina, viene offerto sul Lingam. Da un dipinto indiano, valle di Kangra, XVIII secolo circa.

    C’è un ponte fra il Tempo e l’Eternità; questo ponte è l’anima individuale, lo Jiva.

    CHANDOGYA UPANISHAD

    Il gioco d’amore di Shiva trasforma l’universo. L’attività sessuale di Shiva e Shakti fa crescere e decrescere la luna. Shiva trova che la sua consorte diviene una yogini [asceta donna] ogni qual volta essa pratica lo Hata Yoga, e quando egli viene preso dal desiderio, lei diviene una donna concupiscente.

    SHIVA PURANA

    L’intero universo fu creato dal seme versato dal Lingam eretto di Shiva durante il coito. Tutti gli dei adorano quel Lingam, il simbolo del dio Shiva, il Supremo Yogi.

    MAHABHARATA

    Il respiro è vita

    «Il respiro è vita» è un modo di dire abbastanza conosciuto. Quando i processi respiratori cessano, la vita istantaneamente si interrompe. Tuttora si considera il respirare come una cosa scontata. Quando nasce un bambino, il primo respiro è vitale e se ci fosse qualche intoppo, o ostacolo, il bambino morirebbe.

    Al termine della vita, l’ultimo respiro segna il passaggio ad un’altra dimensione. Fra la nascita e la morte, il respirare è costante e per la maggior parte delle persone è un atto totalmente inconscio. Lo Yoga insegna l’importanza suprema del respirare.

    Secondo gli antichi testi yogici, la media di un adulto sano è di 21.600 respirazioni in tutto l’arco della giornata. Quindi una media di 15 atti rspiratori per minuto, uno ogni quattro secondi. Generalmente si respira meno frequentemente in stato di riposo e più rapidamente durante uno sforzo estenuante.

    Il coito provoca un aumento del ritmo respiratorio, paragonabile agli effetti di una dura corsa o di un prolungato jogging. Un coito particolarmente intenso provoca tutti i sintomi di uno «scatto» atletico: il cuore batte velocemente ed il sangue scorre nelle vene. La mistica orientale insegna l’importanza di un coito prolungato insieme ad una azione respiratoria profonda e controllata.

    Secondo la tradizione yogica, la vita è strettamente collegata al ritmo respiratorio. Questo sembra essere vero per quanto riguarda i rettili ed i mammiferi; la tartaruga respira molto lentamente e vive a lungo, mentre il topo respira velocemente ed ha una vita breve.

    Secondo la Gheranda Samhita, un testo yogico del periodo medievale, «Con il diminuire della frequenza del ritmo respiratorio, aumenta l’energia vitale; con l’aumento del ritmo respiratorio, l’energia vitale diminuisce».

    Un altro importante testo Indù, la Shiva Samhita, dichiara: «Il corpo di una persona che pratica il controllo del respiro si sviluppa armoniosamente, emette dolce odore e diviene forte e bello. Il saggio adepto sicuramente distruggerà tutto il suo Karma, quello accumulatosi in questa vita e in quella passata, attraverso il controllo del respiro».

    Molti yogi si consacrano al raggiungimento del controllo cosciente delle funzioni respiratorie, credendo che con essi possano divenire signori del loro destino.

    Proprio adesso, senza alterare la vostra normale respirazione, ponete una mano sulla regione dell’addome, esattamente sotto il plesso solare. Notate se il vostro respiro scende fino lì e se l’addome è dilatato per l’inalazione. Il respiro normale dovrebbe operare in questo modo, con le regioni basse che sporgono quando il fiato è inspirato, e si contraggono quando si espira. Comunque la maggior parte .delle persone respirano in un modo non normale.

    Generalmente, il respiro impegna solo la zona del torace e molte persone respirano solamente attraverso la bocca, anziché attraverso il naso, e sottoposte ad uno sforzo fisico, ansimano attraverso la bocca aperta.

    La conseguenza di un tale modo di respirare, a lungo andare, è la perdita della capacità di concentrazione, debolezza fisica e cardiaca. L’insegnamento tantrico sostiene che se gli amanti respirano in modo innaturale e praticano il coito eccessivamente sussiste un reale pericolo di invecchiamento precoce, di ìmpotentìa coeundi e impotentia generandi, di problemi della sfera emozionale ed a livello mentale, oltre una debolezza fisica generale. Sia i testi Tantrici, sia quelli Taoisti insistono perché il respiro erotico preferibilmente debba essere profondo, dal diaframma, attraverso il naso, focalizzando la coscienza sulla assimilazione e ritenzione dell’energia vitale. Sono disponibili molti libri popolari sulle posizioni yoga (asana) e le tecniche del respiro (Pranavama). Poiché qui l’argomento è trattato dal punto di vista della sessualità, non tenteremo di dare un esauriente insegnamento di respirazione yogica. Ad ogni modo, può essere utile qui considerare uno o due punti principali.

    Primo, conoscere la fondamentale divisione del processo respiratorio. Questo consiste in tre fasi: la inspirazione, la ritenzione, e la espirazione.

    La inspirazione dovrebbe essere naturale e mai forzata; l’aria dovrebbe entrare nel corpo «come il risultato di» un’espansione dell’addome. Quando il respiro è trattenuto, la parte inferiore del corpo dovrebbe avere la forma di un recipiente; il termine tecnico yoga è kumbhak, che significa «contenitore».

    La ritenzione del respiro è un momento di enorme importanza. Durante questo periodo l’aria inalata è parzialmente assorbita dai polmoni, vivificando tutto il corpo. La espirazione o esalazione libera i prodotti residui in eccedenza. Gli insegnamenti tantrici raccomandano che durante l’inalazione bisognerebbe immaginare se stessi nell’atto di assorbire le energie rianimatrici di Brahma. Durante la ritenzione bisognerebbe focalizzare la propria attenzione sull’estrazione delle forze vitali dell’aria e metterle in circolazione per tutto il corpo. Durante l’esalazione si dovrebbe immaginare tutta la negatività, le sofferenze o le tensioni, lasciare il corpo e ritornare alla terra per la purificazione. Queste tre parti del processo respiratorio dovrebbero interagire scorrevolmente, senza movimenti bruschi o sussulti. Inoltre si dovrebbe essere consapevoli mentalmente del movimento di inspirazione ed espirazione del corpo.

    La ritenzione cosciente del respiro è l’elemento fondamentale, fortifica la circolazione e rinforza le sottili connessioni di tutte le parti del corpo. Ciò produce anche un incremento delle secrezioni del corpo, in particolare della saliva, la quale, secondo gli insegnamenti yogici, è vitalizzante e nutriente. Il Goraksashatakam, un testo yogico medievale, in proposito dice: «Si dovrebbe inspirare lentamente ed esalare nello stesso modo, non eccedere nella capacità di trattenere il respiro e nemmeno cacciarlo troppo rapidamente.

    Il controllo del respiro libera dalla ruota del Karma e stabilisce armonia ed equilibrio attraverso l’organismo».

    Il «respiro completo» – inalazione cosciente, ritenzione ed esalazione – è il primo passo verso l’uso delle funzioni respiratorie come via di Liberazione. Avendo realizzato un modello salutare ed armonioso di respiro, si può quindi passare a specifici «ritmi» respiratori. Il «respiro curativo», per esempio, è estremamente semplice e può essere praticato sempre. Consiste in un’alterazione cosciente del tempo proporzionalmente impiegato in ogni fase del ciclo respiratorio. Questo nuovo ritmo respiratorio è particolarmente adatto all’estrazione di energia vitale dall’atmosfera. Il nuovo metodo sembrerà innaturale all’inizio e ci vorrà tempo prima che il corpo si abitui: così sarebbe meglio non forzarsi, ma essere pazienti. Nel «respiro curativo» il rapporto di inspirazione, ritenzione ed espirazione è, rispettivamente: 1:4:2. La ritenzione sarà quattro volte l’inspirazione, e l’espirazione durerà due volte l’inspirazione. L’inspirazione stabilisce la misura per determinare gli altri due periodi di tempo.

    All’inizio bisogna rendere il periodo di inspirazione leggermente più lungo del normale per adeguare proporzionalmente i periodi di ritenzione ed espirazione.

    Quindi aumentare gradualmente il tempo dell’inspirazione, aumentando parallelamente anche gli altri due momenti.

    Il risultato di questo esercizio è un rallentamento del processo respiratorio, il quale rilassa e guarisce il corpo e la mente. Non praticate mai la tecnica del respiro curativo fino al limite dello sforzo fisico. Se avete le vertigini o vi sentite stanchi, oppure il vostro cuore comincia a battere rapidamente, significa che avete protratto troppo a lungo l’esercizio, ed è meglio rilassarsi. La proporzione delle tre parti può essere misurata sia con il battito cardiaco (il quale può essere ritmato con il movimento delle dita senza contare), sia con un orologio. Ma i ritmi non dovrebbero essere mai contati mentalmente, poiché il contare mentre si medita porta al dissolvimento dei benefici effetti della meditazione. La ragione sta nel fatto che i processi logici legati al contare inibiscono i processi astratti della meditazione.

    Un ottimo metodo di misurazione delle proporzioni dei respiri è quello di mettere a fuoco la mente sul suono della inspirazione e dell’espirazione, creando così un sistema di misurazione basato su di un ritmo sonoro. Vari testi yogici riferiscono i differenti suoni della respirazione. Per esempio Gheranda Samhita riferisce:

    Entrando, il respiro, in ognuno, produce il suono «SAH» ed uscendo, il suono «HAM». Questi due suoni producono le potenti parole «SAHAM» (o «SOHAM», che significa «Io lo sono») oppure «HAMSA» (che significa «Grande Ciqno» o «Uccello dell’Anima»}. Ogni essere vivente esegue questa ripetizione, ma normalmente essa è inconscia. Questo sottile suono risuona in tre zone; nel centro sessuale (fra l’ano e l’organo sessuale), nel centro del cuore (il cuore), e nel centro del Terzo Occhio (appena sopra il punto di unione delle narici). Lo Yogi dovrebbe effettuare questa misurazione in modo cosciente, misurando e cambiando la durata dell’inspirazione concordemente alla ritenzione e l’espirazione.

    Un altro efficace metodo per misurare le proporzioni della respirazione potrebbe essere quello di formare una frase carica di significato e potenza come «lo sono circondato da un’aurea protettiva potente», usando la sua lunghezza come punto di riferimento mentre si figurerà questa aurea come una luce dorata che circonda l’intero corpo. Ugualmente, si potrà usare un Mantra o una parola potente ripetuta per ogni parte del ciclo respiratorio.

    Una passeggiata può essere anche un momento ideale per praticare e sviluppare il respiro curativo, poiché si possono usare i propri passi per misurare le proporzioni dell’inspirazione, ritenzione ed espirazione.

    La corretta pratica del respiro curativo e completo rinvigorisce e rivitalizza tutto il corpo. Anche la mente ne beneficia e può, con questa pratica, essere posta sotto un controllo cosciente. Secondo il Hathayoga Pradapika, «Quando il respiro è in movimento, anche la mente lo è; se il respiro è controllato, lo sarà anche la mente». Lo scopo di tutti gli esercizi di respirazione yogica è, in definitiva, il prolungamento delle ritenzioni, che porta all’acquisizione di poteri sovranormali e alla «distruzione» di tutto il Karma.

    Quando le forze vitali che sono nel corpo sono sottoposte alla guida della mente creativa, si avverte un effetto immediato nel centro sessuale. Improvvisamente vi sentirete crescere in energia e sensibilità. I sensi saranno in armonia tra loro e capaci di funzionare con maggiore efficacia. Ogni coppia che desideri provare l’estasi dell’amore tantrico dovrebbe innanzitutto sviluppare il respiro completo fino a che esso non diventi assolutamente normale. Poi dovrebbe essere sviluppato il respiro curativo, affinché i sottili e vitali canali del corpo possano essere purificati e rinforzati. Questo esercizio previene danneggiamenti fisici o emotivi che potrebbero essere causati dalla grande intensità e dagli alti livelli di energia dell’amore tantrico.

    Esercizio di respirazione a becco di corvo (Kaki Mudra) per rinfrescare il corpo ed eliminare i malanni. L’aria viene inalata lentamente attraverso la lingua arrotolata. Un altro nome di questo esercizio è shitali, che significa «freddo». Aiuta ad attivare il fegato e la milza, calma gli occhi e le orecchie e rinfresca l’intero sistema del corpo.

    Gli impulsi dell’aria vitale, della mente e dell’energia sessuale sono interdipendenti fra loro. Interrompendo il movimento di una di queste tre funzioni cessano anche le altre. Qui possiamo notare come il fluire del respiro sia intimamente legato alla funzione sessuale e ai sottili processi mentali, come il pensiero e l’immaginazione. Uno dei

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