Scopri milioni di eBook, audiolibri e tanto altro ancora con una prova gratuita

Solo $11.99/mese al termine del periodo di prova. Cancella quando vuoi.

Il Corpo Sottile: nella Tradizione Occidentale
Il Corpo Sottile: nella Tradizione Occidentale
Il Corpo Sottile: nella Tradizione Occidentale
E-book98 pagine1 ora

Il Corpo Sottile: nella Tradizione Occidentale

Valutazione: 0 su 5 stelle

()

Leggi anteprima

Info su questo ebook

L’idea che il corpo fisico dell’uomo sia, per così dire, la manifestazione esterna di un’incarnazione, invisibile,  
 sottile, della vita mentale è una convinzione molto antica.
Le congetture al riguardo variano ad ogni stadio di sviluppo della cultura, e differiscono all’interno di ciascun periodo.
Ma la concezione di fondo resiste invariabilmente,   accreditando la sua pretesa di rappresentare una delle convinzioni più tenaci dell’umanità in ogni epoca e sotto ogni clima.
 
Il corpo sottile dell’uomo appartiene all’ordine materiale, ma è di una natura più dinamica che non la sua struttura fisicamente sensibile.
Appartiene a ciò che è normalmente invisibile.
Questo libro è unico perché fornisce uno schema delle fonti classiche per la credenza in un Corpo Sottile.
È chiaro che questa convinzione non era un'invenzione degli spiritualisti del XIX secolo, ma ha una lunga storia che risale all'antica Grecia e oltre.
L'autore fornisce estratti di molti testi antichi a supporto della sua tesi.
LinguaItaliano
Data di uscita2 set 2020
ISBN9788869375613
Il Corpo Sottile: nella Tradizione Occidentale

Leggi altro di G.R.S. Mead

Correlato a Il Corpo Sottile

Ebook correlati

Corpo, mente e spirito per voi

Visualizza altri

Articoli correlati

Recensioni su Il Corpo Sottile

Valutazione: 0 su 5 stelle
0 valutazioni

0 valutazioni0 recensioni

Cosa ne pensi?

Tocca per valutare

La recensione deve contenere almeno 10 parole

    Anteprima del libro

    Il Corpo Sottile - G.R.S. Mead

    ​EPILOGO

    PROEMIO

    L’idea che il corpo fisico dell’uomo sia, per così dire, la manifestazione esterna di un’incarnazione, in­visibile, sottile, della vita mentale è una convinzione molto antica.

    Le congetture al riguardo variano ad ogni stadio di sviluppo della cultura, e differiscono all’interno di ciascun periodo. Ma la concezione di fondo resiste in­variabilmente, accreditando la sua pretesa di rappre­sentare una delle convinzioni più tenaci dell’umanità in ogni epoca e sotto ogni clima.

    È tuttavia un’abitudine generale del razionalismo scettico dei nostri giorni di scartare sommariamente que­sto tipo di credenze dell’antichità come sogni privi di fondamento di un’epoca pre-scientifica, e di scaricarle tutte indiscrimi- natamente nel mondezzaio delle super­stizioni cadute in discredito. Ma di questa particolare superstizione, oserei dire, non è giusto sbarazzarsi in un modo così sprezzante.

    Non soltanto gli acuti intelletti che l’hanno soste­nuta in passato ci dispongono a considerare favorevol­mente i loro argomenti di difesa, cioè che una verità di grande portata puntella questa credenza diffusa in tutto il mondo, ma io sono anche persuaso del fatto che quanto più profondamente la ricerca moderna pe­netra nelle regioni più recondite della biologia, della psico-fisologia e della psicologia, con tanto maggior prontezza la ragione sarà disposta ad accogliere be­nevolmente questa nozione come una fertile ipotesi di lavoro, al fine di coordinare un considerevole nu­mero di fenomeni mentali, vitali e fisici della perso­nalità umana che altrimenti gravano su di noi come un conglomerato confuso e inesplicabile.

    L’idea di un’incarnazione sottile appare mirabil­mente idonea a fornire un piano intermedio sul quale si possano far convergere in una vantaggiosa collaborazione quei punti di vista che al momento attuale si escludono vicendevolmente.

    Essa potrebbe rivelarsi, nella realtà concreta, pro­prio come quel terreno mediatore che sarebbe tanto necessario come base di riconciliazione tra i due modi dominanti di astrattezza, opposta e contraddittoria, che caratterizza la filosofia spiritualistica e quella materia­listica dei nostri giorni — e cioè tra il teorizzare troppo esclusivamente soggettivo dell’una e la speculazione troppo esclusivamente oggettiva dell’altra.

    I tempi sembrano veramente maturi per un fa­vorevole riesame di questa antica ipotesi. Già molti segni, infatti, indicano che gli indirizzi di pensiero più recenti, sia idealistici che realistici, abbiano cominciato ad avvicinarsi tra loro su di un certo numero di punti importanti.

    Da ogni parte si comincia a riconoscere il fatto che le attività fisiche, biologiche e psicologiche dell’uomo, in quanto realtà unitaria, sono così intimamente fuse che nessuna scelta arbitraria di alcuna di esse può for­nire una spiegazione soddisfacente circa la natura della totalità concreta che la personalità umana pre­senta.

    Il materialismo della vecchia maniera, che toccò la sua punta massima nella seconda metà del secolo scorso, è ormai caduto in generale discredito, se non è addirittura morto e sepolto. L’analisi sempre più articolata della materia sta rivelando orizzonti quasi sconfinati di possibilità finora inconcepibili chiuse nel grembo della natura, di forme di energia più sottili e potenti che potrebbero, tra non molto, esser messe al nostro servizio.

    È adesso generale convinzione negli ambienti scien­tifici che la concezione statica della materia, che un tempo regnava sovrana, non dia spiegazione di nulla. Si va scoprendo che la natura fisica è in tutto e per tutto dinamica, persino nel caso che il metodo di ri­cerca continui a insistere su di un’astrazione arbitra­ria della materia della nostra Grande Madre dalla sua vita e dal suo spirito.

    Perciò se molto di ciò che addurremo dalle testi­monianze del periodo più vivo del pensiero filosofico del mondo occidentale antico intorno alla natura dei- fi incarnazione sottile dell’uomo, sembrerà troppo ma­terialistico agli idealisti soggettivi e agli astrattivi, que­sti faranno bene a riflettere che abbiamo a trattare con qualcosa che si presenta invariabilmente come un’en­tità corporea, e non con l’anima vera e propria, e ancor meno con lo spirito, che l’alta filosofia sostiene essere entrambi delle realtà immateriali.

    Il corpo sottile dell’uomo appartiene all’ordine materiale, ma è di una natura più dinamica che non la sua struttura fisicamente sensibile. Appartiene a ciò che è normalmente invisibile. Ciò nondimeno, le concezioni più recenti della fisica moderna rappresen­tano un aiuto efficacissimo per spiegare le più illu­minate tra le nozioni antiche sull’argomento.

    Non ci occuperemo qui dei sogni ingenui dei pri­mitivi, che lo riguardarono rozzamente come una re­plica sottile del corpo materiale, come un diafano doppione della struttura più densa, quale appariva ai loro sensi fisici. Noi ci occuperemo delle opinioni di quei pensatori i quali ipotizzarono che la sua struttura fondamentale appartenesse alla natura di un sistema dinamico di energia, in un modo tutt’altro che estra­neo a quanto ci insegnano i risultati sempre più certi dell’analisi elettronica nell’esame delle infrastrutture di qualsiasi oggetto naturale.

    Benché al giorno d’oggi si abbia il vantaggio di po­ter basare questa antica ipotesi sui fatti concreti e di­mostrati di una ricerca scientifica esatta nel campo dei fenomeni fisici, dobbiamo, tuttavia, ammettere, per amor di giustizia, che non c’è nulla di così pro­fondamente originale nei concetti che ci vediamo co­stretti ad adottare nel tentativo di spiegare i fatti. Non sarebbe legittimo affermare che si tratti, in complesso, di novità fino ad oggi impensate nella sto­ria del pensiero umano. Poiché, e questo è un fatto che appartiene alla storia, troviamo che innumerevoli pen­satori nel passato erano convinti dell’esistenza di un ordine sottile della materia; per loro esso era, per così dire, super-fisico.

    È vero che essi giunsero alla loro ipotesi attraverso un procedimento più semplice, anche se si vuole, più ingenuo di quello impiegato nei nostri laboratori mo­derni.

    Essi vi giunsero attraverso l’analisi, libera da pre­giudizi, dell’esperienza della vita nel suo complesso, meditando sul fenomeno dei sogni e delle visioni come pure sui dati sensoriali puramente oggettivi, ragionando su ciò che accadeva loro senza alcuna esclusione arbi­traria di quanto non rientrasse nella percezione fisica manifesta.

    Essi giunsero alle loro conclusioni in una maniera che molti oggigiorno, nella loro supposta superiorità, amerebbero considerare non-scientifica. Pur tuttavia, mi sembra che con il loro sforzo essi siano giunti a delle conclusioni che meritano ancor oggi l’attenzione rispet­tosa delle persone libere da pregiudizi.

    La differenza sembra consistere nel fatto che quella che in passato era una speculazione determinata prin­cipalmente da considerazioni biologiche e psicologiche, è stata adesso incorporata, in qualche misura, nel dominio di una rigorosa osservazione fisica.

    Stiamo cominciando a renderci conto del fatto che tutte le nostre analisi, sottilmente condotte, di quelle astrazioni intellettuali dalla piena e concreta realtà della vita che noi classifichiamo con il nome di ordine fisico, biologico e psicologico di esistenza, sono ina­deguate, persino se prese nel loro complesso, a darci quella adeguata conoscenza di noi stessi e del nostro prossimo che desideriamo con tanto ardore.

    La vita e la concreta realtà del vivere rifiutano di cedere il loro segreto alle indagini dell’analisi intellet­tuale la più sottile. Nessuna somma degli elementi nei quali ingegnosità umana ha scomposto analiticamente la natura delle cose, e in misura molto minore la na­tura dell’uomo, potrà mai restituirci nella sua inte­rezza la realtà dalla quale eravamo partiti.

    Purtuttavia, ogni sforzo per esplorare più a fondo la natura dell’incarnazione della vita della mente ci dà appagamento, in quanto è un esercizio salutare della funzione razionale della

    Ti è piaciuta l'anteprima?
    Pagina 1 di 1