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Lo slang degli astronomi: Una piccola guida per comprendere il linguaggio degli astrofisici
Lo slang degli astronomi: Una piccola guida per comprendere il linguaggio degli astrofisici
Lo slang degli astronomi: Una piccola guida per comprendere il linguaggio degli astrofisici
E-book85 pagine47 minuti

Lo slang degli astronomi: Una piccola guida per comprendere il linguaggio degli astrofisici

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Info su questo ebook

Quando incontro nuove persone e dico loro che sono un’astrofisica, ottengo più o meno la stessa reazione. “Oh wow, che fico! Ma allora tu potresti spiegarmi quella cosa...”. E non mi dispiace nemmeno, visto che adoro raccontare di astronomia a chiunque voglia stare a sentirmi. Perché, inutile negarlo, ognuno di noi almeno una volta nella vita ha alzato lo sguardo verso quei puntini luminosi e ha iniziato a farsi domande. E quando c’è una nuova scoperta, così importante da finire addirittura nei telegiornali, si riaccende per un po’ l’interesse.
Ma se si prova ad andare un poco più a fondo, talvolta ci si imbatte in un problema banale e complesso al tempo stesso. Spesso gli astronomi usano tranquillamente dei termini che non sono proprio del lessico di tutti i giorni. O, peggio, dicono parole banali intendendole con un significato completamente diverso. Me ne rendo benissimo conto quando ne parlo in quegli ambienti informali. Per rispondere a una domanda sono spesso costretta a fare lunghe introduzioni su cose che magari centrano ben poco con la domanda ma che sono fondamentali per capire la risposta. O, mentre parlo, devo fermarmi per specificare alcuni termini. Perché per chi è dell’ambiente queste parole sono ovvie, sono il loro pane quotidiano, e vengono date per scontate. Ma la persona che si approccia all’astronomia solo per curiosità di sicuro non conosce tutti quei termini specifici.
Ecco perché ho pensato di creare una sorta di dizionario italiano-astronomichese. Per capire la conferenza di astronomia tenuta dal circolo del paese, o per leggere le didascalie delle foto pubblicate da NASA o ESA, o anche quel testo di astronomia rimasto sullo scaffale a prendere la polvere per anni.
Quello che troverete in questo libro copre tantissimi campi, dalla definizione delle distanze alla spiegazione su come si fanno le foto. Magari non tutto sarà interessante, ma nessuno vi dice nemmeno di leggere ogni capitolo. Potreste anche solo leggerne uno o due, quanto basta per poter fare la figura degli acculturati davanti agli amici. O per poter intavolare un discorso seduti a guardare le stelle con la persona che vi piace.
Insomma, quello che segue è un piccolo manuale per aiutarvi a capire meglio alcuni dei termini più basici dell’astronomia. Spero che possiate imparare qualcosa in modo divertente.
LinguaItaliano
Data di uscita9 set 2019
ISBN9788834182772
Lo slang degli astronomi: Una piccola guida per comprendere il linguaggio degli astrofisici

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    Anteprima del libro

    Lo slang degli astronomi - Alice Colzani

    all’autrice

    Introduzione

    Quando incontro nuove persone e dico loro che sono un’astrofisica, ottengo più o meno la stessa reazione. Oh wow, che fico! Ma allora tu potresti spiegarmi quella cosa…. E non mi dispiace nemmeno, visto che adoro raccontare di astronomia a chiunque voglia stare a sentirmi. Perché, inutile negarlo, ognuno di noi almeno una volta nella vita ha alzato lo sguardo verso quei puntini luminosi e ha iniziato a farsi domande. E quando c’è una nuova scoperta, così importante da finire addirittura nei telegiornali, si riaccende per un po’ l’interesse.

    Ma se si prova ad andare un poco più a fondo, talvolta ci si imbatte in un problema banale e complesso al tempo stesso. Spesso gli astronomi usano tranquillamente dei termini che non sono proprio del lessico di tutti i giorni. O, peggio, dicono parole banali intendendole con un significato completamente diverso. Me ne rendo benissimo conto quando ne parlo in quegli ambienti informali. Per rispondere a una domanda sono spesso costretta a fare lunghe introduzioni su cose che magari centrano ben poco con la domanda ma che sono fondamentali per capire la risposta. O, mentre parlo, devo fermarmi per specificare alcuni termini. Perché per chi è dell’ambiente queste parole sono ovvie, sono il loro pane quotidiano, e vengono date per scontate. Ma la persona che si approccia all’astronomia solo per curiosità di sicuro non conosce tutti quei termini specifici.

    Ecco perché ho pensato di creare una sorta di dizionario italiano-astronomichese. Per capire la conferenza di astronomia tenuta dal circolo del paese, o per leggere le didascalie delle foto pubblicate da NASA o ESA, o anche quel testo di astronomia rimasto sullo scaffale a prendere la polvere per anni.

    Quello che troverete in questo libro copre tantissimi campi, dalla definizione delle distanze alla spiegazione su come si fanno le foto. Magari non tutto sarà interessante, ma nessuno vi dice nemmeno di leggere ogni capitolo. Potreste anche solo leggerne uno o due, quanto basta per poter fare la figura degli acculturati davanti agli amici. O per poter intavolare un discorso seduti a guardare le stelle con la persona che vi piace.

    Insomma, quello che segue è un piccolo manuale per aiutarvi a capire meglio alcuni dei termini più basici dell’astronomia. Spero che possiate imparare qualcosa in modo divertente.

    Rotta di Kessel in 12 parsec

    Chiunque abbia visto Star Wars sa benissimo che il più grande orgoglio di Han Solo è stato percorrere la rotta di Kessel in 12 parsec. Ma detto così sembra che il parsec sia un’unità di tempo, come dire ho fatto Milano-Bologna in 2 ore. Niente di più sbagliato. Il parsec (pc) è un’unità di misura di distanze, fondamentale in astronomia. Ma la sua definizione è alquanto ingarbugliata, e ora cercherò di renderla semplice.

    Immaginiamo di trovarci su una stella molto lontana ma di essere comunque in grado di osservare il Sole e la Terra. Una sera decidiamo di segnarci la posizione della Terra rispetto al Sole. Ripetiamo la stessa operazione 6 mesi dopo. In questo lasso di tempo la Terra ha percorso un semicerchio attorno al Sole e potremo così definire il diametro dell’orbita. Ora misuriamo questo diametro, dividiamo per due per ottenere il raggio e convertiamo questo valore utilizzando i gradi, cioè l’unità di misura di un angolo. Se misuriamo 1 secondo d’arco preciso, cioè 1/60 di grado, allora ci troviamo a 1 parsec di distanza dalla Terra. La definizione ufficiale di parsec infatti è distanza da cui un osservatore vedrebbe la distanza Sole-Terra sottesa a un secondo d’arco. In figura 1, uno schema della definizione di parsec. Espresso in unità di misura comprensibili, 1 parsec è pari  a 3.19x10¹⁶ m. Per tornare alla citazione di Star Wars, non è che il Millennium Falcon è molto veloce, è solo che Han Solo ha trovato un tragitto più corto (3,83 x10¹⁷ m)  per arrivare a Kessel.

    Figura 1; crediti: Wikimedia Commons

    Il parsec è l’unità di misura più utilizzata in

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