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Le Frontiere della fisica e il futuro dell'universo
Le Frontiere della fisica e il futuro dell'universo
Le Frontiere della fisica e il futuro dell'universo
E-book416 pagine4 ore

Le Frontiere della fisica e il futuro dell'universo

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Info su questo ebook

Alcuni di noi si chiedono: come è l'universo in cui viviamo, da quanto tempo esiste e soprattutto quanto durerà ancora?
Molti invece preferiscono non pensarci tanto la risposta non esiste e comunque non interessa, ciò che ci circonda sembra esistere da sempre e non vale la pena di porsi queste domande.
L'uomo tuttavia si è sempre posto questi quesiti sin dall'antichità e tantissimi filosofi hanno riempito pagine e pagine di ipotesi sulla possibile fine del mondo. 
Oggi siamo riusciti a capire come l'universo si sia evoluto fino ai nostri giorni, ma restano oscuri i primissimi istanti della sua esistenza e soprattutto cosa poteva esserci prima della sua nascita, ammesso che ci fosse un prima. Non si conosce ancora come l'universo potrebbe evolvere in futuro,  come esso potrebbe terminare e cosa potrebbe esistere dopo la sua fine.
In questo scritto l'autore prova a dare alcune possibili risposte e, al fine di potersi agevolmente addentrare nelle complesse leggi che governano la genesi e l’evoluzione del cosmo, all’inizio di questo testo viene brevemente illustrata la teoria della relatività, quella dei quanti e le più recenti teorie delle stringhe e della gravità a loop.
LinguaItaliano
Data di uscita18 feb 2020
ISBN9788869632204
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    Le Frontiere della fisica e il futuro dell'universo - Fulvio Gagliardi

    Fulvio Gagliardi

    LE FRONTIERE DELLA FISICA

    E

    IL FUTURO DELL'UNIVERSO

    Elison Publishing

    Proprietà letteraria riservata

    © 2020 Elison Publishing

    www.elisonpublishing.com

    elisonpublishing@hotmail.com

    Tutti i diritti sono riservati. È vietata la riproduzione, anche parziale, con qualsiasi mezzo effettuata, compresa la fotocopia, anche a uso interno o didattico.

    Le richieste per l’utilizzo della presente opera o di parte di essa in un contesto che non sia la lettura privata devono essere inviate a:

    Elison Publishing

    ISBN 9788869632204

    COME È FATTO L'UNIVERSO?

    Esiste l'infinito, esiste il tempo? Oppure sono ingannevoli apparenze nel nostro esistere?

    Dedicato a quanti non basta ciò che appare

    Nota dell’autore

    Questo libro non è una esposizione scientifica da libro di testo, ma è per chi ama indagare il Creato e che vorrebbe avere una visione la più ampia possibile dei vari aspetti della realtà che ci circonda, aspetti spesso reconditi anche per studiosi della materia.

    L'amore verso la natura è la principale spinta ad indagare i misteri del Creato.

    Al fine di potersi agevolmente addentrare nelle complesse leggi che governano la genesi e l’evoluzione del cosmo, all’inizio di questo testo vengono brevemente illustrate le principali teorie della fisica, dalla teoria della relatività a quella dei quanti, fino alle più recenti teorie delle stringhe e della gravità a loop.

    Non mancano in questo lavoro idee nuove e originali dell’autore sulla materia oscura, sulla dipendenza dall’evolvere del tempo delle principali grandezze della meccanica quantistica e più in generale sulla futura evoluzione del cosmo.

    Viene inoltre colta l’occasione per accennare al rapporto tra scienza e fede, evidenziando come spesso si giunga a conclusioni analoghe attraverso percorsi di pensiero e di ricerca in apparenza completamente estranei tra loro.

    I

    Premessa

    La maggior parte di noi più di una volta si sarà chiesto come è fatto il mondo e quale è il fine ultimo dell'esistenza.

    Purtroppo buona parte di queste domande è destinata a rimanere senza risposta, probabilmente per molto tempo ancora.

    Per chi ha almeno un pizzico di curiosità sull’argomento esiste una ampia disponibilità di testi, alcuni scientifici, altri meno con ipotesi più o meno attendibili; nessuno di questi riesce però a penetrare appieno i misteri del mondo e molto spesso le ipotesi formulate risultano di difficile se non di impossibile verifica.

    Ad esempio si parla tanto di materia oscura e di energia oscura, argomenti ancora nascosti ad ogni tentativo di rivelarne la natura.

    L’esistenza dell’energia oscura è al momento solo un’intrigante ipotesi che cerca di spiegare alcuni comportamenti dell’universo apparentemente strani. Se esiste e da cosa essa è costituita è ancora un mistero e forse occorrerà del tempo prima che una accettabile teoria possa essere convalidata dalle osservazioni.

    La materia oscura invece è stata recentemente evidenziata osservando la deviazione della luce delle galassie attraverso le cosiddette lenti gravitazionali: la gravità della materia oscura devia infatti i raggi luminosi delle galassie né più né meno di come fa una grossa stella, o un buco nero.

    Si è giunti addirittura a calcolare quanta materia oscura passerebbe in ogni istante attraverso gli atomi del nostro corpo: delirio scientifico e ardito calcolo.

    Nei capitoli che seguono si è cercato di approfondire questi argomenti, sviluppando delle ipotesi che appaiono ragionevoli all'autore di questo lavoro pur mancando della necessaria condivisione da parte della comunità scientifica e ancor più di una convalida sperimentale.

    Nella esposizione che segue vengono sommariamente esposte le conoscenze scientifiche di base, già acclarate e confermate da ampi risultati sperimentali, quali ad esempio la teoria della relatività che molti a più riprese hanno tentato di smontare senza riuscirvi e la teoria quantistica della materia.

    II

    Teoria della relatività

    2.1 Relatività ristretta

    Per Einstein questo lavoro, elaborato intorno al 1915, fu il più difficile della sua carriera poiché bisognava far convergere concetti di geometria euclidea in uno spazio che poteva non esserlo.

    La relatività ristretta stabilisce l'uguaglianza di tutti i sistemi inerziali, lasciando fuori i sistemi accelerati, che presentano forze ben individuabili con un qualunque esperimento. Questo pone i sistemi inerziali su una posizione privilegiata, diversa rispetto ai non inerziali.

    In più la relatività ristretta mostra che lo spazio ed il tempo devono essere trattati insieme se si vogliono ottenere risultati coerenti.

    Il tempo così diventa una coordinata come le altre tre.

    In regioni dello spaziotempo a 4 dimensioni infinitamente piccole, per le quali è possibile un'accelerazione del sistema di coordinate in maniera da non indurre alcun campo gravitazionale, è valida la relatività ristretta.

    Ds² = − (dx1) ² − (dx2) ² − (dx3) ² + (dx4) ²

    Il valore del ds non dipende dal sistema di coordinate. Einstein introduce il concetto di coordinata temporale, che si aggiunge così ai tre assi spaziali del sistema cartesiano.

    Misurando lo spazio e il tempo, l'equazione consente di determinare la lunghezza dell'elemento lineare ds che congiunge due punti dello spazio-tempo infinitamente vicini.

    Nonostante si tratti di un termine quadratico, ds² può assumere valore negativo:

    se ds² < 0 l'elemento ha natura di uno spazio, viceversa se ds² > 0 l'elemento ha natura di un tempo.

    In definitiva non esiste una netta demarcazione fra spazio e tempo, ma esiste un continuum: esso è uno spazio o un tempo a seconda che l'elemento è più uno spazio o più un tempo in base alla componente che prevale.

    Facendo tendere a zero il ds, con la relatività ristretta si ricava la propagazione della luce.

    L'equazione che assegna un segno opposto alle coordinate spaziali e a quella temporale afferma che dove lo spazio si contrae il tempo si dilata (passa più lentamente) e viceversa dove lo spazio si dilata il tempo si contrae.

    La relatività ristretta si basa su due postulati che così si possono enunciare:

    - primo postulato (principio di relatività): tutte le leggi fisiche sono le stesse in tutti i sistemi di riferimento inerziali. Questo postulato sostanzialmente è un'estensione a tutte le leggi della natura del principio di relatività di Galileo.

    - secondo postulato (invarianza della luce): la velocità della luce nel vuoto ha lo stesso valore in tutti i sistemi di riferimento inerziali, indipendentemente dalla velocità dell’osservatore o dalla velocità della sorgente di luce, ed è pari a c = 2,988x10⁸m/sec.

    Da questa teoria emergono conseguenze prima impensabili, come ad es. due eventi che sono simultanei in un sistema di riferimento possono non esserlo in un altro e ancora a velocità relativistiche, cioè paragonabili a quelle della luce, si riscontra una dilatazione dei tempi, una contrazione delle lunghezze e un aumento della massa/energia degli oggetti.

    Simultaneità degli eventi.

    Due eventi si dicono simultanei se avvengono esattamente nello stesso istante di tempo, ma occorre specificare rispetto a quale osservatore i due eventi sono avvenuti nello stesso istante di tempo.

    Un osservatore può affermare che due eventi sono simultanei quando riceve da entrambi, nello stesso istante di tempo, un segnale. Immaginiamo che questo osservatore sia fermo e che un secondo osservatore che si muove di moto rettilineo uniforme rispetto al primo, spostandosi nella direzione del segnale di uno dei due eventi, si trovi in corrispondenza del primo osservatore nell'istante in cui, secondo quest'ultimo, vengono ricevuti entrambi i segnali. Negli istanti successivi l'osservatore in moto si troverà più vicino alla sorgente di uno dei due segnali e lo riceverà per primo, in quanto la luce ha una velocità finita e di conseguenza impiega meno tempo a coprire una distanza minore. Per l'osservatore in moto, dunque, i due segnali non sono scattati simultaneamente. Non ha importanza quale dei due osservatori sia in quiete e quale in moto rispetto all'altro, poiché il secondo postulato della relatività afferma che la velocità della luce ha lo stesso valore in tutti i sistemi di riferimento inerziali, sia che la sorgente sia in quiete sia che si muova di moto rettilineo uniforme. Si può quindi affermare che due eventi simultanei per un osservatore, possono non esserlo per un secondo osservatore.

    La relatività ristretta come già accennato in precedenza mostra che lo spazio e il tempo, almeno nell’universo che conosciamo e nel tempo attuale, devono essere trattati assieme se si vogliono ottenere risultati coerenti.

    Il tempo è una coordinata come le altre tre spaziali: siamo infatti nello spazio-tempo.

    Se qualcuno di voi vuole dare un appuntamento dirà dove e quando, fissando così un ben determinato spazio-tempo per incontrare l’altro.

    Lo spazio-tempo e l’energia sono dipendenti da quanto si è lontani dalla velocità della luce: più sono ad essa vicini più sono lontani dal valore che siamo abituati a vedere.

    Noi rispetto alla velocità della luce siamo praticamente fermi anche se qualcuno di voi, più astuto, potrebbe affermare che un ipotetico essere infinitesimo a cavalcioni di un fotone, ammesso che lo si possa fare, vedrebbe noi andare alla velocità della luce… ma si sa, tutto è relativo!

    Dunque lo spazio, il tempo e l’energia sono dipendenti dalla loro velocità rispetto a quella della luce.

    Dati due sistemi di riferimento inerziali O e O’, di coordinate rispettivamente x, y, z, e x’, y’, z’ con O’ in moto traslatorio rispetto a O nel verso positivo dell'asse x e con velocità costante v, le trasformazioni di Lorentz assumono la forma

    x' = (x-vt)/√(1-v²/c²)

    y’ = y

    z’ = z

    t’ = (t-vx/c²) /√(1-v²/c²)

    equazioni che collegano tra loro le due coordinate.

    e più in generale:

    Δt = Δto/√(1-(v/c) ²)

    E = m0 c² /√(1- (v/c) ²)

    L = Lo √(1-(v/c) ²)

    Ad esempio, tanto per capire un po’, quando la velocità è quasi uguale a quella della luce c il rapporto v/c diventa quasi uguale ad uno e il termine in parentesi diventa quasi zero. I valori dell’energia e della variazione del tempo tendono a diventare infiniti, mentre la lunghezza in direzione della velocità di avanzamento tende a diventare zero.

    È questo solo un asintoto in quanto i valori zero e infinito non hanno significato fisico. La lunghezza in direzione della velocità di avanzamento in realtà non raggiungerà mai il valore zero: in queste condizioni infinitesime la fisica relativistica va sostituita con quella quantistica e la lunghezza tenderà a quella di Plank, pari a 10-35 m, come meglio sarà descritto in seguito.

    La relatività ristretta giunge poi all’equivalenza tra massa e energia:

    E = mc²

    equazione che in parole povere dice che un chilogrammo di massa moltiplicato per il quadrato della velocità della luce nel vuoto (299.792.458 metri ogni secondo) fornisce una corrispondente energia misurata in Joule. Questa energia si estrarrebbe completamente dalla materia alla velocità della luce.

    A velocità inferiori la quantità di energia sarà inferiore:

    E = mγc²

    Dove γ = 1/(1-v²/c²) ½

    Tutto questo per dire che parlare di massa o di energia è la stessa cosa!

    2.2 Relatività generale

    La relatività generale estende i concetti di base della relatività ristretta ai sistemi di riferimento non inerziali, che sono a velocità non costante. Essa                 tiene conto sia della forza di gravitazione che dei sistemi accelerati che la relatività ristretta non considera. Il suo fondamento è l’assunto, noto come principio di equivalenza, che una accelerazione sia indistinguibile localmente dagli effetti di un campo gravitazionale e dunque che la massa inerziale sia equivalente alla massa gravitazionale.

    Per fare un esempio, se ci troviamo in un ascensore in caduta libera, ahimè speriamo mai, abbiamo la sensazione di essere senza peso; ma non appena per fortuna entra in azione il sistema frenante di emergenza a noi pare di essere spinti sul pavimento e quindi di avere un peso. Se l’ascensore è completamente chiuso e non si può vedere all’esterno non sapremo mai se la sensazione di peso sia dovuta alla decelerazione o piuttosto ad un campo gravitazionale.

    Da questi presupposti Einstein costruì una visione della realtà parallela a quella della legge d'inerzia: mentre in quel caso un corpo si muove non accelerato lungo una retta se non viene sottoposto a forze, in questo caso un corpo sottoposto alla sola gravità si muove lungo una traiettoria che nello spazio-tempo deformato corrisponde ad una retta.

    Per Einstein la causa del moto degli oggetti, in particolare di quelli sottoposti alla forza di gravità, non è una forza che agisce a distanza ma è la modifica della geometria dello spazio tempo nel quale si muove l'oggetto. Lo spazio-tempo nel quale l'oggetto si muove viene incurvato a causa della presenza di grandi masse e questa curvatura determina la traiettoria dell'oggetto. Questa rappresentazione viene definita Curvatura dello spazio tempo.

    La teoria afferma infatti che lo spazio tempo viene più o meno curvato dalla presenza di una massa.

    Un'altra massa più piccola si muove allora come effetto di tale curvatura, curvando a sua volta anche essa lo spazio tempo.

    Un corpo si muove nello spazio tempo sempre lungo una geodetica, allo stesso modo in cui nella meccanica classica un corpo non sottoposto a forze si muove lungo una retta. Se la struttura dello spazio-tempo in quel punto è piatta la geodetica è una retta, altrimenti assume forme diverse ma il corpo la segue comunque. In questo modo la gravità viene ad essere inglobata nella struttura dello spazio-tempo.

    Si precisa che tale curvatura è applicata non solo alle coordinate spaziali, ma anche a quella temporale.

    Non è soltanto la massa che è soggetta alla curvatura dello spazio-tempo, ma anche la luce la cui traiettoria viene deflessa da parte dei campi gravitazionali.

    Detta così la teoria della relatività è semplice ed intuitiva.

    Di seguito si riporta il principio di equivalenza in forma matematica:

                    Rµν - 1/2 R gµν +Λ gµν = (8πG/c⁴) Tµν.

    Rμν è il tensore di curvatura di Ricci,

    R è la curvatura scalare,

    gμν è il tensore metrico,

    Λ è la costante cosmologica,

    Tμν è il tensore energia impulso,

    c è la velocità della luce,

    G è la costante gravitazionale.

    Questa equazione di campo di Einstein verrà in seguito ripresa quando si tratterà dell’energia oscura.

    La relatività generale ha ricevuto numerose conferme sperimentali la più recente delle quali è data dal cosiddetto effetto lente gravitazionale, anche questo ripreso in seguito.

    La rappresentazione riportata nella figura è solo una schematizzazione per capire visivamente il fenomeno della deformazione dello spazio per la presenza di una massa, ma è rappresentata soltanto in un piano bidimensionale. In realtà dobbiamo tener presente che la deformazione dello spazio tempo avviene su tutto lo spazio che circonda la massa, quindi non possiamo rappresentare la massa sul fondo della cavità dello spazio tempo deformato. Dobbiamo immaginare che questa massa sia in realtà al centro della deformazione la quale pertanto non sarà un imbuto quanto piuttosto una zona di densità dello spazio tempo inferiore rispetto a quella all'infinito a monte. Come vedremo in seguito lo spazio tempo in realtà è costituito da un mare di energia, chiamata energia di punto zero, con una incessante comparsa ed annichilazione di particelle e antiparticelle. Queste sono in realtà energia di vibrazione con una loro ben determinata frequenza. La deformazione dello spazio tempo intorno ad un corpo materiale dotato di massa è costituita da una diminuzione della densità di energia e quindi da una diminuzione della frequenza di oscillazione delle particelle costituenti lo spazio tempo. Maggiori dettagli sono riportati nel seguito di questo libro.

    Nella gravità di Einstein il potenziale gravitazionale in un universo a 4 dimensioni si scrive come 1/r, mentre in un caso più generale di d dimensioni assume la forma 1/r(d-3).

    2.2.1 Coni di Minkowski

    - Spaziotempo e sua rappresentazione.

    La teoria della relatività generale, come già detto, afferma che lo spazio tempo viene più o meno curvato dalla presenza di una massa. Una massa agisce come una sfera pesante posta su una membrana di gomma incurvandone la trama. Un’altra massa più piccola si muoverà come effetto di tale curvatura pur influenzando e incurvando anche essa lo spazio tempo.

    Lo spazio tempo avente tre dimensioni spaziali, lunghezza, larghezza e altezza, e una temporale si chiama spazio tempo di Minkowski.

    Minkowski era un matematico tedesco che nel 1907 capì che la teoria della relatività ristretta (Einstein 1905) poteva essere meglio illustrata in uno spazio non euclideo, noto a quei tempi come spazio di Minkowski. La relatività speciale richiedeva la necessità di creare una struttura matematica diversa e quadridimensionale, comprensiva delle relazioni fra spazio e tempo.

    Lo spazio-tempo di Minkowski fornisce un semplice modello locale per la relatività ristretta, ma non è utilizzabile per descrivere l'universo nel suo complesso. Nello spazio di Minkowski spazio e tempo non sono entità separate ma connesse in uno spazio tempo a quattro dimensioni.

    Questa rappresentazione un po’ complicata può essere meglio capita se andiamo per passi-         Anzitutto l’equazione ds² = - dx²- dy²- dz²+dt² è quella che rappresenta lo spazio tempo che a seconda dei valori di ds può essere più spazio o più tempo, ossia se ds² è negativo ha natura di spazio, mentre se è positivo ha natura di tempo.

      L'equazione afferma che dove lo spazio si contrae il tempo si dilata e viceversa dove lo spazio si dilata il tempo si contrae.

    Vediamo di analizzare meglio il cono chiamato anche cono di Minkowski.

    Si può cominciare col dire che, visto che la massima velocità che può essere ipotizzata non può mai superare quella della luce, al massimo si può percorrere un anno luce in un anno di tempo.

    Per inciso un anno luce è la distanza percorsa dalla luce in un anno, distanza che nello spazio vuoto è pari alla velocità c moltiplicata per il numero di secondi che ci sono in un anno.

    Un anno luce in chilometri è uguale a c per 31 milioni e 536mila secondi, ossia essendo c uguale a 299.792,458 chilometri al secondo un anno luce è pari a novemilioniquattrocentocinquantamiladuecentocinquantacinque chilometri.

    "Niente male, vero?

    A che serve tutto questo?

    Serve a rappresentare in maniera un po’ più semplice il famoso cono di cui sopra che poniamo con il vertice all’origine delle tre coordinate spaziali e che ha il tempo come asse.

    Qualsiasi punto dello spazio tempo non può essere esterno a questo cono. Se si è fermi e il tempo non scorre, bellissima cosa purtroppo impossibile, il punto che rappresenta questa condizione si trova nel punto zero, all’origine degli assi. Purtroppo per noi, anche se stiamo fermi, il tempo ahimè scorre e questo è rappresentato da un qualsiasi punto sull’asse del cono, ordinata del diagramma per quelli che spero siano in molti ad aver studiato un po’ di geometria.

    Se poi ci muoviamo anche, visto che poverini non possiamo andare a grandi velocità rispetto a quella della luce, ci sposteremo su un asse che partendo dal punto di origine O si discosta pochissimo dall’asse del cono. Prendiamo l’astronave di Startrek e avviciniamoci alla velocità della luce: l’asse che percorriamo sarà sempre più inclinato fino ad essere a 45 gradi, ossia sulla superficie del cono allorquando raggiungiamo la velocità c.

    Di più non possiamo correre.

    Per quanto riguarda lo scorrere del nostro tempo dalle tre semplici formulette di prima si evince che il tempo si ferma quando siamo sulla superficie del cono, dove siamo alla velocità della luce, e aumenta man mano che ci spostiamo all’interno avvicinandoci all’asse verticale del cono. Questo lo chiamiamo tempo interno poiché è il nostro scorrere del tempo rispetto al tempo esterno, come visto da colui che non corre come noi e ci guarda stando fermo.

    Più si va veloci e più il tempo interno rallenta.

    Di questo ad esempio si deve tener conto nella trasmissione dei dati GPS, dati che hanno un tempo inferiore, anche se di pochissimo, a quello di noialtri che stiamo sulla superficie terrestre.

    Quanto detto finora è per un cono di Minkowski inserito in un sistema di tre coordinate spaziali e con l’asse del cono coincidente con l’asse verticale di tale sistema. Questo è il caso che possiamo considerare standard, ossia è quanto si riscontra nella quasi totalità delle situazioni.

    Ma il cono può anche inclinarsi e vedremo in seguito perché.

    Il caso più generale di una qualsiasi inclinazione del cono degli eventi è rappresentato dal più complicato disegno di prima. Questo cono prende il nome di cono degli eventi perché tutti gli eventi possibili devono fisicamente essere dentro il cono.

    2.2.2 Coni di Minkovski e gravità.

    La Relatività Generale analizza l’interazione gravitazionale correlando la distribuzione e il flusso di massa e energia nello Spazio Tempo con la geometria dello ST stesso. Nella R.G. si dimostra inoltre che anche la gravitazione influenza lo scorrere del tempo: più è forte la gravità, più il tempo rallenta.

    Tanto per capire questa cosa in un modo intuitivo supponiamo di stare appoggiati alla parete interna di un cilindro in rotazione come quelli delle giostre, dove a molti di noi verrebbe la nausea. Se questo è in forte rotazione a noi sembra di essere schiacciati sulla parete. Più forte è la rotazione, più noi andiamo veloci come velocità periferica. Secondo la relatività ristretta il nostro tempo dovrebbe rallentare (di pochissimo, in maniera inavvertibile vista la velocità lontanissima da quella della luce) e se poggiamo un metro sulla parete questo dovrebbe accorciarsi (anche questo di pochissimo). Se per ipotesi il cilindro è completamente chiuso e noi non vediamo l’esterno, spinti sulla parete dalla forza centrifuga non potremmo mai sapere se siamo in rotazione oppure se siamo attratti da un campo gravitazionale.

    Più aumenta questa sensazione di peso più il tempo rallenta.

    La gravità rallenta il tempo! Anche di questo deve tener conto il sistema GPS: i satelliti GPS sono più lontani dalla terra di quanto lo siamo noi e la gravità su di essi è un pò più bassa. Lo scorrere locale del tempo è rallentato dalla velocità orbitale di questi satelliti mentre è accelerato, rispetto al nostro scorrere del tempo, dalla minore gravità locale. Per una corretta informazione dei dati GPS è necessario pertanto correggere i dati che i satelliti ci trasmettono.

    I campi gravitazionali influenzano dunque lo scorrere del tempo e inoltre attraggono anche i raggi luminosi, come è stato ampiamente dimostrato e visto (lente gravitazionale).

    Ad esempio la luce che proviene dalle stelle se passa accanto al Sole viene leggermente deviata e noi vediamo la stella in una posizione appena un po’ spostata da quella che essa occupa realmente.

    La luce infatti ha natura sia ondulatoria che corpuscolare, il fotone, e per questo subisce l’effetto dei campi gravitazionali.

    Occorre però precisare che è stato dimostrato che il tempo impiegato dalla velocità della luce a percorrere una certa distanza varia con la radice quadrata della distanza percorsa di una quantità pari a 0,005 femtosecondi ogni m² di spazio vuoto.

    Δc = 0,005x10- 15 x √d

    essendo d la distanza percorsa in metri. Δc è la diminuzione di c quando essa giunge all’osservatore, a motivo del tratto di spazio percorso, ma non rappresenta la variazione di c al momento dell’emissione. Man mano che c diminuisce il fotone comincia ad acquisire massa, anche se infinitesima, e quindi subisce l'attrazione gravitazionale in maniera sempre più significativa lungo il proseguimento del suo percorso. Di questo occorre tener conto nella valutazione delle eventuali masse evidenziate dal red shift (spiegato nei capitoli successivi).

    Tutti i fenomeni e gli eventi che avvengono in natura, siano essi fisici, chimici e quindi anche biologici, su scala microscopica, meglio ancora infinitesimale, avvengono grazie allo scambio di informazioni tra le particelle elementari rispettando la fisica conosciuta che in questi casi è la meccanica quantistica. Lo scambio di informazioni tra una particella elementare e l’altra avviene tramite il vettore informazione che è la luce o comunque una radiazione ondulatoria.

    La luce è attratta dalla gravitazione e la sua traiettoria viene deviata. I fenomeni che sono alla base della fisica e della vita vengono anche essi alterati a seconda della deviazione che subisce il vettore informazione. Essi possono essere ritardati se non addirittura invertiti, lo scorrere del tempo potrebbe cambiare di segno e l’evento potrebbe precedere la sua causa.

    In un mondo siffatto tuttavia a chi abiterebbe in quel luogo apparirebbe tutto normale.

    Ad esempio se due particelle elementari A e B si scambiano una informazione in prossimità di un buco nero e del suo intenso campo gravitazionale, l’informazione della particella A potrebbe non raggiungere B perché deviata di 180 gradi verso il buco nero. L’onda ritardata dell’informazione potrebbe scomparire, mentre

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