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Vendere foto e video online
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E-book163 pagine2 ore

Vendere foto e video online

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Info su questo ebook

Vendendo le mie foto e i miei video online ho guadagnato decine di migliaia di euro. Per riuscirci, non ho usato i social network o chissà quale tecnica di marketing, ma i microstock: agenzie che forniscono registi, creatori di siti web, pubblicitari e chiunque sia disposto a pagare per utilizzare contenuti creati da altri.

 

Da appassionato di fotografia ho viaggiato per l'Europa con la reflex al collo, ripagandomi voli e hotel con le vendite delle mie immagini e dei miei filmati. Purtroppo non è stato facile, perché ho dovuto imparare quali soggetti vendevano di più, come descrivere i miei file per farli trovare dai clienti e come organizzare la produzione per essere più efficiente.

 

Mi sono talmente professionalizzato che alla fine ho potuto mollare il mio lavoro e iniziare a vivere la vita che volevo.

 

Per chi vuole iniziare oggi non serve nessun grande investimento: caricare contenuti nei siti di microstock è gratis e l'attrezzatura che si usa ha costi alla portata di tutti. Il vero problema è che bisogna creare quello che i compratori vogliono e non si tratta solo di una questione tecnica. Se non ci si fa aiutare da chi ha studiato il mercato, non si combina niente di buono.

 

I guadagni che ho ottenuto dimostrano che io sono proprio quella persona e le spiegazioni che do nel libro faranno la differenza tra il guadagnare spiccioli e aggiungere un secondo reddito che può migliorare la vita.

LinguaItaliano
Data di uscita23 dic 2020
ISBN9781393023036

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    Anteprima del libro

    Vendere foto e video online - Daniele Carrer

    VENDERE FOTO E VIDEO ONLINE

    DANIELE CARRER

    Sommario

    Cambiare la propria vita facendo quello che si ama

    In cosa consiste il microstock

    L'importanza di crearsi una rendita passiva

    Non è stata la scuola a insegnarmi le cose

    L'imprevisto da cui è nato tutto

    Roma 2008

    Io come Arnold Schwarzenegger

    Le invasioni barbariche

    Dal microstock agli altri business

    Il problema di essere fotografi

    Evitare gli errori per andare subito al dunque

    Russi e ucraini

    Il rapporto con gli altri produttori

    Gli errori che non farò più

    Il sindacato dei fotografi

    Le origini del male

    Il lavoro gratis

    L'approccio sbagliato

    I paesaggi

    Fotografare e riprendere il proprio viaggio

    Lo strumento della svolta

    Il segreto per guadagnare: le nicchie

    L'attenzione per i particolari

    Da produttore a venditore di microstock

    La fase due del business

    La mia agenzia di microstock

    Se è troppo facile significa che non esiste un profitto

    Il futuro del video e della fotografia

    Il mondo è nostro

    Cambiare la propria vita facendo quello che si ama

    Il microstock è un modello di business grazie al quale migliaia di fotografi e videomaker vendono immagini e filmati attraverso agenzie che forniscono registi, creatori di siti web, pubblicitari e chiunque sia disposto a pagare per arricchire i suoi progetti con contenuti creati da altri.

    Quest'attività mi ha permesso di guadagnare più di 100 mila euro e di cambiare le cose in meglio.

    Nel periodo in cui facevo il commesso, visitai mezza Europa con la reflex al collo, ripagandomi voli e hotel con i soldi incassati con le foto e i video che realizzavo in quei luoghi.

    Poi cambiai lavoro e fui stato assunto da un'altra azienda: per uno stipendio sopra la media accettai di fare qualcosa che mal sopportavo. Il microstock era l'unica soddisfazione professionale rimastami, visto che trascorrevo il resto del tempo tra colleghi impegnati a rovinarmi la vita e capi dal cui umore dipendeva la qualità delle mie giornate.

    Alla fine mi sono messo in proprio per fare le cose che avevo sempre voluto e, grazie a quello che la vendita di foto e video online mi aveva insegnato, ci sono riuscito.

    Sono sicuro che questa piccola storia ispirerà tanta gente. Molti, un secondo dopo averla sentita, saranno presi dal desiderio di ripetere quello che ho fatto e io, che ho sempre creduto nei progetti e guardato con diffidenza ai sogni, non posso che incitarli a seguire quel percorso.

    Da quando ho aperto stockfootage.it, ho conosciuto tantissime persone che, grazie alla passione per la fotografia, hanno guadagnato cifre che hanno migliorato la loro vita.

    Ho ascoltato le storie di chi, pur essendo un semplice amatore, ha portato a casa migliaia di euro vendendo qualcosa che, fino a poco tempo prima, avrebbe realizzato anche gratis o di chi, fotografo o videomaker per professione, è riuscito a costruire un portfolio di contenuti sfruttando i set realizzati per i servizi commissionati dai suoi clienti.

    Accanto a loro, però, ci sono centinaia di improvvisatori che non hanno combinato niente di buono e sono usciti di scena silenziosamente, pensando di essere incappati nell'ennesima perdita di tempo amplificata dal passaparola su internet.

    Questo accade perché una delle principali agenzie di microstock, Shutterstock, ha clienti che le permettono di pagare più di 100 milioni di euro di royalty l'anno, ma contemporaneamente più di 100 mila produttori a spartirsi quella torta.

    Se, oltre a creare foto e video impeccabili, non si dà a chi acquista un motivo per scegliere i contenuti che si producono, non sarà la fortuna a risolvere il problema che ne consegue. Se per decidere quale immagine scattare ci si fida del proprio intuito, anziché utilizzare gli strumenti digitali che, basandosi sui dati, stabiliscono quali soggetti cerca il mercato, il contatore delle vendite rimarrà a zero. Se per descrivere i contenuti che si caricano si impiega il triplo del tempo che si è passato a crearli, perché non si sa che esistono dei software in grado di fare quello stesso lavoro al posto nostro, alla fine si abbandona perché i guadagni non valgono la pena.

    Ne ho visti tanti di fotografi che hanno fatto di testa loro e alla fine, per colpa della delusione che ne è scaturita, hanno trovato un motivo in più per rintanarsi nei social network a incolpare gli altri di problemi che, studiando, avrebbero risolto.

    Ho scritto questo libro per dare a chi legge la possibilità di scegliere quale strada prendere.

    In cosa consiste il microstock

    Dagli anni 2000 gli appassionati di fotografia e video hanno iniziato a guadagnare caricando i loro lavori online. Contrariamente a quanto si può pensare, questo non è avvenuto grazie a YouTube, Instagram o altri social network che, a sentire la televisione, sono fabbriche di milionari a ciclo continuo, ma sui microstock, ovvero i siti di agenzie specializzate nel vendere contenuti (stock images e stock footage, tradotti in italiano: immagini stock e filmati stock) a produttori di opere multimediali.

    Nella maggior parte dei casi chi propone le proprie creazioni in quel mercato ricava somme modeste, ma esistono persone che, dopo essere riuscite a professionalizzare la loro attività, sono arrivate a guadagnare più soldi di un calciatore di serie A.

    Anche se l'uomo della strada non lo sa, il mondo è infatti pieno di contenuti comprati nei microstock.

    Se sulla homepage di booking.com trovate le immagini dei luoghi dove ultimamente avete cercato un hotel, non è perché i creatori del sito hanno mandato appositamente qualcuno a scattarle, ma perché sono state acquistate su Shutterstock, Adobe Stock o in altre piattaforme simili.

    Lo stesso discorso vale per una parte dei cartelloni pubblicitari affissi nelle strade, per i depliant informativi che vi lasciano nella cassetta della posta e anche per certe copertine di libri.

    In più, da diversi anni a questa parte, il mercato, che è partito proponendo fotografie, si è allargato ad altri tipi di contenuto, in particolar modo ai video (ma anche a musica, effetti sonori, disegni tridimensionali, ecc.).

    Quando in TV c'è un programma in cui si sente la voce fuori campo che parla di un argomento e si vedono delle immagini ambientate in diverse situazioni, è molto probabile che la produzione abbia acquistato in un microstock i filmati utilizzati per quel montaggio.

    Fare così conviene, perché è molto più veloce ed economico che crearli da zero.

    Girare, oltre a essere costoso, richiederebbe infatti l'organizzazione dell'uscita di una troupe, allungando l'intero processo realizzativo. Se invece si decide di rivolgersi alle agenzie che vendono stock footage è sufficiente collegarsi a internet, digitare una parola chiave, scegliere tra materiale di altissimo livello, pagare qualche decina di dollari a spezzone e scaricare tutto subito.

    Sapendo che esiste tale mercato, molti fotografi e videomaker hanno provato a sfruttarlo, venendo pagati con una percentuale che va dal 30 al 50% del prezzo di vendita all’utente finale.

    Col tempo, quindi, i produttori sono cambiati. Se prima solo gli studi con decine di dipendenti potevano ottenere buoni risultati, visto che erano gli unici a potersi permettere attrezzature molto costose, con l'abbassamento del costo di fotocamere e computer i principali fornitori delle agenzie sono diventati gli autori indipendenti, che meglio hanno saputo adattarsi al mercato.

    In Italia ci sono milioni di persone che possono vendere foto e video online, anche se non è per niente facile riuscire a farlo seriamente. Bisogna lavorare con una strategia, imparando ad utilizzare gli strumenti per metterla in pratica. Questi sono in parte i software che i bravi fotografi e videomaker già conoscono e in parte i servizi online creati specificamente per migliorare l'efficienza dei produttori di contenuti stock.

    So bene che il desiderio di tutti è guadagnare, e farlo con la propria passione è una di quelle cose che può cambiare la vita in meglio. Io però non sono qui a raccontare la favola che basta scattare qualche foto a caso per riuscirci o, lo dico ai professionisti, usare la propria qualità tecnica nella consapevolezza che questa sarà sufficiente a portare i soldi a casa.

    Anche se mi dispiace deludere chi legge, certifico invece che le statistiche a cui ho accesso e che condivido nel mio sito dimostrano che per generare un reddito serio con il microstock servono fame di imparare ogni giorno, pazienza e umiltà. Solo se si riesce a forgiare la propria strategia in questo presupposto alla fine i risultati ripagano degli sforzi. Ma non è un business per tutti.

    L'importanza di crearsi una rendita passiva

    La passione per la fotografia e il videomaking è il miglior punto di partenza per guadagnare con internet. Per spiegarvi perché, racconto la storia di stockfootage.it, il sito di divulgazione che ho lanciato grazie all'esperienza maturata con la vendita di foto e video online.

    Ad un certo punto del mio percorso professionale il microstock cominciava a starmi stretto, non tanto per i profitti, che erano già soddisfacenti, ma perché internet era talmente vasta che  considerarne un solo settore era limitante. Avevo capito che le mie competenze relative al web si erano talmente affinate da far sì che fosse un peccato non applicarle ad altri progetti.

    I due errori che evitai aprendo il sito furono:

    Tanti fotografi professionisti, quando scoprono le stock images, fanno proprio quei due sbagli:

    In realtà, costruire una strategia per farsi trovare da gente interessata a comprare il proprio prodotto è una delle principali difficoltà che bisogna superare per avere successo e l'assenza di risultati economici è il principale motivo di abbandono del proprio progetto.

    Per quanto riguarda il mio sito, non volevo diventasse il classico blog che inizia con le migliori aspettative e poi smette di essere aggiornato: a quel punto, tanto valeva concentrarmi su altro.

    La strategia per riuscirci prevedeva quindi di produrre una grande quantità di informazioni gratuite per dimostrare alle persone la padronanza di quello che insegnavo e parallelamente fornire lezioni a pagamento dove offrivo un percorso di apprendimento logico con la parte migliore della mia divulgazione.

    Purtroppo, però, i guadagni del mio video-corso, nei primi tempi non erano sufficienti a generare un incasso che da solo mi avrebbe permesso di lavorare a tempo pieno al sito. Le vendite di stock footage, però, sono una rendita passiva. In quel momento quindi, pur avendo sospeso la produzione per dedicarmi completamente all'insegnamento, ne ricavavo ogni mese un reddito che mi permetteva di lavorare ad altro.

    Grazie a quell'entrata riuscii a ingrandire il blog fino a raggiungere un pubblico che, dopo un paio d'anni, gli permise di autosostenersi.

    La strategia di vivere grazie alle royalty del microstock (o ai guadagni dei business automatizzati che ho lanciato in seguito) e in contemporanea lavorare a nuovi progetti, mi ha permesso di mettere in pratica tante idee. Alcune di queste hanno avuto successo, altre no, com'è naturale che succeda quando si crea un'impresa su internet.

    Se però non avessi avuto lo stock footage e le stock images a sostenermi, in un mondo in cui le banche non aiutano quelli come me, non avrei mai potuto ampliare le mie attività.

    Come in ogni business, anche nel microstock ci sono pregi e difetti. Da parte mia, non smetterò mai di sostenere che i primi sono di gran lunga superiori ai secondi. Purtroppo per i nuovi arrivati, però, l'altra faccia della medaglia della rendita passiva è che il più delle volte bisogna aspettare per ottenere delle vendite serie e, in una società che ci ha abituati ad avere tutto subito, gestire quell'attesa è quanto di più difficile esista.

    La soddisfazione che si ottiene quando qualcuno spende i propri soldi per utilizzare il contenuto che si è creato appaga solo nel primo periodo; a quell'euforia bisogna abbinare anche guadagni degni di nota, perché, se i risultati economici non arrivano, si finisce per lasciar perdere.

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