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Commercialista 4.0
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E-book235 pagine3 ore

Commercialista 4.0

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Info su questo ebook

I social sono davvero utili per i professionisti? Spesso si pensa che siano solo uno strumento per comunicare con gli amici o semplice intrattenimento. In realtà sono anche una vera e propria miniera d’oro in ambito professionale. Da quasi dieci anni, giornalmente, Massimiliano Allievi pubblica sui vari social network contenuti di approfondimento e aggiornamento fiscale dedicati soprattutto al mondo imprenditoriale digitale. Questo gli ha permesso di raggiungere milioni di persone in Italia, creare una community di oltre 200.000 persone e avere clienti in ogni parte d’Italia. In questo libro racconta la sua storia da “Commercialista 4.0” e spiega in modo completo e operativo quale possa essere una strategia di comunicazione social per professionisti, come studiare un piano editoriale efficace e come fare personal branding. Indica inoltre quali contenuti pubblicare, quale linguaggio utilizzare sui vari social network (TikTok, Instagram, YouTube, Facebook e LinkedIn) e come intercettare e fidelizzare potenziali nuovi clienti.

I social e il web sono i biglietti da visita digitali dei professionisti
LinguaItaliano
Data di uscita8 feb 2022
ISBN9788863459531
Commercialista 4.0

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    Anteprima del libro

    Commercialista 4.0 - Massimiliano Allievi

    Come si fa a iniziare?

    Personal branding efficace sui social

    «Dal 1° gennaio 2019 tutte le fatture emesse, a seguito di cessioni di beni e prestazioni di servizi effettuate tra soggetti residenti o stabiliti in Italia, potranno essere solo elettroniche».

    Milioni di Partite Iva si sono svegliate con questa notizia una mattina del 2018¹: mai più fattura classica e obbligo di fatturazione elettronica per tutti.

    Non proprio un cambiamento contabile di poco conto, te lo assicuro da commercialista che ha vissuto questo passaggio in prima linea e che ha fatto consulenze a decine di clienti e piccoli imprenditori all’inizio davvero disperati (ma soddisfatti oggi).

    Adottare la fatturazione elettronica significava, infatti, abbandonare dopo tantissimi anni il classico blocchetto delle fatture cartacee, che molti negozianti e artigiani tenevano nei cassetti delle loro botteghe o negozi, dotarsi di un software online specifico e soprattutto seguire un iter di compilazione e invio un po’ più rigido e complesso rispetto al precedente. Tutto questo in pochissimo tempo, dall’oggi al domani!

    Qual è stata la naturale conseguenza di questo cambio imminente e per certi versi epocale? Beh, semplice. Milioni e milioni di Partite Iva con mille dubbi in testa erano alla ricerca di informazioni e spiegazioni dettagliate per affrontare al meglio il passaggio!

    «Cosa significa fare le fatture in formato XML? Cos’è il Sistema di interscambio (SDI)? A chi devo inviare la fattura? Dove vedo se è andato tutto bene? Cosa succede se non mi arriva una fattura elettronica?»

    Queste erano solo alcune delle migliaia di domande che i clienti mi facevano tutti i giorni, e se mi hai seguito nel primo capitolo dovresti aver capito che cosa ho fatto non appena ho realizzato tutto ciò.

    Nonostante fossi ancora agli inizi, e quindi abbastanza impacciato, non ci ho pensato due volte, ho preso il mio cellulare, ho acceso due luci e via, davanti alla mia scrivania di Studio ho registrato un video dedicato al mondo social dal titolo:

    «La fatturazione elettronica: ecco cosa devi fare!»

    Nove minuti di informazioni dettagliate ma, allo stesso tempo, spiegate con un linguaggio semplice per permettere a tutti gli imprenditori in cerca di risposte di chiarire i loro dubbi.

    Avevo definito il mio target di pubblico prima di registrare il contenuto e l’obiettivo mi era quindi chiaro in testa: non dovevo creare un webinar² di fiscalità per addetti ai lavori e colleghi commercialisti bensì dare una guida pratica alle persone con Partita Iva e lavoratori autonomi.

    I risultati sono stati sorprendenti e inaspettati anche per me: oltre 230mila visualizzazioni nel giro di poco tempo, un watch time medio³ di quasi il 70% del video, tantissimi commenti e like.

    Il video è ancora disponibile sulla nostra pagina YouTube Studio Allievi – Dottori Commercialisti, se vuoi, vai a guardarlo poiché sono sicuro che ti sarà utile per iniziare a entrare in questo meccanismo. Da quel primo contenuto, benché ancora molto artigianale, puoi infatti già iniziare a comprendere tutti i concetti che abbiamo imbastito nel primo capitolo e che approfondiremo nelle prossime pagine.

    Al di là degli incredibili numeri raggiunti, dopo qualche giorno mi son subito reso conto di aver davvero centrato l’obiettivo e aiutato tanta gente tramite quel video. In poco tempo avevo risposto a tante domande, ricevuto tanti feedback positivi e messaggi di ringraziamento. Oltre a questo, il risultato più importante è stato probabilmente quello di essermi fatto conoscere ad un pubblico completamente nuovo, tanta gente aveva scoperto me e la mia professionalità tramite un video di YouTube.

    «Questo secondo te è un buon personal branding?»

    Io penso proprio di sì e vorrei partire proprio da questo video per spiegarti in dettaglio cosa vuol dire per un professionista fare personal branding sui social e come iniziare da zero questa attività.

    Partiamo dalla definizione teorica:

    «Il personal branding è un processo continuo di sviluppo e mantenimento della reputazione di un individuo, gruppo o organizzazione»

    Sicuramente utile ma Jeff Bezos⁵, fondatore di Amazon, ne ha creata una ancora più breve e concisa:

    «Branding è ciò che le persone dicono

    quando tu non sei nella stanza»

    Quanta verità nelle parole di uno degli imprenditori più di successo al mondo!

    Inutile girarci intorno, il personal branding è l’immagine che le persone vedono di te, l’insieme delle tue abilità, competenze e specializzazioni percepite dalla gente ed è quindi importantissimo.

    Riporto due esempi estremi di professionisti poco apprezzati per confermare l’importanza non solo di avere un personal branding, ma anche di fare in modo che sia positivo.

    Andresti mai da un dentista descritto da amici e conoscenti come un vero e proprio macellaio? Non penso proprio!

    Allo stesso modo, ti affideresti a un avvocato del quale non hai nessun feedback e che non sai bene se è esperto nella materia di cui hai bisogno? Difficile, se non vuoi rischiare di buttare tempo e soldi.

    Per ogni professionista è una priorità avere un buon personal brand, ovvero una buona reputazione, non solo sui social ovviamente, ma anche offline perché è l’unico modo per attrarre nuovi clienti.

    Sembrano concetti banali ma ti assicuro che vedo una marea di professionisti che sono ancora oggi completamente disinteressati all’argomento o che investono pochissimo nel miglioramento della propria immagine all’esterno. Questo è un errore gravissimo secondo me, soprattutto in un’ottica futura!

    Tieni presente il sorprendente risultato di una recente ricerca statistica americana⁶:

    «L’84% dei millennial⁷ non si fida più né delle pubblicità,

    né dei marchi»

    Numeri alti che dimostrano ancora una volta come l’approccio freddo e distaccato del marketing a pagamento funzionerà sempre meno se non c’è nulla dietro di autentico e reale!

    Allo stesso tempo, sempre secondo la medesima ricerca, i giovani sono molto più propensi, rispetto alle generazioni precedenti, a credere alle persone che sentono di conoscere e apprezzano tutti i giorni online.

    I nuovi adulti, quindi, si fidano e vanno nella direzione di chi percepiscono competente e specializzato, al di là dell’advertising che ricevono tutti i giorni.

    Questo vuol dire che tu, il tuo personal branding, le tue competenze e specializzazioni finirete inevitabilmente in una precisa posizione all’interno della mente degli utenti di internet. Sta a te e alla tua strategia decidere se, e soprattutto come, apparire agli occhi delle persone.

    Attenzione, questo non significa che devi crearti un personaggio completamente diverso dalla tua persona reale poiché seguendo questa linea il rischio è di diventare artificiosi e quindi non credibili; bisogna semplicemente essere sé stessi, mostrando le proprie competenze e doti professionali.

    Compresa l’importanza di avere un marchio personale, arriviamo al punto centrale del capitolo, ovvero:

    «Come si fa a fare personal branding efficace sui social?»

    Internet ha cambiato un po’ le regole del gioco da questo punto di vista, ma in fondo l’approccio è molto simile al networking tradizionale; non si tratta di un universo differente. L’unica vera differenza rispetto al mondo offline è il mezzo ovvero anziché faccia a faccia, scambiando i biglietti da visita, si fa personal branding online, postando contenuti di diverso formato sui social.

    È un modo di farsi conoscere più veloce, più duraturo e spesso anche più efficace secondo me.

    Iniziare è molto semplice, non bisogna sostenere importanti costi di start up: non serve, infatti, né una videocamera professionale – io stesso uso ancora il cellulare per la gran parte dei miei contenuti – né una sala di registrazione, né tantomeno un microfono da migliaia di euro. Niente di tutto questo è necessario per poter ottenere un buon risultato, almeno all’inizio.

    Non devi registrare un film,

    devi semplicemente farti conoscere

    Molti cadono in errore, sopraffatti dalla voglia di strafare: ho visto colleghi comprare subito, senza ancora aver messo un contenuto, attrezzatura video per migliaia di euro, magari consigliati da qualche amico o agenzia esterna, o noleggiare vere e proprie sale di registrazione. Tutto questo è superfluo, perché la gente cerca altro dai professionisti sul web, vuole sostanza più che forma.

    Il mio video sulla fatturazione elettronica, ad esempio, è stato registrato con un semplice cellulare, senza microfono e dalla scrivania dove lavoro tutti i giorni eppure ha fatto numeri incredibili. Probabilmente se avessi dovuto noleggiare una sala registrazioni, aspettare un tecnico disponibile per luci e microfono, avrei o desistito oppure perso l’attimo perché qualche collega l’avrebbe registrato prima di me.

    Tanto sono convinto che dovresti partire con la creazione di contenuti per il tuo personal branding domani stesso, tanto ti consiglio di essere leggero, flessibile e sempre pronto, senza avere una struttura organizzativa troppo complessa che rischia nella fase iniziale di limitarti e basta. Oltre a questo, come dicevamo prima, le persone sono primariamente interessate a ciò che dici e non alla scenografia che hai intorno o alle gradazioni di colore e suono che hai

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