Tormentata Anima
Di Sonia Perin
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Anteprima del libro
Tormentata Anima - Sonia Perin
info@youcanprint.it
Il tempo vissuto è andato altrove. Gli anni sono scivolati tra le mie dita lasciandosi dietro filamenti del mio vissuto. Vicende senza ritorno che continuano a fare male. La mia mente non si rassegna e non dimentica. Vuole ogni giorno tornare a rivivere il passato, con rabbia, nostalgia e dolore. Con la disperata voglia di cambiare ciò che è stato. Con l’inquieto andare del tempo sono diventata consapevole che i ricordi sono un bene da conservare. L’essenza del vissuto si è evaporata, ha lasciato un retrogusto amaro delle cose che non si possono cambiare. Nemmeno con la fantasia o ingannando i miei pensieri la mia vita sarà diversa. Non ho più vent’anni, con i capelli anche la mia mente si è imbiancata e nevica sempre sul mio star male. Continuo a sondare il mio passato in cerca di risposte che nessuno mi può dare. In questo strano giorno, che volge al termine, lotto per cancellare la mia voglia di sapere se in un altro modo la vita poteva andare. Il cielo all’orizzonte si veste di colori, non placa la mia ansia, il viola delle nuvole si scontra con il sole. Il riflesso del tramonto che si avvia verso la notte sembra deridere il mio sguardo. Sono pronta per un’altra lunga notte? I sogni arriveranno scombinati ad alimentare il mio tormento. Una vita ormai vissuta si presenterà contorta e sconosciuta. Non svelerà l’enigma del passato, il dolore si alimenterà di quello che è stato. Sarà poesia, prosa, ricordo. Un farneticare di cose raccolte nel tempo che è sfuggito alla mia presa. Un’autobiografia diversa, del mio vissuto andato via troppo in fretta, che non merita di essere scordato. Fatto di episodi che travolgono il presente, come una valanga che tutto copre e conserva nel gelo il mio cuore.
Nel sonno vedo il velo scuro del passato, che offusca ogni colore, senza lasciare sfumature nel risveglio reale. Con lo sguardo spento sfondo il buio in cerca di orizzonti. Troppo lontani giocano con me, non si lasciano vedere, facendomi soffrire. Sul vascello del futuro inverto la mia rotta, navigo in ostaggio del tempo e penso al mio passato. L’artiglio del destino si posa su di me ad imitar Caronte, che continua a navigare ignaro del tormento. Lotto per liberar la mente dalla fatale presa che non molla i miei pensieri. Temerario il mio tempo perso getta l’ancora, senza concedere spazi al reale. Legata a lui mi tiene ad arginar la fuga. Silenzi rimangono nel fondo, più nessuna speranza di ritrovare il mio perduto mondo. Di ritrovare la pace persa nel mio viaggiare a ritroso nei pensieri. Ora tutto tace, dorme la mia mente andando alla deriva di questo grande mare che nulla mi può dare.
Pazza mente che insegue il passato, ripercorre insistente le ansie vissute ripetendo parole e pensieri, in un corrersi intorno, senza sbocco finale. Torna sempre all’indietro evitando il presente. Alloggia perenne dentro la testa che pesa e si incrina sotto il duro pensare. Non vuole la luce, del nero profondo si nutre. Prigioniera mi tiene nel suo continuo ripetersi, urlando esaurita le solite cose. Solo l’oscuro passato vuol farmi vedere, di ricordi inquietanti farmi soffrire. Ed il respiro si ferma, bloccato da un assurdo terrore per quello che preme e vuole la luce. Per ferite costanti senza un’ombra di pace.
Figlia mia
Il tuo ricordo abbraccia il mio corpo.
Mi invade il palato
come miele spalmato di fresco.
Accarezza la mia solitudine
con le tue mani sulle mie gote,
in cerca di lacrime
che fioriscono come le rose.
Tu ci sei stata
in un tempo passato.
Sfidavi la vita in cerca di amore,
guardavi al futuro
gonfiandoti il cuore di gioia e dolore.
Per mano mi hai presa
verso l’ultimo viaggio.
Mi sono persa
dentro il tuo sguardo,
due pezzi di cielo
che si stavan chiudendo.
La tua bocca si è aperta
in una muta domanda.
Nessuna risposta potevo donarti,
sei caduta tra le mie braccia,
bocciolo di rosa bloccato dal tempo.
Non saresti fiorita nei giorni di maggio,
per sempre bambina
ti ho tenuta nel cuore.
Le mie mani ora stringono il nulla.
Nella mia mente sei sempre padrona,
dei pensieri più dolci,
della vita che dona e poi toglie.
Se grido il tuo nome mi sento stonata.
Solo un eco risponde alla mia invocazione.
Ritorna bambina!
Urlo in silenzio.
Nell’aria ti vedo sfocata,
nel mio desiderio rinasci alla vita.
Come farfalla mi vieni vicina,
allungo la mano in una carezza.
Fermati amore! Grida la mente.
Ti insegue la mia voce di mamma.
Sei già lontana e mai più ritorni.
Anima
Accompagnami ancora
sul sentiero segnato,
a cercare la fine
di questo karma sbagliato.
Unite in un viaggio ideale
andiamo vagando
verso un destino
che ha fatto sparire
persone che ho amato.
Accompagnami ancora,
per ritrovare gioielli,
che gli anni mi hanno rubato,
facendomi vivere
in un eterno rimpianto.
Segui il mio passo,
verso una fine scontata,
dove potrò ritrovare la pace,
e gli amori perduti.
Verso le mani
che mi stanno cercando,
aspettando il mio arrivo,
in quel mondo fatato.
Dove tutto è possibile
ma nulla è scontato.
Lontana è andata la luce dei miei occhi. Sorvolando lande desolate ha scavalcato argini bruciati e secche praterie. Legata al suo destino mi ha tenuto, facendomi sfiorare l’impossibile stretta alla mia mano si è tenuta. Un’idea di me voleva come compagna del suo viaggio, per non dimenticare il mio calore e spingersi a sognare sapendo bene che da quella mèta non si può tornare. E il vento soffia forte, cerca di staccarci, non ci lascia proseguire. Crudele lotta di potere che non si vince nemmeno con l’amore. Mi sei sfuggita, ti vedo in lontananza resti appesa al filo, di una tenue speranza, che non si può tagliare. Senza appigli a cui tenerci continuiamo con il cuore, sognando il giorno che potrai tornare.
Barbara
Un refolo di vento mi fa rabbrividire nel caldo del mattino. Subito è seguito dal ricordo di un giorno al mare. Di voi bambini, delle passeggiate sulla spiaggia e le risate allegre piene di vita con la voglia di giocare. Le conchiglie nei secchielli, i granchi che fuggivano nell’acqua e il profumo di salsedine che riempiva l’aria. Ho fatto tante fotografie nei giorni del passato, tante, una scatola piena, e quando trovo il coraggio di guardarle mi bucano l’anima con il rimpianto di quello che poteva essere e non è stato. La mia vita è stata una dura camminata su irti sentieri che mi hanno ferita lacerandomi l’anima e i piedi. Rendendo insicuro il sentiero che dovevo solcare. Un tempo sono stata giovane, incosciente, sfidavo il mondo sicura che la costanza poteva vincere. Invece le avversità mi hanno vinta, lasciandomi ferita, beffandosi di me, scavando solchi nella mia anima, dove inciampo ogni volta che vago nel passato. Ci ricasco sempre, ricado nei ricordi. Accendo un’altra sigaretta seduta sui gradini della soglia di questa casa che ha accolto la mia fuga. Poi ricordo che il fumo ti fa male e ti sento adagiata sul mio fianco. «Mi avevi fatto una