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Accendi i miei Sogni
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E-book143 pagine2 ore

Accendi i miei Sogni

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Info su questo ebook

Daniele si trova in un momento difficile della vita:

colmo di scelte forzate e di cambiamenti imminenti che lo trascinano dentro a un dolore profondo e quasi insopportabile.

Sara

è una ragazza piena di vita. Sorride sempre, affronta qualsiasi

situazione con forza coraggio e speranza. Ha imparato ad amarsi e ad

amare.

Due storie apparentemente diverse, ma che

inconsapevolmente sono legate dal filo rosso del destino, il quale li

condurrà a scoprirsi completamente, ma l'ombra del passato è ancora

presente e questo potrebbe mettere a rischio il loro rapporto.
LinguaItaliano
Data di uscita6 ott 2021
ISBN9791220353489
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    Anteprima del libro

    Accendi i miei Sogni - Mario D'Onofrio

    1

    Incontri

    Sara

    Ci sono persone che incontri e, per uno strano gioco del destino, non le vedi. Sono lì con te, ma il tuo sguardo è rivolto altrove. Oppure, come nel mio caso, le noti ma non hai il coraggio di avvicinarle. Quando sei come me, insicura e timorosa degli altri e incontri un’anima tanto bella e perfetta, ne hai quasi paura. Così la eviti, credendo di non poterne essere all’altezza.

    Quindi cerchi di trovarne altre che siano uguali a te o peggiori. Sì, peggiori. Perché, quando non ti ami, pensi di meritare il peggio e, con il passare degli anni, non fai altro che farti distruggere da loro, fino ad annullarti. Completamente.

    Che sia Dio, il destino, il karma o il filo rosso che lega due persone ancor prima che vengano messe al mondo, sta di fatto che per quanto tu possa evitare un’anima, quella ritorna da te.

    Può capitare che lo faccia convinta di poter prendere da te qualcosa di materiale, ma poi succede che, senza programmarlo e nella forma più naturale possibile, accenda i tuoi sogni e il tuo cuore.

    Non ti dà la luce, non te la regala, ma semplicemente te l’accende di nuovo e perché no? Ti aiuta a mantenerla costantemente viva, qualunque cosa accada.

    Lui è arrivato in un periodo di equilibrio e di serenità, ma anche in un momento dove tutto era nuovamente in discussione, in cui il cuore e i sogni erano in letargo, in attesa di una primavera che avevo perso la speranza di ritrovare. Si è presentato alla mia porta in pieno inverno, con il suo dolore che ho sentito entrarmi nel petto, come se fosse mio, tanto da piangere con lui, ma quello che ho sentito dopo è stato tutt’altro che dolore!

    Poi, dicono che le persone non contino nulla nella nostra vita… Invece sono importanti, anche quando non lo sanno, anche quando le eviti, anche quando le strade si separano e, nel mentre, si barcolla dentro una tempesta che credi non ti porti nulla di buono e che magari non è nemmeno la tua: ti ci hanno buttato dentro con violenza, con egoismo e con opportunismo che hai scambiato per amore e passione.

    2

    Lettera al passato

    Daniele

    Giugno 2019

    "Sai Sofia, mi dispiace veramente tanto per come è finita tra noi. Posso solo immaginare quello che stai provando, adesso, sola in quella casa dove abbiamo vissuto così tanto tempo e con tutti quei ricordi incollati alle pareti, che non andranno via tanto facilmente.

    Abbiamo lasciato andare tanto e troppe volte, non abbiamo affrontato i problemi. Li mettevamo da parte, pensando che non fossero importanti, ignari di quello che invece sarebbe potuto accadere.

    Noi, sognatori, pensiamo che l’amore sia abbastanza per riuscire a superare tutto. Invece, alcune volte non basta.

    Gli sbagli, così, si sono accumulati, come polvere sotto un letto che, se non pulisci mai, finisce per soffocarti.

    Ogni errore era un graffio e, senza rendercene conto, ci siamo fatti male. Molto, forse più del necessario.

    Comprendo il tuo stato d’animo e non vorrei saperti così: pensierosa e triste.

    Del resto, so come ci si sente, perché lo sono stato anche io nell’ultimo periodo. Solo che non ho reagito, mi sono lasciato andare, mi sono arreso, non ho fatto niente. Sono solo stato a guardare.

    Tu, con quel tuo carattere forte e tutte le volte sulla difensiva, mi hai strappato la sensibilità, fino a farla scomparire quasi del tutto.

    Mi sono perso, in un buio senza uscita. Ho pianto, tanto, ma mai con te o per te. Lo facevo sempre davanti a un video di un cane abbandonato, uno spot carino, un film romantico dove l’amore trionfa ogni volta.

    Poi, i miei pensieri tornavano a te, alla nostra vita insieme, a cosa avevamo costruito, a quello che stavamo costruendo, a quello che potevamo costruire e, quando cercavo di soffermarmici sopra, non riuscivo a trovare più cose belle e positive.

    Anzi, invece di aver costruito qualcosa, a me sembrava avessimo distrutto quello che avevamo già singolarmente: una guerra ricca di battaglie continue, in cui a volte davamo la colpa agli altri, chiedendoci perché e chi fosse contro di noi.

    Al centro di quel quadro sbiadito abbiamo messo i problemi degli altri.

    Sono stato molto male negli ultimi tempi e tu spesso nemmeno te ne sei accorta. Come se io fossi diventato un oggetto di arredamento dentro quella casa. Un estraneo, quasi.

    Non mi sono sentito più amato. Ma lo sai cosa si prova? Ti manca il respiro, soprattutto quando la tua unica ragione di vita ti lascia andare così, nell’indifferenza.

    Ogni mia scelta era un errore, qualunque ne fosse stato il risultato.

    Nel momento più fragile della mia vita, davo per scontato di averti accanto; avrei voluto tirare fuori il ‘Daniele’ ottimista e positivo, invece mi sono lasciato trascinare. Ho assorbito tutti i tuoi aspetti negativi: mi lamentavo di tutto e di tutti, mi buttavo giù, ho spento la speranza. In qualsiasi aspetto della mia vita. Anche la nostra.

    Mi sono perso dentro un labirinto senza uscita. Certe cose ti segnano. Non ti fanno più sentire la persona che eri e diventi debole.

    Mi sono arreso davanti alla nostra guerra e sono finito a terra.

    Mi sono piegato davanti alle vicissitudini che invece avrei dovuto affrontare di petto, ma era difficile contrastare quel carattere forte che ha divorato il mio, troppo sensibile.

    Quella casa era vuota, non c’era più nulla di noi, ero solo: lontano dalla mia famiglia che amo immensamente e che non mi ha mai fatto mancare niente, rispettandomi sempre.

    Non ce l’ho fatta: è crollato tutto, salute compresa ed è stato lì che ho avuto un momento di lucidità e ho raccolto le poche forze che mi restavano per arrivare a questa scelta: sofferta e pesante come un macigno e che ancora oggi mi consuma.

    Ho incessantemente creduto che, in questi casi, l’amore potesse in qualche modo trionfare, ma quando non stai bene e forse non ti ami abbastanza, ce la può fare?

    Mi conosco bene e so che, prima o poi, fatto uno sbaglio ne faccio un altro fino a che, alla fine, esce sempre quello che sei davvero ed è incontrollabile, al di là di quello che pensi o sei convinto di sapere, prendi delle decisioni.

    Così, sono arrivato a scappare da quella che, per me, una volta era ‘casa’: un posto tutto nostro dove sono stato bene, rilassato come non mai, appagato, spensierato, sereno, ma l’amore che avevo per te non è bastato a ricostruire e ad andare avanti.

    Ora ho perso ogni certezza: non so se ti amo, né cosa voglio e come affrontare i prossimi step della mia vita.

    Ho bisogno di serenità, di recuperare la parte buona di me e anche di tanto amore. Cose che vedo lontane adesso, quasi irraggiungibili. In momenti così bui della nostra esistenza, come si fa a ritrovare la luce?

    Ora sono qui, nella mia vecchia camera. In cerca di me stesso. Provo a scavare nella mia interiorità per trovare la parte migliore, quella che mi rendeva sereno e mi faceva stare bene. Non è facile, però. Non lo è affatto, perché anche qui ho ricordi di te, di noi. Quelli belli, soprattutto, mi tengono agganciato a questo dolore. A volte troppo, troppo pesante per me.

    Una notte dormo perché mi stanco di pensare e finisco con lo svenire sul letto. L’altra, invece, non chiudo occhio e mi martello il cervello, in cerca di risposte che, per lo più, mi conducono alle mie colpe. Forse, ho sbagliato tutto.

    Certe giornate decido di tenermi impegnato per non pensare, altre, invece, quando sono solo, le trascorro a riflettere. L’unica cosa certa, ora, è che non sento il bisogno di tornare indietro.

    Le lacrime scendono, incessanti, ma la corda è stata in tiro per troppo tempo e ora non solo si è sgretolata, si è completamente spezzata sotto tutte le tempeste che abbiamo creato.

    Sì, parte della colpa me la prendo io. Alcune burrasche sono nate da me, ma non mi sono mai appartenute. Non fanno parte del mio modo di essere. Non mi riconoscevo più, sembravo un’altra persona. Una di quelle che ho sempre odiato. Non auguro a nessuno di sentirsi così, così straziato, così privo di identità, così inutile e poco amato, così… fuori posto.

    Ho il cuore distrutto, completamente. Ho perso la mia stima, ma come ho fatto a non fare nulla? A starmene lì, senza agire e reagire?

    Spero di riprendermi, lo spero anche per te. La vita è breve ed è anche bella, solo che noi siamo così egocentrici e attaccati alla frenesia quotidiana che la distruggiamo. Con le nostre stesse mani.

    Non posso che augurarti quello che spero per me, tu che mi hai comunque voluto bene ininterrottamente.

    Quello che c’è intorno a noi non risplende più e non è quello che abbiamo immaginato e che forse volevamo.

    Abbiamo bisogno di ritornare a vivere con più serenità e non sono molto sicuro che stare insieme ci aiuti.

    Però, una cosa la voglio dire: non abbiamo perso tempo. Ci siamo amati e ci siamo voluti bene e questo non è mai uno spreco.

    Tu che sai sempre trovare le parole, adesso, sei attaccata più alle abitudini che ci siamo creati e che però hanno dato vita a questo vuoto dentro di me. Parole non più adatte a crescere insieme e vivere la nostra vita con serenità.

    Al momento, non ho altro da dire, ti chiedo però di reagire in qualche modo: non isolarti, fatti aiutare dai tuoi genitori, dagli amici che reputi giusti, togli le foto, crea il tuo spazio vitale per stare serena, lì dentro, perché puoi se vuoi, hai tutto il tempo per farti una vita senza di me, che non sono riuscito a farti capire che stavamo sbagliando, sprofondando insieme.

    Ti prego, non ti abbattere. Non distruggerti l’anima.

    La colpa è di entrambi o forse non ce n’è nessuna.

    La nostra storia, purtroppo, non ci ha dato negli ultimi tempi quella gratificazione che ci meritiamo tutti e due e questo è un dato di fatto. Quindi, comincia di nuovo a vivere.

    Ti vorrei felice, anche se non

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