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Che cos'è la politica?: Dialoghi con Alessandro Biral
Sulla politica
La felicità: Lezioni su Platone e Nietzsche
Serie di e-book9 titoli

Dialoghi Filosofici

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Info su questa serie

Non basta parlare come un bambino attraverso belle immagini per aver spirito d’infanzia: i bambini sono altro, sono le persone più serie che io conosca! Non basta essere bambini per avere spirito d’infanzia, senz’altro essere bambini aiuta, soprattutto se si è bambini a cui è stato insegnato il minimo necessario, a cui è stato lasciato il maggiore spazio possibile per esprimere e questo accade, secondo me, se gli adulti che stanno intorno ai bambini sono dei buoni ascoltatori; insomma, come diceva Giorgio Gaber in una sua canzone, “non insegnate ai bambini”; ma vi sono anche dei bambini a cui piace ascoltarsi che diventano in modo prematuro schiavi delle proprie idee e incapaci di ascoltare! Trovo vi siano troppe persone fatte in questo modo, schiave dei propri pensieri e che magari intellettualmente e magari in buona fede intrappolano le parole nella rete delle loro immagini – immagini confuse, ma attraenti – ma mai, i veri bambini usano il linguaggio della seduzione, sono, invece, così profondi nelle loro inattese profondità! Capita spesso di incontrare delle persone assertive in modo da apparire uomini o donne sicuri di sé: dubito di queste persone perché penso che proprio l’insicurezza faccia la differenza tra schiavitù e la libertà. Lo schiavo è un uomo sicuro che ha già tutto predisposto dagli altri, che fa delle proprie idee un baluardo da cui non arretra; l’uomo libero, invece, è insicuro perché di volta in volta in mezzo alle sue contraddizioni vuole trovare il punto del suo vivere. Mi chiedo allora che tipo d’uomo sono io che cerco parole che scaturiscono dal silenzio...
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LinguaItaliano
EditoreIl Prato
Data di uscita14 giu 2017
Che cos'è la politica?: Dialoghi con Alessandro Biral
Sulla politica
La felicità: Lezioni su Platone e Nietzsche

Titoli di questa serie (9)

  • La felicità: Lezioni su Platone e Nietzsche

    2

    La felicità: Lezioni su Platone e Nietzsche
    La felicità: Lezioni su Platone e Nietzsche

    Il testo è una sorta di diario dell’ultimo corso universitario tenuto dall’autore, prima della malattia, nell’anno accademico 1995-96, presso la Facoltà di Filosofia di Venezia. Sono lezioni dedicate al confronto tra Platone e Nietzsche, dove Biral si propone di svelare la profonda affinità dei due con dissertazioni particolarmente dense di osservazioni e spunti, legati assieme da una penetrante chiave di lettura complessiva; come scrive Lorenzo Morri, curatore del volume, “il contenuto risulta da un corpo a corpo con i testi platonici e nietzscheani …[queste lezioni] raccontano di un Platone e di un Nietzsche che nei libri non si trovano, perché il consuonare con loro dell’anima che qui li legge e commenta li libera dalle gabbie di una filosofia storicizzata e ridotta a disciplina accademica”.

  • Che cos'è la politica?: Dialoghi con Alessandro Biral

    3

    Che cos'è la politica?: Dialoghi con Alessandro Biral
    Che cos'è la politica?: Dialoghi con Alessandro Biral

    Il 21 dicembre 1996 è scomparso Alessandro Biral. A dieci anni dalla sua morte il gruppo di amici e di allievi riuniti nell’Associazione “Alessandro Biral” ha preparato questo volume nel quale ha raccolto testimonianze di amici, di colleghi, di allievi, nonche di quelle sensibilità che hanno saputo avvicinarsi a lui attraverso i suoi scritti. Il tema di fondo è costituito dalla domanda «che cos’è la politica», che ha indubbiamente segnato il cammino di vita e di ricerca di Alessandro Biral. Alla fine del volume vengono presentati due testi inediti di Biral.

  • Sulla politica

    1

    Sulla politica
    Sulla politica

    Il volume raccoglie due interventi dell’autore, il primo, La filosofia politica come critica del moderno: Strauss, Voegelin, Arendt, è la trascrizione delle lezioni tenute da Alessandro Biral il 4 e 5 marzo 1991 nell’ambito di un corso di aggiornamento per insegnanti. Il secondo, Conferenza sulla politica, è il testo di una conferenza tenuta dall’autore nella primavera del 1993 a Desenzano sul Garda.

  • La società senza governo - VOLUME SECONDO - 1985-86: Lezioni sulla rivoluzione francese

    5

    La società senza governo - VOLUME SECONDO - 1985-86: Lezioni sulla rivoluzione francese
    La società senza governo - VOLUME SECONDO - 1985-86: Lezioni sulla rivoluzione francese

    I due volumi sono il frutto della trascrizione delle lezioni tenute da Alessandro Biral sulla Rivoluzione Francese, il curatore si è attenuto il più fedelmente possibile al parlato, limitandosi solamente all’eliminazione di alcuni intercalari e a minimi interventi correttivi, soltanto quando la lettura avrebbe altrimenti rischiato di apparire poco comprensibile. Il testo che ne è risultato presenta quindi quelle ripetizioni, imprecisioni sintattiche e grammaticali,  che sono tipiche del linguaggio parlato. Per questo, risulta ad un tempo più facile, ma anche più difficile da leggere. Più facile, perché rispecchia l’andamento delle lezioni, le ripetizioni, le esemplificazioni, il linguaggio piano, alla portata degli studenti; ma anche più difficile, perché richiede un piccolo sforzo di immaginazione: il lettore deve entrare un po’ nelle vesti del narratore, deve saper cogliere il senso delle argomentazioni. L’interesse di Alessandro Biral per la Francia rivoluzionaria trae origine dal fatto che ai suoi occhi la rivoluzione francese manifesta una caratteristica particolarmente importante per un filosofo della politica: la pratica del governo vi si presenta senza quei veli che, in altri periodi, ne adombrano i luoghi ed i riti. I dibattiti delle Assemblee rivoluzionarie spesso infatti anticipano ed estremizzano i grandi temi della democrazia contemporanea, primo fra tutti quello dell’uguaglianza.

  • La società senza governo - VOLUME PRIMO - 1984-85: Lezioni sulla rivoluzione francese

    5

    La società senza governo - VOLUME PRIMO - 1984-85: Lezioni sulla rivoluzione francese
    La società senza governo - VOLUME PRIMO - 1984-85: Lezioni sulla rivoluzione francese

    I due volumi sono il frutto della trascrizione delle lezioni tenute da Alessandro Biral sulla Rivoluzione Francese, il curatore si è attenuto il più fedelmente possibile al parlato, limitandosi solamente all’eliminazione di alcuni intercalari e a minimi interventi correttivi, soltanto quando la lettura avrebbe altrimenti rischiato di apparire poco comprensibile. Il testo che ne è risultato presenta quindi quelle ripetizioni, imprecisioni sintattiche e grammaticali,  che sono tipiche del linguaggio parlato. Per questo, risulta ad un tempo più facile, ma anche più difficile da leggere. Più facile, perché rispecchia l’andamento delle lezioni, le ripetizioni, le esemplificazioni, il linguaggio piano, alla portata degli studenti; ma anche più difficile, perché richiede un piccolo sforzo di immaginazione: il lettore deve entrare un po’ nelle vesti del narratore, deve saper cogliere il senso delle argomentazioni. L’interesse di Alessandro Biral per la Francia rivoluzionaria trae origine dal fatto che ai suoi occhi la rivoluzione francese manifesta una caratteristica particolarmente importante per un filosofo della politica: la pratica del governo vi si presenta senza quei veli che, in altri periodi, ne adombrano i luoghi ed i riti. I dibattiti delle Assemblee rivoluzionarie spesso infatti anticipano ed estremizzano i grandi temi della democrazia contemporanea, primo fra tutti quello dell’uguaglianza.

  • Per una storia del concetto di politica: LEZIONI SU ARISTOTELE E HOBBES

    8

    Per una storia del concetto di politica: LEZIONI SU ARISTOTELE E HOBBES
    Per una storia del concetto di politica: LEZIONI SU ARISTOTELE E HOBBES

    “Può invece nascere il sospetto che, in realtà, Hobbes sia stato applicato, e che quindi l’uomo sia stato costretto a diventare cattivo. Così che la prestazione più straordinaria del moderno Stato e della moderna società civile, sia stata quella di rendere gli uomini cattivi, di rendere gli uomini nemici uno dell’altro”.

  • La filosofia è educazione e l'educazione è filosofia

    12

    La filosofia è educazione e l'educazione è filosofia
    La filosofia è educazione e l'educazione è filosofia

    Il sorprendente nelle nostre vite è proprio il maturare dentro di noi, senza che ne abbiamo consapevolezza, dei semi che i nostri educatori hanno impiantato con il loro esempio e con i loro insegnamenti. La crescita di un uomo non un mero fatto biologico, non è il giungere a maturazione di un ‘corpo’, ma un misterioso processo spirituale, al quale contribuiscono sia energie e forze cosmiche e ancestrali che sfuggono alla nostra capacità di comprensione, sia una storia, della quale, almeno in parte, possiamo diventare consapevoli, che è costituita da saperi che si sono tramandati di generazione in generazione. Educare un giovane significa metterlo nelle condizioni di entrare in relazione con i saperi creati dall’umanità, con il fine di consentirgli di trovare se stesso, di avventurarsi nel mondo per trovare il suo posto. È compito di ciascuno di noi, adoperarsi affinché questa avventura non abbia mai fine.

  • La contraffazione della politica: La paura della fine, la tutela del bios e il potere della socializzazione

    14

    La contraffazione della politica: La paura della fine, la tutela del bios e il potere della socializzazione
    La contraffazione della politica: La paura della fine, la tutela del bios e il potere della socializzazione

    Quale rapporto corre fra il pensiero politico degli antichi e il destino biopolitico dell’Occidente? La biopolitica discende dal legame, istituito dagli antichi, fra la vita e la polis, come sostiene Agamben? Oppure l’assunzione e la cura del bios in quanto opera del politico sono radicate nel rifiuto della metafisica del sommo bene sul quale si fonda la modernità? O, infine, la politica dei moderni è una contraffazione della politica, e tale contraffazione ha piuttosto a che fare – come crede Quinzio – con l’escatologia cristiana e il mancato ritorno del Messia? A partire dall’indagine sulla funzione che i concetti di vita, paura della fine e potere ricoprono nella teoria politica di Hobbes, il volume cerca di rilevare le tracce delle antiche pratiche di cura, conoscenza e governo di sé e degli altri all’interno dell’attuale politieía, culminando nell’idea secondo cui il bene che la biopolitica insegue, individuabile nell’elusione della morte, rappresenta la contraffazione dell’oramai superato sommo bene degli antichi metafisici.

  • Una Breve Abitudine

    15

    Una Breve Abitudine
    Una Breve Abitudine

    Non basta parlare come un bambino attraverso belle immagini per aver spirito d’infanzia: i bambini sono altro, sono le persone più serie che io conosca! Non basta essere bambini per avere spirito d’infanzia, senz’altro essere bambini aiuta, soprattutto se si è bambini a cui è stato insegnato il minimo necessario, a cui è stato lasciato il maggiore spazio possibile per esprimere e questo accade, secondo me, se gli adulti che stanno intorno ai bambini sono dei buoni ascoltatori; insomma, come diceva Giorgio Gaber in una sua canzone, “non insegnate ai bambini”; ma vi sono anche dei bambini a cui piace ascoltarsi che diventano in modo prematuro schiavi delle proprie idee e incapaci di ascoltare! Trovo vi siano troppe persone fatte in questo modo, schiave dei propri pensieri e che magari intellettualmente e magari in buona fede intrappolano le parole nella rete delle loro immagini – immagini confuse, ma attraenti – ma mai, i veri bambini usano il linguaggio della seduzione, sono, invece, così profondi nelle loro inattese profondità! Capita spesso di incontrare delle persone assertive in modo da apparire uomini o donne sicuri di sé: dubito di queste persone perché penso che proprio l’insicurezza faccia la differenza tra schiavitù e la libertà. Lo schiavo è un uomo sicuro che ha già tutto predisposto dagli altri, che fa delle proprie idee un baluardo da cui non arretra; l’uomo libero, invece, è insicuro perché di volta in volta in mezzo alle sue contraddizioni vuole trovare il punto del suo vivere. Mi chiedo allora che tipo d’uomo sono io che cerco parole che scaturiscono dal silenzio... _______________________________________________

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