Splendido felino europeo
QUANDO CHIUDEMMO il cancello alle nostre spalle il cuore mi batteva molto forte. Quella notte aveva nevicato e la neve arrivava ormai alle ginocchia. Io e Maurizio, l’operatore con cui stavo lavorando, entrammo in quell’enorme recinto che delimitava tutta la collina sapendo che in quell’area vivevano tre linci, un maschio e due femmine. Iniziammo a camminare lenti sulla neve alta cercando di non far rumore e di vederle prima che loro vedessero noi.
Abbattute a fucilate
La lince () è il leone delle Alpi, il felino silenzioso e solitario che può abbattere persino un grande cervo. Duecento mila anni fa in Europa viveva una specie più piccola, la lince iberica () ma nel tardo Pleistocene in piena glaciazione, arrivò dal nord un gattone più grande e forte che prese possesso del continente relegando l’altra specie che già allora lo consideravano un pericoloso concorrente. Da quel primo incontro iniziò una guerra che portò questo meraviglioso animale all’estinzione. Le ultime linci europee furono abbattute a fucilate nei primi anni del ‘900; non fu solo l’abbattimento diretto a farle scomparire ma anche lo sfruttamento delle foreste per il legname, l’agricoltura di montagna e la drastica riduzione delle prede, come i caprioli, i cervi e i camosci. Negli anni ‘70 le cose cominciarono a cambiare, iniziò a nascere in tutta Europa una ; vennero promulgate nuove leggi per la tutela dei grandi carnivori, le stesse che hanno salvato il nostro lupo dall’estinzione e, cosa di primaria importanza, iniziarono a tornare gli ungulati sulle montagne. Viste le condizioni favorevoli, liberando in 5 anni 14 esemplari e lo stesso fece la Slovenia nel 1973 reintroducendone 6. Nel 1975 in Italia furono liberati 2 esemplari, 9 in Austria, qualcuno in Francia e Germania. In totale vennero reintrodotti una quarantina di individui su tutto l’arco alpino, ma solo quelli svizzeri e sloveni, un po’ per l’ambiente più selvaggio, un po’ per una migliore gestione, aumentarono di numero.
