SI DOVREBBE ARRIVARE A SALVADOR DE BAHIA di sera, quando inizia a fare buio. La città si fa festante e il Pelourinho – l’irregolare e ciottoloso centro storico – si trasforma in un palcoscenico. Al ritmo dei tamburi i musicisti delle scuole di samba marciano lungo le strade, trascinandosi dietro giovani in infradito, donne dalle colorate treccine, bambini, anziani. Tutti ballano, i ragazzi si innamorano, chi non è del posto resta rapito.
Ma devo fare un passo indietro. La prima volta che ho messo piede a Bahia, (senza Salvador, perché è così che qui la chiamano tutti) non ho avuto questa fortuna: sono infatti arrivato all’alba dopo una corsa su un taxi lanciato a tutta velocità su strade che prima di