Il canto del fiume della mia amata Terra di Lavoro
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Lello Traisci, musicista e compositore ancorato ai forti valori della cultura operaia e popolare della sua città di origine (centro storico di Napoli), sta conducendo un intenso quanto originale lavoro di ricerca sulle origini e tradizioni legate alla musica popolare campana.
Prefazione a cura di Mario Bianchini, presidente dell'associazione socioculturale "La normalità".
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Anteprima del libro
Il canto del fiume della mia amata Terra di Lavoro - Lello Traisci
Lello Traisci
Il canto del fiume della mia amata Terra di Lavoro
immagine 1The sky is the limit
UUID: 0dab11b7-1526-498f-b4fe-caf41ec603ec
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Indice dei contenuti
Prefazione
Il Canto del Fiume
L'influenza artistica e musicale degli OSCI .
L'arte musicale greca
La musica dell'impero romano
La musica nel Medioevo
Periodo Angioino – Aragonese
Il cinquecento e il seicento
Settecento e ottocento
Novecento
Musica elettronica
Bluegrass
Studio sulla musica e tradizioni del territorio del Basso Volturno
Gli strumenti musicali
Le ballate del Volturno tra folklore e tradizione
Mater Matutae
Capua e la tradizione del Carnevale
MITI E LEGGENDE POPOLARI
STAMPA e recensioni......
Conclusioni
Prefazione
Onorato di dare un giudizio talmente complesso e di interpretabilita' unica in un contesto storico che indica come la storia non perda mai la sua tracciabilita'. Lello Traisci nel suo cercare e ricercare angoli e punti di storia che si configurano negli usi, costumi e comportamenti del tempo delle tradizioni della propria amata terra(Terra di Lavoro) scommette su se stesso quanto è riuscito a scrivere nelle metamorfosi dei tempi e nei comportamenti, recependone a pieno e portandole nella contemporaneità nel modo più illustre e nobile e riportandole in tutte le loro essenze e fluenze le quali gli hanno dato notorietà professionale. Ho conosciuto e conosco Lello Traisci, persona umile, sensibile e sempre disponibile a dare il suo carisma a tutti e indomabile guerriero con la sua voce, i suoi ritmi, che incanta un arcipelago che giammai finisce. La sua storia è cresciuta insieme alla sua terra. Lello Traisci, detto "a' voce do' Volturno, oggi lo definisco stella, icona e maestro della musica e del canto popolare.
F.to
MARIO BIANCHINI
PRESIDENTE DELL'ASSOCIAZIONE SOCIOCULTURALE LA NORMALITÀ
NON LUCRATIVA E DETTO ANCHE VILLANO DELLA CULTURA
Il Canto del Fiume
Questo libro vuole essere un piccolo regalo che faccio al lettore dove potrà trovare aneddoti e storie sul percorso evolutivo che ha avuto la musica popolare campana.
Sarà articolato in due parti, la prima che tratterà la storia musicale dagli osci ai giorni nostri, la seconda parte entrerà nello specifico trattando vari argomenti musicali e di cultura popolare della zona del basso Volturno.
La musica popolare ha da sempre avuto una notevole importanza nella vita storico-sociale del nostro territorio, da tempi remoti grazie ai canti dei lavoratori siamo riusciti a conservare tradizioni, storia e notizie di una quotidianità ormai lontana e spesso non più menzionata. Il nostro territorio è ricco di un notevole repertorio musico-popolare che va da tempi lontani e che ci ha tramandato le grandi opere degli uomini e donne che si adoperavano in Terra di Lavoro ed in altri luoghi. Grazie ad alcuni musicisti, storici, scrittori e ricercatori siamo riusciti a reperire conservare dei canti che gli anziani ci hanno saputo conservare e tramandare oralmente ed è doveroso ringraziare gli operatori che si sono dedicati ad andare a fare interviste e registrazioni a casa di queste persone anziane che noi estimatori della vita di un tempo definiamo Biblioteche viventi
.
Con tutto il materiale di canti e musiche che si è raccolto nel tempo e che abbiamo studiato e approfondito si è riusciti a formare dei generi ben distinti e separati. Troviamo i canti ludici che erano le ballate che si suonavano e cantavano quando la sera tornati dal lavoro nelle campagne si condivideva tutti insieme il cibo e si ci divertiva inventando balli a ritmo di tammurriate, tarantelle, e ballate varie come strambotti e villanelle. Poi c'erano i canti a carrettiere, che erano canti a distesa che i contadini cantavano sui carretti quando partivano di notte per portare le loro merci nei mercati in altri paesi, spesso questi canti avevano lo scopo di esorcizzare la paura della notte e della solitudine, di cui un esempio è la famosa Cilentana: Cavallo e se mma faje chesta sagliuta a Napule t'accatto a petturela .
Altri canti particolari erano quelli che venivano eseguiti durante il lavoro che avevano una duplice funzione, da un lato quella di dare un ritmo cadenzato al lavoro e dall’altro quella di alleviare le fatiche del lavoro stesso.
Di questo genere uno antichissimo è Il canto delle lavandaie del Vomero:
Tu m'aje prommiso quatto moccatora
oje moccatora, oje moccatora
io sò benuto se io sò benuto
se me lo vuò dare
me lo vuò dare.
E si no quatto embè dammene ddoje
oje moccatora oje moccatora
chillo ch'è 'ncuollo a tte nn'è rroba toja
me lo vuò dare
me lo vuò dare.
Inoltre c'erano le cantate a dispetto, che erano delle vere e proprie imbasciate
fatte in canzoni per rammendare un torto subito; come pure i canti devozionali, un tempo dedicati alle divinità e poi col Cristianesimo dedicati ai santi.
Come si evince la musica popolare ha riempito nel tempo tutte le attività dell'uomo ed ha saputo tramandarci anche importanti pagine di storia, basti pensare a "Michelemma" dedicata a Masaniello, al Canto dei Sanfedisti che narra della rivoluzione partenopea contro i francesi, per poi concludere (per modo di dire) con Tammurriata nera che il grande E.A. Mario compose per far arrivare a noi quelle che furono le marocchinate durante la fine della seconda guerra mondiale a Napoli. Per questo la musica popolare è da sempre un fenomeno culturale che va tutelato ed incoraggiato a essere presente nel nostro