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Sebastian e Stephany, una piccola storia di montagna

e terre alte. Il mondo della montagna e degli alpeggi dai 1.000 metri a salire. Un patrimonio italiano che contraddistingue tutte le Regioni. Un terzo del territorio nazionale è costituito da montagne e sono moltissime le aziende familiari che, in montagna, fanno agricoltura e allevamento. Una presenza fondamentale innanzitutto per il mantenimento del territorio che, nel secolo scorso, ha visto una progressiva contrazione. Nonostante i limiti e le difficoltà che l’agricoltura nel mondo agricolo montano. Valori nuovi che guardano a un mondo più sostenibile, a una vita più semplice, cadenzata dai ritmi della natura e dalla voglia di sporcarsi le mani con la terra genitrice di vita. “È la terra che nutre l’uomo, non l’industria” scrive nel suo libro Mauro Corona, uno che di montagna se ne intende. Produrre ciò che si mangia e che si offre agli ospiti quando l’azienda è anche agriturismo. Creare piccole reti con altri agricoltori e allevatori della zona per sostenersi a vicenda e scambiarsi prodotti. La storia di Sebastian e Stephany, fratello e sorella che gestiscono un agriturismo in Val di Fassa, in Trentino, ne è un esempio. Papà architetto. Mamma inglese che fa l’insegnante. Oggi collaborano con i figli nella gestione dell’agriturismo. Sebastian da sempre ha avuto dentro la passione per la montagna ma, allo stesso tempo, l’idea di poter realizzare qualcosa che dimostrasse che si può fare agricoltura in montagna bandendo ogni uso della chimica e utilizzando solo quello che il territorio regala. Va in Inghilterra e segue corsi di biodinamica. Torna e costruisce il suo progetto. Un gregge misto di pecore Frisone e capre Camosciate delle Alpi che danno il latte che sua sorella Stephany – che nel frattempo ha studiato ed è diventata casara – trasforma in formaggi e yogurt. Ma non solo. Il letame prodotto dal gregge diventa formidabile concime per gli orti di ortaggi e verdure, con cui, tra le altre cose, Stephany produce conserve e mostarde, e per i campi circostanti l’agriturismo, dove gli animali pascolano d’estate e da dove viene sfalciato il fieno per l’inverno. L’erba viene tagliata quando raggiunge il punto giusto di maturazione con il massimo delle sostanze nutritive possibili. Il primo taglio viene fatto a giugno con le giornate più lunghe e il fieno secca direttamente sul prato in un paio di giorni. Viene poi raccolto e finisce di seccare in fienile, dove viene lasciato sciolto. Così il fieno rimane intero, con foglie, fusti e fiori. Il secondo taglio, a settembre, minore in quantità ma molto ricco in proteine. Gli animali mangiano l’erba e il fieno, producono latte, concimano gli orti e i campi. Sebastian e Stephany raccolgono, mangiano, cucinano, lavorano il latte, offrono ai clienti dell’agriturismo. E così ogni anno il ciclo ricomincia. Senza forzature, senza chimica, seguendo il corso delle stagioni, rispettando i cicli naturali dei prodotti coltivati, guardando le fasi lunari come hanno fatto i contadini per secoli. In biodinamica, si è certi che la luna crescente favorisca lo sviluppo vegetale delle piante, poiché le linfe tendono a risalire verso l’alto; ecco allora il tempo della crescita e del raccolto. Con la luna calante, i succhi si ritirano verso le radici e la terra è feconda; questo è il tempo della semina e delle radici.

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