Il fratello del mostro. Dal termovalorizzatore alla piattaforma. Storia di un territorio maltrattato
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Anteprima del libro
Il fratello del mostro. Dal termovalorizzatore alla piattaforma. Storia di un territorio maltrattato - Alessandro Perrone
Alla fine degli anni
novanta, ci fu il tentativo
di costruire, lungo il
corso del fiume Crati,
un mostro dalle fattezze
di un enorme impianto
di termovalorizzazione.
Furono i cittadini,
animando una civile
protesta, ad impedire
un irreparabile sfregio
all’equilibrio ambientale.
Dopo quindici lunghi
anni il pericolo non
sembra scampato. Il
fratello del mostro si
profila all’orizzonte.
Questa volta si tratta di
un enorme impianto che
dovrebbe divorare
centottantamila
tonnellate di rifiuti
all’anno, con annessa
centrale termoelettrica a
biogas. Ancora la Valle
del Crati e il territorio di
Bisignano come
obiettivo. Una visione
nuova e coraggiosa
dovrà accompagnare le
scelte, in valle Crati e
nell’intera Calabria,
tenendo a mente i
fallimenti del passato,
remoto e prossimo,
sperimentati in nome di
chimere irrealizzabili.
Un nuovo modello di
sviluppo e di crescita è
all'ordine del giorno con
al centro la
valorizzazione delle
risorse del territorio,
unica speranza di
riscatto.
ALESSANDRO PERRONE
Dal termovalorizzatore alla piattaforma
Storia di un territorio maltrattato
Proprietà letteraria riservata
© 2015 – AUTHORPUBLISHING -
Prima edizione - giugno 2015
Disegno di copertina di Raffaella Salfi
Questo lavoro è dedicato
a tutti i calabresi
ISBN: 9788891196880
Youcanprint Self-Publishing
PREFAZIONE
Il fratello del mostro è un libro che assume un valore davve-
ro straordinario, non solo perché tratta una tematica di ecce-
zionale attualità, ma anche per lo scrupolo con cui sono citate
le diverse fonti utilizzate e per l’impianto scientifico con cui
vengono analizzate e richiamate alla memoria le vicende più
significative che hanno riguardato - e riguardano tuttora - la
problematica ambientale della Calabria Nord 1 e più specifica-
tamente la gestione dei rifiuti a Bisignano.
Alessandro Perrone, autore particolarmente sensibile alle
tematiche ambientali e, aggiungiamo, non poteva essere al-
trimenti vista la sua professione di medico, fa una ricogni-
zione puntuale sulla gestione e lo smaltimento dei rifiuti che
1 Tale denominazione è stata attinta dal Piano di emergenza a sua volta recepito
nel Piano di gestione dei rifiuti della Regione Calabria. Il Piano prevedeva,
inizialmente la realizzazione di 9 impianti di selezione/trattamento dei rifiuti
dislocati su tutto il territorio finalizzati al recupero di alcuni materiali da avviare
al riciclaggio, alla produzione di FOS e di CDR quest’ultimo da utilizzare in due
impianti di termovalorizzazione localizzati, rispettivamente a Gioia Tauro (RC) e
in un sito da definire in provincia di Cosenza. Era prevista la costruzione e messa
in esercizio di due impianti tecnologici a Sambatello e Catanzaro e di un sistema
integrato denominato Calabria Nord e un sistema integrato Calabria Sud. Il
sistema Calabria Nord avrebbe dovuto sopperire alle esigenze della provincia di
Cosenza con la realizzazione di tre piattaforme integrate (impianto di selezione
secco/umido, impianto di valorizzazione RD con produzione di compost di
qualità e impianti di produzione CDR), ubicate rispettivamente a Castrovillari
(CS), Bisignano (CS) e Acquappesa (CS) e da un termovalorizzatore ubicato a
Bisignano (CS).
hanno riguardato questa porzione di territorio bagnato dal
fiume Crati a partire dagli anni novanta ad oggi, riscopre si-
gnificati culturali e ambientali, propone una cultura alterna-
tiva di inversione rispetto alla tendenza finora seguita e lo fa
senza impantanarsi in petitio principii e in congetture fine a se
stesse.
Mano a mano che si va avanti nella lettura, ci si rende con-
to che l'argomento non è proprio di quelli più semplici, so-
prattutto se consideriamo che l’indagine di Perrone viene ef-
fettuata attraverso le lenti della sostenibilità dei rifiuti, della
loro gestione e della tutela dell’ambiente, punto di incontro
tra salute e malattia, tra risorsa e degrado, tra legalità e ille-
galità, tra dipendenza diretta e indiretta dall’ambiente natu-
rale e attività umane in un territorio immediatamente adia-
cente all’area urbana cosentina.
La media valle del Crati è compresa, infatti, tra l’area ur-
bana di Cosenza e la Sibaritide ed è un territorio che presenta
realtà agricole dotate di elevate potenzialità di sviluppo che
assumono in alcuni casi la configurazione di filiere territoriali
o di distretti agricoli o agro-industriali (piana di Sibari, valle
media del Crati, ecc.) con una notevole vitalità produttiva ed
in altri casi caratterizzate da buone potenzialità produttive2.
Le colture maggiormente praticate sono: seminativo, olivi-
colo, orticolo, vivaistico, floricolo, viticolo, frutticolo. Il com-
parto olivicolo, caratterizzato da un prodotto di alta qualità,
è tra i più importanti; la viticultura, indirizzata prevalente-
mente alla produzione di uva da vino, è presente con una
produzione DOC e sono attive diverse cantine di dimensioni
significative; nel settore zootecnico si annoverano allevamen-
ti di bovini, caprini, ovini, cavallo e suino con caseifici che
commercializzano il prodotto con marchio proprio; l’attività
agroalimentare è in forte espansione con aziende che opera-
2 Programma Operativo Regione Calabria, Asse N° 4: Sistemi Locali - Tavolo N°
8, Agricoltura, Sviluppo Rurale e Pesca, s.i.a., p. 3.
no nel campo della lavorazione di ortive e frutta, imbotti-
gliamento e commercializzazione di vino e olio, produzione
di formaggi, insaccati e prodotti al forno3.
Da quanto appena descritto è evidente e si comprende be-
ne come in quest’area l’agricoltura non è un settore dell'eco-
nomia come un altro: è gestione del territorio, dialogo con la
natura, è ciò che dà forma al territorio e che ci dà ciò che
mangiamo, ma più largamente ciò di cui ci nutriamo e che
dunque fa noi stessi. È importante, dunque, avere una conce-
zione dell'attività agricola aggiornata alle potenzialità che es-
sa può avere come alternativa complessiva nel contesto attu-
ale.
Bisignano dispone di molte aree che sono destinate ad atti-
vità agricola. La forte specificità di questa zona presenta, co-
me abbiamo già evidenziato, molti elementi qualificanti in
grado di rendere la presenza dell’agricoltura un fenomeno
ancora più importante per quanto riguarda i beni e i servizi
prodotti, le connessioni di filiera e i rapporti con i cittadini
tenendo presente, tra l’altro, che è in forte crescita la doman-
da di un più stretto rapporto tra consumatore e produttore.
Questa si traduce non solo nella ricerca di approvvigiona-
mento direttamente presso i produttori agricoli, ma anche di
conoscere e seguire il processo produttivo di ciò che man-
giamo. In quest’ambito bene si inserisce, ed è molto diffusa
nel Comune di Bisignano e nella valle del Crati, la piccola a-
zienda agricola a conduzione familiare per la produzione di
verdure e ortaggi per la vendita diretta.
A tutto ciò si aggiunga che Bisignano può vantare un ricco
patrimonio storico-culturale, artistico e religioso che occorre
salvaguardare e promuovere. La tutela e la valorizzazione di
questo patrimonio non è un pio desiderio, non è un principio
astratto, si incarna nella tradizione storica del territorio.
3 G. A. Trunfio. Fonti rinnovabili e uso razionale dell’energia: realtà e
opportunità nella Valle del Crati, Grafica Artistica, Ottobre 2001.
La città può crescere e svilupparsi solo se il presente e il fu-
turo affondano le loro radici nel passato, con la sua cultura e
la sua civiltà.
Per quanto riguarda più specificatamente il turismo reli-
gioso-culturale, dall’analisi sui possibili flussi di visitatori è
stato preventivato che questo settore potrà contare su
un’utenza naturale di almeno 700.000 persone, costituita
dall’intera Provincia di Cosenza e da un’utenza più propria-
mente turistica, regionale e nazionale, la quale potrebbe ga-
rantire flussi di visita continui e corposi. Le utenze regionali
e provinciali sono costituite dai fedeli che attualmente si re-
cano a Bisignano per visitare il Santuario di Sant’Umile,
l’annesso complesso conventuale con la cella del santo, la
grotta della penitenza, la casa nativa e il museo conventuale.
In molte circostanze gruppi consistenti di visitatori hanno
fatto richiesta di visitare le altre chiese, i laboratori dei vasai e
le botteghe artistiche dei liutai. I dati presi in considerazione
(monitorati dal 2000 a tutt’oggi) sono indicativi di un poten-
ziale bacino d’utenza che non riguarderà soltanto il Santuario
di Sant’Umile, ma l’intero indotto produttivo che si realizze-
rà intorno agli eventi culturali (realizzazione del museo di ar-
te sacra, della liuteria, dei vasai, il Palio del Principe, le Sere-
nate, ecc.). I visitatori, qualunque sarà il motivo che li con-
durrà nella cittadina, avranno la possibilità di compiere un i-
tinerario turistico-culturale sicuramente più ampio e vario.
Sulla base di quanto abbiamo finora descritto ben si com-
prende come in un territorio che offre disponibilità di risorse
culturali, naturali ed ambientali che hanno spinto diverse a-
ziende agricole ad intraprendere l’attività agrituristica a
completamento dell’attività svolta ed in cui l’agricoltura e
tutto ciò che ruota attorno ad essa costituisce la vera e pro-
pria spina dorsale, vi sia da parte della popolazione più di
una preoccupazione sulle possibili conseguenze negative sul-
la salute dei cittadini e sulla tutela dell’ambiente causate dal-
la possibile realizzazione di una mega piattaforma che gesti-
sce rifiuti tal quale.
Con la volontà espressa dalla Regione Calabria e dal Co-
mune di Bisignano di realizzare la piattaforma tecnologica
per il trattamento dei rifiuti a Bisignano, attraverso una serie
di atti amministrativi che, per i modi e i tempi sospettosa-
mente rapidi con cui sono stati prodotti, possono essere defi-
niti dei veri e propri mostri burocratici, la situazione locale e
politica si rende molto più problematica e si intreccia con gli
atteggiamenti giustificatamente ostili manifestati in questi ul-
timi vent'anni in seguito al verificarsi di due avvenimenti che
meritano considerazione e di cui sarebbe un grave errore sot-
tovalutare l’importanza del messaggio.
Il primo, destinato a rimanere a lungo nei ricordi dei Bisi-
gnanesi e degli abitanti della media valle del Crati, quale
emblema della propria forza e dei propri diritti in difesa del
territorio, dell’ambiente e della salute dei cittadini, riguarda
l’estesa ed accesa partecipazione di popolo e delle associa-
zioni ambientaliste contro il sorgere di un termovalorizzatore
per rifiuti solidi urbani nell’area industriale di Bisignano che
portò, il 20 giugno del 1999, alla costituzione del Comitato
promotore contro l’inceneritore. L'azione forte e incisiva del co-
mitato scongiurò di fatto la realizzazione dell’impianto a Bi-
signano.
Il secondo è quello drammaticamente attuale, destinato in-
vece a rimanere una macchia indelebile nella storia del no-
stro Paese, e riguarda l’illecito sversamento di rifiuti tossici
nella cosiddetta Terra dei Fuochi, definita un laboratorio
all’aperto di cancerogenesi ambientale, dove gli stessi cittadini
sono le cavie4.
4 Così ha definito la Terra dei Fuochi il Prof. Antonio Giordano in un’intervista
apparsa il 14 Settembre, 2008 su: Il Sud On Line, News, Inchieste,
Approfondimenti, 2008.
È indubbio che tutti questi fatti e le ragioni profonde che
stanno alla base del rifiuto sistematico delle popolazioni alla
realizzazione di mega impianti nei propri territori, hanno
provocato nelle stesse una maggiore sensibilità verso le tema-
tiche di salvaguardia del territorio e della salute dei cittadini,
contribuendo in qualche modo a farle acquisire una sempre
maggiore consapevolezza del valore dell’ambiente.
A tale constatazione fa subito seguito la convinzione che
sia necessario soffermarsi su ciò che sta accadendo a livello
sociale in termini di azioni/reazioni riguardanti questi temi,
per capire se e come la Regione Calabria sia in grado di atti-
varsi per rispondere alla crisi ecologica e per cogliere una re-
altà territoriale che, con ed oltre i rifiuti, può essere ricca ed
evocativa di vita vivibile.
È ciò che l'autore tenta di fare in modo convincente nei ca-
pitoli VI, IX, XII e XIV.
Oggi, in un contesto quasi completamente urbanizzato, la
crisi ecologica è percepita da molti cittadini anche e soprat-
tutto in relazione ai servizi pubblici quando, ad esempio,
viene imposto dall'autorità locale un razionamento dell'ac-
qua, un divieto sul suo utilizzo a causa di una contaminazio-
ne, oppure quando emergono situazione di palese difficoltà
nella raccolta e nella collocazione dei rifiuti. Il contatto che
molti cittadini attivi hanno con ciò che è naturale
passa per
larga parte attraverso i servizi, i quali raffigurano la diretta e
indiretta dipendenza dall'ambiente naturale delle attività
umane.
I servizi pubblici locali nella loro attività di produzione, e-
strazione e gestione di risorse naturali fino ad arrivare a quel-
la del consumo e di smaltimento degli scarti finali di ciascun
attività umana, occupano una posizione strategica nella ge-
stione delle problematiche ambientali. L’attività delle azien-
de di servizio che erogano quotidianamente servizi fino ai
cittadini-consumatori che fruiscono di tali servizi, sono al
tempo
stesso
fasi/attività
altamente
impattanti
sull’ambiente5.
Questi stessi attori (aziende e cittadini) sperimentano quo-
tidianamente le conseguenze di alcune manifestazioni della
crisi ecologica, come l'inquinamento derivante dalle attività
di produzione di energia, il problema di gestire una risorsa
come l'acqua che è esposta ad un crescente inquinamento, il
problema della collocazione dei rifiuti.
Dunque, la crisi ecologica ci costringe a rivedere i nostri
rapporti con l'ambiente che ci circonda, perché per la prima
volta nella storia l’uomo è in grado di modificare (e lo sta fa-
cendo) tutti i principali equilibri della Terra. Non a caso
l’epoca attuale viene definita Antropocene (era geologica
dominata dall’uomo) e si ritiene che l’alterazione degli
habitat naturali e dei cicli climatici abbia raggiunto livelli in-
tollerabili. Se gli attuali trend di sviluppo economico non fos-
sero modificati, in breve tempo il sistema giungerebbe al col-
lasso e la Terra diventerebbe un luogo inadatto alla specie
umana. Molto spesso l’esigenza di rispettare i vincoli
dell’ambiente naturale e la richiesta di individuare soluzioni
concrete alla crisi ambientale vengono visti come un limite
inaccettabile e penalizzante verso l’economia e le persone.
Tale visione accomuna il cittadino comune al governante6.
Per tutto quello che abbiamo esposto finora, ci sembra ap-
propriato concludere sostenendo che oggi più di ieri occorre
saper dare risposte ai problemi, ma ciò implica ricerca scien-
tifica e, di conseguenza, un buon sistema di istruzione; impli-
ca capacità organizzativa e, di conseguenza, un buon sistema
istituzionale; implica capacità di coinvolgimento e di conse-
guenza un buon assetto sociale e politico.
5 Valerio Corradi, Le incerte vie della sostenibilità, Aziende di servizi pubblici e
cittadini per l’ambiente, Franco Angeli Srl, Milano, 2001.
6 Emilio Padoa-Schioppa, Dalla crisi ambientale nuove opportunità, Focus, nr.
2/2010
La strada giusta e imparziale non è certamente quella in-
trapresa per la realizzazione della piattaforma tecnologica
dei rifiuti a Bisignano che privilegia la scelta autoritaria, at-
traverso scorciatoie burocratico-commissariali sorrette da
una precisa volontà politica locale e regionale di mutuo soc-
corso7, sottraendo di fatto ai cittadini il potere di decidere.
Troppe volte in questo territorio l'autoritarismo e la man-
canza di un confronto reale in tema di ambiente hanno esclu-
so i cittadini dal processo decisionale.
La storia insegna che imporre una scelta non sempre porta
a buoni risultati e, quando ciò avviene è sempre il segno di
una sconfitta, non il simbolo di una vittoria.
Dobbiamo ringraziare Alessandro Perrone, perché con
questo studio ha il merito, e sente il bisogno, di mantenere
vivo l'interesse e il confronto sulle tematiche ambientali e sul-
la gestione dei rifiuti in tutto il territorio regionale.
Da questo libro il territorio di Bisignano, e più in generale
quello della media valle del Crati, ne esce nettamente raffor-
zato, ricco di significati culturali e ambientali ed in grado di
offrire, in forma originale, delle attrattive paesaggistiche, na-
7 Da una parte la Regione Calabria, che è stata oggetto di un commissariamento
nel campo dei rifiuti che è durato 15 anni, ha la necessità e l’urgenza di
affrontare il problema rifiuti in modo più organico e completo. Dall’altro, per
come stabilito all'art. 5 della convenzione tra la Regione Calabria e il Comune di
Bisignano, a quest’ultimo sono stati riconosciuti i benefit economici (incentivi),
senza alcuno specifico vincolo di utilizzo, nella misura presuntiva pari a quella
prevista nell'ambito della rivisitazione della tariffa di conferimento dei rifiuti
solidi urbani negli impianti di trattamento, in fase di elaborazione e di prossima
sottoposizione alla Giunta Regionale per l'approvazione di rito, pari ad € 5,00/t. e
corrispondenti a circa €. 900.000,00 annui, in modo da consentire un’adeguata
dotazione economica alle Amministrazioni locali per il disagio arrecato dalla
presenza degli impianti, riconoscendo, dunque, allo stesso Comune di Bisignano,
nelle more della realizzazione e messa in esercizio della piattaforma
impiantistica, a titolo di anticipazione sull'incentivo già dall'anno 2013 e per ogni
anno successivo e sino al 2015, per complessivi anni tre decorrenti dal corrente
2013, qualora non si addivenga alla definitiva messa in esercizio del polo
Tecnologico entro l'anno 2015.
turalistiche ambientali, culturali e storiche che una classe di-
rigente avveduta e responsabile non può e non deve ignora-
re.
Francesco Fucile
-------0------
INTRODUZIONE
Ci sono paesi, regioni ed interi stati nel mondo dove, ormai
da anni, i rifiuti non costituiscono più un problema, bensì si
trasformano in una risorsa; se ne producono sempre meno e
quei pochi vengono avviati ad un virtuoso ciclo di recupero e
riutilizzo. Nessuno si sognerebbe di costruire mega impianti,
più o meno inquinanti, accanto a case, scuole e campi coltiva-
ti. In Calabria si continua ad abbancare il rifiuto tal quale in
discarica, con tanto di velenoso percolato, con le sue ben note
conseguenze e si progettano mega piattaforme divoratrici di ri-
fiuti da centinaia di milioni di euro. Perché accade tutto que-
sto ?
Alla fine degli anni novanta, ci fu il tentativo di costruire,
lungo il corso del fiume Crati, nel bel mezzo di una ridente e
amena valle ad economia prevalentemente agricola, un mo-
stro dalle fattezze di un enorme impianto di termovalorizza-
zione, alimentato a combustibile da rifiuti. Furono i cittadini,
animando una ferma e civile protesta, ad impedire un irrepa-
rabile sfregio all’equilibrio ambientale e alla già fragile eco-
nomia del territorio.
Sono trascorsi quindici lunghi anni ma, per questa gente, il
pericolo non sembra ancora scampato. Il fratello del mostro si
profila all’orizzonte. Questa volta si tratta di un enorme im-
pianto che dovrebbe divorare centottantamila tonnellate di
rifiuto tal quale all’anno, con annessa centrale termoelettrica
a bio ( tanato) gas. Ancora mega impianti in Calabria, ancora
la Valle del Crati e il territorio di Bisignano come obiettivo
programmato. Perché accade tutto questo ?
In quasi cinque lunghi lustri di gestione commissariale del
ciclo dei rifiuti in Calabria si sono avvicendati sette presiden-
ti di regione, sei prefetti e due generali con un dispendio di
oltre due miliardi di euro a fronte di un fallimento totale e ca-
tastrofico degli obiettivi prefissati e indicati dalla Unione Eu-
ropea e dalle normative nazionali, come testimoniano le rela-
zioni delle commissioni parlamentari che si sono occupate
del Caso Calabria nel corso degli anni, tanto da far affermare
al presidente della bicamerale di inchiesta sulle attività illeci-
te connesse al ciclo dei rifiuti, Gaetano Pecorella, che- L’affare
dei rifiuti in Calabria è gestito da un sistema di potere non estraneo
ad interessi politico-malavitosi -.Perché accade tutto questo ?
Il mio modesto lavoro di ricerca non ha la pretesa di forni-
re risposte a queste domande che richiederebbero una meta
analisi approfondita da parte di una schiera di qualificati
professori di sociologia, antropologia e criminologia. Il tenta-
tivo, molto più modesto, è quello, da una parte, di ricostruire
una memoria storica di questi accadimenti, presupposto fon-
damentale ad una piena e consapevole presa di coscienza del
problema ambientale globale e locale da parte dei cittadini e
dall’altra di fornire al lettore una sintetica ed essenziale in-
formazione sulle tematiche, connesse al ciclo dei rifiuti, che
riguarderanno Bisignano, la Valle del Crati e l’intera Calabria
nei prossimi mesi; in definitiva uno strumento utile a cercare e
trovare soluzioni possibili e condivise con i cittadini e com-
patibili con i territori.
Consapevole della delicatezza di questi argomenti, ho cer-
cato di affrontarli in maniera laica, asciutta e stringente, evi-
tando di restare rinchiuso in gabbie ideologiche, che spesso,
anche nel recente passato, hanno imbrigliato le vivaci poten-
zialità della galassia ambientalista, spesso disinnescandone le
enormi energie, dirottandole, a volte dolosamente, su posi-
zioni di sterile protesta o peggio di strumentale propaganda
politica. La trasversalità e gli enormi interessi in gioco sulle
tematiche ambientali e sul ciclo dei rifiuti e di conseguenza
sulla salute pubblica non lasciano spazio ad accademiche e-
lucubrazioni o peggio a dottrinali divisioni.
La gestione dei rifiuti urbani e le criticità legate
all’ambiente saranno uno degli argomenti più scottanti e ur-
genti dell’agenda politica regionale e locale nel prossimo fu-
turo. Da cittadini responsabili e partecipi ci attendiamo un
indispensabile e reale cambio di passo per agganciare final-
mente la Calabria al resto del mondo, e colmare gli enormi ri-
tardi accumulati in decenni di scellerata e incosciente incuria,
con la consapevolezza che questo non potrà avvenire se noi
stessi non ci sentiremo coinvolti e di conseguenza partecipi
in prima persona al cambiamento e disposti a modificare al-
cune cattive abitudini e certi stili di vita scorretti, ormai insoste-
nibili da un punto di vista ambientale.
Infine giova ricordare che un cittadino informato, cosciente
e responsabile ha il diritto ma, allo stesso tempo, anche il do-
vere civico di partecipare attivamente al dibattito pubblico su
queste fondamentali tematiche, nel tentativo di orientare le
scelte della politica, che rischiano, oggi come ieri, di incidere
irreversibilmente sulla vita e sulla salute delle future genera-
zioni.
La Calabria, regione dalla mille contraddizioni, soffre e su-
bisce una serie di criticità ambientali che meritano un ap-
proccio nuovo e coraggioso, a partire dalla bonifica delle
numerose discariche disseminate sul territorio e delle aree
industriali dismesse, passando attraverso il futuro delle cen-
trali Enel di Rossano e di Laino Borgo, fino a giungere alle
nuove e incombenti minacce ambientali rappresentate dalle
trivellazioni dei nostri mari da parte delle multinazionali del
petrolio e dagli inutili e dannosi mega impianti di trattamen-
to rifiuti.
Una visione moderna e audace dovrà accompagnare le
scelte del presente e del futuro, tenendo bene a mente i falli-
menti del passato, remoto e prossimo, sperimentati in nome
di chimere irrealizzabili. Un nuovo modello di sviluppo e di
crescita è all'ordine del giorno con al centro la valorizzazione
delle risorse del territorio, unica speranza di riscatto. Agricol-
tura, tradizioni, storia, archeologia, enogastronomia, folklore,
valorizzazione dei centri storici e del patrimonio architettoni-
co civile e religioso, artigianato artistico, risorse umane, pae-
saggio. In una parola nuova: agri cultura. Ci auguriamo che
questo sia il futuro scenario all'interno del quale essere pro-
tagonisti per consegnare alle future generazioni un paese mi-
gliore di quello che abbiamo trovato.
Spero che questo mio lavoro assolva, anche in minima par-
te a questa non semplice missione. In tal caso, l’impegno non
sarà stato vano.
Buona lettura.
L’Autore
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Capitolo I
IL MOSTRO
Quando l'ultima fiamma sarà spenta,
l'ultimo fiume avvelenato,
l'ultimo pesce catturato,
allora capirete che non si può mangiare il denaro.
Toro Seduto - Capo Indiano Sioux
Gran River, 1831 – Fort Yates, 1890
al belvedere del castello8 la valle si spalancava mae-
stosa allo sguardo, dilatandosi a perdita d’occhio,
D mentre i colori e gli odori di una giornata di fine lu-
glio inebriavano gli animi sornioni. Il sole al tramonto river-
berava il suo rosso nell’azzurro del cielo come una fiamma
debole e l’arancio, il verde matto e il ramato della campagna
brillavano ancor più toccanti del solito. L’odore di estate ac-
8… il colle della Motta
, detto anche Cucumazzo o Castromonte, dove sorgeva,
un tempo coronato da merli, mezzelune e baluardi, il Castello del Principe. Di
quella mole famosa, che fin dal 1774 si vedevano appena i miseri avanzi … -
tratto da : - Bisignano il Paese dei Sette Colli - di Vincenzo Giglio - Battaglia
Calabra, n. 44 del 31-10-1955.
24 - Il Fratello del Mostro
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compagnava la febbrile attesa appena stemperata dal clima
caldo e avvolgente che si scioglieva in un inconfondibile ab-
braccio che questa terra unica e antica sa regalare. Il paese,
adagiato con i suoi sette tentacoli su altrettanti crinali di col-
lina, a guisa di una stella marina posata su creste di sabbia
dorata, sembrava dormire un fragile e vigile sonno. Mi ac-
compagnano, nel racconto, le parole dello scrittore bisigna-
nese Vincenzo Giglio9 che dipinge in prosa un quadro tenero
e struggente
… dell’ora del tramonto quando lo sguardo, nella bellezza inalte-
rabile della natura, si spazia in un vasto e suggestivo orizzonte
che stringe, come in un amplesso, l’estesa catena di monti, da
Cosenza al mar Jonio, scintillanti di luci.
Ancor più delicati ed espressivi i versi del poeta Giglio che
giungono a toccare le corde del sentimento universale di me-
9 Vincenzo Giglio (Bisignano 1882, Bisignano 1973), politico, giornalista e
scrittore, rappresenta un fulgido esempio, ad un tempo, di impegno sociale e di
testimonianza artistica. La sua attività politica si è sviluppata nella prima metà
del ventesimo secolo. Eletto Sindaco di Bisignano dal 1914 al 1927, viene
nominato dal regime fascista Podestà del paese, conservando la carica fino al
1932. Viene rieletto Sindaco nel dopoguerra, dal 1952 al 1955. Si è distinto per
aver realizzato opere fondamentali per il miglioramento delle condizioni di vita
dei suoi concittadini, dall’acquedotto che portava l’acqua potabile nelle case
(inaugurato nel 1931, alla presenza di Sua Eccellenza Michele Bianchi,
Quadrunviro del Fascismo e Ministro ai lavori Pubblici del Regime), alla
fognatura, dalla viabilità rurale alla bonifica del Mucone. Feconda la sua
produzione letteraria all’interno della quale segnaliamo alcune deliziose raccolte
di liriche dedicate ai temi più svariati, con particolare dedizione all’antico borgo
natìo e al sociale. Dai suoi versi emergono i tratti di un animo delicato e nobile
che raggiunge tratti di struggente pena laddove ricorda l’amato figlio Gaetano,
prematuramente scomparso nel fiorire di gioventù. Il critico letterario Pio
Rasulo, nella rubrica Poeti alla Ribalta su Battaglia Calabra n. 7 del 13 febbraio
1956, così scrive : - Il suo cuore trae ispirazione da tutto ciò che maggiormente
lo colpisce. Anche le cose più umili diventano per lui oggetto di canto: di quel
canto appassionato e sincero che è prerogativa delle anime elette. La sua anima
infatti, pacata e serena, assetata di fede, di amore e di bellezza, si abbevera alla
chiara fonte degl’ideali più puri -.
Capitolo I - Il Mostro - 25
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raviglia e ammirazione verso la natura e le sue infinite sor-
prese:
Scende la sera. Un lento scampanio
si snoda dalla torre francescana;
rompendo il silenzio nella fugace
ora di sogno, sembra quella voce
lontana sussurrar strane parole
ai passanti che ascoltano pensosi.
A frotte, tra le piante del viale,
allietato dalla brezza del vespro,
si annidano i passeri, e le rondini
solcano l’aria come se sperdute,
e l’ombre si distendono più dense
sulle case, sui campi, su ogni proda;
mentre il sole, calato dietro i monti
de l’Appennino, in un malinconico
dolce declino ch’è di addio al giorno,
tesse un ampio velario di porpora.10
Come spesso accade, la realtà si dimostra molto più prosaica
dei versi del poeta. Una comunità intera, dopo mesi di lotte e
proteste, attendeva le decisioni della politica, di quella politi-
ca che avrebbe voluto liberare nel bel mezzo della valle del
Crati il mostro distruttore. Era l’ora del tramonto del venti-
nove luglio dell’anno duemila, e finalmente la notizia tanto
agognata giunse! Dall’altra parte della Calabria, a trecento
chilometri di distanza, il Consiglio Regionale approvava
all’unanimità una mozione11, a firma di ventidue consiglieri
10La lirica Tramonto calabro è tratta dalla raccolta di poesie Fremiti dell’anima
in Vincenzo Giglio, Discorsi e liriche – Editrice MIT Cosenza, 1971 con
prefazione di Carmelo Lo Giudice.
11 Mozione n. 3 del 27/07/2000.
26 - Il Fratello del Mostro
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appartenenti a tutti gli schieramenti politici12, dal titolo secco
e asciutto come vuole la prassi burocratica: - in ordine alla co-
struzione del termovalorizzatore nel comune di Bisignano-.
La mozione impegnava il Presidente della Giunta Regiona-
le Giuseppe Chiaravalloti13, nella sua qualità di commissario
delegato per l’emergenza rifiuti, ad annullare l’ordinanza che
riconosceva il sito di Bisignano come idoneo all’insediamento
del termovalorizzatore e di procedere nell’individuazione di
eventuali altri siti, tenendo conto soprattutto delle volontà
delle popolazioni territorialmente interessate, invitando il
Consiglio Regionale ad una discussione più completa sullo
stato di emergenza nel settore dei rifiuti oggetto di reiterate
censure da parte della Comunità Europea, delle istituzioni
locali, di semplici cittadini e associazioni ambientaliste. Il
mostro era stato definitivamente sconfitto e le popolazioni
della valle avevano vinto una dura battaglia di civiltà, di le-
galità e di libertà. Una bella pagina di storia civica si chiude-
va con l’impegno, da parte di tutti gli attori, a non permettere
mai più a nessuno di inquinare il territorio con impianti di
forte impatto o comunque non compatibili con la storia, le
tradizioni e il futuro di queste popolazioni.
Torniamo per un attimo indietro, riepilogando le tappe at-
traverso le quali si snodò questa vicenda, intrecciandosi da
un lato con i mutevoli scenari politici dell’epoca e dall’altro
12 Mimmo Pappaterra, Nuccio Fava, Nicola Adamo, Diego Tommasi, Peppino
Mistorni, Michele Tripodi, Gino Trematerra, Paolo Naccarato, Mario Pirillo,
Ennio Morrone, Damiano Guagliardi, Raffaele Senatore, Franco Crinò,
Francesco Galati, Giuseppe Pezzimenti, Egidio Chiarella, Umberto Pirilli,
Roberto Occhiuto, Salvatore Vescio, Gian Franco Leone, Luigi Fedele, Pietro
Aiello.
13 Giuseppe Chiaravalloti (Satriano - CZ -1934), magistrato, è stato Presidente della Giunta Regionale della Calabria dal 2000 al 2005 con una coalizione di centro-destra. È stato Commissario e Vicepresidente dell'Autorità Garante per la
protezione dei dati personali dal 2005 al 2012.
Capitolo I - Il Mostro - 27
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con un quadro d’inquietante desolazione relativo al sistema
rifiuti in Calabria.
Il 23 aprile 1995, a capo di una coalizione di centro destra,
il Prof. Giuseppe Nisticò14 vinceva le elezioni regionali e di-
ventava Governatore della Calabria. Giova ricordare che era-
vamo a soli tre anni dalla strage di Capaci, dall’esplosione
dello scandalo di tangentopoli e dell’inchiesta mani pulite,
con le ferite ancora aperte e sanguinanti e con una seconda
Repubblica che stentava a decollare. Questi avvenimenti sto-
rici sollecitarono una profonda ridefinizione dei tradizionali
riferimenti politici, sia in campo conservatore che in quello
progressista. Anche la legge elettorale, su spinta referendaria,
cambiò volto, assumendo un assetto prevalentemente mag-
gioritario, con una quota proporzionale.
Appena un anno prima, l’imprenditore milanese Silvio
Berlusconi, inventando dal nulla Forza Italia, riuscì a inter-
pretare le attese di una larga platea di elettori moderati vin-
cendo le elezioni e formando un governo, per la prima volta
nella storia repubblicana, insieme ad esponenti del vecchio
Movimento Sociale Italiano. Caduto Berlusconi dopo duecen-
tocinquantadue giorni di governo e in seguito allo striminzi-
to successo conseguito alle elezioni della primavera del 1996
(i notisti parlarono di pareggio al senato), il democristiano
Romano Prodi assunse la guida del governo e il comunista
Fausto Bertinotti la Presidenza della camera dei Deputati.
E fu proprio Romano Prodi, con Decreto del Presidente del
Consiglio dei Ministri del 12 settembre 199715, a dichiarare lo
14Giuseppe Nisticò (Cardinale - CZ -1941). Presidente della Regione Calabria dal
1995 al 1998, già Senatore e Parlamentare Europeo. Medico Neuropsichiatra, già titolare della cattedra di Farmacologia presso l'Università di Tor Vergata a Roma.
Senatore, eletto nelle liste di Forza Italia, componente della Commissione Sanità
a Palazzo Madama, è stato Parlamentare Europeo fino al 2004.
15 Con ordinanza numero 2698 del 21 ottobre 1997 del Ministero dell’Interno fu-
rono individuati gli interventi immediati per fronteggiare la situazione di emer-
28 - Il Fratello del Mostro
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stato di emergenza nella Regione Calabria in ordine alla si-
tuazione di allarme ambientale determinatasi nel settore del-
lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Ci vorranno sedici
lunghi anni, esattamente a far data dal primo gennaio 2013,
per porre fine ad una lunga e fallimentare gestione commis-
sariale, attraverso un’ordinanza del Commissario di Prote-
zione Civile16 che individuava il dirigente generale del dipar-
timento politiche dell’Ambiente, nella persona dell’Ing. Bru-
no Gualtieri, il responsabile delle iniziative da intraprendere
ai fini dell’effettiva realizzazione del passaggio di consegne
alla Regione definite con la Legge Regionale 12 aprile 2013, n.
1817.
Con questi atti normativi la gestione dei rifiuti passava sot-
to il controllo diretto dell’organo politico regionale. La Re-
gione avrebbe avuto il compito, in regime ordinario, di gesti-
re gli interventi e le iniziative finalizzate al definitivo supe-
genza e fu nominato il Presidente della Giunta Regionale quale commissario de-
legato per l’emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani. In
conseguenza della dichiarazione di emergenza, ai sensi dell’articolo 5, comma 1,
della legge 24 febbraio 1992, n. 225, venne conferito al Presidente della Giunta
Regionale l’incarico di Commissario Delegato, dotato di poteri straordinari, an-
che a mezzo di ordinanze in deroga ad ogni disposizione di legge, nel rispetto dei
principi generali dell’ordinamento giuridico. Per effetto di una serie di proroghe
intervenute negli anni successivi, il commissariamento si è protratto, come ve-
dremo in seguito, fino al 2014.
16 OCdPC n. 57 del 14 marzo 2013: disposizioni per favorire e regolare il
subentro della regione Calabria - Assessorato alle politiche ambientali - nelle
iniziative per superare le criticità nel settore dei rifiuti solidi urbani- Pubblicato
nella Gazzetta Ufficiale n. 69 del 22 marzo 2013 - Ordinanza di protezione civile
per favorire e regolare il subentro della Regione Calabria - Assessorato alle
Politiche Ambientali - nelle iniziative finalizzate al definitivo superamento della
situazione di criticità nel settore dei rifiuti solidi urbani nel territorio della
medesima regione.
17Legge regionale 12 aprile 2013, n. 18 - Cessazione dello stato di emergenza nel
settore dei rifiuti. Disciplina transitoria delle competenze regionali e strumenti
operativi. (BUR n. 8 del 16 aprile 2013, supplemento straordinario n. 1 del 19
aprile 2013) - Testo coordinato con le modifiche e le integrazioni di cui alla
Legge Regionale 20 febbraio 2014, n. 6.
Capitolo I - Il Mostro - 29
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ramento delle gravi criticità che periodicamente mettono in
ginocchio l’intero sistema con gravi ripercussioni di ordine
igienico-sanitario.
Torniamo al 1997 e all’ordinanza del Ministero dell’Interno
con la quale furono individuati gli interventi immediati per
fronteggiare la situazione di emergenza e venne nominato il
Presidente della Giunta Regionale quale commissario delega-
to per l’emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti
solidi urbani. Il commissario delegato dell’epoca, nonché
presidente della giunta regionale, Giuseppe Nisticò, insieme
ai dirigenti dell’ufficio del commissario all’emergenza rifiu-
ti,nel mese di maggio 1998 approvarono il piano regionale di
emergenza che prevedeva, fra l’altro, la costruzione di due
termovalorizzatori nella nostra Regione, all’interno di un si-
stema integrato formato da due macro aree denominate Cala-
bria Nord e Calabria Sud (schemi che verranno riproposti
quindici anni dopo come vedremo in seguito). All’epoca gli
organi regionali predisposero una gara di appalto di rilevan-
za europea per la realizzazione dei due impianti, che sarebbe
dovuta avvenire mediante la forma del Projet Financing 18.
Che l’attenzione sull’emergenza rifiuti, associata alle infil-
trazioni della criminalità organizzata nel lucroso settore fosse
altissima, emerge, qualche anno più tardi e senza mezzi ter-
mini, dagli atti della commissione parlamentare d’inchiesta
sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti19, presieduta
dall’onorevole Gaetano Pecorella, esponente del Popolo delle
Libertà. E’ molto interessante rileggere quello che la Com-
missione, nella sua relazione territoriale sulle attività illecite con-
18 Si intende per Projet Financing la realizzazione di opere pubbliche senza oneri
finanziari per la pubblica amministrazione. In estrema sintesi possiamo dire che
il finanziatore ritiene di poter recuperare l’investimento necessario alla
realizzazione dell’opera con gli utili dell’opera stessa a regime.
19Commissione bicamerale istituita con la legge n. 6 del 6 febbraio 2009
nell’ambito della XVI Legislatura.
30 - Il Fratello del Mostro
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nesse al ciclo dei rifiuti nella regione Calabria, trasmessa alle ca-
mere nel maggio del 2011, affermava, tra l’altro, intorno alla
fallimentare e inquietante gestione commissariale dei rifiuti
in Calabria :
- Nello specifico, il problema dello smaltimento dei rifiuti in Ca-
labria è stato affrontato, come in altre regioni del sud Italia, me-
diante il ricorso all'istituto emergenziale del commissariamento,
a seguito dell'accertata incapacità degli organi amministrativi
regionali e locali a darvi soluzione. Di conseguenza […] è stato
nominato il commissario delegato del Governo per l'emergenza
rifiuti, al quale sono stati assegnati precisi obiettivi e, in partico-
lare, tra l'altro, quello del conseguimento della raccolta differen-
ziata nella misura del 20 per cento «entro il 30 giugno 1999»
[…] Nulla di tutto ciò è avvenuto, come si vedrà di seguito. Il
motivo principale di tale fallimento deve essere individuato […]
in definitiva, nella loro incapacità. Tale dato è singolare e, al con-
tempo, allarmante, alla luce del fatto che nella fase iniziale dell'e-
sperienza commissariale e nella ragionevole prospettiva di una
valida e seria collaborazione istituzionale, sono stati via via no-
minati commissari delegati gli stessi Presidenti della regione Ca-
labria (Giuseppe Nisticò, Giovambattista Caligiuri, Luigi Medu-
ri e Giuseppe Chiaravalloti). Soltanto a partire dal mese di set-
tembre 2004, il consiglio dei ministri - probabilmente allo scopo
di evitare eventuali condizionamenti alla struttura commissaria-
le, determinati dal cumulo dell'incarico istituzionale di commis-
sario delegato del Governo con la carica elettiva di presidente del-
la regione, come tale legata al consenso popolare - ha nominato
commissari delegati vari prefetti, succedutisi nel tempo (Dome-
nico Bagnato, Carlo Alfiero, Antonio Ruggiero, Salvatore Mon-
tanaro, Goffredo Sottile), salvo nominare, nel mese di luglio
2010, nuovo commissario delegato il presidente della regione,
Giuseppe Scopelliti, in sostituzione di Goffredo Sottile. E, tutta-
via, da ultimo con ordinanza del presidente del consiglio dei mi-
nistri numero 3925 del 23 febbraio 2011, Scopelliti è stato sosti-
tuito dal generale della Guardia di finanza Graziano Melandri.
A proposito dell'inerzia degli uffici del commissario delegato, è
Capitolo I - Il Mostro - 31
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sufficiente considerare il ritardo nella redazione del primo «piano
rifiuti», che - com'è noto - costituisce il punto operativo per la
realizzazione delle opere necessarie al superamento dell'emergen-
za. La redazione del «piano rifiuti» è di competenza della regione
ma, a motivo dell'inerzia della stessa, è stata affidata al commis-
sario delegato il quale, dopo aver predisposto tale piano in data 7
marzo 2001, lo ha approvato dopo circa un anno il 26 febbraio
2002. Il suddetto «piano rifiuti» è stato oggetto di successivi ag-
giornamenti, […] -.
La Commissione richiamava, sempre nella sua relazione ter-
ritoriale dedicata alla Calabria, documenti dal contenuto im-
pressionante sulla portata del fallimento della gestione
Commissariale dei rifiuti nella regione. In una relazione
dell’arma dei Carabinieri20 si riferisce che:
- nel periodo 1998 - 2006 sono state gestite ingenti risorse eco-
nomiche dall'ufficio del commissario, pari a circa 700 milioni di
euro, risorse che, ad oggi, sono lievitate a ben oltre il miliardo di
euro, a fronte degli insufficienti risultati ottenuti. A tale riguar-
do, la sezione regionale della Corte dei conti di Catanzaro, con la
quale i nuclei calabresi dei carabinieri hanno collaborato in di-
verse occasioni, non ha risparmiato critiche alla struttura ed alla
gestione commissariale in Calabria, parlando di «fallimento della
esperienza commissariale», che invece di produrre scelte rapide e
definitive, introduce conflitti istituzionali devastanti e incom-
prensibili [...]
Proseguono i Carabinieri nella relazione sopracitata:
Lo stato emergenziale nella regione Calabria, come peraltro ac-
certato anche in altre regioni del Sud, invece di rappresentare
una concreta risorsa per la collettività (ingenti risorse; poteri
straordinari; celerità nelle procedure amministrative e tutti gli
altri strumenti di cui disponeva la struttura commissariale), ha
rappresentato un sistema di potere, da tutelare e prorogare ad
ogni costo e per più tempo possibile, basato sugli appalti, sulle
20 Carabinieri Gruppo Tutela Ambientale Napoli (NOE). Relazione 163/1-
32 - Il Fratello del Mostro
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consulenze esterne e su tutti, quei meccanismi di potere che ca-
ratterizzano un istituto emergenziale che, in alcuni casi, ha crea-
to più danni di quelli rinvenuti all’atto dell’insediamento o del
subentro in luogo di alcune amministrazioni locali. Il problema
dello smaltimento dei RSU in Calabria è stato fin qui caratteriz-
zato anzitutto dall’intervento diretto dello Stato, attraverso
l’istituto straordinario del commissariamento, determinato dalla
dichiarata incapacità a livello regionale di risolvere autonoma-
mente il problema. Commissariamento che aveva il mandato, en-
tro limiti di tempo ragionevoli, di fronteggiare la fase
dell’emergenza per riconsegnare poi la gestione ordinaria agli en-
ti locali. L’ufficio del commissario avrebbe perciò dovuto, e potu-
to, contribuire in maniera decisiva, con le facilitazioni ammini-
strative previste dalla normativa, l’esistenza di una struttura de-
dicata e una disponibilità di risorse economiche assai rilevante,
alla soluzione del problema dello smaltimento dei rifiuti solidi
urbani (così come a quello della depurazione delle acque e della
bonifica dei siti inquinati, filoni
di intervento pure di sua
competenza e ugualmente in sofferenza
). Sfortunatamente il
lunghissimo periodo di commissariamento si è rivelato un "han-
dicap" ulteriore […] Tutto ciò si verifica in una regione le cui
caratteristiche avrebbero preteso, più che permesso,
un’impostazione tecnica nello smaltimento dei rifiuti totalmente
differente. C’è più di un motivo per ritenere, come anche la cro-
naca giudiziaria di questi anni dimostra chiaramente, che gli in-
teressi politico-malavitosi non siano stati estranei a scelte che ga-
rantivano, evidentemente, la massimazione dei profitti. Tale si-
tuazione appare ancora più sintomatica nel valutare le inadegua-
te risposte ottenute in alcuni casi dalle procure della Repubblica
competenti per territorio le quali, a fronte di copiose e dettagliate
informative per gravi reati ambientali, alcune delle quali con ri-
chieste di misure cautelari, reali e personali, non hanno adegua-
tamente valorizzato le complesse e articolate attività investigati-
ve, creando una pericolosa e generalizzata sensazione
d’impunibilità nei pubblici funzionari compiacenti e nelle impre-
se private colluse, avvertita
concretamente in occasione di al-
cune ispezioni e di acquisizione documentale presso alcuni uffici
Capitolo I - Il Mostro - 33
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della pubblica amministrazione e presso aziende operatrici nel
campo dei rifiuti ».
Ma a ben guardare, la gestione scellerata e collusa del ciclo
dei rifiuti in Calabria era stata posta sotto la lente di
ingrandimento delle istituzioni