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CARCIOFO ROMANESCO DEL LAZIO IGP

Se, da una parte, le cultivar di Carciofo Romanesco del Lazio IGP si trovano nelle campagne di alcuni comuni della provincia di Roma, Viterbo e Latina, per assaporare i piatti della tradizione che li vedono come protagonisti assoluti – il carciofo alla romana e il carciofo alla giudia – bisogna recarsi nel cuore della Città Eterna e perdersi nei vicoletti di Trastevere e del Ghetto ebraico. Qui di certo non sarà difficile, tra le tantissime osterie, trovare il posto giusto dove assaggiare questi piatti accompagnati magari da un buon vino “della casa” e cogliere l’occasione e per scoprire le bellezze, a volte nascoste, di due dei luoghi più iconici della Capitale.

Tra i vicoli e i palazzi di Trastevere

In linea d’aria lo storico quartiere di Trastevere, un tempo operaio e oggi “tempio” della movida romana, e il Ghetto ebraico sono vicinissimi e si trovano, di fatto, l’uno di fronte all’altro rispettivamente sulla sponda destra e sinistra del Tevere all’altezza dell’Isola Tiberina. Trastevere deve il suo nome alla crasi delle parole latine (al di là del Tevere) in quanto fino all’epoca augustea (e con la costruzione delle Mura Aureliane) la zona non era considerata parte integrante dell’antica città che si estendeva, appunto, solo fino alla riva opposta del grande fiume che l’attraversa. Una passeggiata per il rione Trastevere non può che iniziare da piazza Trilussa, dedicata ovviamente al poeta romano, caratterizzata da una lunga scalinata dove sulla cima è collocata la Fontana di Ponte Sisto. Alle spalle della piazza si aprono i vicoli del quartiere lastricati di così detti sanpietrini, blocchetti di leucitite (o più in generale di porfido) propri delle strade della Capitale e utilizzati per la prima volta sotto il pontificato di Papa Sisto V in virtù della loro struttura che facilitava il passaggio dei carri. Le stradine di Trastevere – su cui affacciano caratteristiche botteghe, bar, ristorantini e vinerie – sono disseminate di palazzetti, la maggior parte dei quali di origine medievale, come l’attuale assetto del rione, e molto spesso colorate dal verde di piante rampicanti che ornano le facciate e le finestrelle, centinate o guelfe, tipiche delle abitazioni trasteverine. Per visitare Trastevere, una sorta di piccolo borgo sospeso nel tempo all’interno di una delle più grandi città d’Italia, non serve avere una meta e men che meno una cartina alla mano. Il modo migliore per godersi questo verace scampolo di Roma è girovagare tra le stradine e ammirarne gli scorci. Tra le curiosità che si possono incontrare tra le tipiche viuzze di questo rione brulicante di vita a qualsiasi ora del giorno e della notte, vi sono le . Si tratta di edicole votive, simbolo della religiosità popolare del quartiere, che si trovano sulle facciate delle case o in prossimità degli incroci e che un tempo servivano a rischiarare il cammino dei viandanti che di notte camminavano tra le strade, e non solo metaforicamente. Le Madonnelle, circondate da candele e lampade, nell’Ottocento di fatto erano le uniche luminarie che rischiaravano le strade del quartiere. Tra le vie più tipiche vale la pena segnalare via della Paglia, vicolo del Cedro e via dell’Arco di San Calisto. Piazza Santa Maria in Trastevere è il secondo cuore pulsante del rione, al cui centro si trova una fontana (che si dice essere la più antica di Roma ancora in funzione) originariamente costruita dal Bramante e successivamente modificata e perfezionata da Gian Lorenzo Bernini e Carlo Fontana.

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