DA POTONG, UN LOCALE DI ALTA CUCINA sino-thailandese nascosto nei labirinti di Chinatown a Bangkok, ogni ospite trova accanto al piatto una lettera indirizzata ai nonni della chef e proprietaria Pichaya “Pam” Soontornyanakij. «Cerco non solo di salvare dal dimenticatoio gli ingredienti tradizionali più stimolanti» scrive, «ma anche di creare un genere nuovo e audace che rispetti, al tempo stesso, gli ingredienti che usavate un tempo nel vostro piccola cucina sul balcone». Il menu degustazione di 20 portate che arriva in tavola è come una dichiarazione d’amore agli antenati di Soontornyanakij, che per cinque generazioni hanno mandato avanti un’attività di medicina erboristica proprio in questo palazzo un po’ logoro, tanto da tremare tutto quando i tuk-tuk sferragliano nel vicolo di fronte. Una delle prime portate è una versione del rad na, piatto di noodles di riso serviti in un denso sugo, diffuso nelle cucine della zona.
Soontornyanakij ne simula la consistenza con gelatina di aceto e sostituisce i tipici funghi di paglia con spugnole e caviale. A seguire, arriva una minestra di granchio