Territorio P. 46
Ricette P. 50
Taccuino di viaggio P. 56
“Nella botte piccola si trova il vino buono”, dice un noto proverbio e, così, tra le diverse varietà di melone, la più piccola è quella che – secondo molti – contiene la polpa più dolce: si tratta del Melone Cantalupo, un frutto noto anche come . A di cantalupo caratterizzata dalle dimensioni che solitamente non superano i 15 cm di diametro, dalla buccia verde chiaro con sottili striature scure e la polpa arancione brillante. Un frutto grazioso, anche se di certo non è la sua bellezza che lo rende famoso: il melone Charentais emana un profumo inconfondibile e intenso, che combina note dolci e fruttate con un leggero sentore floreale. E se il naso non può che rallegrarsi di questi sentori, il palato non deve certo lamentarsi, poiché il suo sapore è dolce, ma bilanciato da una leggera acidità che ne esalta la freschezza. Anche se il nome è francese, in realtà gli antenati dello Charentais sono italianissimi: il nome “cantalupo” deriva infatti dal comune di Cantalupo in Sabina, in provincia di Rieti, dove si dice che questo frutto sia stato coltivato per la prima volta in Europa. Il perché di questo primato è presto detto: nel XII secolo alcuni missionari cattolici portarono proprio qui, passando per l’Armenia, i semi una particolare varietà di melone, più gradevole al gusto rispetto a quella conosciuta in Occidente sin dall’antichità. Nella cittadina sorgeva infatti un castello papale, i cui giardini si rivelarono molto adatti alle sementi asiatiche e che qui si espressero magnificamente e ricevettero il nome con cui sono ancora oggi conosciuti. Pochi decenni dopo ebbe inizio la cattività avignonese, e sembra che tra i beni papali che vennero trasferiti nel Sud della Francia ci fossero anche dei semi di cantalupo, che anche qui si trovarono assai bene. Un’altra versione della storia racconta che fu il re francese Carlo VIII, alla fine del XV secolo, a portarlo in patria di ritorno dalle guerre che aveva combattuto sul territorio italiano. Qualunque sia la verità, di una cosa siamo certi: anche il clima mite e soleggiato della Provenza era gradito al nostro Cantalupo! I coltivatori si dedicarono con passione a questo frutto tanto che nella città di Cavaillon, vicina ad Avignone, esiste una confraternita () che lo tutela, e, come se non bastasse, vi troneggia la statua di un enorme melone. Il melone Charentais è stato coltivato selettivamente da varietà di cantalupo e rimase confinato nella sua regione nativa (Poitou-Charentes, da cui prende il nome) fino alla metà del XX secolo, quando la costruzione di ferrovie verso Parigi lo rese famoso in tutto il paese per il suo sapore dolce. Oggi lo Charentais è una star internazionale che viene coltivata in Francia, ma anche in altre regioni d’Europa, nel Nord Africa, negli Stati Uniti e in Messico. Nel nostro paese, la si esprime ottimamente in tutte le aree dove vengono coltivati i suoi “cugini” italiani, ma forse è la zona di Pachino, già famosa per i suoi pomodori, ad essere la più vocata per la coltivazione di questo melone: il terreno fertile e il clima soleggiato della Sicilia orientale creano le condizioni ideali per produrre frutti di altissima qualità. Inoltre, la produzione del melone in Sicilia non solo contribuisce all’economia locale, ma rappresenta anche una parte importante della tradizione agricola dell’isola.