Slabbrami (Passioni Lesbiche #1)
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Info su questo ebook
Jessica è una studentessa svogliata che dalla Calabria si trasferisce a Pisa per fare contenti i genitori, che la vorrebbero laureata e col futuro assicurato. Una volta lì, esplorerà le molteplici possibilità che la città offre per sperimentare il sesso lesbo.
Racconto di 6000 parole. Contiene chiari riferimenti sessuali e scene esplicite.
Nella stessa serie:
Titillami (#2)
Cunnilinguami (#3)
Jessica Taddei
Autrice lesbica
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Anteprima del libro
Slabbrami (Passioni Lesbiche #1) - Jessica Taddei
A scuola mi vestivo come un maschiaccio. Anfibi, jeans strappati, magliette extra-large. Quei vestiti urlavano la mia insofferenza verso il mondo che mi circondava. La mia crociata personale contro l’ipocrisia di una società che mi costringeva nei suoi parametri di pubblico decoro
. Mi vestivo male anche per fare un dispetto a mia madre, che fino a quel momento mi aveva fatto andare in giro come un’educanda.
Appena iscritta al primo anno di Ragioneria, guardavo alle ragazze di 5ª come a delle eroine. Erano state capaci di arrivare fin lì nonostante gli insegnanti di merda, i bulli, le prese in giro, le prime delusioni amorose. Nonostante l’adolescenza, il che è tutto dire.
Wow, mi sorprendevo a pensare, sono a tanto così dal salto che le renderà libere. Indipendenti. Adulte.
Ricordo che un giorno di fine settembre, durante la ricreazione ‒ che passavo perennemente appoggiata a una colonna portante del secondo piano ‒, due ragazze della 5ª C bighellonavano a pochi metri dal mio angolino per sfigati. Il viso della ragazza più alta brillava di luce propria: le ridevano perfino gli occhi, che traboccavano di gioia di vivere, curiosità, voglia di conquistare il mondo. Mi ritrovai a invidiarle quei capelli così folti e ricci da sembrare cotonati, e quella pelle ancora abbronzata, apparentemente immune all’acne che affliggeva noi comuni mortali. La sua personale forma di ribellione consisteva nell’indossare calze a righe dei colori più disparati, infilate in un paio di anfibi con i lacci penzoloni, e una minigonna di jeans con un teschio cucito sulla piega sinistra. La osservai girarsi verso la compagna di classe e ridere di gusto a una sua battuta, che purtroppo non riuscii a cogliere, imbambolata com’ero a guardarla. Tutto sul suo viso sorrideva: le labbra lucide di burro cacao, il naso che si arricciava leggermente, gli occhi piccoli che scomparivano fino a diventare due fessure brillanti.