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Un assistente da spogliare (eLit): eLit
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E-book179 pagine3 ore

Un assistente da spogliare (eLit): eLit

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Info su questo ebook

Il milionario playboy Alexander Wentworth III ha tutto quello che un comune mortale può sognare, ma lui non si accontenta, pretende di più: più ricchezza, più potere, più donne. O meglio, una donna in particolare: Sienna Raleigh, la sua assistente personale. È inutile che lei si sforzi di mantenere il loro rapporto sul piano professionale: ciò che Lex vuole, riesce sempre a ottenerlo. E adesso vuole lei.
LinguaItaliano
Data di uscita1 apr 2020
ISBN9788830511330
Un assistente da spogliare (eLit): eLit
Autore

Kelly Hunter

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Anteprima del libro

    Un assistente da spogliare (eLit) - Kelly Hunter

    Immagine di copertina:

    AS-photo / iStock / Getty Images Plus

    Titolo originale dell'edizione in lingua inglese:

    Playboy Boss, Live-in Mistress

    Mills & Boon Modern Extra

    © 2008 Kelly Hunter

    Traduzione di Gil Bancor

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    © 2009 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-3051-133-0

    1

    Alexander Wentworth III sapeva essere molto paziente quando voleva.

    Nel caso del mercato azionario, per esempio, o di quello monetario, dei future o di qualsiasi mercato, quando si trattava di aspettare il momento opportuno, sfoderava la proverbiale pazienza di Giobbe.

    Se spirava un vento di otto nodi da nord-nordest al largo della costa della Cornovaglia e non aveva alcun posto dove andare se non il suo yacht e niente da fare se non impostare la rotta e sfilare un bikini tempestato di brillanti a una sventola, Lex sapeva essere decisamente paziente. I viaggi della seduzione andavano assaporati e lui lo faceva. Di frequente.

    Sì, la pazienza era una delle sue innumerevoli virtù.

    Purtroppo la dose di cui disponeva in quel momento si stava esaurendo in fretta, e non soltanto perché era in viaggio da quindici ore su un volo di venticinque da Londra a Sidney, con scalo a Singapore ancora da effettuare, ma perché la sua assistente personale temporanea aveva l’abilità innata di farlo impazzire.

    Si chiamava Sienna Raleigh, proveniva da una famiglia impeccabile benché strampalata, aveva un dottorato in arte rinascimentale e un sorriso che stendeva un uomo a un chilometro di distanza. Sienna aveva cinque anni quando si erano conosciuti e lui undici. La riluttanza di quella ragazzina ad ammettere la sua superiorità in tutto lo aveva irritato e intrigato allo stesso tempo. Sapendolo, non avrei mai dovuto assumerla, pensò cupo. Avrebbe dovuto fare uno sforzo per soffocare la sua indisciplina vent’anni prima, nell’istante in cui le aveva messo gli occhi addosso, perché ormai non aveva più alcuna speranza di riuscirci.

    «Ci sono altre relazioni da leggere?» le chiese.

    «Vuoi dire oltre alla decina che ti sei appena divorato?» rispose Sienna senza alzare gli occhi dal libro che stava leggendo. «No.»

    «Altri giornali?»

    «Anche quelli li hai letti tutti.»

    Attese un istante. «Cosa leggi?»

    «Un bestseller.» Il tono di sopportazione di Sienna non fece che divertirlo. Era chiaro che il livello di sopportazione era basso per entrambi. «Sono arrivata al punto in cui il nostro eroe, grazie a un mix di forza, determinazione, genialità, fortuna e cospirazione casuale, agguanta da solo i cattivi e poi abbandona la bellissima donna fedifraga e agonizzante che lo ha tradito.»

    «Mi sembra giusto» osservò lui. «Tienimi informato.» Tamburellò le dita sul bracciolo, fece zapping fra i canali di intrattenimento e sospirò.

    Sienna alzò lo sguardo su di lui, quegli occhi marrone dorato punteggiati di macchioline verdi rivelavano una forte esasperazione e una gradevole ingenuità. «Ammettilo. La tua capacità di concentrazione è pari a quella di un moscerino.»

    «Non è vero.»

    «E vuoi il mio libro.»

    «No. A meno che tu non l’abbia finito.»

    «Non l’ho finito.»

    «Perché mi sembra che tu sia arrivata alla fine.»

    «C’è l’epilogo.»

    «E leggi gli epiloghi?»

    «Non vorrei mai perdermi qualcosa» rispose con dolcezza. «Mi paghi per curare i dettagli, ricordi? C’era scritto questo sull’annuncio di lavoro.»

    «E non per soddisfare ogni mio capriccio? Credevo di sì.»

    «Forse sulla tua brutta. La tua ex assistente personale ha eliminato ogni riferimento alla schiavitù prima di farlo pubblicare.»

    «Era di un’efficienza davvero fuori del comune» dichiarò con un sospiro, e non scherzava. «Non capisco proprio come abbia potuto preferire il matrimonio e la maternità al sottoscritto.»

    «Un vero mistero» rispose Sienna, un po’ troppo asciutta per i suoi gusti.

    «A te piace lavorare per me, vero?»

    «Lex, lavoro per te da tre giorni e finora è stato un vero manicomio. Ho riprogrammato cinque riunioni, cambiato due volte i nostri programmi di viaggio, tenuto al telefono per un quarto d’ora il presidente di una banca di investimenti, supplicato ogni santo giorno la tua ex segretaria di tornare e giurato di spararti almeno una decina di volte.»

    «Cosa posso dire? È stata una settimana moscia. Ma vedrai che la sistemazione in Australia ti piacerà. Fidati.»

    Sienna fece scorrere la mano sul bracciolo in pelle e guardò la spaziosa cabina come se stesse valutando i benefici della prima classe prima di rivolgergli un’occhiata divertita. «A proposito della sistemazione a Sydney... continuo a pensare che non sia una buona idea condividere la stessa casa mentre siamo lì. Un mese è lungo, Lex.»

    «Non è una casa, è uno snodo commerciale» le spiegò lui. «Avrai un’intera ala tutta per te e solo una cinquantina di metri da percorrere per arrivare al lavoro. Nessuna delle mie precedenti segretarie si è mai lamentata.»

    «Nessuna di loro lavora ancora per te, se è per questo. E se volessi scappare? Se volessi andare a divertirmi? O se tu volessi andare a divertirti?»

    «Ne avrai il tempo?» ribatté Alexander.

    «Chi lo sa?» Sienna si alzò per stiracchiarsi, offrendogli il profilo di un vitino incredibilmente sottile e di due natiche belle sode. «Forse sì.»

    Non con lui, poco ma sicuro. Negli ultimi giorni lo aveva assillato il medesimo pensiero. Forse dividere lo stesso spazio con Sienna per diverse settimane sarebbe stato più impegnativo di quanto inizialmente previsto.

    Non si erano frequentati molto negli ultimi anni. Strade diverse e stili di vita diversi, questo aveva detto a sua madre e a chiunque gli avesse chiesto spiegazioni. Gli amici di infanzia spesso si separano, fine della storia, e se vi era un altro motivo per cui aveva mantenuto le distanze ultimamente, be’, erano affari suoi e di nessun altro. Quando si trattava di Sienna, il corpo e la testa di Lex non erano allineati. La testa reclamava il ruolo che aveva sempre avuto nella sua vita, quello di protettore, mentore e rivale occasionale. Il corpo la voleva nuda sotto di sé. Sfrenatamente reattiva, possibilmente implorante...

    «Lex.»

    La voce era quella giusta, ma il tono completamente sbagliato. Dove era la supplica sussurrata? I gemiti melodiosi di una donna tutta presa dall’ansia di appagamento?

    «Alex!»

    Oh! Alzò lo sguardo con un sussulto e trovò Sienna che lo fissava esasperata, sventagliandoli sotto il naso una relazione. Il prospetto informativo di un’impresa di costruzioni in procinto di essere quotata alla Borsa di New York, per l’esattezza. Aveva accennato di sfuggita alla società qualche giorno prima, ma non si aspettava certo che Sienna approfondisse la questione. «Per me? Non avresti dovuto.»

    «Consideralo il camioncino che ogni madre tiene in borsa per quando esce e vuole che il figlioletto pestifero faccia il bravo.» Lo fissò con il più provocatorio dei sorrisi, poi prese il libro e si rimise a sedere. «Divertiti.»

    «No, davvero. Non dovevi disturbarti. Stanno affondando a causa dei mutui subprime

    «Allora vedi se riesci a comprare qualcosa a un prezzo stracciato. Non fai questo di mestiere?»

    Aveva ragione, certo, però gli era passata la voglia di leggere. Sentiva il bisogno impellente di allentare la morsa erotica che lo stava stritolando e se la seduzione non era il mezzo adatto, e non lo era, allora doveva accontentarsi di un battibecco. Bisognava solo addurre un motivo, un motivo qualunque. Forse era il caso di dare voce a quella sorta di istinto quasi fraterno per dirle che divertirsi con un altro uomo mentre vivevano sotto lo stesso tetto era fuori discussione. «Riguardo alla nostra convivenza...»

    «Vorrai dire al fatto di incontrarci di tanto in tanto fuori dell’orario di lavoro in zone di intrattenimento comuni.» Sienna arcuò un sopracciglio delicato e gli rivolse un sorriso da maschiaccio. «E come dovremmo regolarci se uno dei due è accompagnato?»

    Lex ricambiò il sorriso, aguzzando i cinque sensi sotto la facciata apatica. Allora voleva battaglia. Sarebbe stato villano da parte sua declinare. «Se m’incontri per caso con qualcuno, ovviamente te lo presenterò e probabilmente ti chiederò di unirti a noi, e a quel punto tu rifiuterai e mi lancerai una di quelle occhiatine... esatto, quella, dopodiché sparirai. Ti pare ragionevole?»

    «La commedia funziona per entrambi?»

    «Be’, no.» Adorava il modo in cui gli occhi di lei sprigionavano lampi di fuoco e il mento si sollevava. «Se tu hai intenzione di divertirti, esigo un preavviso di tre giorni e un rapporto dettagliato sulla persona, o le persone, in questione. Che te ne pare?»

    «Restrittivo.»

    Perfetto. «La prudenza non è mai troppa. Pensa a come ti odieresti se ti facessi abbindolare da un giornalista dopo avergli spiattellato particolari privati su di me. Ne rimarresti distrutta. E io so che in un modo o nell’altro, in un universo parallelo e nebuloso accessibile solo alla psiche femminile, sarebbe colpa mia.» Scosse la testa con aria afflitta. «Facciamo che il preavviso è di cinque giorni. Detesto essere il colpevole della situazione.»

    «Credi che non sia capace di riconoscere un giornalista?» chiese lei stizzita. «Con la storia familiare che mi ritrovo?»

    «Hai ragione» ammise Alexander, concedendole un altro punto strategico. Nessun problema, visto che l’obiettivo ultimo di quella conversazione non era vincere, ma combattere.

    La madre di Sienna aveva molti più anni e svariati milioni di dollari più del marito artista. Per anni la stampa si era nutrita di quella diversità, ma il vero banchetto era iniziato dopo il presunto suicidio della donna. I milioni dilapidati, il marito infedele, il testamento falso e i quadri spariti. Due mesi dopo la morte della madre di Sienna, suo padre aveva sfidato se stesso in una prova di coraggio con un treno merci e aveva perso, a quel punto la stampa scandalistica era tornata alla carica. Alla fine, grazie al cielo, si era buttata su storie più nuove e piccanti, tuttavia l’insofferenza di Sienna nei confronti dei giornalisti e la sua riluttanza a essere in vista continuavano immutate.

    «Pessimo esempio. Un giornalista non durerebbe neanche cinque minuti. Allora che ne dici se fosse un ladro a sedurti per ottenere l’accesso alla tenuta? Sei esperta di ladri?»

    Un sorriso fugace le attraversò la generosa curva delle labbra. «La gente ti dà del ladro, Lex. Ne so abbastanza di te.»

    Lex sapeva cosa pensava la gente di lui. Erano storie già udite a cui però non voleva dare credito. Anzi, sì. Questa volta l’insulto bruciava ed era arrivato il momento di chiarire la questione. «Io pago per quello che prendo.»

    «Paghi una miseria, poi dividi il bottino, lo ricomponi e ti fai un mucchio di soldi» disse Sienna con precisione brutale. «Non importa se è legale. Agli occhi di certe persone continui a essere un ladro.»

    «Il termine tecnico è rastrellatore

    «Rastrellatore, brigante, pirata... ladro.» I suoi occhi lo sfidarono a spiegare la differenza, ammesso che ve ne fosse una.

    «Quelle società sono finite sul lastrico a causa della cattiva gestione, della sovraesposizione o di semplice negligenza molto prima del mio arrivo sulla scena» controbatté lui. «Io non ho alcuna responsabilità in questo.»

    «No, hai ragione.» Sienna aprì la bocca come se stesse per aggiungere qualcosa, ma la richiuse senza dire niente. Decise invece di aprire il libro e cercare di ignorarlo, anche se sapeva che Alexander non le avrebbe permesso di cavarsela così a buon mercato. Infatti allungò il braccio, le tolse il libro di mano e lo ficcò di fianco al sedile.

    «Dillo» sbottò. «Di’ quello che stavi per dire, qualunque cosa sia.»

    Sienna era sulla difensiva e Lex sapeva per esperienza che ubbidire agli ordini, suoi o di chiunque altro, non era proprio il suo forte, ma alla fine parlò.

    «Potevi salvare quelle società e rovesciarne le sorti invece di farle a pezzi.»

    «Sapevo che era lì che volevi andare a parare!» Non stavi cercando un motivo per litigare?, si chiese tristemente. Ma non quello. «Non è così semplice.»

    «Lo capisco, ma potevi salvarle...»

    «Mi attribuisci troppi meriti.»

    «... se avessi voluto» terminò Sienna. «È solo che non volevi.»

    «Hai ragione. Non volevo» mormorò lui, sentendo i muscoli della spalla contrarsi e indurirsi. E tutto per una critica trita e ritrita. Ne aveva abbastanza di quel volo e degli attacchi di Sienna. Ne aveva abbastanza di desiderarla fra le braccia un istante e sperare che fosse lontana migliaia di chilometri l’istante dopo.

    Si alzò per allontanarsi dal suo sguardo indagatore, ma lei non si ritrasse sul sedile per lasciarlo passare come avrebbe fatto chiunque. Ora che l’aveva spinta a esporre le proprie ragioni, esigeva una risposta. «Qui non si tratta di rimediare agli errori di altre persone» tagliò corto Alexander. «Si tratta di trarne vantaggio. La teoria dell’evoluzione di Darwin si adatta alla perfezione al modello societario. La sopravvivenza del più forte, del più veloce, del più scaltro. Per non dire del più spietato.»

    «Dov’è il tuo senso di responsabilità sociale?» chiese lei in tono pacato.

    «Io sono responsabile verso me stesso.»

    «Lavorare con te in questi giorni è stata una vera rivelazione.»

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