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Sussurri di piacere (eLit): eLit
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E-book153 pagine1 ora

Sussurri di piacere (eLit): eLit

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Info su questo ebook

Per Carol Snow, donna in carriera seria e compassata, nessun uomo si è mai dimostrato più eccitante del suo libro erotico preferito. È costretta, però, a ricredersi quando il suo collega Luke Chancellor le mostra, con dovizia di dettagli piccanti, cosa si è persa fino a quel momento. Non appena lui le propone un vero appuntamento, Carol riesce solo a scappare. Ma ormai è troppo tardi per tornare indietro, e Luke è un boccone troppo ghiotto per poter essere ignorato...
LinguaItaliano
Data di uscita1 feb 2021
ISBN9788830524651
Sussurri di piacere (eLit): eLit

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    Anteprima del libro

    Sussurri di piacere (eLit) - Stephanie Bond

    Capitolo 1

    Nel giorno di San Valentino Cupido non farà prigionieri.

    Carol Snow prese dalla scrivania della sua assistente il cartoncino augurale che raffigurava il famoso cherubino armato di arco e freccia e lo aprì quasi svogliatamente, dando un'occhiata al messaggio.

    Per cui la tua migliore strategia è la resa. Una piccola bandiera bianca sventolava sul fondo con al centro un nome scritto a penna. Stan.

    Lei aggrottò la fronte, girando il biglietto sul retro e non fu affatto sorpresa di scoprire che era stato prodotto dalla compagnia per la quale lavorava come direttore della sezione Contabilità e Finanze, la Mystic Touch Greeting Cards. Con ogni probabilità Stan doveva essere un impiegato, pensò rimettendo il cartoncino in mezzo al disordine generale con un senso di irritazione crescente.

    Per fortuna non faceva parte del reparto creativo della società, altrimenti avrebbe dovuto sopportare per l'intera giornata tutte quelle assurde stupidaggini.

    Carol si volse verso Tracy, che le dava le spalle e parlava a bassa voce al telefono. Telefono a cui la sua segretaria era stata praticamente attaccata tutto il giorno. Le venne spontaneo alzare gli occhi al cielo con un sospiro d'impazienza. Un nuovo spasimante, non c'era dubbio. Stan? Molto probabile.

    Ricacciando indietro la frustrazione, guardò l'orologio. Di quel passo sarebbe arrivata in ritardo all'incontro mensile del Red Tote Book Club.

    Allora si schiarì la gola di proposito. Una, due volte. Alla fine Tracy si decise a voltarsi mettendo una mano sul microfono, il volto trepidante. «Sì, signorina Snow?»

    «Ho bisogno di parlarti di questo progetto prima di andare via.»

    «Okay.»

    Carol storse la bocca. «E devo andare via ora

    L'assistente lanciò un'occhiata all'orologio appeso alla parete. «Ma sono solo le sei... Di solito resta sino alle otto, le nove.»

    Lei s'irrigidì alla malcelata sfumatura di critica insita nell'osservazione della ragazza. «Non questa sera.»

    «Sta male?»

    «No. Ti dispiacerebbe attaccare quel telefono per favore, così possiamo parlare?»

    Tracy mormorò in fretta qualcosa alla cornetta, poggiando l'apparecchio sulla base. «Che succede?»

    Carol si morse il labbro. «Succede che questo rapporto per la relazione trimestrale non va affatto bene. È pieno di errori di battitura.» Le porse il foglio dove aveva segnato col pennarello rosso le parole sbagliate.

    La segretaria strinse appena le labbra. «Oh!... Mi dispiace. Lo rifaccio.»

    «Appunto. Voglio la versione corretta sul mio tavolo domani mattina quando arrivo» borbottò secca.

    «Va bene, signorina.»

    «E Tracy... ho notato che passi troppo tempo al telefono. Il che toglie tempo al tuo lavoro. Capito l'antifona?»

    La ragazza annuì. «Sì, sì... Scusi.»

    Carol la fissò per un istante, poi tornò nel suo ufficio. Una stanza molto spaziosa, arredata con mobili scuri che si adattava perfettamente al direttore del reparto Finanze. Un'ampia finestra alta fino al soffitto forniva una vista formidabile dei grattacieli di Atlanta, lasciando spazio sufficiente per una fila di schedari.

    Terminò di mettere in ordine la scrivania, prese la borsa, la cartella e la sacca con i libri per l'incontro al circolo letterario. Quando ripassò davanti a Tracy, scosse la testa con un mormorio di disperazione vedendola di nuovo al telefono. La ragazza avrebbe avuto una brutta sorpresa se continuava a mettere la propria vita amorosa davanti al lavoro, decise fermandosi di fronte all'ascensore.

    Gli uomini. Tutti. Non erano assolutamente degni di fiducia.

    Qualcuno del reparto creativo avrebbe dovuto inserire quell'assioma in un cartoncino della Mystic Touch.

    L'ascensore arrivò e le porte si aprirono. C'era una sola persona all'interno. Luke Chancellor, direttore del reparto vendite e il playboy indiscusso della compagnia. Un sorriso affascinante sul volto maschio. «Ciao, Snow! A casa presto, oggi? Per essere un freddo martedì d'inverno devi avere proprio un appuntamento ardente.»

    Carol si piantò la lingua contro il palato. Non era proprio dell'umore giusto per essere presa in giro. «Veramente, Chancellor, ho appena deciso che preferisco le scale.»

    Si girò impettita, ignorando la risata divertita dell'uomo. Per Luke Chancellor flirtare era una passione irresistibile e ultimamente sembrava averla presa di mira. Così scese in fretta, nonostante i tacchi alti, e fu molto sollevata quando arrivò all'ingresso e constatò che l'ascensore era ancora ai piani superiori. Tenendo strette tutte le sue cose, si diresse verso le porte girevoli, in direzione della propria macchina. Se non avesse trovato intoppi tra Buckhead e il centro di Atlanta, sarebbe potuta arrivare puntuale.

    «Carol, aspetta!»

    Al suono della voce di Luke lei trasalì, continuando a camminare. Ma nella fretta il tacco della scarpa s'infilò in un buco tra le mattonelle del marciapiede e perse l'equilibrio. La cartella, la borsa e la sacca dei libri le sfuggirono di mano e volarono in terra mentre lei tentava disperatamente di non cadere. Fu la presa salda di un paio di braccia forti che le impedì di finire col viso contro la pietra dura.

    «Niente paura» le bisbigliò Luke all'orecchio, un soffio caldo nell'aria gelida di febbraio.

    Il profumo di acqua di colonia maschile l'avvolse togliendole il respiro. Intanto il suo corpo realizzava che quelle mani la stavano toccando sulle spalle e ai lati del seno. Bollenti e conturbanti nonostante il cappotto pesante. Un'ondata di desiderio del tutto incontrollabile le si propagò dappertutto, facendole ricordare che erano secoli che non stava vicino a un uomo. Quella sensazione strana, dimenticata, la spinse a reagire con eccessiva rudezza.

    «Lasciami» disse a denti stretti, cercando di liberarsi. Poi si raddrizzò, sistemandosi gli abiti.

    La bocca sensuale di Luke si arcuò in un mezzo sorriso. «Prego» lasciò cadere asciutto, chinandosi per aiutarla a raccogliere quanto le era caduto.

    Indossava un completo marrone testa di moro che si adattava alla perfezione ai folti capelli castani e agli occhi profondi del colore della cioccolata. Una cravatta gialla spuntava dal taschino, elemento essenziale per lo stile voluto dalla compagnia. Chancellor era noto nell'azienda per il suo modo di vestire piuttosto casual, le sue continue battute di spirito, la socievolezza del suo carattere. Ma era professionalmente valido, non poteva negarlo. Arrivato un paio di anni prima, in breve tempo era saltato di livello in livello, diventando direttore, come Carol. La femminista che era in lei avrebbe voluto protestare per quelle due promozioni conferitegli troppo presto, ma doveva ammettere che era riuscito a far aumentare di parecchio le vendite.

    Mancavano pochi giorni a San Valentino, forse la giornata clou dell'anno per l'azienda e i profitti erano già considerevoli. Per cui, come donna razionale e fissata con le statistiche, non poteva che provare rispetto per i risultati ottenuti dal collega.

    Sentendosi in colpa per aver reagito in modo scortese, mormorò in tono contrito: «Scusa... mi hai preso alla sprovvista. Grazie comunque».

    «Figurati. Probabilmente ti ho fatta distrarre quando ti ho chiamata.»

    «Sì... infatti. Cosa volevi? Sono in ritardo per il mio circolo letterario.»

    «Caspita!» Luke aveva preso da terra alcuni libri usciti fuori dalla sacca. «L'Amante di Lady Chatterly? La Donna del Tenente Francese?» Un'espressione maliziosa e divertita insieme gli illuminò il volto. «A quale genere di circolo appartieni?»

    Le guance le si coprirono di rossore. «Non sono affari tuoi.»

    Le si fece più vicino. «Accettate anche membri maschi?» Il tono era innocente, ma negli occhi vibrava una luce provocatoria e decisamente sexy.

    Invece di rispondere Carol cercò di togliergli di mano i volumi ma lui li tenne lontano di proposito, sollevandoli sopra la testa. A quel punto fu impossibile non arrabbiarsi. «Smettila! Non sei un bambino di dieci anni! Dammi quei libri.»

    Luke osservò le copertine sollevando un sopracciglio. «Avevo intuito che in te c'era un lato selvaggio, Snow. Lo tieni ben nascosto, eh?»

    Al limite dell'esasperazione decise che era meglio lasciar cadere l'argomento. Così incrociò le braccia al petto, mettendo il broncio.

    Qualche secondo di silenzio, poi sbottò: «Cosa vuoi, Chancellor?».

    In risposta lui l'accarezzò tutta con lo sguardo. Lentamente, l'espressione carica di apprezzamento fu un'impresa per Carol mantenere un atteggiamento sdegnoso e indifferente.

    Alla fine Luke sospirò, abbassando le spalle in un gesto di sconfitta. «Okay, torniamo agli affari. Pensavo potrebbe essere carino organizzare una festa con tutti i dipendenti per San Valentino.»

    Carol aggrottò la fronte. «Il giorno di San Valentino?»

    «Perché no? Oppure potremmo anticipare al venerdì.»

    «Venerdì tredici?!»

    «E allora? È vicinissimo. Lo sai, per noi è la giornata di vendite più significativa. E poi la festa sarebbe una buona occasione per regalare un bonus, una gratifica a ciascuno. Che ne pensi?»

    «Penso che la compagnia non ha mai emesso bonus» ribatté polemica.

    «In passato, lo so. Ma quest'anno la Mystic Touch Greeting Cards ha avuto entrate ottime. Sarebbe giusto distribuire l'amore, se capisci cosa intendo. Sono sicuro che gli altri direttori sarebbero d'accordo con me.»

    La collera le si scatenò dentro come un uragano.

    Certo, così elargendo regali a destra e a manca diventeresti un eroe agli occhi di quasi cinquecento impiegati!

    E non solo! Prima della fine dell'anno sarebbe anche stato il prossimo direttore generale.

    Raddrizzò le spalle, assumendo un tono serio e autoritario. «Secondo la mia opinione la mossa più prudente per la compagnia sarebbe quella di investire i profitti extra in nuova tecnologia.»

    A quanto pareva niente poteva cancellare quel sorriso perenne, la sua sicurezza. «Secondo me, invece, dovresti lasciar perdere il tuo club di libri porno e restare a discutere con il sottoscritto davanti a un paio di drink.»

    L'attrazione che quel corpo maschio esercitava sul suo era notevole. Gli occhi scuri avevano un potere ipnotico e sembravano spingerla a seguirlo ovunque. Lei sentì un calore inequivocabile tra le cosce mentre i capezzoli le si inturgidivano. Aprì la bocca e realizzò con un senso di atroce disagio che stava per accettare.

    Allora tirò indietro la testa di scatto. «Puoi scordartelo» disse con più foga di quanto avesse intenzione. «Discuteremo della festa e dei bonus alla riunione dei capireparto fissata per domani.»

    «Non sei divertente.»

    Carol tese la mano, agitando le dita con impazienza. «I miei libri, per favore.»

    Lui abbandonò il bottino come se gli costasse una fatica enorme. «Non sono mai stato messo al secondo posto dopo un libro.»

    «C'è sempre una prima volta.» Gli scoccò un sorrisetto ironico e mise i volumi nella sacca. «Ciao, Chancellor.» Si girò, incamminandosi verso la macchina praticamente certa di essere ormai in ritardo.

    «Invece di limitarti a leggerla sui libri, dovresti viverla sul serio la vita!» le gridò Luke.

    Lei fu tentata di rispondergli per le rime ma, consapevole degli sguardi curiosi della gente, preferì ignorarlo. Inoltre non voleva che le altre socie del circolo dovessero aspettarla troppo.

    E soprattutto, non voleva che Luke Chancellor avesse la

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