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Sexamoritia
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E-book115 pagine1 ora

Sexamoritia

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Info su questo ebook

Una ricerca appassionante e indispensabile per conoscere finalmente una nuova chiave di volta per il raggiungimento dell'amore perfetto, poiché in molti casi il semplice amore (ti amo) viene scambiato con il bisogno di essere amati.
Sexamoritia e' un termine che rappresenta l'amore, si tratta di una nuova filosofia che è il risultato massimo in una relazione d’ amore ( il Nirvana ).
Si può raggiungere in un rapporto tra due individui solo in determinati momenti, anche solo per un istante… dipende tutto da noi.
Questo romanzo divertente, fresco, creativo in cui viene adoperato un linguaggio semplice, vuole essere un tentativo ambizioso di piacere al lettore.
L'autore attraverso questa favola moderna racconta la meravigliosa e affascinante storia del protagonista, sognatore e romantico, che decide di tuffarsi nello studio dell' amore portandolo verso il cambiamento nell' evoluzione del linguaggio moderno, tornando alle radici dello stesso.
La storia sarà seguita da altri due importantissimi episodi:
“SeXamoritia secondo Da Vinci”
“Codex AitiRomaXeS".
La parola Sexamoritia è il termine identificativo di una nuova filosofia di vita che vuole rivedere criticamente gli elementi che compongono le relazioni amorose. Analizzando il significato di questo termine insieme alle migliaia di sfaccettature interpretative che a esso si possono associare, il lettore si renderà subito conto che il semplice “ti amo” non è sufficiente per esprimere i propri sentimenti alla persona amata, né che basta fare del buon sesso per affermare che una coppia che si alimenti di solo erotismo si ami davvero o che, diversamente, un rapporto basato esclusivamente sull’amicizia sia espressione di un rapporto d’amore basato sul rispetto reciproco.
Il neologismo nasce dalla mia fantasia e risponde alla necessità di comprimere in un’unica parola i tre elementi fondamentali (enunciati con vocaboli latini) che insieme vanno a costituire un sano e completo rapporto di coppia: sexus (sesso), amor (amore) e amicitia (amicizia).
Ho avuto modo così di scoprire che il segreto risiede anzitutto in un saldo rapporto di amicizia, cioè nello stare insieme, nel cercarsi, nel ritrovarsi dopo un periodo di separazione, nel vivere l’uno per l’altra in simbiosi, e poi in un amore imperturbabile, consistente nella comunione, nel concedersi, nel volersi bene. E infine nel sesso, l’unione dei corpi che non ha il solo scopo di trarne piacere fisico.
Assegno a questa parola un significato importante ed è per me la sintesi delle tappe di un percorso ideale e metaforico che, trasposto all’interno di un romanzo che parla d’amore − ma non solo − accompagna il lettore verso la conoscenza di un nuovo modo di vivere il proprio rapporto con il partner.

LinguaItaliano
Data di uscita15 apr 2013
ISBN9788867558322
Sexamoritia

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    Anteprima del libro

    Sexamoritia - Mascolo Michele Antonello

    Ringraziamenti

    Introduzione

    Perché non aggiungere un nuovo termine nel nostro vocabolario d’Amore?

    È tempo di rottamare la parola TI AMO!

    La parola Sexamoritia è il termine identificativo di una nuova filosofia di vita che vuole rivedere criticamente gli elementi che compongono le relazioni amorose. Analizzando il significato di questo termine insieme alle migliaia di sfaccettature interpretative che a esso si possono associare, il lettore si renderà subito conto che il semplice ti amo non è sufficiente per esprimere i propri sentimenti alla persona amata, né che basta fare del buon sesso per affermare che una coppia che si alimenti di solo erotismo si ami davvero o che, diversamente, un rapporto basato esclusivamente sull’amicizia sia espressione di un rapporto d’amore basato sul rispetto reciproco.

    Il neologismo nasce dalla mia fantasia e risponde alla necessità di comprimere in un’unica parola i tre elementi fondamentali (enunciati con vocaboli latini) che insieme vanno a costituire un sano e completo rapporto di coppia: sexus (sesso), amor (amore) e amicitia (amicizia).

    Quando m’innamorai per la prima volta nella mia vita, sentii che la parola ti amo esprimeva troppo poco rispetto a quello che provavo per la persona amata: la ricerca di un termine più appropriato e completo per farlo mi portò all’invenzione di questa parola. Promisi a me stesso che il giorno in cui avrei detto ti amo in tutte le lingue del mondo, avrei inventato un nuovo termine che sarebbe stato comprensibile da tutti. La parola Sexamoritia nasce da una indagine che passa attraverso le mie esperienze e la mia filosofia di vita, e ha l’ambizione di scoprire il segreto della longevità di un amore.

    Ho avuto modo così di scoprire che il segreto risiede anzitutto in un saldo rapporto di amicizia, cioè nello stare insieme, nel cercarsi, nel ritrovarsi dopo un periodo di separazione, nel vivere l’uno per l’altra in simbiosi, e poi in un amore imperturbabile, consistente nella comunione, nel concedersi, nel volersi bene. E infine nel sesso, l’unione dei corpi che non ha il solo scopo di trarne piacere fisico.

    Assegno a questa parola un significato importante ed è per me la sintesi delle tappe di un percorso ideale e metaforico che, trasposto all’interno di un romanzo che parla d’amore − ma non solo − accompagna il lettore verso la conoscenza di un nuovo modo di vivere il proprio rapporto con il partner.

    Michele Antonello Mascolo

    Dio prima li fa e poi…

    Era la prima volta che m’innamoravo.

    Mi trovavo nella mia camera e, nel vano tentativo di studiare, sfogliavo il vocabolario di latino… D’un tratto qualcosa diede voce alla mia anima muta: fissai per un istante il foglio di carta degli appunti, la penna era quasi animata e orgogliosa anelava alla possibilità di marcare in modo indelebile una nuova emozione. Lasciandola lì sulla scrivania, prima di prenderla e di rigirarla lentamente fra le dita, sentii una stretta al cuore, le lancette dell’orologio si fermarono per un istante, un lento e profondo respiro, rallentato da quello che sentivo dentro, e d’un tratto esclamai:

    «Sexamoritia!»

    L’amore nacque tra i banchi di scuola.

    Ricordo il mio primo anno di liceo, anzi, per me era il secondo da ripetere nella classe 1ab, lei era seduta in prima fila nel banco vicino alla porta della classe, io ero seduto nell’ultima fila nel banco centrale. Il suo profilo aveva dei lineamenti dolci ma ben definiti, una di quelle ragazze che in mezzo a tante altre non passano inosservate. Un viso candido, quasi perfetto, sembrava una di quelle attrici famose che sono sempre le protagoniste delle storie d’amore, e poi una sensualità nei movimenti infinita. Fino allora non avevo mai visto una cosa simile, era incantevole.

    Cosa stava accadendo dentro di me?

    Ogni volta che la guardavo durante la lezione, mi piaceva sempre più. Mentre la fissavo, stavo con il braccio appoggiato sul banco, la mano destra affondava nella guancia, il mio sguardo doveva sembrare perso nel vuoto.

    Vidi al rallentatore la sua mano che accarezzava i suoi lunghi e lisci capelli neri facendomi intravedere il suo orecchio, con un gesto delicato accompagnò alcune ciocche di capelli dietro la sua spalla, mentre il suo viso stava per voltarsi verso di me. Nello stesso istante sentii un urlo spaventoso. Proveniva dalle fauci del professore di Fisica che pronunciava il mio cognome, forse l’unico che conosceva davvero bene.

    «COLOMBOOO!»

    L’espressione del mio viso subì dei mutamenti improvvisi, si alternarono una decina di espressioni, da quella tipica del dormiveglia a quella brillante dell’attenta sentinella.

    «Mi sa dire, Colombo, a che punto siamo arrivati con la prima lezione di Fisica?»

    Scena muta.

    Il mio sguardo intanto era mutato: dall’attenta sentinella che ero, mi tramutai nell’animale da soma più conosciuto.

    Incredulo e senza parole, guardavo basito l’insegnante.

    Tutta la classe era rivolta verso di me.

    «C’è qualcuno capace di spiegare al signor Colombo dove siamo arrivati?»

    Proprio lei sollevò il braccio per prendere la parola.

    Si alzò in piedi, si voltò verso di me e iniziò a spiegarmi la lezione.

    Ci guardammo, occhi negli occhi. I suoi erano grandi e scuri, animati da uno sguardo intenso. Lei scandiva le parole con sicurezza e intelligenza. Osservavo le sue labbra carnose che con delicatezza si aprivano e si chiudevano. Io, come stregato, seguivo con le mie labbra quello che lei diceva senza capirne il contenuto, sembravo mio nonno, che era solito ripetere le parole di chi parlava con lui. Grazie a quella brutta figura, però, pensai di aver già rotto il ghiaccio con i miei nuovi compagni di scuola. E loro avevano di certo capito il motivo per cui ero ripetente.

    La fissai per tutte e cinque le ore; poi pensai a lei incessantemente per tutto il giorno e tutta la notte.

    Fino a quel momento per le ragazze non avevo mai mostrato particolare interesse, e non perché avessi altre preferenze o mi fossero mancate le occasioni, anzi, ero anche molto gettonato. C’era un solo particolare: le ragazze in questione erano tutt’altro che splendide.

    Così, per una questione d’immagine, le evitavo − anche se,− per esempio, mi fossi trovato da solo sulla famosa isola sperduta con una di queste ragazze, solo dopo aver avuto l’assoluta certezza che nessuno mai lo sarebbe venuto a sapere, qualche colpo gliel’avrei dato. Sennonché alcune di queste bruttine in fiore dopo qualche anno si trasformavano e diventavano delle figone dell’altro mondo. Per esempio, mi ricordo Laura, una ragazza di un paio d’anni più piccola di me che mi faceva il filo.

    D’estate frequentavo assiduamente il centro ippico per seguire i corsi di equitazione di Francesco, il mio istruttore. I cavalli sono una delle mie grandi passioni da quando avevo dieci anni. Da quel momento in poi non sarei stato più capace di separarmi da quell’essere che per me personificava tutto: l’eleganza, la libertà, la potenza e la dolcezza.

    Montavamo a cavallo dalla mattina fino all’imbrunire galoppando sulla spiaggia, facendo il bagno nel mare con il cavallo, trekking in collina e, tra una cosa e l’altra, c’era sempre di mezzo Laura, la nipote del proprietario.

    Posso venire in spiaggia con voi?

    Posso aiutarti a pulire il cavallo?

    Gli rifaccio la lettiera?

    Che rompipalle.

    Mi stava sempre attaccata, una persecuzione: letterine d’amore, scherzi continui – mi metteva l’acqua negli stivali, mi nascondeva sempre la sella, tant’è che avevo imparato a montare a pelo e avrei potuto partecipare al palio di Siena, magari battezzato dalla contrada con il soprannome di Sott’Aceto.

    Ma il giorno che superò ogni limite fu quello in cui con la macchinetta tosatrice

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