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Mrs. Mary
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E-book124 pagine1 ora

Mrs. Mary

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Info su questo ebook

Mrs. Mary… E’ lei per l’appunto la principale protagonista di questo libro. Vive un’infanzia segnata dalla povertà, dettata dalla grande depressione e crisi economica dell’ottocento che contraddistinse il Regno Unito in quasi tutta l’epoca vittoriana, alla quale fa seguito un’adolescenza altrettanto dura, priva di affetti famigliari, per sfociare poi, come un fiume tumultuoso, in un oceano di quiete raggiungendo la consapevolezza di cosa nella vita può rendere, più che mai, l’uomo felice: non certo i soli meri beni materiali, ma la moralità, alle quale lei si aggrappa durante il suo percorso di vita. Ha molto da dare e tanto da far capire, le sue azioni diventano un insegnamento per chi, anche se in possesso dei mezzi, non ha mai voluto prodigarsi per gli altri. Quindi una vita piena di valori e magnanimità.
LinguaItaliano
Data di uscita30 dic 2020
ISBN9791220312646
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    Anteprima del libro

    Mrs. Mary - Marina Miramonti

    Cristiani

    SOFIA

    È strano come ad un certopuntoci si chieda se nella vita che ti sei scelto ci sia mai stato un attimo di pace, è quello che mi chiedo ogni giorno,e già il fatto che io mi ponga questa domandacela la risposta.

    Nonso se siaquestione di ingenuità, maio nel per sempre ci credo davvero.

    Il per sempre è proprio parte di me, infatti i miei rapporti di amicizia sono tuttidi vecchia data, ho la stessa macchina da 10 anni, quando sono entrata inquesta casa mi sono subito detta che in nessun altro posto nelmondomi sarei più sentita a casa mia, vivo un pò con la testa fra le nuvole in un mondoromantico, sono una sognatrice, aduna parte di me piace ancora conservare quella magia che in Lapponia ci siadavveroun laboratorio con un signore buono, paffuto conla barba lunga e bianca cheprepara i regali da portare a Natale, conservo ricordi li archivioea volte mi stupisce tutto quello che riesco a ricordare, non dimentico niente, addirittura anche rumori, suoni, profumi che c’erano in un determinato momentodella mia vita.

    Proprio ieri parlavo con mio fratello della casa dei nonni sull’isola ed ho ricordato un aneddoto; avrò avuto circa tre anni e mia nonna sulle ginocchia mi cantava una canzone e mi mandava lentamente giù per poi tirarmi su, quando andavo giù, fuori dalbalconeaperto guardavo fuori, a testa in giù, vedevo il cieloel’albero di ciliegio, su di un ramo c’eraqualcosa … il nido di un uccellino, mio fratello non se n’era accorto, ed io insistente al limite della sopportazionel’ho convinsi ad andare a vedere, allora lentamente ci avvicinammo, lui anche se più grande di me, non ci arrivava, così pregai mio nonnodi portarmi su con la sua scala a vederlo;c’erano delle minuscole uova.

    Ed io allora iniziai a stressarlo in ogni momento perché lui andasse a controllare se stesserobenee se fossero nati gli uccellini.

    Mio fratelloaveva rimosso questa storia, eppure aveva 8 anni, mi ha guardatastupitodicendomi: ma come fai a ricordarti di queste cose?!

    Ho sempre avuto cura dei ricordi, è sempre stato come se la mia mente archiviasse ogni cosaeil mio cuore intanto sognaval’amore eterno, quello di cui non dimentichi nulla, ogni angolo di pelle, ogni respiro.

    Non sono mai stata una di quelle che fanno la collezione di amori, ho avutotrestorie ma… D’AMORE, mai avventure.

    Il primo un amore lungo e intenso, fatto di tenerezzaedi prime volteè durato cinque anni, tra alti e bassi e anche qualche distacco. È finito perché entrambinon provavamo più nullase non affetto reciproco, siamo rimasti infatti in ottimi rapporti.

    Il secondo l’ho conosciutoin vacanza in Sicilia, bello, intelligentee sentimentale siamo stati insiemeunanno, poila distanzae il suo lavoro che loportava ovunque (giocatore professionista di basket)la mia vogliadi tranquillità fatta di routine, con la sua vitanon andavano molto d’accordo e così cisiamo lasciati ma senza rancori. Ha capito subitoche nonostante ci fosse poesia fra di noi non poteva bastare.

    Mi ritrovavo spesso a pensareche forse quell’amore forte io non lo avevo mai provato, in fondoquesteduestorie sono state importanti, eppure non ho maisaputo cosa fosse un po’ di gelosia, neanche conSamuel, eppure eravamo distanti, giravail mondoe sapevo che le ragazze andavano a vedere le partite solo per lui, ero tranquilla, non ho mai perso il sonno, nésentito quel fastidioso groviglio tralo stomaco e il petto, quella paura di perdere qualcuno, quello che provavano le mie amiche, io quasi non capivo di cosa parlassero. Quello l’ho scoperto con il terzo, l’ultimo: Nicola, il padre di nostra figlia Nora.

    Ci siamo conosciutisei anni fa, alla prima di un balletto dell’Accademia dove insegno danza classica da dieci anni.

    Facevo un passo a due con un collegae la mia migliore amica, Ambra, era lì in prima fila con il suo ragazzo (oramarito), Marco e suo fratello Nicola. Notai subito le perline appese alla sua barba e quegli occhi ipnotizzanti …

    Ambra a fine spettacolo corse ad abbracciarmi e loro si avvicinarono: sembri una farfalla quando balli, elegante e leggiadra, sei uno spettacolo …piacere Nicola – disse facendomi il baciamano. Suo fratello lo prese in giro: attenzione attenzione, abbiamo ungentleman tra noi!.

    E siamo scoppiati a ridere tutti e quattro. Non so di preciso quando sia iniziata tra noi, so cheda quell’istante ci siamo sentitie visti tutti i giorni, siamo andati ovunque insieme; entrati subito inquell’intimità che ti lascia pensare un po’ all’infinito.Una sera improvvisamente sparì, io lo aspettavo al solito posto ma lui non accennava ad arrivare ed il telefono era spento.Ed ecco arrivare per la prima volta quel groviglio, quella paura, aspettai un’ora, poi tornaiacasae conobbi così anche l’insonnia, i film mentali (dove sarà? Staràfacendo l’amore con un’altra, starà ridendo di me… ah no, ma io non mi faccio mica prendere in giro! Chi crede di essere".

    Poi alla prima telefonata: scusami ho avuto un imprevisto, poi ti spiego, il groviglio si scioglieva, il sonno ritornava e i film si trasformavano in dolci commedie romantiche.

    Non è mai stato un tipo romantico, ma una volta miportò a vedere le stelle in collina, in un posto affascinante esuggestivo, fece partire un po’ di musica:mi ricordo di quella canzone – era questa lunga storia d’amore di Gino Paolie mi baciòlì alchiaro di luna e canticchiava quella canzone accarezzandomi i capelli, credo che sia stato il bacio più dolce che mi abbia mai dato.Quando le cose vanno male tra di noi io mi rifugio in quel bacio su quella collina.

    Mi ha detto subito di non credere nel matrimonio e che quindi non ci saremmo mai sposati, non crede in Dio, non credenel per sempre. Lui crede solo in ciò che può vedere e toccare, nel qui ed ora … domani non si sa.

    Diversianni lucel’uno dall’altra, eppure io senza di lui mi sento persa.

    Io faccio l’amore e lui sesso, iovorrei essere abbracciata e rassicurata, luinon vuole essere sfiorato enon è capace di provare tenerezza, non si commuove mai, a volte fa impressione la sua freddezza. Sempre serio, silenziosoe solitario, io solare e accomodante.

    Non aspettarti da meromanticherie, sono gelosoquanto basta, vivo e lascio vivere, e mi aspetto lo stesso da te. Poi quando capitava di discutere per i nostri punti di vista differenti sul sesso, mi rispondeva: e non fare troppo laperfettinache se non esistesse il pudore – fidati – si scoperebbe in strada come i cani. Quando parla cosìlo odio, detestola volgaritàe il suo vedere una cosa così speciale, trasformatainbanale e senza alcun valore.

    Dopola pioggiadistanotteil giardino si è ripreso un po’.Oggi le piante mi sembrano più rigogliose, ma non io. Io sto ancora pensando alla discussionecon Nicola, mentre respiro l’aria fresca del mattino, sorseggio il mio caffè e penso a noi.

    Conviviamo dacinqueannie …no, noncredo ci sia mai stato un giorno trascorso in pace, nemmeno in quelli in cuic’era.

    Definirei la nostra storia unilaterale, io sentoche senza di lui mi manca il respiro. Luivorrebbe essere ovunquema non con me, o meglio non averequesto senso di responsabilità, sentirsi imprigionato.Iosento lui nella mia pelle, nelle mie ossa. Sì, sono dipendente da luie questo inizia a preoccuparmi, perché non riesco con razionalità a vivere questa storia senza inquietudine quotidiana.

    Abbiamo una bambina, Nora, ha cinque anni, ha i suoi occhi blu ela stessa fossetta sul mento.Ma Nora ancora sa ridere e spero tanto duri il più possibile questa sua contagiosa gioia.

    Ho sempre sostenuto che l’amore vada trasmessodabambini, altrimenti poi da adulti non sisa apprezzarlo né riconoscerloe soprattutto donarlo.

    E le madri in questo… sostengo, sianole migliori maestre. Certo poi da adulti ognuno avrà il suo carattere edecideràcome amare, ma l’amore, i gesti affettuosidi una madre, sonoimportanti tanto quanto nutrire la fame;nutronol’anima e si diventa più forti …

    Nicola e sua madre hanno sempre avuto un rapporto difficile. Lei, Ornella, una donna in carriera, libera, forte, non ho mai capito di cosa si occupi dipreciso:di apparenzeeviaggisicuro, vantarsi della sua laurea alla Bocconi(110 e lode). Una cosa che sa fare molto beneèalimentareodio intorno asé, una donna con un atteggiamento austero nei confronti di chiunque, lasciòsuo marito quando i bambini erano molto piccoliperché era diventato un fratello e lei ama la passione. Ne ha sempre quasi fatto un vantoanche di questo, ha avuto infatti molte storie, una collezione di uomini …sostiene Nicola.Ora c’èun certo Giovanni con cui ha unarelazionedaquasi due anni –più giovane dilei.

    NicolaeMarco sono cresciuti con Agathala babysitter.

    Ornella non si è mai sentita veramente madre, lei aveva questi bambini ma non sapeva nulla di loro.

    Nicola miha raccontatoqualcosa ogni tanto …tipocheal rientro daisuoi viaggii bambini sentivano il bisogno di abbracciarla o di raccontarle qualcosao semplicemente di dormirle accanto e invece no, leinon glielo permetteva, desiderava solo il successo, il potere, i soldi … non si mangiadiabbracci, devo lavorare, andate da Agatha!Ognuno dorma nel suo letto, non voglio deimammoni, dovete essere forti.

    Queste sue rispostelasciavano dentro aibambini feriteche, anche se Nicola non lo ammetterà mai, si porta ancora dentro. Marcodi meno, forse perché più grande, o semplicemente nondà a vederloe

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