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KARASSO - Vol. 1 L'incisione: Quando la natura di Dio viene impressa nel nostro cuore
KARASSO - Vol. 1 L'incisione: Quando la natura di Dio viene impressa nel nostro cuore
KARASSO - Vol. 1 L'incisione: Quando la natura di Dio viene impressa nel nostro cuore
E-book307 pagine4 ore

KARASSO - Vol. 1 L'incisione: Quando la natura di Dio viene impressa nel nostro cuore

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Info su questo ebook

Esiste un giorno malvagio che prima o poi arriva nella vita di chiunque. Uscire sconfitti oppure vincitori e più forti dipende da quanto Karasso c'è nella tua vita. Karasso non è uno studio biblico ne il frutto di una carriera decennale da credente. Karasso non è un'emozione o una buona intenzione.
Karasso è un'incisione profonda che ti cambia per sempre, un marchio a fuoco che imprime in rilievo, nella tua vita, la natura di Dio. Non puoi farne a meno.
LinguaItaliano
EditoreTRESEDICI
Data di uscita20 ott 2017
ISBN9788894266825
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    Anteprima del libro

    KARASSO - Vol. 1 L'incisione - Paolo Marino

    TreSedici

    Prefazione

    È vero, in tutto il mondo si respira aria di forte risveglio spirituale nella chiesa, che porterà a una grande raccolta di anime per Gesù. Sentiamo un intenso lavoro da parte dello Spirito Santo per portare il popolo di Dio a diventare di benedizione per il mondo. Un forte risveglio sta arrivando, ci sarà un’annata di vino nuovo.

    Gesù ha detto, però, che il vino nuovo richiede degli otri nuovi, onde evitarne la perdita. Il vino nuovo, quindi, vuole otri nuovi.

    Sono convinto che gli otri a cui fa riferimento Gesù abbiano a che fare con la natura, la struttura e il carattere delle persone. Nella Bibbia, sia nel Nuovo che nel Vecchio Testamento, riscontriamo spesso che Dio cambia il nome di un uomo per dimostrare, in qualche modo, che c'è stato un cambiamento nella sua vita, nel suo carattere e nel suo comportamento.

    Otre nuovo significa un nuovo carattere, modellato e plasmato dallo Spirito Santo, mediante la Parola di Dio. È un contenitore nuovo, pronto per custodire e conservare ciò che Dio sta per fare in mezzo a questa generazione.

    Questo libro ci fornisce quegli elementi pratici ed essenziali che ci convinceranno dell’importanza di un carattere modellato da Dio.

    Il vaso nella mano del vasaio rappresenta il lavoro interno ed esterno che Dio vuole fare nelle nostre vite, affinché diventiamo vasi a onore nella Sua Casa.

    Che siano otri o vasi, l'importante è che entrambi contengano la Gloria e l'Unzione dello Spirito Santo.

    Ps. Fernando De França

    Pastore Senior CEIZS Italia

    Introduzione

    «Come mai sono caduti i prodi? Come mai sono state infrante le loro armi?»

    (2 Samuele 1:27)

    Qualche tempo fa, un mio carissimo amico e fratello mi ha scritto una semplice quanto breve e-mail. Iniziava così: «Grazie per essere rimasto sempre in chiesa e non essertene mai andato.» Mentre scrivo sono passati quindici anni, da quando sono entrato nella mia chiesa per la prima volta e ho conosciuto personalmente il mio Salvatore e Signore, Gesù Cristo.

    Avevo 25 anni, ma forse ne dimostravo 40. Sebbene fossi molto giovane, la mia vita era già stata molto intensa e sul mio volto portavo tutti i segni di un’esistenza vissuta per troppo tempo nel peccato. Scampato più volte alla morte, ero ormai un moribondo. Stanco e più che convinto (lo sono tuttora) che sarei morto di lì a poco, finalmente mi sono arreso e ho riconosciuto il bisogno che avevo di Dio.

    Ho cominciato a cercarLo e a chiederGli aiuto, ma non potevo farcela da solo. Avevo bisogno di una casa dove restare e riposare. Avevo bisogno di una guida, un padre spirituale che mi aiutasse a salvarmi la vita. Così li ho chiesti a Dio e, siccome Dio risponde sempre alle preghiere di un cuore sincero, una domenica di febbraio del 2002, per vie traverse, Lui mi ha condotto nella Chiesa Cristiana Evangelica CEIZS Roma. Ho conosciuto dapprima i figli del pastore, erano giovanissimi e sarebbero diventati degli ottimi amici per me, nonché compagni di ministero. Poi, ho conosciuto il Pastore Fernando De Franca. Nella nostra primissima conversazione, appena dopo le presentazioni, il pastore ha cominciato a rispondere ai miei quesiti interiori a cui non riuscivo a trovare risposta da molto tempo. Io non gli avevo chiesto nulla, neanche avevo iniziato a parlare e lui non mi stava dando una parola personale attraverso il dono di conoscenza. Stava semplicemente parlando della sua visione, quella che aveva ricevuto da Dio e in cui credeva fermamente, la visione che lo aveva condotto in Italia come missionario e per cui combatteva ogni giorno già da un po’ di anni. Senza saperlo, mi stava dicendo che, ciò che io scorgevo appena e di cui avevo un disperato bisogno, lui lo conosceva bene e condividerlo era la sua missione. Sono rimasto sconvolto. Eravamo due perfetti sconosciuti, di paesi e continenti diversi, lingue e culture diverse. Era assolutamente impossibile che fosse tutto organizzato o abilmente costruito (da Dio sì, ovviamente!).

    È stato in quel momento che Dio ha parlato al mio cuore con voce quasi udibile. Mi ha detto in modo chiaro e inequivocabile: «Questa è la casa che ho per te e lui è il padre che mi hai chiesto». Non saprei definire cosa abbia provato in quell’istante, mi limiterò a dire che una speranza viva, sconosciuta fino a quel momento, è sorta nel mio cuore e da quel giorno ho deciso di fermarmi a casa.

    Dio, nel Suo infinito amore, aveva risposto alla mia preghiera. Io ho semplicemente compreso quella risposta, l’ho accettata e abbracciata. Da quel giorno, non ho mai avuto un solo dubbio su quale fosse la mia famiglia ministeriale.

    Come mai sono caduti i prodi?

    Nell’elegia funebre per il suo amico Jonathan, il re Davide si chiedeva:

    «Come mai sono caduti i prodi? Come mai sono state infrante le loro armi?» (2 Samuele 1:27)

    Sappiamo bene quanto Davide amasse Jonathan e in questa domanda possiamo scorgere tutto il suo dolore. Come poteva un guerriero esperto, abile e ben armato come Jonathan essere morto? Era un prode che aveva combattuto mille battaglie, in un’occasione aveva affrontato da solo l’esercito dei Filistei, ottenendo una grande vittoria per il popolo d’Israele (1 Samuele 14:1-23). Davide non riusciva ad accettare la sua perdita e forse nella sua mente non aveva mai neanche immaginato la morte del suo amico. È stata una notizia che l’ha sconvolto. Applicando quest'esperienza alla vita spirituale, posso facilmente simpatizzare con Davide perché ho provato il suo stesso stato d’animo in diverse occasioni. Tristezza, delusione e rabbia hanno riempito il mio cuore ogni volta che ho assistito, da vicino o da lontano, alle cadute inaspettate di uomini e donne di Dio, siano essi stati grandi ministri o semplici membri di chiesa. Ancora oggi mi sento così ogni volta che questo accade.

    Come fa una persona rigenerata da Dio a tornare nel fango in cui si trovava prima? Perché alcuni credenti si tirano indietro alla prima difficoltà? Perché ci sono persone nella Casa di Dio che non cambiano e non crescono mai? Perché persone carissime, tanto benedette da Dio e che a loro volta hanno benedetto tanto, a un certo punto mollano? Perché dei veri prodi con anni di vittorie alle spalle, cadono sconfitti perdendo il loro proposito in Dio? Cosa spinge un diacono, un anziano o un pastore, dopo 20-30 anni di fedeltà a un ministero, a ribellarsi contro il leader e a dividere la chiesa? Queste, ed altre, sono le domande a cui questo libro vuole rispondere. Il mio pastore mi ha sempre detto: «In tempo di pace va tutto bene, tutti vanno d’accordo e non c’è nessun problema. Ma è in tempo di guerra che sorgono i problemi, perché è sotto pressione che le persone tirano fuori ciò che hanno dentro e chi sono veramente.» È in questi momenti che si vede la struttura delle persone, o la mancanza di essa. La Bibbia dice che esiste un giorno malvagio. È un giorno in cui tutto quello che diciamo, che facciamo, ma soprattutto che siamo, viene messo alla prova, confrontato e sfidato. È una battaglia che può farci cadere amaramente sconfitti oppure restare in piedi, con una vittoria in più che produce una significativa crescita. Paolo lo insegnava agli Efesini:

    «Perciò prendete la completa armatura di Dio, affinché possiate resistere nel giorno malvagio, e restare in piedi dopo aver compiuto tutto il vostro dovere.» (Efesini 6:13)

    Il giorno malvagio esiste e chi come me ne ha già vissuto qualcuno, sa che non è proprio una passeggiata. Tuttavia, l’informazione più importante che ci dà la Parola in questo verso è che per quei giorni Dio ha in serbo per noi un’armatura speciale, che non solo ci metterà in condizioni di resistere, ma ci permetterà anche di compiere la nostra missione. Nel secondo volume del libro, studieremo a fondo quest’armatura, parte per parte, ma dobbiamo prima porre una base importante. Nella suddivisione in paragrafi di molte traduzioni della Bibbia, il titolo che è stato posto a questo brano di Efesini 6 è: l’armatura del cristiano. È concettualmente corretto, ma dobbiamo fare attenzione a cosa dice esattamente la Parola: «Perciò prendete la completa armatura di Dio» (enfasi dell’autore). L’armatura è di Dio. Noi possiamo prenderla, ma non è nostra, appartiene a Dio. È una differenza importante e più avanti capiremo perché.

    Il messaggio centrale

    Questo libro è un lavoro maturato in anni, tutti quelli del mio cammino cristiano e in particolare gli ultimi tre anni della mia vita. Ho esitato a lungo prima di iniziare a scrivere, volevo essere sicuro che fosse Dio a volerlo e che io fossi la persona giusta a farlo. Del resto, ogni volta che vedevo o sentivo di altri caduti, nel mio cuore cresceva una santa rabbia per i figli di Dio, per la Sua Casa e per la Sua Parola. Negli ultimi tempi, la spinta dello Spirito Santo si è fatta sempre più forte finché, dopo un tempo di preghiera, ho ricevuto la conferma e ho ubbidito. La domanda chiave che bruciava nel mio cuore era: Cosa viene a mancare? Qual è il vero problema? Qual è il nome proprio di questo fenomeno? Così mi sono messo a pregare, a studiare la Parola, a ricercare e ho iniziato a ricordare tutti i libri letti, gli insegnamenti ricevuti e le esperienze vissute. Il frutto di questo lavoro è contenuto nelle pagine di questo libro e del secondo volume che lo seguirà.

    Il punto di partenza, il centro e la fine di questo studio che risponde e soddisfa tutte le domande è uno solo: Gesù Cristo. Tutto quello che noi possiamo fare come uomini di Dio dipende da ciò che ha fatto Lui e dalla nostra volontà di imitarLo. Dalla nuova nascita fino ad arrivare ai livelli dell’apostolo Paolo o di altri eroi della fede, tutto nasce e finisce con Gesù Cristo: la Sua persona, la Sua opera, la Sua vittoria. Tutto ciò che oggi è nostro lo è perché prima è stato Suo. Ecco perché ci rifaremo interamente al Suo esempio e ogni principio che studieremo lo confronteremo con la Sua vita in questa terra. Capiremo come ha fatto Lui, per imitarLo, per vincere come Lui ha vinto. Per questo, il messaggio di questo libro è interamente basato sulla Parola di Dio. Al fine di confermarne la base biblica e arricchirne i concetti, utilizzeremo anche altri strumenti. Ti consiglio di seguire con la tua Bibbia ogni riferimento biblico non esposto per esteso, in modo da avere in ogni passaggio il quadro completo del principio trattato.

    L’uomo Gesù

    Noi crediamo per fede che Gesù fosse 100% Dio e 100% uomo. Era Figlio di Dio, era la seconda persona della santissima Trinità ma, allo stesso tempo, era un uomo nato da una donna. Nel giardino dell’Eden, il diavolo aveva rubato con l’inganno l’autorità dell’uomo, perciò doveva essere un uomo a riprendersela (Romani 5:15,19; 1Corinzi 15:21). La grande vittoria del piano di Dio sta proprio nel fatto che è stato Gesù uomo, pieno di Spirito Santo, a vincere satana. Il diavolo aveva ingannato e vinto il primo Adamo, ma è stato sconfitto dall’ultimo Adamo, Gesù Cristo (1Corinzi 15:45).

    «Infatti c’è un solo Dio e anche un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù uomo, che ha dato se stesso come prezzo di riscatto per tutti[…]» (1Timoteo 2:5,6).

    Gesù ha vissuto e ha vinto come uomo, subendo e soffrendo ogni prova e tentazione al pari di tutti gli uomini. La Bibbia specifica che Gesù non ha affrontato le Sue battaglie come un dio in terra, per il quale tutto era facilissimo e indolore. Nella lettera agli Ebrei, infatti, troviamo scritto:

    «Perciò, egli doveva diventare simile ai suoi fratelli in ogni cosa, per essere un misericordioso e fedele sommo sacerdote nelle cose che riguardano Dio, per compiere l’espiazione dei peccati del popolo. Infatti, poiché egli stesso ha sofferto la tentazione, può venire in aiuto di quelli che sono tentati» (Ebrei 2:17,18).

    «Nei giorni della sua carne, con alte grida e con lacrime egli offrì preghiere e suppliche a colui che poteva salvarlo dalla morte ed è stato esaudito per la sua pietà. Benché fosse Figlio, imparò l’ubbidienza dalle cose che soffrì; e, reso perfetto, divenne per tutti quelli che gli ubbidiscono, autore di salvezza eterna» (Ebrei 5:7-9).

    Ecco ciò che rende la vittoria di Gesù alla nostra portata. Proprio perché l’uomo Gesù ce l’ha fatta, anche l’uomo Paolo, l’uomo Giuseppe, l’uomo Luca, l’uomo Andrea, l’uomo… (mettici il tuo nome) può farcela. Infatti, Gesù ha detto:

    «In verità, in verità vi dico che chi crede in me farà anch’egli le opere che faccio io; e ne farà di maggiori, perché io me ne vado al Padre» (Giovanni 14:12).

    Dobbiamo solo credere in questa verità, riconoscerci in Gesù e fare quello che ha fatto Lui. Gesù è stato il pioniere, il precursore (Ebrei 6:20) di questa nuova posizione spirituale dell’uomo e noi dobbiamo seguirLo.

    Il giorno malvagio di Gesù

    È superfluo dire che il giorno malvagio è arrivato anche per Gesù, un giorno malvagio terribile. Come ha fatto Gesù a resistere e a compiere tutto il Suo dovere? Ha indossato la completa armatura di Dio. Oggi noi possiamo fare lo stesso, perché Lui l'ha fatto per primo. Oggi esiste un’armatura vincente, perché Lui l’ha creata con la Sua vita e le Sue opere. È interessante notare che il Getsemani di Gesù, e ciò che ne è conseguito, è stato un giorno malvagio non solo per Lui ma anche per i Suoi discepoli. Gesù, infatti, aveva detto loro:

    «Questa notte voi tutti avrete in me un’occasione di caduta; perché è scritto: Io percoterò il pastore e le pecore del gregge saranno disperse» (Matteo 26:31).

    A differenza di Gesù, i discepoli sono caduti. Giuda l’ha tradito, Pietro l’ha rinnegato tre volte e tutti gli altri sono fuggiti, lasciandolo solo. Eppure rispondendo a Gesù, avevano dichiarato:

    «[…] Quand’anche tu fossi per tutti un’occasione di caduta, non lo sarai mai per me. Gesù gli disse: In verità ti dico che questa stessa notte, prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte. E Pietro a lui: Quand’anche dovessi morire con te, non ti rinnegherò. E lo stesso dissero pure tutti i discepoli» (Matteo 26:33-35).

    Da questo brano comprendiamo che, per poter affrontare e vincere il giorno malvagio, la buona intenzione non basta, anche se sincera. Che cosa è mancato ai discepoli in quella notte di grande prova? Cosa aveva Gesù che loro non avevano? Certamente per Gesù è stata molto più dura rispetto ai Suoi discepoli. L’agonia è stata la Sua, è stato Lui a sudare sangue [1] . Non è stato per niente facile per Gesù, tant’è vero che ha pregato il Padre di poter allontanare da Lui quel calice. Ciò nonostante, nel momento decisivo non ha fallito e ha dichiarato:

    «Però non la mia volontà, ma la tua sia fatta» (Luca 22:42).

    Cosa ha fatto la differenza? Che cosa aveva Gesù di così forte da prevalere in un momento così tremendo? In cosa consiste quest’armatura?

    La risposta è nella Bibbia:

    «Egli, che è splendore della sua gloria e impronta della sua essenza, e che sostiene tutte le cose con la parola della sua potenza, dopo aver fatto la purificazione dei peccati, si è seduto alla destra della Maestà nei luoghi altissimi» (Ebrei 1:3 – enfasi dell’autore).

    Questo è il verso portante di tutto il messaggio contenuto in questo libro. Gesù era l’impronta dell’essenza del Padre. Se pensiamo a Gesù come Figlio di Dio, questo ci appare ovvio. Tuttavia, in questo studio non vogliamo analizzare la divinità di Gesù, ma la Sua vittoria come uomo che, come già detto, rappresenta la nostra vittoria oggi.

    Nel testo originale greco, la parola tradotta con impronta è χαρακτήρ (karaktèr) . Significa: marchio inciso o impresso, segno distintivo, carattere. Il dizionario inglese Thayer lo traduce: l’espressione esatta (l’immagine) di qualsiasi persona o cosa, marcata somiglianza, una riproduzione precisa a tutti gli effetti, cioè fac-simile. Questo sostantivo è collegato al verbo χαρασσω (karasso) che significa: incidere, imprimere in rilievo.

    La parola invece tradotta con essenza nel greco è ὑ πόστασις (upostasis) che significa: lo stare sotto, il supportare, sostegno, resistenza, quello che rimane sul fondo, fondamenta, base. Secondo il dizionario inglese Thayer: quella che ha fondamento, che è ferma, quello che ha effettiva esistenza, sostanza, la qualità sostanziale, la vera natura di una persona.

    Unendo questi significati comprendiamo che Gesù era l’espressione esatta di Dio, il fac-simile di Dio. Da cosa era data questa marcata somiglianza? Dal fatto che il carattere, la sostanza, la vera natura di Dio erano incisi come un marchio, impressi in rilievo nella vita di Gesù. Ecco perché Gesù poteva dire:

    «[…] Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre[…]»

    (Giovanni 14:9).

    Il segreto della vittoria di Gesù è stato il carattere. Per resistere nel giorno malvagio e restare in piedi dopo aver compiuto tutto il nostro dovere, ci vuole karaktèr . Ecco il nome proprio che cercavo. Non parliamo del carattere umano che può essere bello o brutto, forte o debole, ma del carattere di Cristo. Il carattere non si acquisisce avendo decenni di chiesa alle spalle o conoscendo la Bibbia a memoria ma, come dice il significato della parola, ricevendo un marchio impresso, inciso in rilievo. Non è sufficiente conoscere la Bibbia. Nel nostro cuore devono essere impressi, come un marchio a fuoco, i princìpi della Parola che esprimono la natura di Dio. Questo significa avere il carattere di Cristo. Questo è il vero carattere cristiano.

    L’armatura di Dio consiste in questo. Prendere l’armatura per noi, significa andare al di là di una conoscenza superficiale o dell’avere buone intenzioni. Significa non limitarsi a giudicare bella una predica o uno studio, ma permettere che la Parola di Dio sia incisa nel nostro cuore.

    «Figlio mio, custodisci le mie parole, fa’ tesoro dei miei precetti. Osserva i miei precetti e vivrai; custodisci il mio insegnamento come la pupilla degli occhi. Legateli alle dita, scrivili sulla tavola del tuo cuore» (Proverbi 7:1-3).

    La Parola di Dio è la cosa più preziosa che abbiamo, è Dio stesso, è la Sua natura. Il Signore ci esorta a custodire la Sua Parola come un tesoro, a legarcela al collo (Proverbi 3:3), a scriverla sul nostro cuore. L’enfasi di questa esortazione è fare in modo che non ci sia la possibilità di perdere o dimenticare la Parola. Bisogna fare in modo che Essa sia sempre attaccata a noi, sempre visibile, sempre davanti a noi, legata addosso e, meglio ancora, scritta nel nostro cuore. Nel giorno malvagio, questo farà la differenza. In quel giorno non sarà il ricordo sbiadito di una predica a salvarmi, né il fatto di sapere ciò che dovrei o non dovrei fare. Se la Parola è impressa, scritta, incisa in rilievo nel mio cuore, non c’è modo di non vederla o di dimenticarla, perché è ben visibile, fa parte di me. Non è soltanto passata nella mia testa, ma è rimasta come un marchio nel mio cuore, un marchio che non andrà mai via. Questo significa avere karaktèr, il carattere di Cristo in noi.

    Gli ultimi giorni

    Tutto ciò assume un’importanza maggiore, considerando i tempi in cui viviamo oggi. A parte i nostri giorni malvagi personali, possiamo dire con certezza che quelli che viviamo oggi sono giorni malvagi per l’umanità intera. Non voglio dare al mio discorso un’accezione escatologica o apocalittica, ma credo sia inutile ignorare o nascondere il fatto che, senza dubbio, possiamo definire quest’epoca come quella degli ultimi giorni. Mai come oggi, ciò che vediamo accadere rispecchia quanto la Bibbia descrive come gli ultimi giorni. Paolo informava Timoteo dicendo:

    «Or sappi questo: negli ultimi giorni verranno tempi difficili; perché gli uomini saranno egoisti, amanti del denaro, vanagloriosi, superbi, bestemmiatori, ribelli ai genitori, ingrati, irreligiosi, insensibili, sleali, calunniatori, intemperanti, spietati, senza amore per il bene, traditori, sconsiderati, orgogliosi, amanti del piacere anziché di Dio, aventi l’apparenza della pietà, mentre ne hanno rinnegato la potenza. Anche da costoro allontanati!» (2 Timoteo 3:1-5)

    Credo che questa descrizione calzi a pennello con la realtà di oggi. Potrei fare tanti esempi specifici, ma mi limiterò a citare un’immagine suggeritami da mia moglie, che a mio avviso descrive bene ciò che sta accadendo. C’è un movimento di chiara radice maligna in atto, a livello mondiale che è come un fiume. Un fiume in piena che scorre in una direzione, s’ingrossa giorno dopo giorno, portando dentro di sé sempre più gente e travolgendo tutto ciò che incontra. Il mondo intero sta, di fatto, convogliando in questo fiume. Attraverso la politica, le varie lobby, la massoneria in genere, la religione, il terrorismo, il libero mercato, cavalcando temi come diritti civili e comunità globale il fiume viene alimentato e ingrossato. Tutto ciò è inoltre abilmente condito e ingegnosamente gestito attraverso i mass media. Ripeto, non voglio entrare nel merito, ma chi ha gli occhi spirituali aperti vede tutto ciò in modo molto chiaro. Ciò che stanno facendo è invertire la verità con la menzogna, spingendo con forza questo fiume in piena che acquista sempre più velocità ogni giorno che passa. Se guardiamo solo a pochi anni fa, ci rendiamo conto di quanto la cosa sia seria e ci chiediamo cosa accadrà fra cinque o dieci anni. Tutto sta andando molto veloce. La direzione di questo fiume è il destino di questi ultimi giorni: governo unico mondiale e ascesa dell’anticristo. Sappiamo bene che questo deve accadere e che non si può fermare, perché fa parte del piano di Dio. Tuttavia, ciò che è importante chiedersi e capire è: che cosa deve fare la Chiesa di Cristo di fronte a questo fiume in piena? Crediamo che la chiesa degli ultimi giorni sarà la più potente di sempre, ma come lo diventa? Paolo scriveva sempre a Timoteo:

    «Affinché tu sappia, nel caso che dovessi tardare, come bisogna comportarsi nella casa di Dio, che è la chiesa del Dio vivente, colonna e sostegno della verità» (1 Timoteo 3:15).

    Questo è quello che siamo e che dobbiamo essere: colonna e sostegno della verità. Esattamente come una colonna, dobbiamo posizionarci contro la corrente di questo fiume, difendendo e proclamando la verità della Parola di Dio. La Verità è sotto un fortissimo attacco, come mai prima d’ora, e noi siamo la Sua Chiesa in questo tempo. È molto triste vedere come alcune chiese cristiane di varie denominazioni, invece di opporsi alla corrente, stiano convogliando in questo fiume, abbracciando l’inganno. Credo che la chiesa di oggi debba essere necessariamente una chiesa con karaktèr, per restare in piedi e compiere fino in fondo la sua missione, qualunque sia la visione (pre o post-tribolazionista) riguardo al rapimento della chiesa. Come facciamo a essere colonna e sostegno della verità senza essere marchiati dalla verità? Senza esserne l’impronta?

    «E questo dobbiamo fare, consci del momento cruciale: è ora ormai che vi svegliate dal sonno; perché adesso la salvezza ci è più vicina di quando credemmo. La notte è avanzata, il giorno è vicino; gettiamo dunque via le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce» (Romani 13:11,12).

    «Perciò, fratelli, impegnatevi sempre di più a render sicura la vostra vocazione ed elezione; perché, così facendo, non inciamperete mai» (2 Pietro 1:10).

    I princìpi del carattere

    Nella Bibbia ci sono alcuni princìpi che sono alla base della formazione del carattere di Cristo in noi. Tali princìpi esprimono fortemente la natura e la volontà di Dio. Sono princìpi scomodi che confrontano il nostro orgoglio e la nostra natura carnale, sono molto pratici e praticabili e devono essere incisi in rilievo nei nostri cuori. Nel corso di questo studio, vedremo come questi princìpi s’intersecano tra loro in modo interdipendente, formando come un intreccio di una corda a molti capi, ma pur sempre un’unica corda. È difficile e forse anche concettualmente sbagliato classificare i princìpi della Parola di Dio in una scala d’importanza, perché la Bibbia è tutta importante nella sua completezza. Credo, tuttavia, che lo studio sul carattere sia senza dubbio uno degli argomenti più importanti da affrontare e acquisire, perché fa la differenza. Nessun credente rinuncerebbe mai all’amore di Dio, però, molti credenti faticano a ubbidire interamente alla Sua Parola. È triste dirlo, ma al giorno d’oggi, soprattutto qui in Italia, non sono molte le scuole bibliche o i seminari e corsi che annoverano nei loro programmi scolastici lo studio sul carattere. Si studia la teologia sistematica, l’ermeneutica, l’escatologia, la storia della chiesa e molte altre materie bellissime, necessarie e importanti, ma che purtroppo nel giorno malvagio non bastano. Ecco perché poi sentiamo

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