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I silenzi de Dio
I silenzi de Dio
I silenzi de Dio
E-book434 pagine2 ore

I silenzi de Dio

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I Silenzi di Dio è unlibro enigmatico e sorprendente. Già dall’epigrafe all’opera, l’autore ci introduce in un’atmosfera favoloso e mistica nella quale tutti i personaggi sono immersi in un dialogo di reciproche parole e silenzi, condividendo la scena di un mondo popolato di voci e di echi interni. Il tempo del narrato si dilata oscillando tra il presente e il passato, il verbo percorre paesaggi reali e sognati, memorie riscattate dall’oblio con un solo gesto.
Per semplificare, si potrebbe che la trama dell’opera consista nel dialogo tra un vecchio e un giovane ragazzo, in un dialogo tra loro di fronte a Dio, e di fronte a se stessi, di fronte allo specchio della vita che trascorre. Ma ciò non basta a definire l’opera dato che questo dialogo, nonostante l’apparente semplicità e linerarità della sua struttura, ci appare come un gioco dalle numerose sfaccettature, un dialogo polifonico, dunque, nel quale partecipa la natura in tutte le sue forme, trasfigurata in una dimensione corale, nella sua doppia funzione di interlocutore e spettatore. Questa la dimensione e lo spazio drammatico dell’opera, uno scenario in cui si presenta la parola di Dio. Ma, chi è questo Dio? Non si tratta certamente di una divinità che contempla l’uomo dall’alto, ma si tratta piuttosto di un Dio incarnato, una divinità, dunque, umanizzata e, per ciò, più che mai tragica, che offre risposte allo stesso tempo che propone domande, una divinità che, in un costante gioco di parole e di silenzi, , esprime la sua più intiima essenza di padre alla ricerca del figlio prodigo che è l’uomo. È questa essenza divina a determinare il profondo lirismo di queste pagine, lesue luci e le sue ombre, i suoi continui salti nel detto e in ciò che non è possibile esprimere a parole. Il narrato avanza in una catena di dialoghi che si sovrappongono gli uni sugli altri, si dipana come una matassa, in avanti, al ritmo dell’incedere di un camminante, e indietro, in un viaggio à rebours verso la memoria perduta dell’infanzia. E infatti, l’infanzia è uno dei protagonisti dell’opera. La sua presenza costante, latente, abraccia e sospende il tempo del narrato. L’infanzia è vista come uno scenario luminoso e al tempo stesso assente, meta di un’eterna ricerca dell’ineffabile essenza umana, l’infanzia come mistero, ingenua e piena di speranze, è come un ponte teso verso il vero senso.
L’inatteso e il tragico attendono in ogni pagina, nelle immagini estatiche nelle quali il tempo pare arrestarsi, o nei trilli allegri che danno voce a una candida e, al tempo stesso, terribile visione della vita. Questa è, sembra volerci dire l’autore, la vita: così semplice e terribile, così ingenua e desolante. Ed è una vita che, come il volo di una farfalla, sembra cedere di fronte all’irruenza delle reti della parola per, subito dopo, sfuffire alla nostra comprensione, nelle pause, fra le verità intuite, nei silenzi.
LinguaItaliano
Data di uscita9 lug 2018
ISBN9788494903861
I silenzi de Dio
Autore

Álvaro Puig de Morales

Álvaro Puig de Morales nació en Bilbao en 1932. Máster en Marketing y gestión empresarial - curso de Casos Prácticos ESADE - actualmente es tutor personal y escritor. Títulos: Más allá de las sombras de la muerte, La niña que no nació, Conoce tu verdad, La bondad de un loco, Los silencios de Dios, Mis conversaciones con la ermitaña, Confesiones a Zoé, traducidos al catalán, al inglés, al alemán, al italiano, al francés y al portugués. Atraído por otras disciplinas, posee un amplio conocimiento en lo que implica la psico-sociología en relación con el individuo. Especializándose en el análisis, motivación y concepción de producto, así como en sus posibilidades de mercado; habiendo impartido clases en la Escuela Superior de Marketing. Presidente interino del curso de Alta Dirección de la Escuela de Alta Dirección ESADE, ha dado clases en todas las Cámaras de Comercio nacionales, también como profesor preparador, Administración y Dirección de empresas de la UNED y como Directivo y Consultor en Empresa, Industrial, Publicidad y Comunicación, Construcción, Industria alimentaria, Decoración y Centro comercial.

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    I silenzi de Dio - Álvaro Puig de Morales

    I SILENZI

    DE DIO

    per Álvaro Puig ©

    I silenzi de Dio

    © Álvaro Puig – Tel. contatto: (+34) 932.035.014

    Barcel ona (Spagna)

    Indirizzo di posta elettronica:

    alvaropuigdemorales@gmail.com

    È rigorosamente vietata la riproduzione totale o

    parziale di quest’opera attraverso qualunque mezzo o

    supporto, compresa la riproduzione e il trattamento

    informatico, senza l’autorizzazione espressa del

    titolare del Copyright, come stabilito dal a legge di

    protezione dati.

    Álvaro Puig

    2

    I silenzi de Dio

    Io ho ascoltato i silenzi di Dio.

    L’Autore.

    A coloro che desiderano incontrare Dio.

    Lo ha detto il pellegrino.

    Non parlare quando non si è interrogati; che la

    storia rimanga custodita nel grembo dell’amore.

    Lo ha detto Dio.

    Álvaro Puig

    3

    I silenzi de Dio

    Prólogo

    I Silenzi di Dio è unlibro enigmatico e sorprendente.

    Già dal ’epigrafe all’opera, l’autore ci introduce in

    un’atmosfera favoloso e mistica nel a quale tutti i

    personaggi sono immersi in un dialogo di reciproche

    parole e silenzi, condividendo la scena di un mondo

    popolato di voci e di echi interni. Il tempo del narrato

    si dilata oscil ando tra il presente e il passato, il verbo

    percorre paesaggi reali e sognati, memorie riscattate

    dal ’oblio con un solo gesto.

    Per semplificare, si potrebbe che la trama del ’opera

    consista nel dialogo tra un vecchio e un giovane

    ragazzo, in un dialogo tra loro di fronte a Dio, e di

    fronte a se stessi, di fronte al o specchio del a vita che

    trascorre. Ma ciò non basta a definire l’opera dato che

    questo dialogo, nonostante l’apparente semplicità e

    linerarità del a sua struttura, ci appare come un gioco

    dal e numerose sfaccettature, un dialogo polifonico,

    dunque, nel quale partecipa la natura in tutte le sue

    forme, trasfigurata in una dimensione corale, nel a sua

    doppia funzione di interlocutore e spettatore. Questa

    la dimensione e lo spazio drammatico del ’opera, uno

    scenario in cui si presenta la parola di Dio. Ma, chi è

    questo Dio? Non si tratta certamente di una divinità

    che contempla l’uomo dal ’alto, ma si tratta piuttosto

    di un Dio incarnato, una divinità, dunque, umanizzata

    e, per ciò, più che mai tragica, che offre risposte al o

    stesso tempo che propone domande, una divinità che,

    in un costante gioco di parole e di silenzi, , esprime la

    sua più inti ma essenza di padre alla ricerca del figlio

    prodigo che è l’uomo. È questa essenza divina a

    determinare il profondo lirismo di queste pagine, le

    Álvaro Puig

    4

    I silenzi de Dio

    sue luci e le sue ombre, i suoi continui salti nel detto e

    in ciò che non è possibile esprimere a parole.

    Il narrato avanza in una catena di dialoghi che si

    sovrappongono gli uni sugli altri, si dipana come una

    matassa, in avanti, al ritmo del ’incedere di un

    camminante, e indietro, in un viaggio à rebours verso

    la memoria perduta del ’infanzia. E infatti, l’infanzia è

    uno dei protagonisti del ’opera. La sua presenza

    costante, latente, abraccia e sospende il tempo del

    narrato. L’infanzia è vista come uno scenario

    luminoso e al tempo stesso assente, meta di un’eterna

    ricerca del ’ineffabile essenza umana, l’infanzia come

    mistero, ingenua e piena di speranze, è come un ponte

    teso verso il vero senso.

    L’inatteso e il tragico attendono in ogni pagina, nelle

    immagini estatiche nelle quali il tempo pare arrestarsi,

    o nei tril i al egri che danno voce a una candida e, al

    tempo stesso, terribile visione del a vita. Questa è,

    sembra volerci dire l’autore, la vita: così semplice e

    terribile, così ingenua e desolante. Ed è una vita che,

    come il volo di una farfalla, sembra cedere di fronte

    al ’irruenza del e reti del a parola per, subito dopo,

    sfuffire al a nostra comprensione, nel e pause, fra le

    verità intuite, nei silenzi.

    Isabel Fernández Giua

    Álvaro Puig

    5

    I silenzi de Dio

    Mi ritrovo nuovamente nel tempio del Signore.

    Com’è gratificante il fatto che così sia, dato che

    pretendo ritrovare me stesso e trovare la mia fede

    occulta agli uomini: è la fede di un vecchio! È una

    faccenda complessa. È difficile trovarla dopo tutto

    quel che ho passato in questo lungo cammino. Non

    ho ancora trovato quell’infanzia spirituale che mi

    permetta di possedere la fede che dovrebbe essere di

    oggi e di sempre. Nella mia giovinezza, la fede era

    un fiorire di tutte le cose, un respirare la vita, una

    fede e una infanzia spirituale, frutto quest’ultima di

    quella. Quel che racconterò vuole soltanto ricordare

    quel giovane che sono stato e che sarebbe potuto

    essere. Quel che dico è così scandalosamente

    profondo come poterono esserlo il dialogo che ebbi

    con un giovane che incontrai in mezzo ad un

    mattino sereno, lungo le rive del fiumiciattolo della

    vita. Il silenzio di Dio udì le nostre parole. Sono

    sicuro. Dio si servì di lui, di un ragazzo, per

    ascoltare i suoi silenzi. Quel ragazzo e Dio mi

    hanno permesso di trovare la fede in un’infanzia

    spirituale.

    Álvaro Puig

    6

    I silenzi de Dio

    Storia raccontata da

    Un giovane,

    Il vecchio,

    Un prete,

    Il campanaro,

    La maestra del paese,

    Un sindaco,

    Il medico,

    Un pellegrino,

    Lo scrivano,

    Un visitante,

    Il ramo del bosco,

    L’uccello volante,

    L’uccello del bosco,

    Il fiumiciattolo,

    Il professore,

    La cavalletta,

    Lo spaventapasseri,

    Lo scoiattolo,

    L’uccello di campagna,

    Il passero,

    Un cieco,

    Un chincagliere,

    Il contadino,

    L’Autore e Dio.

    Tutti i personaggi sono fittizi, tranne Dio.

    Álvaro Puig

    7

    I silenzi de Dio

    Mi misi a parlare con il giovane. Gli facevo delle

    domande come soltanto i vecchi possono farle ai

    giovani. Intanto, Dio restava in un silenzio

    disperante. La prima cosa che gli dissi fu di stare

    attento a tutto quel che gli potevo dire, come si

    usava dire nei racconti o nelle storie familiari. E

    ascoltava, con curiosità e con disinvoltura.

    Ascoltava il vecchio, perché il silenzio di Dio si

    allungava. Il vecchio si domandava se a Dio non

    interessava quel che stavano dicendo. Forse lo

    sapeva di già, e quel che gli interessava era

    semplicemente ascoltare il dialogo tra il vecchio e il

    giovane.

    L’espressione del giovane si allargò, con tranquillità

    e, al contempo, con un pizzico di tristezza. Il

    giovane, con lo sguardo fisso nella lontananza,

    regalò un sorriso di ringraziamento al vecchio per

    tutto ciò che gli stava dicendo, tutto quel che il

    vecchio gli raccontava gli era nuovo. Lui, il

    giovane, conosceva soltanto la sua vita. E com’era

    essa, breve e priva di avvenimenti; e infatti tutto

    quel che accadeva agli altri gli pareva straordinario.

    Il giovane voleva imparare dal vecchio, dato che

    questo conosceva bene le storie degli altri, e quella

    che gli aveva raccontato gli pareva non fosse del

    tutto reale. Invece lo era. E in più, se non era il

    vecchio a raccontargli questa o quell’altra storia chi

    gliele avrebbe mai spiegate?

    Il silenzio di Dio era afferrato alle stelle, e solo esse

    vedevano quel che accadeva sulla Terra. Le stelle

    potevano ascoltare i silenzi di Dio.

    Álvaro Puig

    8

    I silenzi de Dio

    Il vecchio voleva trovare la bontà e la mitezza del

    giovane che lo ascoltava, e udire, a sua volta, i

    silenzi di Dio.

    Il giovane credette che Dio conosceva il vecchio

    non soltanto per i suoi lunghi anni vissuti, ma da

    sempre. Anche se non si rivolgevano la parola,

    anche se il vecchio e Dio non si dicevano niente, né

    l’uno né l’altro. Com’era lontano Dio e com’era

    vecchio quel vecchio! Se egli pensava a lui stesso si

    faceva tutto intorno silenzio. Il giovane sentì che

    amava sia l’uno che l’altro. Amava Dio, che poco

    poco andava scoprendo, e amava il vecchio, perché

    le sue parole erano tenere e struggenti allo stesso

    tempo. Il giovane pensò: "L’uno e l’altro sono parte

    dell’altro, si appartengono a vicenda". E lui si

    trovava in mezzo, perché il destino così aveva

    voluto che fosse. Che strano modo di giocare con il

    destino, come se fosse un cosa da poco!

    --Nessuno può parlare di una storia, se non la si

    racconta come una favola —questo disse Dio al

    giovane.

    Il vecchio, sorridendo, gli rispose:

    --Dio ha sempre ragione. Non perché sia Dio, ma

    perché vede più inlà di noi. Ciò è possibile perché

    Dio è molto vicino ma allo stesso tempo molto

    lontano da noi. La lontananza gli permette di

    conoscere le tragedie delle vite.

    Il silenzio di Dio era come un enorme vuoto,

    proprio quando aveva più necessità delle sue parole.

    Allora gli tornò in mente quel che gli aveva detto

    una volta un frate: Dio abita nel Silenzio.. Non

    Álvaro Puig

    9

    I silenzi de Dio

    riuscì a capire quelle parole in quel momento.

    L’unica cosa che pensò è che quando un uomo

    santo parla con quella convinzione, ha sicuramente

    ragione. Ebbe l’impressione che quella frase era di

    una profondità straordinaria, o dovrebbe esserlo, ed

    esclamò:

    --Questi uomini santi, quante cose dicono che gli

    uomini comuni non capiamo! Forse proprio per

    quello sono santi.

    Il vecchio, lesse il pensiero del giovane, ed esclamò:

    --I tuoi pensieri sono pieni di verità! Nonostante la

    tua gioventù, sai più cose dei vecchi.

    Che sia vecchio o no, comunque si pensa: perché gli

    uomini soffrono tanto, anche se la sofferenza non ha

    sempre un senso? Non c’è sempre un perché.

    Accidenti, questi uomini! Dovremmo ascoltare il

    luccichio delle luci della notte e anche quelli che

    sognano alzandosi tutti i giorni la mattina. Dio ha

    fatto tutto ciò, anche se non ci ha spiegato i suoi

    segreti.

    --Questa è la vita—disse il vecchio.

    Il giovane versò lacrime per le parole del vecchio.

    Essendo un bravo uomo, i suoi pensieri e le sue

    azioni erano abbastanza tristi. Il giovane cercò di

    parlare con Dio, ma il silenzio di questo fu

    sepolcrale.

    Dov’era finita la magnificenza della vita se tutto, o

    quasi tutto, aveva quella tristezza con cui il vecchio

    ne parlava? La preghiera del giovane fu accolta da

    Dio il quale disse:

    --Nelle parole del vecchio c’è gran parte della verità

    sull’uomo. La vita degli essere umani è così, ma

    non importa perché, nonostante tutto, la

    magnificenza persiste.

    Álvaro Puig

    10

    I silenzi de Dio

    La voce di Dio si fece cupa e profonda.

    --Il viver dell’uomo è molto più profondo e degno

    che le sue opere. Molte volte, egli agisce senza

    alcuna malizia: Perché se no secondo te –continuò

    rivolgendosi al giovane—l’ho creato? Leggi nei

    libri sacri, lì troverai le risposte che stai cercando.

    Io ho amato gli uomini e, tante volte, più del

    dovuto, perché sono tanti gli errori che fanno. Non

    dimenticare che il bene e il male sono dentro

    l’uomo, così come la sua possibilità di conversione,

    ecco quello che rende umano l’uomo.

    Il giovane credette di capire quel che gli aveva detto

    il suo Dio, e rimase addormentato in grembo

    all’amore, dell’amore di Dio en el desiderio di

    amare, di amare gli altri.

    --Vediamo un po’ se l’uomo sa chi sono io,

    vediamo se si rende conto una buona volta che sono

    il Dio di tutti, ma non per tutto. Ho voluto che gli

    uomini sapessero vivere con tutto ciò che gli ho

    concesso.

    Dio sorrise, e non disse nient’altro, perché si era

    stancato delle sue parole e dell’incomprensione

    dell’uomo.

    Secondo molti, pensò il vecchio, Dio è accanto

    all’uomo. Potrebbe anche essere, ma il suo silenzio

    fa che non lo avvertiamo.

    --Potrebbe mai essere--domandò—che il suo

    silenzio fosse necessario per lui stesso? Affinché in

    questo

    modo

    preghiamo

    e

    continuiamo

    rivolgendogli suppliche come se fossimo sordi di

    fronte al mistero della divinità? In altre parole,

    Álvaro Puig

    11

    I silenzi de Dio

    conterà sicuramente molto poco la nostra sofferenza

    quando il silenzio di Dio diventa impenetrabile.

    Il giovane ascoltava con certo stupore i lamenti del

    vecchio, e credette che le cose non potevano andare

    in quel modo, perché lui aveva ascoltato Dio.

    E formulò a se stesso una domanda: "Non potrebbe

    essere che, per udire Dio, fosse necessario

    possedere un’infanzia spirituale? Che in fondo

    siamo più puri delle vergini che illuminano il mare,

    che purificano tutto, come un battesimo?" I pensieri

    del giovane erano trasparenti come l’acqua del

    fiumiciattolo.

    Il giovane lo conosceva bene perché ogni mattina si

    sedeva ai suoi argini, per pensare e cercare di

    indovinare tutte quelle cose che gli erano oscure.

    --Certamente

    il

    vecchio

    sa

    molte

    cose,

    approfondisce e analizza con cura tutto quel che

    accade intorno a lui e arriva a

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