I silenzi de Dio
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Per semplificare, si potrebbe che la trama dell’opera consista nel dialogo tra un vecchio e un giovane ragazzo, in un dialogo tra loro di fronte a Dio, e di fronte a se stessi, di fronte allo specchio della vita che trascorre. Ma ciò non basta a definire l’opera dato che questo dialogo, nonostante l’apparente semplicità e linerarità della sua struttura, ci appare come un gioco dalle numerose sfaccettature, un dialogo polifonico, dunque, nel quale partecipa la natura in tutte le sue forme, trasfigurata in una dimensione corale, nella sua doppia funzione di interlocutore e spettatore. Questa la dimensione e lo spazio drammatico dell’opera, uno scenario in cui si presenta la parola di Dio. Ma, chi è questo Dio? Non si tratta certamente di una divinità che contempla l’uomo dall’alto, ma si tratta piuttosto di un Dio incarnato, una divinità, dunque, umanizzata e, per ciò, più che mai tragica, che offre risposte allo stesso tempo che propone domande, una divinità che, in un costante gioco di parole e di silenzi, , esprime la sua più intiima essenza di padre alla ricerca del figlio prodigo che è l’uomo. È questa essenza divina a determinare il profondo lirismo di queste pagine, lesue luci e le sue ombre, i suoi continui salti nel detto e in ciò che non è possibile esprimere a parole. Il narrato avanza in una catena di dialoghi che si sovrappongono gli uni sugli altri, si dipana come una matassa, in avanti, al ritmo dell’incedere di un camminante, e indietro, in un viaggio à rebours verso la memoria perduta dell’infanzia. E infatti, l’infanzia è uno dei protagonisti dell’opera. La sua presenza costante, latente, abraccia e sospende il tempo del narrato. L’infanzia è vista come uno scenario luminoso e al tempo stesso assente, meta di un’eterna ricerca dell’ineffabile essenza umana, l’infanzia come mistero, ingenua e piena di speranze, è come un ponte teso verso il vero senso.
L’inatteso e il tragico attendono in ogni pagina, nelle immagini estatiche nelle quali il tempo pare arrestarsi, o nei trilli allegri che danno voce a una candida e, al tempo stesso, terribile visione della vita. Questa è, sembra volerci dire l’autore, la vita: così semplice e terribile, così ingenua e desolante. Ed è una vita che, come il volo di una farfalla, sembra cedere di fronte all’irruenza delle reti della parola per, subito dopo, sfuffire alla nostra comprensione, nelle pause, fra le verità intuite, nei silenzi.
Álvaro Puig de Morales
Álvaro Puig de Morales nació en Bilbao en 1932. Máster en Marketing y gestión empresarial - curso de Casos Prácticos ESADE - actualmente es tutor personal y escritor. Títulos: Más allá de las sombras de la muerte, La niña que no nació, Conoce tu verdad, La bondad de un loco, Los silencios de Dios, Mis conversaciones con la ermitaña, Confesiones a Zoé, traducidos al catalán, al inglés, al alemán, al italiano, al francés y al portugués. Atraído por otras disciplinas, posee un amplio conocimiento en lo que implica la psico-sociología en relación con el individuo. Especializándose en el análisis, motivación y concepción de producto, así como en sus posibilidades de mercado; habiendo impartido clases en la Escuela Superior de Marketing. Presidente interino del curso de Alta Dirección de la Escuela de Alta Dirección ESADE, ha dado clases en todas las Cámaras de Comercio nacionales, también como profesor preparador, Administración y Dirección de empresas de la UNED y como Directivo y Consultor en Empresa, Industrial, Publicidad y Comunicación, Construcción, Industria alimentaria, Decoración y Centro comercial.
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Anteprima del libro
I silenzi de Dio - Álvaro Puig de Morales
I SILENZI
DE DIO
per Álvaro Puig ©
I silenzi de Dio
© Álvaro Puig – Tel. contatto: (+34) 932.035.014
Barcel ona (Spagna)
Indirizzo di posta elettronica:
alvaropuigdemorales@gmail.com
È rigorosamente vietata la riproduzione totale o
parziale di quest’opera attraverso qualunque mezzo o
supporto, compresa la riproduzione e il trattamento
informatico, senza l’autorizzazione espressa del
titolare del Copyright
, come stabilito dal a legge di
protezione dati.
Álvaro Puig
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I silenzi de Dio
Io ho ascoltato i silenzi di Dio.
L’Autore.
A coloro che desiderano incontrare Dio.
Lo ha detto il pellegrino.
Non parlare quando non si è interrogati; che la
storia rimanga custodita nel grembo dell’amore.
Lo ha detto Dio.
Álvaro Puig
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I silenzi de Dio
Prólogo
I Silenzi di Dio è unlibro enigmatico e sorprendente.
Già dal ’epigrafe all’opera, l’autore ci introduce in
un’atmosfera favoloso e mistica nel a quale tutti i
personaggi sono immersi in un dialogo di reciproche
parole e silenzi, condividendo la scena di un mondo
popolato di voci e di echi interni. Il tempo del narrato
si dilata oscil ando tra il presente e il passato, il verbo
percorre paesaggi reali e sognati, memorie riscattate
dal ’oblio con un solo gesto.
Per semplificare, si potrebbe che la trama del ’opera
consista nel dialogo tra un vecchio e un giovane
ragazzo, in un dialogo tra loro di fronte a Dio, e di
fronte a se stessi, di fronte al o specchio del a vita che
trascorre. Ma ciò non basta a definire l’opera dato che
questo dialogo, nonostante l’apparente semplicità e
linerarità del a sua struttura, ci appare come un gioco
dal e numerose sfaccettature, un dialogo polifonico,
dunque, nel quale partecipa la natura in tutte le sue
forme, trasfigurata in una dimensione corale, nel a sua
doppia funzione di interlocutore e spettatore. Questa
la dimensione e lo spazio drammatico del ’opera, uno
scenario in cui si presenta la parola di Dio. Ma, chi è
questo Dio? Non si tratta certamente di una divinità
che contempla l’uomo dal ’alto, ma si tratta piuttosto
di un Dio incarnato, una divinità, dunque, umanizzata
e, per ciò, più che mai tragica, che offre risposte al o
stesso tempo che propone domande, una divinità che,
in un costante gioco di parole e di silenzi, , esprime la
sua più inti ma essenza di padre alla ricerca del figlio
prodigo che è l’uomo. È questa essenza divina a
determinare il profondo lirismo di queste pagine, le
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I silenzi de Dio
sue luci e le sue ombre, i suoi continui salti nel detto e
in ciò che non è possibile esprimere a parole.
Il narrato avanza in una catena di dialoghi che si
sovrappongono gli uni sugli altri, si dipana come una
matassa, in avanti, al ritmo del ’incedere di un
camminante, e indietro, in un viaggio à rebours verso
la memoria perduta del ’infanzia. E infatti, l’infanzia è
uno dei protagonisti del ’opera. La sua presenza
costante, latente, abraccia e sospende il tempo del
narrato. L’infanzia è vista come uno scenario
luminoso e al tempo stesso assente, meta di un’eterna
ricerca del ’ineffabile essenza umana, l’infanzia come
mistero, ingenua e piena di speranze, è come un ponte
teso verso il vero senso.
L’inatteso e il tragico attendono in ogni pagina, nelle
immagini estatiche nelle quali il tempo pare arrestarsi,
o nei tril i al egri che danno voce a una candida e, al
tempo stesso, terribile visione del a vita. Questa è,
sembra volerci dire l’autore, la vita: così semplice e
terribile, così ingenua e desolante. Ed è una vita che,
come il volo di una farfalla, sembra cedere di fronte
al ’irruenza del e reti del a parola per, subito dopo,
sfuffire al a nostra comprensione, nel e pause, fra le
verità intuite, nei silenzi.
Isabel Fernández Giua
Álvaro Puig
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I silenzi de Dio
Mi ritrovo nuovamente nel tempio del Signore.
Com’è gratificante il fatto che così sia, dato che
pretendo ritrovare me stesso e trovare la mia fede
occulta agli uomini: è la fede di un vecchio! È una
faccenda complessa. È difficile trovarla dopo tutto
quel che ho passato in questo lungo cammino. Non
ho ancora trovato quell’infanzia spirituale che mi
permetta di possedere la fede che dovrebbe essere di
oggi e di sempre. Nella mia giovinezza, la fede era
un fiorire di tutte le cose, un respirare la vita, una
fede e una infanzia spirituale, frutto quest’ultima di
quella. Quel che racconterò vuole soltanto ricordare
quel giovane che sono stato e che sarebbe potuto
essere. Quel che dico è così scandalosamente
profondo come poterono esserlo il dialogo che ebbi
con un giovane che incontrai in mezzo ad un
mattino sereno, lungo le rive del fiumiciattolo della
vita. Il silenzio di Dio udì le nostre parole. Sono
sicuro. Dio si servì di lui, di un ragazzo, per
ascoltare i suoi silenzi. Quel ragazzo e Dio mi
hanno permesso di trovare la fede in un’infanzia
spirituale.
Álvaro Puig
6
I silenzi de Dio
Storia raccontata da
Un giovane,
Il vecchio,
Un prete,
Il campanaro,
La maestra del paese,
Un sindaco,
Il medico,
Un pellegrino,
Lo scrivano,
Un visitante,
Il ramo del bosco,
L’uccello volante,
L’uccello del bosco,
Il fiumiciattolo,
Il professore,
La cavalletta,
Lo spaventapasseri,
Lo scoiattolo,
L’uccello di campagna,
Il passero,
Un cieco,
Un chincagliere,
Il contadino,
L’Autore e Dio.
Tutti i personaggi sono fittizi, tranne Dio.
Álvaro Puig
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I silenzi de Dio
Mi misi a parlare con il giovane. Gli facevo delle
domande come soltanto i vecchi possono farle ai
giovani. Intanto, Dio restava in un silenzio
disperante. La prima cosa che gli dissi fu di stare
attento a tutto quel che gli potevo dire, come si
usava dire nei racconti o nelle storie familiari. E
ascoltava, con curiosità e con disinvoltura.
Ascoltava il vecchio, perché il silenzio di Dio si
allungava. Il vecchio si domandava se a Dio non
interessava quel che stavano dicendo. Forse lo
sapeva di già, e quel che gli interessava era
semplicemente ascoltare il dialogo tra il vecchio e il
giovane.
L’espressione del giovane si allargò, con tranquillità
e, al contempo, con un pizzico di tristezza. Il
giovane, con lo sguardo fisso nella lontananza,
regalò un sorriso di ringraziamento al vecchio per
tutto ciò che gli stava dicendo, tutto quel che il
vecchio gli raccontava gli era nuovo. Lui, il
giovane, conosceva soltanto la sua vita. E com’era
essa, breve e priva
di avvenimenti; e infatti tutto
quel che accadeva agli altri gli pareva straordinario.
Il giovane voleva imparare dal vecchio, dato che
questo conosceva bene le storie degli altri, e quella
che gli aveva raccontato gli pareva non fosse del
tutto reale. Invece lo era. E in più, se non era il
vecchio a raccontargli questa o quell’altra storia chi
gliele avrebbe mai spiegate?
Il silenzio di Dio era afferrato alle stelle, e solo esse
vedevano quel che accadeva sulla Terra. Le stelle
potevano ascoltare i silenzi di Dio.
Álvaro Puig
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I silenzi de Dio
Il vecchio voleva trovare la bontà e la mitezza del
giovane che lo ascoltava, e udire, a sua volta, i
silenzi di Dio.
Il giovane credette che Dio conosceva il vecchio
non soltanto per i suoi lunghi anni vissuti, ma da
sempre. Anche se non si rivolgevano la parola,
anche se il vecchio e Dio non si dicevano niente, né
l’uno né l’altro. Com’era lontano Dio e com’era
vecchio quel vecchio! Se egli pensava a lui stesso si
faceva tutto intorno silenzio. Il giovane sentì che
amava sia l’uno che l’altro. Amava Dio, che poco
poco andava scoprendo, e amava il vecchio, perché
le sue parole erano tenere e struggenti allo stesso
tempo. Il giovane pensò: "L’uno e l’altro sono parte
dell’altro, si appartengono a vicenda". E lui si
trovava in mezzo, perché il destino così aveva
voluto che fosse. Che strano modo di giocare con il
destino, come se fosse un cosa da poco!
--Nessuno può parlare di una storia, se non la si
racconta come una favola —questo disse Dio al
giovane.
Il vecchio, sorridendo, gli rispose:
--Dio ha sempre ragione. Non perché sia Dio, ma
perché vede più inlà di noi. Ciò è possibile perché
Dio è molto vicino ma allo stesso tempo molto
lontano da noi. La lontananza gli permette di
conoscere le tragedie delle vite.
Il silenzio di Dio era come un enorme vuoto,
proprio quando aveva più necessità delle sue parole.
Allora gli tornò in mente quel che gli aveva detto
una volta un frate: Dio abita nel Silenzio
.. Non
Álvaro Puig
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I silenzi de Dio
riuscì a capire quelle parole in quel momento.
L’unica cosa che pensò è che quando un uomo
santo parla con quella convinzione, ha sicuramente
ragione. Ebbe l’impressione che quella frase era di
una profondità straordinaria, o dovrebbe esserlo, ed
esclamò:
--Questi uomini santi, quante cose dicono che gli
uomini comuni non capiamo! Forse proprio per
quello sono santi.
Il vecchio, lesse il pensiero del giovane, ed esclamò:
--I tuoi pensieri sono pieni di verità! Nonostante la
tua gioventù, sai più cose dei vecchi.
Che sia vecchio o no, comunque si pensa: perché gli
uomini soffrono tanto, anche se la sofferenza non ha
sempre un senso? Non c’è sempre un perché.
Accidenti, questi uomini! Dovremmo ascoltare il
luccichio delle luci della notte e anche quelli che
sognano alzandosi tutti i giorni la mattina. Dio ha
fatto tutto ciò, anche se non ci ha spiegato i suoi
segreti.
--Questa è la vita—disse il vecchio.
Il giovane versò lacrime per le parole del vecchio.
Essendo un bravo uomo, i suoi pensieri e le sue
azioni erano abbastanza tristi. Il giovane cercò di
parlare con Dio, ma il silenzio di questo fu
sepolcrale.
Dov’era finita la magnificenza della vita se tutto, o
quasi tutto, aveva quella tristezza con cui il vecchio
ne parlava? La preghiera del giovane fu accolta da
Dio il quale disse:
--Nelle parole del vecchio c’è gran parte della verità
sull’uomo. La vita degli essere umani è così, ma
non importa perché, nonostante tutto, la
magnificenza persiste.
Álvaro Puig
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I silenzi de Dio
La voce di Dio si fece cupa e profonda.
--Il viver dell’uomo è molto più profondo e degno
che le sue opere. Molte volte, egli agisce senza
alcuna malizia: Perché se no secondo te –continuò
rivolgendosi al giovane—l’ho creato? Leggi nei
libri sacri, lì troverai le risposte che stai cercando.
Io ho amato gli uomini e, tante volte, più del
dovuto, perché sono tanti gli errori che fanno. Non
dimenticare che il bene e il male sono dentro
l’uomo, così come la sua possibilità di conversione,
ecco quello che rende umano l’uomo.
Il giovane credette di capire quel che gli aveva detto
il suo Dio, e rimase addormentato in grembo
all’amore, dell’amore di Dio en el desiderio di
amare, di amare gli altri.
--Vediamo un po’ se l’uomo sa chi sono io,
vediamo se si rende conto una buona volta che sono
il Dio di tutti, ma non per tutto. Ho voluto che gli
uomini sapessero vivere con tutto ciò che gli ho
concesso.
Dio sorrise, e non disse nient’altro, perché si era
stancato delle sue parole e dell’incomprensione
dell’uomo.
Secondo molti, pensò il vecchio, Dio è accanto
all’uomo. Potrebbe anche essere, ma il suo silenzio
fa che non lo avvertiamo.
--Potrebbe mai essere--domandò—che il suo
silenzio fosse necessario per lui stesso? Affinché in
questo
modo
preghiamo
e
continuiamo
rivolgendogli suppliche come se fossimo sordi di
fronte al mistero della divinità? In altre parole,
Álvaro Puig
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I silenzi de Dio
conterà sicuramente molto poco la nostra sofferenza
quando il silenzio di Dio diventa impenetrabile.
Il giovane ascoltava con certo stupore i lamenti del
vecchio, e credette che le cose non potevano andare
in quel modo, perché lui aveva ascoltato Dio.
E formulò a se stesso una domanda: "Non potrebbe
essere che, per udire Dio, fosse necessario
possedere un’infanzia spirituale? Che in fondo
siamo più puri delle vergini che illuminano il mare,
che purificano tutto, come un battesimo?" I pensieri
del giovane erano trasparenti come l’acqua del
fiumiciattolo.
Il giovane lo conosceva bene perché ogni mattina si
sedeva ai suoi argini, per pensare e cercare di
indovinare tutte quelle cose che gli erano oscure.
--Certamente
il
vecchio
sa
molte
cose,
approfondisce e analizza con cura tutto quel che
accade intorno a lui e arriva a