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L'Ordine
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E-book90 pagine1 ora

L'Ordine

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Info su questo ebook

Pietro è un giovane studente di teologia, con tante domande, tanta fede e poche risposte.

I suoi dubbi e il suo futuro sono improvvisamente scossi dall’arrivo di due uomini misteriosi che sconvolgono la sua vita abitudinaria: inizia così la sua avventura misteriosa all’interno dell’ordine fondato da Guglielmo nel 1327.

Un’organizzazione di cui, come tutti, non sa nulla. Ma il quesito che più lo attanaglia è: cosa ha a che fare lui con quel potente e segretissimo gruppo?

A guidarlo nella scoperta c’è il Superiore, Isaia: quello che per Pietro sarà sia un mentore che un enigma. Il viaggio di Pietro nell’ordine si dispiega metaforicamente come il percorso di un uomo alla ricerca di se stesso, che combatte con i quesiti più grandi della vita umana, dilaniato tra la fiducia e il dubbio, tra la religione più pura e i peccati dell’umanità.
LinguaItaliano
Data di uscita7 nov 2022
ISBN9791222020280
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    Anteprima del libro

    L'Ordine - Alessio Bussi

    Uno

    Ogni uomo pone a se stesso delle domande sul proprio destino. Nessuno può sottrarsi alla sua sorte. Ciascuno deve essere sempre pronto per ogni evenienza. Ma spesso non si è pronti, soprattutto se dalla sera alla mattina vengono tre uomini e ti parlano di un incarico molto delicato, molto importante. Era un incarico non richiesto, e non poteva essere rifiutato perché la segretezza di quel compito poteva venire compromessa. Era obbligato ad accettare.

    Alcune volte non si ha scelta: ciò che si presenta nell’orizzonte della vita è inevitabile. E non può essere cambiato.

    Aveva un compito e lo doveva portare a termine, altrimenti le conseguenze potevano essere problematiche. Ma ne sarebbe stato capace? Aveva le qualità per farlo? Era lui l’uomo giusto?

    Se l’avevano scelto, un motivo c’era. Ma non sempre le scelte di coloro che sono potenti sono giuste… in particolar modo quelle degli alleati e degli amici.

    La fiducia è qualcosa di misterioso, come la fede. Anzi, la fede stessa è fiducia, e il significato del suo mistero sta proprio nell’incertezza materiale, sorretta dalla sicurezza spirituale.

    E come poteva, lui, sottrarsi al volere di Dio?

    Prese l’incarico con serietà e a poco a poco si addentrò sempre di più nel torbido, alcune volte dubitando… aveva paura di essere diventato lui stesso un uomo oscuro, come oscuro era l’ambiente in cui viveva.

    Passarono i mesi, poi gli anni. Non si era mai dimenticato da dove proveniva, e neanche qual era il suo compito. L’aveva davanti a sé, nella mente, come un chiodo fisso. Ma alcune volte aveva la tentazione di cedere; qualche volta si faceva tentare dal mollare tutto, far finta che niente fosse successo, scappare, andare via, nella notte… cambiare identità e cambiare vita.

    Il compito che gli era stato affidato diventava sempre più pesante e lui stesso aveva paura di esserne schiacciato. Si sentì inadeguato, e in verità lo era realmente. Lo era senza ombra di dubbio. Ma non poteva abbandonare l’incarico, non doveva abbandonare il suo compito.

    La preghiera lo rassicurava: i salmi gli davano le risposte che cercava ogni giorno, in ogni momento della giornata. Superò ogni sorta di crisi e lui stesso diventò il proprio compito. Ora erano la stessa cosa.

    Ma non dimenticò mai chi fosse realmente, e anche se si era trasformato nell’incarico che gli era stato affidato, non smise mai di pensare a quel giorno di maggio in cui aveva deciso di diventare quello che fu.

    La prova più difficile di tutte: rimanere se stessi mentre tutto cambia, mentre tutto è destinato a mutare. Essere se stessi, sempre. E non cedere alle tentazioni che in ogni momento il diavolo semina qua e là, non cedere alla tentazione di essere il diavolo in persona quando si fa qualcosa di diabolico.

    Alla fine era quasi giunto al termine del suo compito, ma mancava ancora qualcosa. Mancava un motivo… Non era quello il momento, e forse non era lui che doveva concludere quel compito.

    E la Divina Provvidenza, sempre attenta alle richieste dell’uomo puro che l’invoca, gli consegnò, attraverso un libro, la risposta per compiere, finalmente, la sua missione.

    Due

    In un luglio molto caldo, Pietro era immerso nello studio della teologia, quando verso il tramonto vide arrivare un’automobile nera davanti casa sua. Dall’auto uscirono due persone con un lungo mantello nero e con un cappuccio che nascondeva i loro volti.

    Pietro non capiva che cosa stesse accadendo, e decise di non fare niente. Pensò anche che i due misteriosi uomini non fossero lì per lui, ma dovette abbandonare quest’idea quando li vide sotto la sua finestra e uno di loro pigiò il dito sul campanello. Sentì il suono del citofono, ma non si alzò dalla sedia. Rimase immobile, e aspettava. Anzi, sperava… sperava che se ne andassero.

    In pochissimo tempo cercò di ricordare se avesse fatto qualche torto a qualcuno, ma la sua vita era di una semplicità così umile e modesta da escludere ogni tipo di pericolo.

    Sentì nuovamente il trillo del citofono, ma non si alzò. I pensieri cominciarono a farsi più tinti e oscuri, accompagnati dall’angoscia.

    Il campanello suonò nuovamente, ma questa volta uno dei due uomini lasciò il dito sul pulsante poiché il suono non si interrompeva.

    Pietro capì che non poteva far finta di niente, e che avrebbe dovuto aprirgli la porta. Viveva da solo, in una piccolissima casa di campagna. Quegli uomini non potevano essere lì che per lui, e non se ne sarebbero andati.

    Si alzò, prese la cornetta del citofono e disse: «Chi siete?».

    «Apra la porta» rispose la voce di uno dei due.

    «Chi siete?» ripeté Pietro.

    «Apra la porta. Oppure l’apriremo noi.»

    Non era il caso di pensare ad altre soluzioni, semplicemente perché non c’erano. Doveva rassegnarsi e aprire.

    Lo fece e sentì i passi degli uomini che salivano la scala fino a giungere davanti a lui.

    «Chi siete?» chiese Pietro, spaventato.

    «Ci faccia entrare, e si sieda» disse quello più alto dei due e Pietro obbedì.

    Quando questi furono dentro casa sua, il più basso gli porse un cappuccio dicendo: «Lo deve indossare e ci deve seguire».

    Pietro non si mosse e non disse niente, quindi il più alto tirò fuori un’ampolla con una pompetta, simile a quelle dei profumi, e la premette tre volte. Subito dopo Pietro cadde a terra e iniziò a sentirsi molto stanco: la vista si fece offuscata, ma riuscì a vedere la maschera a gas di quello che lo aveva incappucciato.

    Non seppe per quanto tempo dormì, e non fu neanche in grado di riconoscere il luogo in cui si trovava. Quando i suoi sensi iniziarono a risvegliarsi si accorse che era disteso per terra. Si alzò e vide davanti a lui un imponente castello in pietra, con un portone di legno intarsiato. Intorno a lui non c’era niente, solo alberi e prati.

    Il portone si schiuse, come se qualcuno lo avesse aperto apposta. Pietro si avvicinò e, prima di entrare, diede ancora un’occhiata a ciò che aveva attorno nella speranza di riconoscere il luogo. Ma quel posto era nuovo ai suoi occhi, quindi spinse il portone ed entrò nella fortezza.

    Si ritrovò in un cortile, simile a un chiostro di un’abbazia. Davanti a lui c’era un uomo che indossava una tunica bianca e una fascia dorata. L’uomo era alto, con capelli

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