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Cristoterapia della gioia: Per riscoprire il potere della preghiera
Cristoterapia della gioia: Per riscoprire il potere della preghiera
Cristoterapia della gioia: Per riscoprire il potere della preghiera
E-book170 pagine1 ora

Cristoterapia della gioia: Per riscoprire il potere della preghiera

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Info su questo ebook

L’Autore invita, in modo convincente, a riscoprire la profonda gioia che si prova nel lodare e adorare Gesù. Nel testo vi è anche un forte richiamo alla spiritualità della preghiera per contrastare l’idolatria che si annida nel cuore dell’uomo. In risalto anche l’esperienza di adorazione eucaristica “Roveto Ardente”, un’iniziativa di animazione carismatica incoraggiata da Papa Giovanni Paolo II.
LinguaItaliano
Data di uscita16 apr 2020
ISBN9788878782853
Cristoterapia della gioia: Per riscoprire il potere della preghiera

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    Anteprima del libro

    Cristoterapia della gioia - Salvatore Martinez

    Cristoterapia_StLib.jpg

    SALVATORE MARTINEZ

    Cristoterapia

    della gioia

    Per riscoprire il potere della preghiera

    Edizioni Rinnovamento nello Spirito Santo

    Titolo

    Cristoterapia della gioia

    Copyright © 2006

    Servizi Rinnovamento nello Spirito Santo S.c.p.l.

    Concessione editoriale

    Associazione Rinnovamento nello Spirito Santo

    Via degli Olmi, 62 - 00172 Roma

    I edizione aprile 2006

    Progetto grafico, Ebook

    Gaetano Fontanazza

    In copertina

    Guarigione del cieco nato

    Sant’Angelo in Formis, Caserta

    Ogni richiesta va indirizzata a

    Servizi Odos Servizi S.c.p.l.

    Via del Campo 46f - 00172 Roma

    Tel. 06 2310577 - Email: segreteria@edizionirns.it

    Ai miei nipoti

    Giulio, Veronica e Andrea.

    In loro ho visto riflessa

    la tenera gioia di Dio.

    Da loro ho ricevuto

    i baci purissimi dello Spirito.

    UN PROLOGO GIÀ SCRITTO

    Grande è stata la gioia della Chiesa, che si è dedicata a contemplare il volto del suo Sposo e Signore… Al termine di quest’anno possiamo ripetere, con rinnovata esultanza, l’antica parola della gratitudine: «Celebrate il Signore perché è buono, perché eterna è la sua misericordia» (Sal 118, 1).

    Con queste parole il compianto Servo di Dio Giovanni Paolo II introduceva la Lettera Apostolica Novo millennio ineunte al termine del Grande Giubileo dell’anno 2000. Mi ritorna spesso nel cuore questo monito e mi chiedo: come custodiamo la grande gioia propria dei discepoli di Cristo? Come rinnoviamo l’esultanza nel celebrare la bontà del Signore, che ammanta di misericordia la storia?

    A questi e ad altri interrogativi, ricorrenti nella vita cristiana, vorrei provare a dare risposta dando alle stampe questo libro. Un lavoro che vuole contribuire a ridestare l’attenzione sull’opera dello Spirito Santo: è grazie al suo instancabile lavoro che la gioia il segreto della vita cristiana (Paolo VI) – si manifesta e si rinnova nella nostra vita. Gioia di amare e gioia di essere amati. Gioia terrestre e gioia celeste. Gioia interiore e gioia esteriore. Gioia personale e gioia comunitaria. Gioia nella Chiesa e gioia nel mondo. Gioia nella buona e nella cattiva sorte.

    Il testo abbraccia le premesse e le conseguenze che questa gioia sempre include. Si compone, così, uno sguardo di ampio respiro, nel quale è possibile valutare la nostra partecipazione – diretta o indiretta, attenta o fugace – al disegno d’amore che lo Spirito di Dio incessantemente rivela agli uomini.

    Pertanto, nello sviluppo dei capitoli che illustrano la Cristoterapia della gioia, trovano spazio e risalto riferimenti biblici, commenti patristici, documenti del Magistero, espressioni augurali assunte dalla sapienza umana di molti scrittori, credenti e non.

    «Vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo» (Lc 2, 10).

    Così gli angeli del Signore annunziano che nasce la Gioia, «nella città di Davide, con la venuta di un salvatore, il Cristo Signore» (cf Lc 2, 11).

    Tutta la vita cristiana trae slancio ed esultanza da questo evento di grazia.

    «Esulta di gioia il bambino Giovanni» (cf Lc 1, 44), nel grembo della madre, appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria.

    • Maria «magnifica il Signore ed esulta in Dio» (cf Lc 1, 46-47), compiendosi in lei la parola del profeta: «Gioisci, figlia di Sion» (cf Sof 10, 14).

    • Per spiegare l’avvento del Messia, Gesù dice: «La donna, quando partorisce, è afflitta, perché è giunta la sua ora; ma quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più dell’afflizione per la gioia che è venuto al mondo un uomo» (Gv 16, 21).

    «Glorificarono e lodarono Dio» i pastori dopo «avere visto Maria, Giuseppe e il Bambino Gesù» (cf Lc 2, 17-20).

    «Grandissima gioia» provarono i Magi «appena giunsero nella casa dove si trovava il Bambino Gesù» (cf Mt 2, 11).

    «Cominciò a lodare Iddio nel tempio la profetessa Anna». Pur essendo «molto avanzata in età», a tutti «parlava del Bambino Gesù» (cf Lc 2, 36-38).

    «Esultò e benedisse il Signore Dio d’Israele, pieno di Spirito Santo, il sacerdote Zaccaria» (cf Lc 1, 67-68), quando riconobbe nel figlio – Giovanni il Battista – il precursore del Cristo atteso.

    «Esultò pieno di Spirito Santo» lo stesso Gesù di Nazaret, il Figlio di Dio, «lodando il Padre che ha nascosto il Vangelo ai dotti e ai sapienti e lo ha rivelato ai piccoli» (cf Lc 10, 21-22).

    «Provarono grande gioia» gli apostoli quando, «ancora increduli e stupefatti», rividero Gesù risorto (cf Lc 24, 41).

    • Gli apostoli «tornarono a Gerusalemme con grande gioia» (cf Lc 24, 50), dopo avere visto Gesù risorto ascendere al cielo, «e stavano sempre nel tempio lodando Dio» (Lc 24, 53).

    • Tutta la storia della salvezza è un canto di gioia, perché c’è sempre «gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte» (cf Lc 15, 10).

    Come dubitare, allora, che questo sia anche il nostro destino, se veramente desideriamo essere contemporanei di Gesù, di Maria, degli apostoli nella professione della nostra fede gioiosa in Dio?

    In un tempo assetato di gioia, in cui – giorno dopo giorno – ci si volge alla natura per conseguire ogni possibile terapia a vantaggio dell’uomo che soffre (solo per citarne alcune: idroterapia, cristalloterapia, aromaterapia, elioterapia, cromoterapia, pranoterapia, ippoterapia, algaterapia, meloterapia, talassoterapia, geoterapia), perché non additare al mondo la Cristoterapia della gioia, un’arte divina che dalla sua comparsa nel mondo ha resistito a ogni altra pratica e pretesa umana?

    «Mostri il Signore la sua gloria, e voi fateci vedere la vostra gioia!» (Is 66, 5c).

    Non si può rimanere indifferenti dinanzi alla manifestazione della maestà di Dio, di un Dio che non smette di prendersi cura di noi e che, in cambio, nient’altro chiede se non l’espressione della nostra gioia per lui.

    Auguro, allora, che queste pagine siano per i lettori come un balsamo, usato a profusione dallo Spirito Santo, il più grande e inarrivabile terapeuta della storia, il solo che sa trattare la Cristoterapia della gioia.

    Salvatore Martinez

    AMARE

    Un super amore

    In occasione della Pentecoste del 1975, il Servo di Dio Papa Paolo VI pronunciò un’incisiva definizione sull’opera dello Spirito Santo in noi:

    Noi vogliamo non solo possedere subito lo Spirito Santo, ma sperimentare gli effetti sensibili e meravigliosi di questa presenza dello Spirito in noi. Lo Spirito Santo vive nell’anima e l’anima subito si sente invasa da un improvviso bisogno di abbandonarsi all’Amore, a un super amore, e si sente quasi sorpresa da un insolito coraggio, il coraggio proprio di chi è felice e di chi è sicuro; il coraggio di parlare, di cantare, di annunciare agli altri, a tutti, le cose grandi di Dio.

    C’è amore e amore… Quando abbiamo a che fare con lo Spirito Santo, questo amore si fa super. Cioè ci supera, supera anche la nostra capacità di immaginarne la portata o di prevederne gli effetti sensibili. È super, perché sovrasta dolcemente la nostra natura umana e la riempie di ciò che la nostra condizione terrena da sola mai potrebbe acquistare.

    Per un amore nuovo è necessario un cuore nuovo.

    «Vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo» (Ez 36, 26).

    Il profeta ammonisce gli uomini: tenerezza vuole tenerezza! Non si può godere delle delicatezze di Dio se il cuore è ancora impietrito dinanzi al male, al dolore della vita, ai torti ricevuti. Il nostro cuore, predisposto alla gioia, non potrà esperimentarla se non accetta di essere ricreato dallo Spirito di Dio.

    L’amore del Signore è una fiamma divorante, che se ti prende ti avvolge tutto, ancor prima che tu te ne accorga.

    Così il teologo Hans Urs von Balthasar in una sua celebre definizione (dal libro Il cuore del mondo). È piccolo, in principio, l’amore di Dio; ma quando ti prende è come un incendio vastissimo, che nessuno potrà più spegnere. È una fiamma che divora senza sosta, che non lascia spazio.

    Guardiamoci intorno: molti muoiono per mancanza d’amore, ma la cosa più triste è che dopo continuano a vivere! Che pena vivere da moribondi! Che sconforto deve generare la percezione di essere condannati all’infelicità. Ma non è questo il volere di Gesù! Egli ci invita a stare alla scuola del suo amore:

    «Imparate da me, che sono mite e umile di cuore» (Mt 11, 29b).

    Siamo spinti dallo Spirito a imparare Gesù, perché solo lui è l’Amore e ci mette in relazione con Colui che ha l’amore (il Padre) e l’amore (lo Spirito). Imparare Gesù, cioè una Persona, non una lezione di storia o un insieme di precetti, specie se accomodano la nostra natura umana e non la sublimano cedendo il passo all’intervento dello Spirito Santo.

    Il teologo Giovanni attesta:

    «Noi abbiamo riconosciuto e creduto all’amore che Dio ha per noi» (1 Gv 4, 16).

    Una meravigliosa professione di fede richiesta a tutti coloro che, con l’aiuto dello Spirito, hanno scoperto l’amore vero e hanno avuto accesso al cuore di Dio. Solo in questa ottica può dispiegarsi e viversi la fede cristiana.

    "«Dio è amore» (1 Gv 4, 9). Che volto ha l’amore? Che forma ha? Che statura ha? Che piedi ha?

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