La stimolazione cognitiva nella persona affetta da demenza
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Anteprima del libro
La stimolazione cognitiva nella persona affetta da demenza - Giuseppe Pignataro
Indice
I sintomi della demenza
I criteri diagnostici della demenza
Riconsiderazione della demenza
I termini della terapia
I principi teorici della neuroriabilitazione
Terapie non farmacologiche della demenza
Come fare un progetto riabilitativo
Come impostare la stimolazione cognitiva
Come impostare un training individuale
Come impostare un training di gruppo
Conclusioni
Bibliografia
Giuseppe Pignataro
La stimolazione cognitiva
nella persona affetta
da demenza
Titolo | La stimolazione cognitiva nella persona affetta da demenza
Autore | Giuseppe Pignataro
Immagine di copertina | © Giuseppe Pignataro
ISBN | 979-12-20300-19-3
© Tutti i diritti riservati all’Autore
In memoria di
Eugenio Viteritti
I sintomi della demenza
La demenza è uno stato di decadimento progressivo delle funzioni cognitive ed è riconducibile ad una patologia organica che porta chi ne è afflitto ad una perdita progressiva dell’autonomia funzionale.
Generalmente con il termine demenza ci si riferisce ad una condizione neurodegenerativa cronica, progressiva e irreversibile (p.e. demenza tipo Alzheimer, morbo di Parkinson), anche se esistono delle forme secondarie dovute a cause potenzialmente reversibili (p.e. ipotiroidismo, tumore celebrale).
Un’altra possibile classificazione delle demenze è quella basata sull’area celebrale colpita maggiormente dalla malattia.
Questo tipo di classificazione è più utile ad una comprensione maggiore dei sintomi clinici che si possono manifestare.
Questi si raggruppano in:
• Corticali (Alzheimer, fronto-temporale).
• Sottocorticali (Morbo di Parkinson, idrocefalo normoteso, malattia di Binswanger, encefalopatia da HIV).
• Miste (Malattia di Creutzfeldt-Jacob, demenza multi-infartuale, demenza tossiche e metabolica).
Il termine demenza è pertanto un termine ombrello
a cui fanno riferimento diversi tipi di deterioramento cognitivo.
I sintomi del processo di deterioramento cognitivo si possono raggruppare in tre macro-aree:
1. Disturbi della cognitività:
Nella fase lieve si può osservare difficoltà nel recupero e nell’apprendimento di nuove informazioni, nel richiamare le parole (in particolar modo quelle meno utilizzate), nel problem-solving e nel calcolo.
Nella fase moderata, le difficoltà sono maggiormente inerenti agli eventi recenti rispetto a quelli del passato, compare una maggiore difficoltà con i nomi delle persone e diventa frequente l’utilizzo di parole passpartout (che sono delle parafrasi per descrivere le situazioni), sono inoltre presenti una scarsa capacità di orientamento e inizia il declino delle abilità visuali e spaziali e inoltre si ha una scarsa capacità di organizzare e pianificare azioni.
Nella fase severa si possono osservare dei notevoli deficit di attenzione, una forte aprassia ed un impoverimento totale del linguaggio fino ad arrivare al mutismo.
Disturbi del comportamento (indicati spesso con l’acronimo BPSD, Behavioral and Psycological Sypmptoms of Dementia): in questo caso si indicano i sintomi di tipo affettivo e psicologico che sono caratterizzati da delle marcate alterazioni della percezione, del contenuto dei pensieri, del comportamento e dell’umore e sono suddivisibili in:
• Sintomi comportamentali: Agitazione, disinibizione, vagabondaggio (wandering), reazioni catastrofiche.
• Sintomi psicologici: Allucinazioni visive, ansia, apatia, depressione, deliri.
La manifestazione di questi sintomi, oltre al tipo di decadimento cognitivo, può anche dipendere dalla personalità premorbosa, dallo stadio della malattia e anche dall’ambiente circostante.
Nelle fasi lievi, i sintomi più frequenti sono irritabilità, depressione e apatia.
Nella fase moderata c’è una maggiore prevalenza di allucinazioni, deliri, insonnia, vagabondaggio e di comportamento sociali inadeguati.
Nella fase avanzata prevale in modo particolare l’agitazione motoria e verbale, il movimento afinalistico e l’incontinenza.
Secondo diversi studi questi disturbi sono quelli che risultano essere i maggiori responsabili delle difficolta di gestione e di assistenza del paziente affetto da demenza.
Tutti questi disturbi portano ad un isolamento sociale e rendono difficoltose anche le più semplici funzioni quotidiane (p.e. l’incapacità di svolgere funzioni di base come lavarsi, vestirsi o camminare).
I criteri diagnostici della demenza
Il concetto clinico di demenza (in particolare di Alzheimer Disease, AD) ha subito una evoluzione sostanziale dai primi criteri diagnostici proposti a quelli attuali.
McKhann e i suoi collaboratori, nel 1984, avevano formulato dei criteri che distinguevano le diagnosi di Alzheimer in:
• Certa, in base ai riscontri neuropatologici.
• Probabile, in base alla definizione clinica e ai test neuropsicologici, con