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Le parole dell'inclusione e la didattica inclusiva
Le parole dell'inclusione e la didattica inclusiva
Le parole dell'inclusione e la didattica inclusiva
E-book90 pagine53 minuti

Le parole dell'inclusione e la didattica inclusiva

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Info su questo ebook

Fare inclusione in ambito scolastico vuol dire oggi agire sui contesti, modificandoli per consentire l'apprendimento e la partecipazione da parte di tutti gli alunni. Non più solo rapporto a due, la relazione educativa è infatti, un percorso che si gioca su più livelli e che coinvolge il gruppo classe, i docenti ma anche le famiglie, il clima sociale e la configurazione fisica dell’ambiente scuola nel suo insieme. Dopo aver chiarito cosa si intende con Bisogni Educativi Speciali, considerati anche i principali riferimenti legislativi, il testo si rivolge a tutti coloro i quali vogliono cogliere gli elementi essenziali sia teorici che metodologico-valutativi del processo di inclusione scolastica al fine di promuovere buone pratiche che valorizzino le diversità di ciascuno.
LinguaItaliano
Data di uscita3 feb 2022
ISBN9788833469461
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    Le parole dell'inclusione e la didattica inclusiva - Monica Votta

    inclusione_fronte.jpg

    Le parole dell’inclusione e la didattica inclusiva

    di Monica Votta

    Direttore di Redazione: Jason R. Forbus

    ISBN 978-88-3346-946-1

    Pubblicato da Ali Ribelli Edizioni, Gaeta 2022©

    Saggistica – Società

    www.aliribelli.com – redazione@aliribelli.com

    È severamente vietato riprodurre, in parte o nella sua interezza, il testo riportato in questo libro senza l’espressa autorizzazione dell’Editore.

    Monica Votta

    Le parole dell’inclusione e la didattica inclusiva

    AliRibelli

    Sommario

    Introduzione

    CAPITOLO 1 – Inserimento, integrazione, inclusione

    1.1 I DSA: conoscerli e riconoscerli

    1.1.1. La dislessia

    1.1.2. La disgrafia

    1.1.3. La disortografia

    1.1.4. La discalculia

    1.2 Dall’integrazione all’inclusione

    1.3. La normativa di riferimento e la nuova legge sull’inclusione

    1.4 Personalizzare e individualizzare

    CAPITOLO 2 – La didattica inclusiva: metodologie

    2.1. Le relazioni inclusive

    2.1.1. Il docente inclusivo

    2.1.2. Il gruppo classe

    2.1.3. Scuola e famiglia

    2.2. Gli strumenti compensativi e le misure dispensative

    2.3. Le metodologie

    2.3.1. Il Cooperative Learning

    2.3.2. Peer Education

    2.3.3. La Didattica Metacognitiva

    2.3.5. L’uso delle tecnologie in ottica inclusiva

    2.3.6. Flipped Classroom

    2.4. La valutazione

    Conclusioni

    Allegati

    Bibliografia

    «…non solo i bambini ma anche gli esseri umani di tutte le età sono oltremodo felici e in grado di estrinsecare le loro capacità con il maggior vantaggio possibile quando sono sicuri che dietro di loro ci sono una o più persone che li possono aiutare in caso di difficoltà. La persona fidata fornisce una base sicura su cui appoggiarsi per potere agire»

    J. Bowlby, 1973

    Introduzione

    Nelle Linee Guida, l’UNESCO (2009) suggerisce che: «La scuola inclusiva è un processo di fortificazione delle capacità del sistema di istruzione di raggiungere tutti gli studenti. … Un sistema scolastico incluso può essere creato solamente se le scuole comuni diventano più inclusive. In altre parole, se diventano migliori nell’educazione di tutti i bambini della loro comunità». Ragionare in questi termini significa avvicinarsi a una differente e nuova visione della scuola. Essa, infatti, assolve nel momento attuale ad un compito assai più impegnativo che nel passato, dovendosi confrontare con l’impianto, il modo di essere e le logiche di una società diversificata¹. Inoltre, sembra che il nostro tempo abbia sviluppato un astio profondo verso la cultura intesa come «formazione culturale nell’aprire la mente e nel rendere cittadini consapevoli»: il valore dell’istruzione è, in questo senso, svalutato. Il mondo della scuola sta vivendo, dunque, un momento di forte criticità, all’interno del quale si stanno dimostrando sempre meno efficaci metodi di intervento da tempo consolidati. Assistiamo allo scontro di esigenze, idee, problemi educativi e sociali che interessano genitori, studenti, docenti e personale scolastico tutto². Famiglia e scuola, in quanto gruppi primari, sono chiamati ad una profonda revisione della loro opera educativa: sono sollecitati a ripensare le proprie modalità pedagogiche e a renderle funzionali alle esigenze attuali³. L’istituzione scolastica, dal canto suo, risponde sperimentando nuove metodologie di insegnamento, revisionando i curricoli, le materie e i libri di testo, nonché la valutazione dei processi formativi, andando progressivamente ad abbracciare un modello basato sul concetto di qualità che vede protagonisti l’alunno, il ruolo e la professionalità del docente.

    In questo quadro si colloca la didattica in quanto scienza che definisce metodi e tecniche dell’insegnamento perché, se è vero che apprendere è un processo che deriva principalmente dall’esperienza, esso è nel contempo fortemente collegato all’insegnamento, ovvero alla messa in campo di attività specifiche e con precise finalità, quali imparare a leggere, a scrivere, ecc. Compito della didattica diventa allora quello di utilizzare metodi di insegnamento appropriati e in accordo sia con l’evolvere dei tempi, ma anche con il cambiare delle generazioni e delle aspettative.

    Relazione, comunicazione, prevenzione e inclusione, sono le parole chiave che guideranno la nostra trattazione.

    Nel Capitolo 1, introduttivo, cercheremo di chiarire cosa definisce l’ampia categoria dei Bisogni Educativi Speciali (BES) e il concetto di inclusione, differenziandolo da quello di inserimento e integrazione. «Non è compito della scuola certificare gli alunni con bisogni educativi speciali, ma individuare quelli per i quali è opportuna e necessaria l’adozione di particolari strategie didattiche»⁴, avendo ben chiaro che tali difficoltà possono essere dovute alla presenza di un disturbo specifico o essere secondari ad altri tipi di difficoltà (ansia, problemi emotivi o disturbi linguistici). Possono altresì essere dovuti a situazioni emotivamente stressanti o in aggiunta a problematiche linguistiche in caso di recente immigrazione o appartenenza ad un contesto socioculturale svantaggiato⁵. A tutti, però, è doveroso «offrire maggiori opportunità formative attraverso la flessibilità dei percorsi»⁶.

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