Prevenzione e lotta all’Alzheimer e alle malattie neurologiche in tarda eta’: Sto perdendo la memoria, cosa posso fare?
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La ricerca farmacologica si è fermata per impossibilita’ a trovare una risposta immediata contro l’Alzheimer e molte malattie neurologiche.
Non abbiamo tanto tempo a disposizione, si deve agire al piu’ presto con la prevenzione ed iniziare una lotta contro l’Alzheimer su molti fronti: dalla dieta, all’attivita’ motoria, all’integrazione con fitoterapici, ecc..
Ecco il perche’ di questo libro, cercando di essere il piu’ utile possibile, anche nel caso si potesse trovare una terapia il piu’ efficace possibile.
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Anteprima del libro
Prevenzione e lotta all’Alzheimer e alle malattie neurologiche in tarda eta’ - Umberto Vitali
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INTRODUZIONE
Alcune ditte farmaceutiche hanno abbandonato la ricerca per sconfiggere l’Alzheimer ed altre malattie neurologiche, perche’ non ci sono risultati evidentemente utili per la cura.
In Italia ci sono un milione circa di persone affette da Alzheimer o da malattie neurologiche, che tendono gradualmente ad aggravarsi fino alla fine della vita nel giro di circa dieci anni.
In Giappone i malati di Alzheimer saranno il doppio di oggi fra qualche anno.
Entro il 2025 uno su cinque con eta’ superiore a 65 anni ne soffrira’ .
Tanto che il Giappone ha stabilito un piano: corsi per famigliari, in ogni citta’ una apposita struttura stabile di riferimento, piu’ conversazioni a settimana, avere una occupazione anche dopo la pensione, attribuzione di codice a barre per riconoscimento in caso di sparizione del malato,
Cinquecentoventimila sono gia’ in lista per assistenza.
In Italia l’ottanta per cento di questi malati sono assistiti in casa con grande sacrifici delle famiglie. Il loro costo è di circa 12 miliardi all’anno.
Nel mondo i malati di Alzheimer saranno 80 milioni nel 2050, cioe’ uno ogni 100. Percio’ al G8 questa malattia è stata definita emergenza sanitaria mondiale
.
L’instaurarsi dell’Alzheimer è dovuta a piu’ concause, percio’ è difficile trovare un unico rimedio, almeno per ora.
Non ci rimane che la PREVENZIONE E FRENARE LA MALATTIA attraverso tante strategie come:
la diagnosi precoce,
lo stile di vita,
l’assunzione di integratori, che vanno a colmare carenze alimentari ed ambientali,
l’attivita’ fisica svolta regolarmente durante la settimana,
la dieta personalizzata, ecc…
al fine di mantenere una condizione soddisfacente di vita per il malato e per la famiglia, il piu’ a lungo possibile, mantenendo una buona affettivita’, e così risparmiando decine di miliardi di euro di spesa sanitaria.
LA RICERCA: ha rallentato gli studi per una terapia definitiva.
Tuttavia i famigliari di un parente con l’Alzheimer saranno sempre alla ricerca di una terapia.
Questo libro vuole approfondire il tema e dare spunti per la prevenzione, che non devono sostituire l’opera del medico di fiducia e del medico specialista.
DEDICA
Questo libro e’ dedicato a mia madre che non conobbe mai pronto soccorso od ospedale, è vissuta fino a 96 anni in lucidita’ mentale ed, il giorno prima di spegnersi, fece questa domanda: perche’ dobbiamo morire?
1) LA PREVENZIONE DELL’ALZHEIMER VA FATTA FIN: DAL FETO IN GRAVIDANZA, DALL’INFANZIA-ADOLESCENZA, DALLO STILE DI VITA DEI GENITORI E DEI NONNI, CHE TRASMETTONO IL PATRIMONIO DEL LORO DNA
Le cause dell’Alzheimer possono iniziare fin dal feto in gravidanza in base:
al patrimonio genetico che ci trasmettono i genitori;
allo stile di vita (per esempio assunzione di alcol, droga, fumo di tabacco, ecc..);
all’ambiente nel quale si vive (inquinamento, pesticidi, ecc…);
all’alimentazione ( eccesso di grassi animali, carenza di omega3, eccesso di carboidrati-dolci, eccesso o carenza di proteine, carenza di frutta-verdura-antiossidanti, ecc…);
scarsita’ di movimento fisico (arteriosclerosi-aterosclerosi, ecc..);
mancanza di stimoli culturali-sociali;
assunzione involontaria di: conservanti, coloranti, pesticidi, sostanze tossiche, ecc….
Tutti questi fattori possono influire negativamente o positivamente (per esempio un giusto apporto di omega 3 per lo sviluppo dei neuroni e delle loro connessioni nervose).
Quindi gia’ le mamme, i nonni devono insistere per un buon stile di vita in famiglia, quindi possono influire fin dall’embrione sullo stato: dei geni, delle cellule, del dna, dell’apparato cerebrale nervoso del neonato-bambino, in seguito dell’adolescente, dell’adulto, ecc…, che si ripercuotera’ sulla qualita’ della memoria e della salute futura in periodo di vecchiaia e sull’aspettativa di vita.
Il 30% dei bambini in Italia sono obesi, che diventeranno adulti obesi, e, se non si pone rimedio, avranno malattie neurologiche, come l’Alzheimer, ecc…
2) CHI STA INIZIANDO A PERDERE LA MEMORIA, COSA PUO’ FARE? PER PRIMA COSA SAPERE QUALI SONO I SINTOMI PRECOCI DEL MORBO DI ALZHEIMER
Il morbo di Alzheimer è la forma piu’ frequente di demenza senile. L’esordio è per lo piu’ verso 65 anni di eta’, ma spesso si insinua molto silenziosamente molti anni prima.
E’ importante sapere riconoscere i sintomi il piu’ precocemente possibile, al fine di una terapia che ritardi l’aggravamento o cerchi di stabilizzare il disturbo mentale, preservando una buona qualita’ di vita:
difficolta’ a ricordare i nomi e le cose, rispetto a qualche mese prima;
difficolta’ nel ricordare fatti recenti, passati, di avere gia’ detto cose o compiuto fatti;
difficolta’ nell'eseguire azioni: disegno, scrivere, vestirsi;
difficolta’ nel riconoscere cose note (agnosia);
difficolta’ nell'esecuzione di movimenti complessi (aprassia), per esempio lavorare a maglia;
lentezza nei movimenti;
disorientamento di spazio-tempo-luoghi;
cambiamenti improvvisi d’umore immotivati;
diminuzione di capacita’ di prendersi cura di se’ stessi;
cambiamenti di comportamento;
disturbo della capacita’ di linguaggio o di calcolo;
tendenza ad isolarsi ed evitare la socializzazione;
minore affettivita’ con i famigliari;
disturbo dell’equilibrio, sensazione di capogiro, sbandamenti a scendere di bicicletta, ecc…;
irritabilita’;
apatia: stato di insensibilita’, indifferenza verso le emozioni, i sentimenti;
difficolta’ di pianificazione, di capacita’ di giudizio-ragionamento;
episodi di tristezza fino alla depressione;
lentezza nel parlare e poverta’ di parole nel linguaggio.
.
Esistono dei test neuropsicologici schematici che possono evidenziare le difficolta’ mentali anche lievi eseguiti da personale medico specializzato che sono predittive anche otto anni prima della diagnosi di morbo di Alzheimer.
Per esempio il Test dell’orologio: disegnare un orologio che segna le 11,10.
LA METODICA PIU’ ADATTA PER UNA DIAGNOSI PIU’ PRECOCE POSSIBILE E’ LA PET (tomografia ad emissione di positroni) , O LA RMN (risonanza magnetica nucleare), che rivela la presenza di zone cerebrali con anomalie della funzionalita’ cerebrale.
Questa indagine va fatta al primo sintomo di disturbo della memoria al fine di avere un dato preciso per la diagnosi di inizio dell’Alzheimer o di malattie neurodegenerative.
IN SEGUITO VI PUO’ ESSERE UN AGGRAVAMENTO RAPIDO O GRADUALE O PERIODI DI LUCIDITA’ MENTALE ALTERNATI A PERIODI DI DISTURBI DI MEMORIA O ALTRO SINTOMO.
Si ritiene che il 50-70% dei casi di demenza senile sia dovuto all’Alzheimer (degenerazione delle cellule cerebrali con deposito di una sostanza denominata amiloide), l’altro 10-20% sia in modo specifico per arteriosclerosi (indurimento ed ispessimento delle pareti delle arterie) o aterosclerosi (placche di grasso) con disturbi circolatori arteriosi o venosi cerebrali, con insufficiente apporto di ossigeno e sostanze nutritizie, quindi malfunzionamento dei centri cerebrali adibiti a memoria, ragionamento, linguaggio, ecc..
L’aspettativa di vita dalla diagnosi varia da tre a nove anni.
3) LE MOLTE CAUSE DEL MORBO DI ALZHEIMER:
PRIMA DI TUTTO L’ALLUMINIO