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Degli Specchi e del Sale: Tradizione e usi magici
Degli Specchi e del Sale: Tradizione e usi magici
Degli Specchi e del Sale: Tradizione e usi magici
E-book113 pagine1 ora

Degli Specchi e del Sale: Tradizione e usi magici

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Info su questo ebook

In questo libro, "Degli Specchi e del Sale",  Vos Zwart tratta due elementi magici di maggiore tradizione e storia a livello mondiale: gli specchi e il sale.
Le proprietà del sale e quelle delle superfici riflettenti, siano cristalli, metalli, acqua o altro, sono da sempre alla base di riti e incantesimi in quasi tutte le culture del mondo.
Essi possono essere usati singolarmente o per rafforzare la magia cerimoniale combinando le energie: gli specchi sono dell'elemento acqua, il sale della terra e con l'aria (incensi) e il fuoco (candele) costituiscono i cardini di ogni rituale ben fatto.
Nel libro vengono fatti cenni storici, esposti significati religiosi e simbolici, utilizzi tradizionali e rituali, oltre a curiosità e altri elementi di riflessione e conoscenza basati sulle caratteristiche degli specchi e del sale.
Un manuale pratico di facile e piacevole lettura e applicazione.
LinguaItaliano
Data di uscita24 apr 2021
ISBN9788869376023
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    Degli Specchi e del Sale - Vos Zwart

    SALE

    ​PREMESSA

    Così come il fuoco, al quale ho dedicato le mie opere precedenti, altri elementi hanno rivestito un enorme ruolo nella magia e nella religione fin dai tempi più remoti: il sale e gli specchi.

    Le proprietà del sale e quelle delle superfici riflettenti, siano cristalli, metalli, acqua o altro, sono da sempre alla base di riti e incantesimi in quasi tutte le culture del mondo.

    Possono essere usati singolarmente o per rafforzare la magia cerimoniale combinando le energie: gli specchi sono dell’elemento acqua, il sale della terra e con l’aria (incensi) e il fuoco (candele) va nno a costituire i cardini di ogni rituale ben fatto.

    immagine 1

    GLI SPECCHI - INTRODUZIONE E CENNI STORICI

    "Qualcosa di noi è esterno, perché noi stessi nello specchio siamo esterni a noi. Ciò suscita la primordiale sensazione che l’anima sia stata rapita. Le persone che per molto tempo si guardano allo specchio si sentono affascinate da qualcosa che le penalizza […].

    Non tutti sopportano di guardare la propria immagine riflessa.

    Alcuni come il mitico Narciso si smarriscono contemplando la propria immagine riflessa nell’acqua. Altri ritornano in sé soltanto dopo una completa trasmigrazione, quando cioè, una volta contemplatisi nello specchio, hanno recuperata la loro effettiva esistenza."

    (Aeppli Ernst, Der Traum und seine Deutung)

    Partiamo dal concetto che nessuno specchio riflette la realtà delle cose: riproduce fedelmente un’immagine e al tempo stesso la cambia.

    La realtà nello specchio si sdoppia, si duplica e soprattutto si inverte. Se muovi la mano destra, è la sinistra quella che imita questo movimento e se fai l’occhiolino con l’occhio sinistro, l’immagine che hai davanti te lo restituisce con il destro.

    Tutte le frasi scritte che si propongono di fronte agli specchi si convertono in geroglifici illeggibili, a volte abbiamo difficoltà a riconoscere le immagini che rimandano.

    Per questo, in quanto il riflesso dello specchio è ambiguo e interpretabile, fin dall’antichità gli è stato attribuito un valore magico ed è stato utilizzato come un mezzo di accesso per la magia, per il soprannaturale e per predire gli eventi.

    immagine 1

    Non si sa con certezza quando è comparso lo specchio per la prima volta nella vita dell’uomo; è certo che lo si trova già dalla più remota antichità, dagli albori dell’umanità, quando ancora non esisteva la storia, ma solo oscuri ricordi, racconti e leggende fantastiche. Si sono trovati specchi in tutte le civilizzazioni, in America, Asia, Africa e Europa.

    I primi esempi di specchi sono prevalentemente di metallo (oro, argento, bronzo, ottone, rame, ferro) e in alcuni casi di ossidiana, che è un vetro naturale di origene vulcanica di colore nero o verde molto scuro. E’ molto probabile che i primi specchi di cristallo siano stati fabbricati dai Romani.

    In generale, ogni superficie lucida, quindi capace di riflettere, induce uno stato di autoipnosi e può essere usata a scopo magico.

    Infatti maghi e aruspici di molte culture si avvalevano di superfici di metallo lucidate (catoptromanzia o enottromanzia, dal greco κάτοπτρον o ἔνοπτρον, che significa specchio, e μαντεία, che significa divinazione), di pietre preziose levigate (cristallomanzia), di acqua in un recipiente (idromanzia) e anche delle stesse unghie delle dita unte con olio di oliva (onicomanzia).

    La famosa palla di vetro fa parte di quest’arte, e gli specchi bruniti o dipinti di nero nel lato convesso, si consideravano eccellenti strumenti per sviluppare la chiaroveggenza.

    Le antiche streghe della Tessaglia scrivevano i loro oracoli con sangue su lamine metalliche brillanti, le offrivano al sole e le lasciavano sulle rocce in luoghi elevati. Si narra che le predizioni così fatte si avveravano e si compivano quasi totalmente. Analizzando ora questo fatto, probabilmente quello che loro scrivevano non erano tanto predizioni quanto petizioni, e operavano un rito magico nel quale invocavano gli Dei e li pregavano di convertire in realtà quello che avevano scritto negli specchi.

    Si racconta che le streghe tessaliche insegnarono a Pitagora a divinare sostenendo un specchio in direzione della Luna.

    Nell'antica Roma esisteva addirittura un nome tecnico per i sacerdoti addetti alla catoptromanzia: si chiamavano speculares.

    Si dice che i primi presagi si facevano sommergendo una piccola placca di metallo brillante in una bacinella, molto vicino alla superficie. Si formulava una domanda concreta e si lasciavano cadere sull'acqua foglie o fiori. In base alla nitidezza con la quale si riflettevano nello specchio la prognosi era positiva o negativa.

    Alberto Magno, Cornelio Agrippa e Cagliostro facevano predizioni con uno specchio; anche Caterina dei Medici ed Enrico IV avevano specchi magici che consultavano frequentemente. John Dee, il mago di corte di Elisabetta I d’Inghilterra, utilizzava un uovo di cristallo e uno specchio nero di ossidiana.

    Gli antichi Franchi predicevano il futuro osservando uno specchio nero posto in una stanza illuminata da una candela fatta con grasso di impiccato.

    In Ungheria, la notte di San Silvestro, le fanciulle in età da marito immergevano a mezzanotte uno specchio nell'acqua della sorgente per vedere il volto del futuro sposo; tenevano in mano un cero ed osservavano lo specchio e a quel punto compariva l'immagine del fidanzato.

    In Russia, la notte di Natale, le fanciulle si chiudevano in una stanza illuminata da due candele e recitavano delle formule rituali davanti a due specchi per poter vedere riflessi in essi il volto del futuro marito.

    L’uso che si può fare degli specchi in magia, però, non è solo mantico: le loro proprietà li rendono fantastici per rimandare indietro il male, intrappolare i nemici, moltiplicare le forze, fare petizioni e indurre contatti con il mondo spirituale.

    SIMBOLOGIA DELLO SPECCHIO

    immagine 1

    "Si racconta la storia di due cani, che, in momenti diversi, entra-rono nella stessa stanza. Uno ne uscì scodinzo-lando, l’altro ne uscì ringhiando. Una donna li vide e, incuriosita, entrò nella stanza per scoprire cosa rendesse uno felice e l’altro così infuriato. Con grande sorpresa scoprì che la stanza era piena di specchi. Il cane felice aveva trovato cento cani felici che lo guardavano, mentre il cane arrabbiato aveva visto solo cani arrabbiati che gli abbaiavano contro.

    Questo per dire che quello che vediamo nel mondo intorno a noi non è altro che un riflesso di ciò che siamo.

    Tutto ciò che siamo è un riflesso di quello che abbiamo pensato. La mente è tutto. Quello che pensiamo diventiamo.

    Buddah

    Si definisce specchio un sistema ottico costituito da una superficie levigata, piana o curva, nella quale si riflettono i raggi luminosi. Questa superficie può essere di qualsiasi materiale con la condizione che il raggio luminoso sia riflesso quasi nella stessa quantità in cui è arrivato. Quanto più levigata o meno porosa sia detta superficie, più nitida è l'immagine specchiata.

    In realtà la simbologia dello specchio è molto complessa e

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