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Separo ma non rompo: Come gestire e affrontare la separazione e il divorzio attraverso il metodo separo ma non rompo che tutela i figli e accompagna passo passo le coppie verso una nuova famiglia.
Separo ma non rompo: Come gestire e affrontare la separazione e il divorzio attraverso il metodo separo ma non rompo che tutela i figli e accompagna passo passo le coppie verso una nuova famiglia.
Separo ma non rompo: Come gestire e affrontare la separazione e il divorzio attraverso il metodo separo ma non rompo che tutela i figli e accompagna passo passo le coppie verso una nuova famiglia.
E-book83 pagine1 ora

Separo ma non rompo: Come gestire e affrontare la separazione e il divorzio attraverso il metodo separo ma non rompo che tutela i figli e accompagna passo passo le coppie verso una nuova famiglia.

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Info su questo ebook

Un libro scritto dall'avvocato Giorgio Carrara sulla gestione dei conflitti pre e post separazione, con consigli pratici, affinché la separazione e il divorzio siano dei percorsi ben strutturati a livello legale, ma anche umano, per riprendere le redini della propria vita nel rispetto della famiglia, dei figli e del bene comune.
LinguaItaliano
Data di uscita2 nov 2021
ISBN9791220364188
Separo ma non rompo: Come gestire e affrontare la separazione e il divorzio attraverso il metodo separo ma non rompo che tutela i figli e accompagna passo passo le coppie verso una nuova famiglia.

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    Anteprima del libro

    Separo ma non rompo - Giorgio Carrara

    Capitolo 1

    L’importanza del primo incontro

    La segretaria accompagna il cliente in sala riunioni, appena qualche minuto, giusto il tempo di indossare la giacca e lo raggiungo.

    Non trovo corretto lasciarmi attendere a lungo lasciando il cliente da solo, in un ambiente estraneo, perché non farebbe che aumentare la sua ansia, il suo imbarazzo, la sua tristezza.

    Questa semplice, ma necessaria premessa, delinea il confine tra professione e umanità, spezzando le catene degli stereotipi dell’avvocato rigido, intransigente e insensibile.

    La passione per la mia professione mi ha permesso di scegliere già vent’anni fa il lato intrinseco dell’aspetto legale per affrontare e risolvere il problema della separazione e del divorzio, oggi più che mai, avendo vissuto direttamente l’esperienza. I piccoli gesti fanno la differenza perché generano un illimitato benessere interiore, come quando qualcuno, senza alcun (apparente) motivo, corre ad abbracciarti soltanto per dirti:

    ti voglio bene.

    Qual è la sensazione che provi, anzi, che provate entrambi?

    E soprattutto, chi potrà mai più portarvela via? Un minimo gesto, una lieve parola possono penetrare la tua anima e rimanerci per sempre. Ecco perché frasi, comportamenti, azioni e reazioni devono essere ben calibrate, gestite e valutate in ogni ambito della vita, in particolar modo quando ci si accorge che non ci si ama più e magari ci sono anche i figli.

    Accolgo il cliente con un sorriso, una stretta di mano e gli offro un caffè o un bicchiere d’acqua per metterlo a suo agio, manifestando il mio desiderio di condividere questo gesto - generalmente corrisposto - quale emblema di accoglienza, proprio come se fosse (in realtà è), un ospite atteso ed a me gradito.

    È questo il primo momento di contatto, ce ne saranno altri nel corso dell’incontro, tutti finalizzati a creare un rapporto di fiducia e di condivisione reciproci.

    Gli avvocati non sono terapisti né dovrebbero esserlo non avendone le competenze, ma dovrebbero comunque essere sensibili allo stato emotivo dei loro assistiti.

    Qualora dovessi ritenerlo opportuno o mi venga richiesto dai clienti, ho un’equipe di terapisti e consulenti dell’area psico-pedagogica da suggerire e che collaborano con il mio studio, ma questo esula dal mio lavoro legale e morale, è un mero dettaglio etico a tutela dell’integrità della famiglia e del benessere delle persone.

    Molti, sebbene non tutti coloro che si separano, quando si rendono conto che il loro matrimonio sta finendo, provano diverse emozioni come paura, rabbia, dolore e ansia. Potrebbero dover sopportare continui conflitti a casa ed essere preoccupati su come cambierà la loro vita e quella dei loro figli.

    Come sta?

    Non a caso è la prima domanda che rivolgo ai miei clienti dopo aver sorseggiato il caffè. Potrebbe sembrare ovvia, ma in realtà è essenziale e non scontata, perché permette alla persona di aprirsi, tranquillizzarsi, lasciar andare il tacito imbarazzo che porta dentro e iniziare a parlare di sé.

    È la fase più delicata, ma fondamentale dell’incontro, è un’apertura della propria personalità, essenza, sensibilità, problematica vissuta ed è qui che attivo il metodo delle tre A:

    1. Ascolto;

    2. Accoglimento;

    3. Assertività.

    Soltanto così riesco a comprendere la radice del perché quella persona si è rivolta a me, del suo reale stato emotivo e quindi attivare la mia professionalità tecnica ed empatica consolidata dalla mia storia personale del divorzio con la mia ex moglie, esperienza diretta che condivido sia in qualità di uomo e padre che come avvocato divorzista, colonna portante dell’equilibrio pre e post separazione, sostegno e fonte di soluzione per tutta la famiglia.

    Ci sono diversi contesti che precedono il colloquio: può esserci una consapevolezza acquisita perché c’è già stato un confronto con il coniuge, con i familiari o con le persone più vicine (amici, parenti etc…) e quindi una presa di coscienza dei rischi, delle conseguenze e dei cambiamenti legati alla fine di un matrimonio; alcuni lo vivono come un fallimento personale (principalmente le donne), altri nutrono un desiderio di vendetta a fronte di un tradimento, ad esempio; altri ancora sono vittime di violenze verbali o fisiche e poi c’è chi scopre che la vita condotta fino ad allora non era la propria, ma la proiezione di quella del

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