La Saggezza del camaleonte
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Info su questo ebook
Un romanzo autobiografico che svela, pagina dopo pagina, la passione di una vita. Quella dell'autore per il mondo dei social media, esploso grazie a Facebook nei primi mesi del 2005 e capace di cambiare indelebilmente la nostra percezione della comunicazione e dell’interrelazione con il prossimo.
Lorenzo Ciavoni, l’autore di questo viaggio intimo e personale, fin da subito ha capito la potenzialità dirompente del mezzo e ci si è buttato anima e corpo, ottenendo grandi soddisfazioni personali ed economiche, ma anche rifiuti e amicizie perse per strada.
In queste pagine ha deciso di condividere con il lettore un pezzo della sua vita, raccontando quello che in questi anni ha imparato, sia come autodidatta, sia grazie all’aiuto e ai consigli di tante persone che come lui, hanno amato e amano spasmodicamente il mondo del marketing e della comunicazione.
Le parole che ha messo nero su bianco, quasi con impeto psicanalitico, nascono da una voglia matta: quella di far comprendere al lettore la passione per i nuovi media e, soprattutto lo aiuti a conoscere un mondo, quello dei social network e della comunicazione 2.0, che ha cambiato a tutti la vita. Nessuno escluso.
Lorenzo Ciavoni
Romano de Roma, Lorenzo Ciavoni nasce in un caldo agosto dell'ormai lontano 1981. Giornalista, dopo aver fatto radio per alcuni anni, ora si occupo di comunicazione e marketing. Dal 2008 si è appassionato al mondo Facebook, ha creato le prime pagine ed oggi una di queste ha meravigliosamente superato il milione e mezzo di fans. Ama il mondo della comunicazione, ama comunicare in generale e ogni giorno cerca di imparare qualcosa.
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Anteprima del libro
La Saggezza del camaleonte - Lorenzo Ciavoni
Un ringraziamento particolare a Valerio Carbone e a Scrittura Efficace
per la pazienza e il prezioso aiuto nella stesura del libro.
© Bibliotheka Edizioni
Piazza Antonio Mancini, 4 – 00196 Roma
tel: +39 06.86390279
info@bibliotheka.it
www.bibliotheka.it
I edizione, giugno 2020
e-Isbn 9788869346903
È vietata la copia e la pubblicazione, totale o parziale,
del materiale se non a fronte di esplicita autorizzazione scritta
dell’editore e con citazione esplicita della fonte.
Progetto grafico e disegno di copertina: Riccardo Brozzolo
Lorenzo Ciavoni
Romano de Roma, Lorenzo Ciavoni nasce in un caldo agosto dell’ormai lontano 1981.
Giornalista, dopo aver fatto radio per alcuni anni, ora si occupa di comunicazione e marketing.
Dal 2008 si è appassionato al mondo Facebook, ha creato le prime pagine ed oggi una di queste ha meravigliosamente superato il milione e mezzo di fans.
Ama il mondo della comunicazione, ama comunicare in generale e ogni giorno cerca di imparare qualcosa.
In questo libro troverete una finestra sugli ultimi 10 anni della mia vita. Una finestra su un mondo che mi ha travolto, cambiandomi dentro e fuori. Un mondo dove ho investito, guadagnato, incontrato persone, conosciuto donne, colleghi, concorrenti e nuovi amici. Dove ho messo, nel bene e nel male, tutto me stesso.
A chi riesce, sempre, a vedere le mie mutevoli sfumature
La tecnologia non è né buona, né cattiva, ma nemmeno neutrale.
Prima legge di Kranzberg
Premessa
Per molti rappresenta un traguardo, per tanti altri è il modo di vivere più usuale. La maggior parte dei miei coetanei sembrava quasi invidiosa della posizione che avevo raggiunto. Io, però, mi sentivo in trappola.
Dopo aver frequentato la facoltà Filosofia, dopo la gavetta per diventare giornalista con susseguente iscrizione all’Albo, e dopo aver trascorso alcuni anni come conduttore sportivo per un’emittente radiofonica locale, mi ritrovavo – a dire il vero in molto piuttosto casuale – a dover affrontare un lavoro di tutt’altro genere. Ero stato contattato da quello che poi sarebbe diventato il vicepresidente della mia futura azienda per scrivere alcuni articoli. Presto mi conquistai un lavoro da dipendente presso la sua azienda, diventando responsabile di comunicazione e marketing.
Il problema era però un altro: la monotonia.
Otto ore davanti a un pc a ripetere sempre le stesse cose: le stesse procedure, gli stessi compiti quotidiani. Certo, parliamo anche di uno stipendio fisso, comprensivo di tredicesima e quattordicesima; di un ufficio nel quartiere Prati, praticamente a due passi dal centro di Roma. Qualunque confort non era però sufficiente, perché la realtà è che non stavo facendo nulla di veramente MIO. Mi sentivo INUTILE. Lavoravo per altri, su idee e obiettivi che mi riguardavano soltanto marginalmente. Non stavo creando nulla per me, per il mio ingegno, forse neanche per il mio futuro. Mi sentivo in perenne ricerca di un qualcosa dove poter investire davvero me stesso, dove poter dimostrare che non ero solo un ragazzo di 27 anni diventato troppo presto un monotono dipendente. Non avevo rischiato mai veramente di poter essere felice.
In questo libro, se avrete la pazienza di leggerlo fino in fondo, troverete una finestra sugli ultimi 10 anni della mia vita. Una finestra su un mondo che mi ha travolto, cambiandomi dentro e fuori. Un mondo dove ho investito, guadagnato, incontrato decine di persone, dove ho conosciuto donne, colleghi, concorrenti e nuovi amici. Dove ho messo, nel bene e nel male, tutto me stesso.
1.
Cioccolata, caffè e patatine fritte
Era il marzo 2008, l’epoca a cui risale la mia prima iscrizione a Facebook. Lo feci nei ritagli di tempo fra una commissione e l’altra. Facebook era nato qualche anno prima, nel 2005, negli Stati Uniti come Social Network universitario e nel 2008 non era ancora così diffuso nel nostro Paese. In Italia, Facebook arriva come primo vero Social capace di riprendere ciò che già era stato, nel passato, MSN o i vari siti personali di blogging. L’utilizzo era ancora per un buon 80% da desktop, dunque da computer; non era stata ancora sviluppata la tecnologia per smartphone. Non c’erano nemmeno le App. Di conseguenza l’utilizzo del mezzo era molto differente da quello che se ne fa oggi, in cui il 98% delle azioni ha destinazione mobile e app.
La spinta che mi ha portato ad approcciarmi alla novità del Social Network è stata anzitutto la curiosità, quella di ritrovare o riscoprire persone che già conoscevo: vecchi compagni di scuola, parenti, cugini, ex fidanzate, fidanzati di ex fidanzate… La fascia di età era molto più bassa di quella di adesso: 25/35 anni circa. Il mezzo era più elitario
poiché presupponeva un’alfabetizzazione digitale maggiore (il numero di iscritti in Italia nel 2008 contava poco più del milione di utenti).
La percezione di Facebook era molto diversa, basti pensare che la mia prima iscrizione comportò delle accese discussioni con la mia fidanzata dell’epoca. Probabilmente questo mezzo veniva avvertito come un modo nuovo per fare incontri, rimorchiare
. O chissà cos’altro.
L’approccio è stato quello genuino del Social Network: ritrovare le persone, né più né meno. All’epoca avevi la possibilità di ricercarle attraverso il nome e il cognome, ma anche attraverso l’indirizzo e-mail, il numero di telefono, le foto, oppure le attività. Insomma, i profili erano completamente diversi, molto più aperti.
Facebook ha spopolato sin da subito in Italia (rispetto ad altri Paesi europei) per alcune questioni di ordine culturale. Oggi il Social ha dieci-dodici anni di effettiva diffusione, raggiungendo secondo i suoi dati più aggiornati almeno 30 milioni di iscritti italiani. È un numero fondalmentalmente drogato
, soprattutto dal fatto che non esiste un controllo reale per la creazione dei profili; quindi, dei 30 milioni effettivi, sarebbero da considerarne forse appena la metà (fra profili morti o fake).
Zuckerberg, probabilmente, non poteva saperlo, ma noi italiani siamo molto impiccioni per natura: ci piace tantissimo farci gli affari degli altri
. Facebook ha fatto leva sulla più grande esigenza di ognuno: conoscere e scoprire cos’è che gli altri combinassero al di fuori delle nostre quattro mura
. Il più popolare Social Network sulla faccia della Terra aveva dato, sin da subito, la possibilità di aprire, come uno squarcio, una propria finestra spalancata sul mondo: il quartiere, la città, la nazione, l’intero pianeta. Scoprire l’universo di ognuno, nascosti dietro al proprio buco della serratura
. Una delle cose rimaste invariate su Facebook è propriamente questo ANONIMATO: tu non potrai mai sapere chi ha visto le tue foto, il tuo profilo, i tuoi contenuti; puoi solo conoscere le reazioni alle tue foto