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Consigli di Satana ai Gesuiti
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E-book127 pagine1 ora

Consigli di Satana ai Gesuiti

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Pamphlet satirico pubblicato nel 1846, attribuito a Jules Michelet ed Edgar Quinet ma più probabilmente opera di Manuel Galo de Cuendias e Victor de Féréal (Madame de Suberwick).

...Voi siete troppo buon cattolico, voi sapete troppo bene il vostro catechismo per ignorare che io sono uno spirito impuro scacciato dal cielo per sempre a cagione delle mie idee repubblicane, o piuttosto a cagione di quella velleità ch’io ho avuto d’usurpare il trono del legittimo Re del paradiso.
Sapete pur senza dubbio che meno felice del Maestro di Scuola, di Pungi-Mordente e del Grasso-Zoppo di Eugenio Sue, io non ho mai potuto rompere il mio esilio, checché ne dicano i preti ed altra gente sul potere che ho di tentare i figli d’Adamo, e in particolare le figlie d’Eva.
Dovete dunque comprendere quanto io m’annoi da tanti secoli nel mio inferno, nel quale sempre Fagot non affranchi, come direbbe l’illustre Autore dei Misteri di Parigi, non ho altro da fare che bruciarmi la pelle, e tormentare i dannati precisamente come i governi tormentano i popoli, con questa differenza però che io nutrisco ed alloggio i dannati per tormentarli, mentre i governi tormentano i popoli per affamarli: differenza che si deve per certo a questo, che noi altri diavoli siamo persone ben pasciute e piene di probità, mentre i governi del vostro mondo sono generalmente composti di persone affamate ed alquanto briccone....
 
LinguaItaliano
Data di uscita22 apr 2022
ISBN9791221325362
Consigli di Satana ai Gesuiti
Autore

Jules Michelet

Jules Michelet, né le 21 août 1798 à Paris et mort le 9 février 1874 à Hyères, est un historien français. Libéral et anticlérical, il est considéré comme étant l'un des grands historiens du XIXe siècle bien qu'aujourd'hui controversé, notamment pour avoir donné naissance à travers ses ouvrages historiques à une grande partie du « roman national», républicain et partisan, remis en cause par le développement historiographique de la fin du xxe siècle. Il a également écrit différents essais et ouvrages de moeurs dont certains lui valent des ennuis avec l'Église et le pouvoir politique. Parmi ses oeuvres les plus célèbres de l'époque, Histoire de France, qui sera suivie d'Histoire de la Révolution.

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    Anteprima del libro

    Consigli di Satana ai Gesuiti - Jules Michelet

    Lettera autentica di Satan al suo editore

    SIGNORE

    Voi siete troppo buon cattolico, voi sapete troppo bene il vostro catechismo per ignorare che io sono uno spirito impuro scacciato dal cielo per sempre a cagione delle mie idee repubblicane, o piuttosto a cagione di quella velleità ch’io ho avuto d’usurpare il trono del legittimo Re del paradiso.

    Sapete pur senza dubbio che meno felice del Maestro di Scuola, di Pungi-Mordente e del Grasso-Zoppo di Eugenio Sue, io non ho mai potuto rompere il mio esilio, checché ne dicano i preti ed altra gente sul potere che ho di tentare i figli d’Adamo, e in particolare le figlie d’Eva.

    Dovete dunque comprendere quanto io m’annoi da tanti secoli nel mio inferno, nel quale sempre Fagot non affranchi, come direbbe l’illustre Autore dei Misteri di Parigi, non ho altro da fare che bruciarmi la pelle, e tormentare i dannati precisamente come i governi tormentano i popoli, con questa differenza però che io nutrisco ed alloggio i dannati per tormentarli, mentre i governi tormentano i popoli per affamarli: differenza che si deve per certo a questo, che noi altri diavoli siamo persone ben pasciute e piene di probità, mentre i governi del vostro mondo sono generalmente composti di persone affamate ed alquanto briccone.

    Vi dirò pertanto che mi annojo un poco meno dappoiché mi sono associato al Costiturionnel-Véron, e specialmente dacché ho lette le opere di Eugenio Sue, e di Giorgio Sand, i due più grandi Scrittori della terra e dell’inferno. Il secondo in particolare mi è sembrato gran filosofo e ardito riformatore: quanto al primo è un poliglotta distintissimo. Ma io mi sono avveduto che da quando ho permesso ai miei sudditi la lettura dei loro capi d’opera, tutta la mia nobiltà parla furbesco, e gioca di ciabatta; e niuna delle mie diavolesse vuol più maritarsi legittimamente; vedete che siamo in progresso… Intanto i miei Accademici mandano grida spaventevoli e i miei maestri di scherma muojono di fame... Poi tutta la gioventù infernale è bastarda! Ma non importa: è già un pezzo che parliamo francese, e ci ammazziamo da cavalieri; ed è pure gran tempo che le povere diavolesse sono obbligate a morir fanciulle se non han tanto quibus da comprare un marito.

    Come vedete la lettura delle opere di Eugenio Sue e di Giorgio Sand han tutto rovesciato quaggiù... ma il più gran male non sta qui. Non avete idea del pensiero che mi danno i Gesuiti ed altri berrettoni del Clero che abbiamo da noi.... Alcuni gridano allo scandalo leggendo Lelia; altri mi chiedono il capo dell’Autore del Juif Errant, altri alla testa de’ quali sono Domenico di Guzman, S. Pietro martire, ed altri santi inquisitori, vengono ogni mattina a pregarmi di mettere sotto processo l’autore dei Misteri dell’Inquisizione, e di fare assassinare l’annotatore dei misteri stessi... E nello stesso tempo i miei diavoli ed io divoriamo questi libri... e la letteratura divien così di moda presso di noi, che avremmo tanti autori quanti abbiam demoni, se godessimo della libertà nella stampa, fosse anco colle leggi del settembre e la censura teatrale come nel nostro bel paese della Francia, ove ognuno può far ciò che vuole purché non faccia nulla.

    Ma ciò non è tutto, o Signore; questo gusto per la letteratura e questo furore si sono impadroniti anco di me; di me, diavolo grave e impastato di ragione; di me, presidente di un’accademia letteraria e membro corrispondente di tutte le società sapienti del mondo e d’altri luoghi... Debbo pertanto dichiarare qui che la mania di scrivere non m’ha accecato al punto di farmi pensare ch’ io fossi capace di scrivere un giornale e molto meno una gazzetta: quantunque molte persone, volendo adularmi senza dubbio, m’abbiano offerto dei fondi per creare una raccolta Cattolica, io ho capito che un diavolo onesto non deve mai compromettere la sua riputazione, quindi mi ricusai. Tuttavia, cedendo alle istanze del mio figlio Loyola, ho finalmente stabilito di scrivere un libro di mia competenza, un libro morale, utile soprattutto: questo libro, che, oso crederlo, è un piccolo capo d’opera, è intitolato Consigli ai Gesuiti... È la morale in azione della Compagnia di Gesù. Ve lo mando pel mio intimo amico con questa lettera che vi prego di fare stampare a guisa di prefazione.

    Compiacetevi pure di stampare, pubblicare e vendere il mio libro, dopo però che me l’abbiate comprato e pagato.... poiché non sono in grado di farvi credenza.... ciò che non mi vieterà di accogliervi come antica conoscenza, quando dopo una lunga vita di felicità sulla terra, piacerà al vostro confessore di mettervi a pensione presso

    Il vostro devotissimo

    SATAN.

    Notate che se io non ho mandato il mio manoscritto all’editore della Compagnia di Gesù, non è perché io sia più affezionato a voi che a lui, ma perché dando a lui il mio manoscritto, mi avrebbe pagato in reliquie o in messe al ribasso, mentre voi mi pagherete in danaro contante; di più l’editore della Compagnia di Gesù me l’avrebbe fatto stampar malamente, il che non sarebbe stato conveniente né alla mia vanità, né al merito della mia opera destinata a ottenere un immenso successo.

    Consigli ai gesuiti dati da Satan

    Morale in azione della Compagnia di Gesù.

    Vi sono o non vi sono Gesuiti?

    Un’anima candida

    La bestia che tu hai veduta era e non è più: e salirà dell’abisso, e poi andrà in perdizione: e gli abitanti della terra, i cui nomi non sono scritti nel libro della vita fin dalla fondazione del mondo, si meraviglieranno veggendo la bestia ch’era e non è, e pure è.

    Apocalisse

    Preludio

    Nato nel Cielo, Satan vi conduceva vita felice. Miriadi d’Angeli obbedivano alla sua voce, egli regnava sui serafini, ed i cherubini eran suoi cortigiani.

    Ma l’ambizione gli sorrise; l’orgoglio occupò il suo cuore ed osò sfidare la onnipotenza di Dio.

    Allora la collera divina lo colpì, e lo precipitò insieme ai suoi nell’abisso. Là sonnecchiò per nove giorni e nove notti sopra un lago di fuoco accanto a me, come l’asserisce Milton.1

    Il decimo giorno dopo la nostra caduta, ei prese possesso dell’inferno, ove fin d’allora regna da sovrano sopra una quantità di oneste persone.

    Dopo la nostra caduta il Cielo rimase quasi vuoto. Per riempirlo, Dio il cui amore è immenso, mandò il suo spirito santo sul caos.

    Lo spirito di Dio si librò sul nulla, coll’ali distese a guisa di colomba, covò il vasto a abisso e lo fecondò.2

    Ed il mondo fu creato.

    Allora la gelosia occupò il cuore di Satan, le sue viscere divennero dure come le porte dell’inferno.... e giurò di vendicarsi.

    Convocò a quest’ effetto il suo consiglio di stato che si raccolse nel pandemonio3, ove dopo lunga seduta e calde discussioni, fu risoluto che l’inferno distenderebbe il suo dominio sulla terra creata di recente, e che l’uomo fatto all’immagine di Dio, diverrebbe la sua preda. Satan fu incaricato di porre in esecuzione il decreto del Consiglio di stato.

    Ajutato dalla sua moglie, la Colpa, che era pure figlia di lui e della morte, lurido frutto di questo incestuoso conjugio4, ruppe le porte di diamante che separavano l’inferno dal Caos, e giunse finalmente sulla terra ove si occupò bentosto, non secondo si dice, ad insegnare alla bella Eva come si mangiano i pomi (lo sapeva troppo bene da sé), ma a riconoscere il paese aspettando che l’uomo e la donna si fossero moltiplicati e la terra ne fosse piena, e a seminar nel cuor dell’uomo l’invidia che lo perde, l’ambizione che lo divora, e l’orgoglio che gli vieta di pentirsi.

    Coll’andar dei secoli questi tre semi dell’inferno han portato i loro frutti, ed abbiamo avuto già da lungo tempo la sodisfazione di vedere:

    Che l’uomo d’onore, il quale non ascoltava che l’inflessibile voce della sua coscienza andava spesso a morir nello spedale, mentre l’uomo accorto moriva talvolta millionario, capitano della guardia nazionale ed anco deputato;

    Che la virtù modesta e reale passava spesso per nullità se non portava la maschera dell’ipocrisia, mentre il vizio sotto questa maschera era considerato come virtù;

    Infine abbiam visto che in questo mondo non si giudicava che dalle apparenze; Che non eranvi che ingannati e ingannatori; — Che la maggior parte degli uomini non andava mai a faccia scoperta;

    Che l’ipocrisia era la regina del mondo... e che la virtù era quasi sempre la schiava o la vittima dell’ipocrisia.

    Allora Satan disse a se medesimo. Il mio tempo è venuto: mascheriamo i miei servitori. E riempi il mondo di Gesuiti...

    Da questo momento i nostri affari sono andati di galoppo; poiché i costumi si sono corrotti; la morale, il pudore e la probità non son quasi

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