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Energia
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E-book350 pagine3 ore

Energia

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Info su questo ebook

Aprire gli occhi dinnanzi ad una palese presa in giro, comprendere prima di tutto che il potere vorrebbe tutti noi lobotomizzati e ubbidienti, questo è il primo, vero, e unico passo da compiere se si vuole ottenere la vera libertà.
Ma la libertà, come tutto a questo mondo, ha un prezzo, un prezzo che nel nostro caso si chiama energia.
L’élite globalista vorrebbe un mondo popolato da esseri servili ai quali concedere l’irrinunciabile fonte energetica mediante l’utilizzo di assurdi mini reattori nucleari, una soluzione deleteria oltre ogni immaginazione per la nostra salute, una salute purtroppo già minata da veleni di ogni genere e specie.
Certo, l’energia è la base di tutto, ma a quale costo?
Chi si indigna dinnanzi alla distruzione del pianeta è di fatto il primo fautore di questo scempio, mentre chi ritiene la balla della CO2 vera, ne è semplicemente corresponsabile.
A suo tempo uno dei più grandi scienziati di sempre, l’immenso Nikola Tesla, comprese come ottenere energia infinita totalmente gratuita per tutti gli abitanti della Terra; un ottimo sistema se non si vuole necessariamente abbassare la testa dinnanzi a chi ci vorrebbe tutti schiavi, non c’è che dire.
Purtroppo il tentativo venne bloccato sul nascere da quelle stesse persone che oggi vi dicono di non respirare troppo forte in modo da preservare i ghiacciai in Himalaya, oppure che vi inseguono per strada con una siringa in mano piena di veleno chiedendovi di vaccinarvi.
Fortunatamente a questo mondo c’è ancora chi sa ragionare, e quel qualcuno, forse, questa volta avrà la possibilità di realizzare l’antico sogno scaturito quasi cento anni fa da una delle menti più geniali che il genere umano abbia mai conosciuto.
LinguaItaliano
Data di uscita29 mag 2022
ISBN9791221346619
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    Anteprima del libro

    Energia - Emanuele Tosco

    CAPITOLO 1 - Ospedale Dziechcinka

    Wisła - Distretto di Cieszyn - Polonia

    BOLEK – …forza, forza, apri gli occhi maledetto bastardo, APRI QUESTI CAZZO DI OCCHI, MALEDIZIONE.

    BOGDANA – Sto ventilando, non risponde….

    BOLEK – Dove cazzo è finita Dana?

    BOGDANA – Non saprei…eccola, sta arrivando.

    BOLEK – Dove cazzo eri finita Dana, si può sapere? Hai portato il DAE?

    DANA – Sono andata a giocarmi lo stipendio che non prendo da almeno un anno al casinò, va bene? Se proprio lo vuoi sapere c’è un problema al DAE, le batterie sono andate, ho recuperato un defibrillatore manuale.

    BOLEK – Che cosa? Le batterie del DAE sono andate? Ma non è possibile….

    DANA – È possibilissimo invece, non vengono ricaricate da oltre un anno.

    BOLEK – Non posso crederci, siamo all’assurdo. E va bene, collega quel dannato macchinario alla rete e accendilo, e per l’amor di Dio Dana, fai in fretta.

    DANA – Faccio il possibile Bolek, non sono una maga. Ci siamo, defibrillatore collegato e funzionante.

    BOGDANA – Continuo a ventilare, lo stiamo perdendo….

    BOLEK – Col cazzo che perdiamo anche questo; che mi dici dei battiti, Bogdana?

    BOGDANA – Che cosa ti dico dei battiti? Ti dico che non li sento, ecco cosa ti dico, ti ho detto che lo stiamo perdendo, no? E allora non farmi domande stupide….

    BOLEK – Porca puttana, forza ragazzo, riprenditi. D’accordo, passami le piastre Dana, 200 joule.

    DANA – Libero, 200 joule.

    BOLEK – Contatto…cosa leggi, Bogdana?

    BOGDANA – ECG piatto, non sta funzionando….

    BOLEK – Merda. D’accordo Dana, continuiamo, 300 joule.

    DANA – Libero, 300 joule impostati.

    BOLEK – Contatto…ti prego Bogdana, dammi una lettura buona.

    BOGDANA – Mi dispiace Bolek, nessun battito.

    BOLEK – Maledetto bastardo, vuoi proprio farmi incazzare, vero? Hai deciso di morire proprio qua davanti a me, giusto? Va bene, lo vedremo. Dana, imposta 360 joule e inietta a questo poveraccio 300 milligrammi EV di amiodarone in due minuti, poi recupera da qualche parte un cuscino, e mettiglielo sotto alla testa, per favore.

    DANA – "Wykonuję²…".

    BOLEK – Non ci posso credere, sembra di essere nel quanto mondo.

    BOGDANA – Bolek, lo sai benissimo che cosa sta accadendo, vogliono farci morire tutti quanti uno alla volta.

    BOLEK – Brutti figli di puttana….

    DANA – Libero, 360 joule impostati, amiodarone iniettato, Bolek.

    BOLEK – Contatto…Bogdana, per favore non dirmi che non ha battito, altrimenti a questo punto…ma che cazzo succede, porca puttana?

    DANA – "Przekleństwo, nieobecna sieć, nieobecna sieć³…".

    BOGDANA – Figli di puttana, siamo senza corrente, che Dio li maledica tutti quanti; Dana, chiama quei bastardi della manutenzione che sicuramente stanno dormendo, e dì loro di avviare i diesel alla velocità della luce.

    DANA – Ci provo. Manutenzione, mi sentite? Avviate immediatamente i diesel, vi scongiuro, quassù abbiamo un arresto cardiaco in atto, e siamo decisamente a corto di tempo. Che cosa? Volete scherzare, spero. Ma siamo forse impazziti? Che cazzo vuol dire che i diesel sono senza gasolio? Guardate che se mi volete prendere per il culo io…va bene, ho capito, ho capito….

    BOLEK – Allora? Li hanno fatti partire quei fottutissimi diesel, si oppure no?

    DANA – No che non li hanno fatti partire Bolek, lo hai sentito anche tu, sono senza gasolio.

    BOLEK – Ma come cazzo è possibile che i diesel per le emergenze siano senza gasolio? Dio mio, aiutaci tu. Continua a ventilare Bogdana, intanto io….

    BOGDANA – Bolek, è andato, non c’è più niente che noi si possa fare per aiutarlo.

    BOLEK – No che non è andato, no che non è andato, porca puttana; adesso riprendiamo a ventilare e poi….

    BOGDANA – E poi che cosa, Bolek? Se anche riuscissi a rianimarlo il suo cervello sarebbe comunque a pezzi, lo sai meglio tu di me. È finita Bolek, è finita anche questa volta….

    BOLEK – No….

    BOGDANA – Dana, per favore, riporta le 16.24 come ora del decesso. Vieni Bolek, alzati da terra, andiamo a berci qualcosa di caldo mentre i ragazzi della morgue lo ricompongono.

    BOLEK – No….

    BOGDANA – Forza Bolek, lo sai perfettamente qual è la situazione, e sai altrettanto bene chi sono i responsabili, o mi sbaglio?

    BOLEK – No Bogdana, non ti sbagli, lo sappiamo tutti di chi è la colpa, dei soliti figli di puttana con i loro soldi del cazzo. Grazie America, grazie di cuore.

    BOGDANA – È così, o per meglio dire grazie ad una parte di America, una minima parte in realtà, quella dei multimiliardari, la restante parte della popolazione vale esattamente quanto noi agli occhi di chi comanda, nulla.

    BOLEK – Ormai sono troppi anni che combattiamo contro i mulini a vento Bogdana, e in tutta onestà sono stanco di tutta questa merda, ma più che altro sono stufo marcio di tutti i coglioni che ancora non hanno capito un cazzo circa la reale situazione a livello globale.

    BOGDANA – Consolati Bolek, non sei il solo ad averne veramente le palle piene, dal momento che siamo almeno in due ad essere stufi di tutto questo.

    BOLEK – Già, siamo in due, un vero esercito, quei figli di puttana d’ora in avanti dovranno tremare dinnanzi alle nostre minacce di morte.

    BOGDANA – Vieni Bolek, andiamo a berci qualcosa di caldo, tanto fino a quando quei bastardi non decideranno che potremo riavere la corrente non riusciremo nemmeno ad fare un cazzo di EGC.

    BOLEK – Una semplice curiosità Bogdana, come pensi di scaldarla l’acqua per realizzare la tua fantomatica bevanda calda? Nella saletta del personale non c’è una cucina a gas, ma solamente delle piastre elettriche.

    BOGDANA – Come si è sempre fatto Bolek, scalderemo l’acqua in cortile bruciando la legna recuperata dai bancali delle forniture ospedaliere.

    BOLEK – Sei completamente pazza amica mia, lo sai vero? Così facendo scatenerai le ire dei sostenitori del surriscaldamento globale.

    BOGDANA – Ma che vadano a farsi fottere loro, e le loro grandissime cazzate sulla CO2, comunque non capisco perché continui a chiamarlo surriscaldamento globale, qua fa un freddo insopportabile.

    BOLEK – Perché la storiella per i deficienti del clima è iniziata parlando di un caldo insopportabile arrivato non si bene da dove, ecco perché lo chiamo surriscaldamento globale.

    BOGDANA – Già, è iniziato tutto proprio con la storia del caldo, e adesso ci ritroviamo con una parte della Terra precipitata in una sorta di era glaciale.

    BOLEK – Almeno non abbiamo più caldo….

    BOGDANA – Ma vai a farti fottere anche tu, Bolek.

    Il resto della giornata trascorse come sempre tra una chiacchiera seria ed una sequela di amenità di cui preferisco non parlare, dopo di che verso le otto di sera una telefonata riportò tutti quanti alla triste e cruda realtà.

    BOGDANA – Pronto, Ospedale Dziechcinka, sono la Dottoressa Kowalczyk, dica pure. Sì, il Dottor Novak dovrebbe essere in Istituto, attenda un attimo. Bolek, è la madre di Blazej, il ragazzo morto poche ore fa, che cosa le dico?

    BOLEK – Maledizione, non dirle nulla, passami la telefonata nel mio studio, per favore.

    BOGDANA – D’accordo. Pronto? Sì, attenda ancora un attimo in linea signora, le passo il Dottor Novak, si trova nel suo studio.

    BOLEK – Pronto….

    ALINA – Buonasera Dottore, mi chiamo Alina, sono la madre di Blazej, il ragazzo giunto presso il vostro pronto soccorso alcune ore fa in pessime condizioni per via di alcuni problemi al cuore. Ho contattato il vostro centralino e mi è stato detto che al pronto soccorso eravate di turno voi al suo arrivo, e quindi vorrei sapere come sta il mio ragazzo.

    BOLEK – Sì signora, in effetti ero io di turno al pronto soccorso quando Blazej è giunto da noi, e come mi ha appena confermato anche lei, le sue condizioni di salute erano alquanto compromesse. Il primo ECG ha confermato che il suo cuore era in forte sofferenza, il polso molto irregolare, mentre la pressione sanguigna era veramente troppo alta. Pochi minuti dopo il suo arrivo Blazej ha avuto un arresto cardiaco, un arresto che siamo riusciti a superare con difficoltà con il massaggio manuale; al secondo arresto siamo intervenuti con le medesime modalità, ma il cuore di Blazej non ha più risposto. L’ECG era praticamente piatto, siamo quindi passati al defibrillatore manuale, prima con 200 joule, poi 300, infine 360 con l’aggiunta di un’infusione di amiodarone, a quel punto è venuta a mancare la corrente elettrica, e di conseguenza….

    ALINA – È mancata la corrente? In un ospedale? Non dovrebbero esserci i diesel d’emergenza?

    BOLEK – Già, infatti dovrebbe essere così, e in effetti i generatori diesel ci sono eccome, il problema è che sono senza gasolio per via del contingentamento imposto dalla politica green, e quindi….

    ALINA – Dottore, mi sta forse dicendo che il mio ragazzo non ce l’ha fatta?

    BOLEK – Sì signora, purtroppo è così, Blazej non ce l’ha fatta, senza defibrillatore era impossibile anche solamente pensare di far ripartire il suo cuore dopo il secondo arresto, e in ogni caso anche se ci fossimo riusciti con il massaggio manuale, molto probabilmente le avremmo reso un vegetale, e non una persona cosciente.

    ALINA – Quindi mi sta dicendo che i bastardi hanno tolto la corrente per via della CO2? Quei figli di puttana tolgono la corrente anche agli ospedali, adesso?

    BOLEK – Soprattutto agli ospedali, in fondo è decisamente più facile uccidere una persona che si trova già in punto di morte, piuttosto che uno che scoppia di salute, e purtroppo noi non abbiamo più le risorse economiche per mantenere in funzione i diesel. Signora, stiamo riutilizzando le siringhe, le cannule, diminuiamo i dosaggi dei medicinali giorno dopo giorno per economizzare; noi medici indossiamo camici stracciati, con mille rattoppi, e spesso anche lordi di sangue, mentre per riuscire a dissetare i pazienti il più delle volte dobbiamo attingere al serbatoio dell’acqua piovana, che tra le altre cose è anche fuori legge. Mi creda, sia io che gli altri medici e infermieri dell’ospedale percepiamo circa 2.300 sloty al mese, e questo lavorando circa dodici ore per ogni turno; 2.300 sloty quando va bene, mentre quando invece va male non riusciamo nemmeno a scaldarci una volta arrivati a casa, quindi cosa vuole che le dica? Purtroppo siamo solamente dei medici, non siamo Dio.

    ALINA – Però i soldi per le guerre, i finti vaccini avvelenati, e le altre loro enormi porcate riescono a trovarli, o mi sbaglio?

    BOLEK – No, non si sbaglia, basta far morire di fame la gente, e vedrà che i soldi salteranno sempre fuori.

    ALINA – Infatti, comunque non sono qua per dare la colpa della morte di mio figlio a voi altri, è solamente che….

    BOLEK – Mi scusi se la interrompo signora, posso chiederle una cosa su Blazej?

    ALINA – Dica pure.

    BOLEK – Blazej è nato con problemi cardiaci importanti, oppure vi è stato un evento scatenante?

    ALINA – Dottore, vorrà scherzare spero, lo ha visto bene il mio ragazzo?

    BOLEK – Sì che l’ho visto, era un specie di colosso.

    ALINA – Faceva l’agricoltore, giocava a rugby, amava la montagna così come il mare, e mai avrebbe preso in mano una sigaretta, della droga, o anche solo un boccale di birra. No Dottore, Blazej era sano come un pesce, ad ucciderlo è stata quella schifezza che hanno iniettato a tutti noi facendoci credere che era per il nostro bene; gli hanno iniettato quella merda, ed ora è morto.

    BOLEK – Già….

    ALINA – Dottore, quand’è che faremo qualcosa contro tutto questo? Quand’è che la gente aprirà gli occhi, e la smetterà di comportarsi come un branco di pecore?

    BOLEK – Non lo so signora, proprio non lo so.

    ALINA – Mi dica dottore, secondo lei qual è il vero problema che lega tutti noi a questa gentaglia?

    BOLEK – Non saprei cosa dirle, ce ne sono moltissimi in realtà.

    ALINA – Sì, questo lo so anche io, ma ce ne sarà uno più importante di tutti gli altri, non lo pensa anche lei?

    BOLEK – In effetti sì, personalmente ritengo sia l’energia.

    ALINA – Sì, lo credo anche io Dottore. Grazie per tutto ciò che avete fatto per Blazej, so che lei è stato anche sospeso per essersi rifiutato di farsi avvelenare, e se oggi era al lavoro in quel pronto soccorso per uno stipendio che le permetterà a malapena di sopravvivere e non in uno studio televisivo a farsi bello sparando idiozie e porcate a vanvera, allora ci sarà sicuramente un motivo più che valido. Che Dio vi aiuti, che Dio aiuti tutti quanti noi, Dottor Novak.

    BOLEK – La ringrazio per le sue parole signora, e mi creda quando le dico che la morte di Blazej non ci lascia indifferenti.

    ALINA – Lo so Dottore, lo so, buona serata.

    BOGDANA – Posso entrare, Bolek? Hai terminato?

    BOLEK – Che cosa fai, Bogdana? Ascolti le conversazioni dei tuoi colleghi da dietro la porta?

    BOGDANA – Com’è andata con la madre del ragazzo?

    BOLEK – Un altro caso di morte improvvisa legata a quella merda che, fortuna nostra, non ci siamo fatti iniettare.

    BOGDANA – Porca puttana, stanno morendo come le mosche in tutto il mondo, Bolek.

    BOLEK – Già, però la signora ha detto una cosa giusta, energia.

    BOGDANA – Energia? E che cosa diavolo vuol dire?

    BOLEK – Vuol dire che il vero problema è l’energia, ecco che cosa vuol dire; se tutte le genti del pianeta avessero la possibilità di ottenere la corrente elettrica in modo assolutamente gratuito, allora questi figli di puttana avrebbero i minuti contati.

    BOGDANA – È vero, ma come pensi di produrla questa corrente gratuita per l’intero pianeta? Bruciando delle caramelle?

    BOLEK – No, non sicuramente bruciando delle caramelle, tuttavia sono convinto che deve pur esserci un sistema per riuscirci, oppure sbaglio?

    BOGDANA – Buona la seconda Bolek, ti sbagli, e anche di grosso; per quel che ne so io non c’è modo di produrre energia elettrica in modo del tutto gratuito, altrimenti qualcuno ci avrebbe già pensato, non credi anche tu? Vieni amico mio, ti offro una pizza.

    BOLEK – Una pizza? Sei forse impazzita? Vuoi uccidermi? Non hai sentito che in Italia la pizza sta ammazzando milioni di persone per via del sale che c’è nell’impasto?

    BOGDANA – Bolek….

    BOLEK – Dimmi Bogdana….

    BOGDANA – Vai a farti fottere.

    Quella sera andammo tutti e tre, io, Bogdana, e Dana, alla nostra pizzeria di fiducia gestita dall’amico Antonio; un localino decisamente minuscolo ma molto carino e intimo, immerso nel verde della famosissima, almeno per noi lo è, strada Dziechcinka, al numero civico otto.

    BOLEK – Allora, come vi è sembrata la pizza di Antonio questa sera?

    BOGDANA – Direi ottima come sempre, perché mi fai questa domanda? Ancora con quella storia del sale che uccide, forse?

    DANA – Concordo con Bogdana, la pizza era davvero ottima, però adesso Bolek ci devi dire che cosa c’è che non va, non hai detto una sola parola da quando siamo arrivati.

    BOLEK – Cosa c’è che non va a parte la storia di Blazej, intendi dire?

    DANA – Si, ovviamente, storia di Blazej a parte.

    BOLEK – Questo pomeriggio ho avuto il piacere di parlare al telefono con la madre di Blazej, una donna sicuramente devastata dalla prematura scomparsa del figlio, ma al contempo desiderosa di vendetta, insomma, una donna che farebbe di tutto pur di farla pagare ai responsabili di tutto questo scempio.

    DANA – A quale scempio ti riferisci, Bolek? Alle vaccinazioni, al clima, all’economia, alla sanità, al controllo delle persone, all’energia, alla mancanza di….

    BOLEK – Mi riferisco all’energia Dana, mi riferisco proprio a quella, proprio all’energia.

    DANA – Va bene, e che cosa c’è di tanto struggente nel problema dell’energia? Lo sappiamo benissimo tutti quanti che, al pari dell’acqua, di energia ce n’è talmente tanta che potremmo anche regalarla agli abitanti di Giove se solamente i bastardi al potere lo volessero, ma che, invece, ci viene negata per rendere le nostre vite un inferno.

    BOLEK – Sì, questo lo so, ma non mi riferivo a questo problema, quanto piuttosto….

    ANTONIO – Ragazzi, mi dispiace interrompervi proprio sul più bello, ma mancano dieci minuti al solito black out.

    DANA – Un vero orologio svizzero questo black out, non è forse vero Antonio? D’accordo, avete portato le candele?

    BOLEK – Sì, io ne ho due.

    BOGDANA – Idem, due anche io.

    DANA – Anche io ho una candela con me.

    BOGDANA – Bene, direi che possono bastare. Hai un candelabro da prestarci, Antonio?

    ANTONIO – E come no? Antonio ha sempre tutto.

    BOGDANA – Ovviamente….

    Accese le candele e persa l’illuminazione elettrica, rimanemmo per alcuni minuti immersi nel silenzio più assoluto ad osservare la danza delle fiammelle sullo stoppino, uno stoppino che, lentamente, andava consumandosi proprio come le nostre speranze di poter vivere una vita degna di tale nome.

    DANA – Scusami se insisto Bolek, ma non credo di aver capito la storia dell’energia.

    BOGDANA – "Cara

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